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Autore: fefi97    24/11/2017    3 recensioni
Draco ha un piccolo problema.
Ron è una vittima impotente.
Finché non arriva la cavalleria.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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INSOMNIA

 

 

 

Ron amava Hermione.

La amava davvero.

Anche quando aveva certe idee malsane come quella.

Insomma, non era abbastanza quello che aveva fatto in quegli anni?

Accettare... accettare che Harry.... meglio non pensarci.

Di solito, quando la situazione raggiungeva quei livelli di criticità, entrava in azione Zabini, ma la serpe era partita proprio quella mattina per un viaggio di piacere con Neville, e nulla toglieva dalla testa di Ron che l'avesse fatto assolutamente di proposito.

Con un profondo sospiro di auto incoraggiamento, spinse piano la pesante porta di legno, sperando ardentemente che la stanza fosse vuota e che Hermione, per la prima volta in trent'anni, avesse torto.

Purtroppo, l'occhiata al cianuro proveniente da dietro la scrivania era fin troppo reale, così come la persona a cui suddetta occhiataccia apparteneva.

Ron si fermò sulla soglia della stanza, impacciato e infastidito da tutta quella situazione, e si passò una mano dietro la nuca.

-Miseriaccia Malfoy. Lo sai che ore sono? - esordì, desiderando soltanto rompere quel momento di gelido silenzio in cui sembrava che l'unico obiettivo di Draco fosse ucciderlo con la sola forza del pensiero.

Draco Malfoy sorrise, o meglio, stirò le labbra in quella classica espressione che diceva quanto fosse superiore a qualunque essere respirasse la sua stessa aria.

Davvero, Ron non capiva come Harry facesse a sopportarlo. Senza spaccargli i denti, poi.

-Sono dotato di un' intelligenza piuttosto sviluppata, quindi, sì, Weasley, effettivamente so che ore sono. -

Ron ingoiò un ringhio e un insulto e si costrinse a fare un microscopico passo nella stanza.

-Sono le tre di notte. -

Draco strinse la presa intorno alla sua piuma e per Ron non fu difficile pensare che stesse immaginando di stringere così il suo collo.

-Lo so. -

-Il ministero è completamente vuoto. -

-Lo so. -

- E stai lavorando nel tuo ufficio. -

Draco strinse la mascella, profondamente irritato.

-Lo so - sibilò soffocato – Pensi di riuscire a dirmi qualcosa che non so prima che mi stufi ufficialmente di questa conversazione? -

Ron si mise le mani nelle tasche dei jeans e squadrò Draco.

Non aveva una bella cera.

Cioè, secondo lui Malfoy non aveva mai una bella cera ( sua madre gli aveva insegnato ad associare immediatamente pallore ed eccessiva magrezza a malessere, soprattutto eccessiva magrezza), ma per un attimo cercò di guardarlo con occhi oggettivi.

Aveva il viso più smunto del solito, i capelli biondi erano leggermente scombinati ( e, per gli standard di Draco, raggiungevano un grado allarmante di sciattezza) e gli occhi erano scavati e circondati da profonde e bluastre occhiaie.

Ron esitò un attimo, sorpreso.

Quando Hermione gli aveva detto che la situazione era grave e che dovevano fare qualcosa, non immaginava così grave.

-Da quanto non dormi, Malfoy? - chiese, cauto.

Gli occhi di Draco baluginarono, assassini.

-Non sono affari tuoi.- sibilò, in tutto e per tutto simile a un serpente. O a una grossa e infida biscia, Ron doveva ancora deciderlo.

-Zabini ci ha detto che sono giorni che non torni a casa. - non si diede per vinto Ron, svelando incautamente il nome dell'informatore suo e di Hermione.

Da come gli occhi di Draco gridarono “vendetta”, Ron capì che Blaise lo avrebbe ucciso nel più lento e doloroso dei modi.

-Blaise un tempo sapeva farsi gli affari suoi, ed era anche piuttosto bravo – si limitò ad osservare Draco, con voce calma a dispetto degli occhi. Si strinse nelle spalle con noncuranza, o disgusto, era difficile distinguere tra le due emozioni.

-Quel Grifondoro l'ha rovinato. -

-Neville non... - cominciò Ron arrabbiato, poi si interruppe, dicendosi che non ne valeva la pena.

Malfoy voleva solo provocarlo per mandarlo via e anche se Ron se ne sarebbe andato via più che volentieri, Hermione avrebbe voluto la sua testa se fosse tornato senza la notizia di aver portato quell'irritante Serpeverde a casa.

-Da quanto non dormi? - ripeté, cercando di suonare calmo.

Draco strinse le labbra, abbassando gli occhi grigi sugli innumerevoli fogli sparsi sulla sua scrivania, tutti portanti la sua grafia odiosamente elegante e impeccabile.

Poi mormorò qualcosa, talmente piano che Ron credette, sperò, di aver sentito male.

-Cosa? -

Draco sospirò, gettandogli un'occhiata risentita e profondamente irritata.

-Dieci giorni. -

Ron rimase a fissarlo per un infinito periodo di tempo, la bocca comicamente spalancata, la mente che calcolava i giorni.

Sì, coincidevano perfettamente.

Quello spostato di Malfoy non dormiva da allora.

-Come diavolo fai a reggerti ancora in piedi, Malfoy? - domandò Ron, allibito.

Draco fece una smorfia.

-Forse non l'hai notato, ma passo la maggior parte del mio tempo seduto. E, ovviamente, ogni tanto dormo, qualche ora. Sarebbe impossibile per un essere umano non dormire affatto per dieci giorni. - e lo disse con un tale tono di rammarico che Ron avrebbe giurato sui suoi figli che stesse pensando a come creare una pozione per rendere il sonno superfluo per gli uomini o qualche delirio di onnipotenza simile.

-Dormi ogni tanto. Qualche ora. - ripeté Ron, lentamente, guardandolo come se fosse pazzo.

E lo era. Eccome se lo era.

Draco lo fulminò.

-Wealey, mi stai irritando. -

Ron lo ignorò.

-Vai a casa, Malfoy! - esclamò, scandendo le parole, ancora esterrefatto.

Draco strinse le labbra, distogliendo lo sguardo.

Ron comunque lo colse, quel minuscolo attimo di fragilità nel suo sguardo.

-Ci andrò – breve pausa – Tra poco. -

Ron gemette esasperato, sapendo che quel “tra poco” corrispondeva a “quando torna lui”.

-Non puoi fare così ogni volta, Malfoy – sospirò, passandosi le mani tra i capelli – Con chi pensi se la prenda ogni volta, quando torna e ti ritrova ridotto a uno straccio?-

Draco alzò gli occhi al cielo.

-Non è colpa mia se pensa che abbia bisogno della balia ogni volta che si allontana. -

Ron lo guardò sarcasticamente.

-Non dormi da dieci giorni e sembri mangiare anche da meno. E pensi di non aver bisogno di una balia? -

Draco scaraventò la piuma sulla scrivania, facendo schizzare qualche goccia di inchiostro. Lo fissò, apertamente ostile.

-Weasley, cosa vuoi da me? -

-Che tu vada a casa. Che mangi qualcosa e ti metta a dormire. Per almeno due giorni. - rispose prontamente Ron, incrociando le braccia al petto.

Draco gettò uno sguardo disperato alla scrivania ingombra di fogli, poi al piattino che campeggiava su alcuni documenti, che sembrava portasse i miseri avanzi di un croissant.

-Io mangio. - disse poi Draco, guardandolo con astio.

Ron inarcò le sopracciglia.

-Sei fortunato che non ci sia mia madre. - commentò, facendo roteare gli occhi a Draco.

-Merlino Weasley, cosa ti importa se mangio o meno? - sbottò, scocciato.

-Niente – rispose Ron, più o meno sinceramente. Diciamo che non con il tempo ci si abitua a tutto. E ci si affeziona, a tutto.

-Ma gli ho promesso che ti avrei tenuto d'occhio, Malfoy. E farti morire di fame o vederti svenire da qualche parte per mancanza di sonno non rientra esattamente nei piani. -

Draco lo osservò per un lungo momento e Ron seppe con certezza che stava meditando se recuperare o meno la bacchetta.

-Sto bene. - disse infine, glaciale.

Ron lo ignorò di nuovo. Avanzò ancora di qualche passo, sotto lo sguardo guardingo di Draco.

-Va bene – disse infine, dirigendosi a passo sicuro su un divanetto dall'aria terribilmente snob e lasciandocisi cadere sopra – Vuol dire che se non vuoi andare a casa, rimango io.-

Gli occhi di Malfoy esprimevano odio all'ennesima potenza.

-Non se ne parla. Tu te ne vai. Ora. -

Ron sorrise tranquillo, stravaccandosi sul divano e mettendosi comodo.

Draco lo fissava con disgusto.

-Cosa speri di ottenere? - domandò con voce strascicata, a stento trattenuta.

-Niente. - mentì Ron, con disinvoltura.

Se aveva intuito quale fosse la causa scatenante dell'insonnia di Malfoy, sperava vivamente che il Serpeverde sarebbe crollato in breve tempo.

-Non funzionerà – disse seccamente Draco, dandogli non per la prima volta da quando, volenti o nolenti, avevano cominciato a frequentarsi, l'impressione che gli stesse leggendo nel pensiero – Se pensi che basti la tua... compagnia, perché io cada nel mondo dei sogni... -

Ron roteò gli occhi, calciando via le scarpe e sistemandosi meglio sul divano.

Draco lo fissava come avrebbe fissato un vermicolo da dissezionare.

-So che non sono lui, okay? Voglio solo rimanere un po' qui. Tu continua pure a lavorare. - disse, facendogli un vago cenno con la mano.

Draco fece una smorfia, riprendendo con eleganza la piuma tra le dita.

-Grazie per la concessione.- replicò in tono pacatamente sarcastico, poi riprese a scrivere su quei fogli come se da ciò dipendesse la sua stessa vita.

Ron chiuse gli occhi, ma era sveglissimo. Era abituato a fare le ore piccole con Hugo, inoltre era attento a ogni rumore proveniente dalla scrivania di Malfoy.

Per un 'ora buona si udì soltanto il grattare della piuma contro la pergamena. Poi il rumore si fece sempre più debole e infine cessò completamente.

Ron dovette aspettare solo pochi secondi prima di sentire un piccolo e morbido tonfo.

Aprì un occhio, sorridendo soddisfatto davanti alla scena.

La testa bionda di Malfoy, che gli dava la nuca, era posata con sconcertante ineleganza sulla scrivania, accanto a fogli e calamai.

Ron emise un breve sospiro mentre si alzava dal divano e si avvicinava cautamente.

Osservò con sguardo critico la figura miracolosamente addormentata del biondo.

Una mano reggeva ancora la penna, l'altra era aperta vicino al viso, nascosto dai fili biondi.

-Che devo fare con te? - mormorò Ron tra sé, guardando la testa di Malfoy come se il suo proprietario gli avesse fatto un torto personale.

Di spostarlo sul divano non se ne parlava.

Aveva fatto molti passi avanti in quegli anni, ma no, non era pronto a sollevare Malfoy stile sposa.

E non credeva che Malfoy avrebbe approvato. Per non parlare di Harry.

Meditò se farlo lievitare con un Wingardium Leviosa, ma questa opzione poteva essere ancora più pericolosa della prima.

Alla fine si limitò a tirare fuori la bacchetta e a pronunciare a mezza bocca un incantesimo per evocare una coperta sulle spalle di Malfoy.

Ghignò nel vedere la coperta rosso fuoco adattarsi alle spalle magre di Malfoy e fare a pugni con i suoi capelli.

Si passò una mano tra i capelli, incerto su cosa fare.

Beh, in teoria, aveva ottenuto quello per cui Hermione lo aveva spedito a forza lì.

Malfoy stava dormendo.

Non nel suo letto, ma stava dormendo.

Nemmeno Hermione sarebbe stata tanto buona – o folle – da suggerirgli di prendere Draco tra le braccia e smaterializzarlo a casa.

Il fatto era che Ron era piuttosto sicuro che Malfoy si sarebbe svegliato non appena avrebbe varcato la porta del suo ufficio.

Sospirò con aria afflitta, evocando controvoglia una seconda coperta.

Lanciò un'occhiataccia alla figura addormentata di Malfoy mentre si stendeva di nuovo sul divanetto, sistemandosi alla meno peggio la coperta addosso.

Solo che Draco adesso aveva voltato nel sonno il viso verso di lui, aveva la bocca leggermente aperta e sembrava più giovane di almeno dieci anni e l'occhiataccia di Ron perse notevolmente di credibilità.

-Maledetto Malfoy. - sussurrò tra i denti, chiudendo gli occhi e rassegnandosi a passare la notte più scomoda della sua vita, sperando che Hermione stesse già dormendo e che i bambini non l'avrebbero svegliata.

 

 

 

Ron credeva di aver fatto tanto in quegli anni.

Di aver fatto abbastanza.

A quanto pare non era mai abbastanza.

Altrimenti non avrebbe passato tre notti di fila incastrato su un divanetto scomodissimo, solo per permettere a quel testardo orgoglioso di Malfoy di collassare sulla scrivania nel giro di un'oretta.

Andava così: passavano qualche minuto a stuzzicarsi, poi Ron si sedeva sul divano e fingeva di dormire.

Qualche minuto dopo sentiva la testa di Malfoy impattare sul legno della scrivania.

Allora lo copriva – con una coperta rigorosamente rossa – e poi dormiva per qualche ora sul divano, premurandosi di levar le tende prima che Malfoy si svegliasse, e quindi prima che il Ministero si popolasse.

Non era sicuro che Draco sarebbe stato contento di sapere che se era riuscito a dormire qualche ora doveva ringraziare Ron e il suo sconsiderato affetto per Harry Potter, che lo spingeva a fare le cose più insane, come farsi venire un torcicollo solo per far dormire quella serpe acida e bionda.

La quarta sera Ron era talmente stanco che stava davvero per addormentarsi su quello stupido divanetto, se non fosse stato per quella risatina sommessa.

Aprì un occhio, buttando la testa indietro sul bracciolo.

Harry Potter era sulla soglia dell'ufficio di Draco, l'aria stanca, un mantello da viaggio impolverato addosso, le braccia al petto e un sorriso divertito.

Ron gettò una rapida occhiata alla scrivania, assicurandosi che Draco fosse ancora in coma profondo, poi si alzò in piedi, guardando Harry con autentico sollievo.

-Amico, non sono mai stato così felice di vederti. Ma che ci fai qui? Non dovevi tornare domani? - bisbigliò con un gran sorriso sul volto lentigginoso.

Anche Harry lanciò una rapida occhiata alla scrivania e Ron alzò gli occhi al cielo quando notò lo sguardo dell'altro intenerirsi.

Che poi solo Harry poteva trovare Malfoy tenero. Ron pensava che in questo fosse incredibilmente simile a Hagrid, che si ostinava a definire le creature più mostruose adorabili.

-Dean ed io abbiamo finito un giorno prima e ho pensato di fare una sorpresa a Draco – fece una breve smorfia – Non che potessi comunque avvertirlo. Sai, il rischio di intercettazioni. -

Ron annuì, ingoiando un moto di invidia. Gli mancava fare l'auror, essere il partner di Harry, ma dopo la nascita di Hugo si era preso un periodo di aspettativa per poter aiutare Hermione con lui e Rosie.

-Com'è andata la missione? Dean sta bene? -

-E' andata bene – rispose Harry laconico, parlando a bassa voce per non svegliare Draco e stiracchiandosi – Dean è tornato sano e salvo da Ginny. -

Ron annuì nuovamente, contento che il cognato stesse bene.

Harry adesso guardava di nuovo Draco, con lo stesso sguardo adorante che usava Hagrid con le acromantule giganti, e Ron alzò di nuovo discretamente gli occhi al cielo.

-Sapevo di trovarlo qui, ogni volta è la stessa storia – osservò Harry in tono affettuoso. Poi rivolse un sorrisetto a Ron – In realtà non mi aspettavo di trovare te. -

Ron alzò per l'ennesima volta gli occhi al cielo, facendo poi una smorfia buffa, a metà tra lo scocciato e l'esasperato.

-Riportati a casa il tuo bell'addormentato, Potter. Non lo sopporto più. -

Harry annuì e sorrise, dandogli una fraterna pacca sul braccio.

Ron non era mai stato così contento di potersi smaterializzare alla velocità della luce.

 

 

 

 

-Draco. Ehi, Draco. Svegliati, sono io. Sveglia, amore. -

Draco mugugnò, sentendosi delicatamente scrollato per una spalla.

Aprì con difficoltà un occhio, mettendo dopo parecchi istanti a fuoco un paio di lenti rotonde e sporche e un cespuglio scuro e arruffato.

-Oh. Sei vivo. - riuscì a biascicare, con sommo sforzo.

Harry scoppiò a ridere, passando con delicatezza le dita tra i capelli del compagno.

-Non mostrarti troppo entusiasta. - ribatté con dolcezza, osservando Draco sollevare lentamente il volto dalla scrivania e stropicciarsi gli occhi con un cipiglio talmente poco da lord che lo fece sorridere.

Tornò un po' più serio osservando le profonde occhiaie sul volto dell'altro e quanto fossero incavate le sue guance.

-Non sei andato a casa per niente? Sei rimasto tutto il tempo in ufficio? -

-Non essere sciocco, Potter – ribatté Draco, che stava lentamente recuperando lucidità, e acidità – Certo che sono tornato a casa. Per vestirmi e farmi una doccia. Non tutti fanno dell'essere sciatti uno stile di vita, sai. -

Harry sospirò, continuando a fare su e giù con le dita tra i capelli sottili di Draco.

Gli erano mancati quei capelli.

Gli era mancato Draco.

-Ma non per dormire, a quanto vedo. -

-Dormire è sopravvalutato. - ribatté seccamente Draco, cominciando poi a squadrarlo da capo a piedi con i taglienti occhi grigi. Solo un occhio attento e innamorato come quello di Harry poteva coglierne il chiaro barlume di ansia.

-Mi sembri apposto. A parte i diversi strati di fango e sporcizia. - disse infine Draco, apatico, e Harry sorrise dolcemente.

-Nemmeno un taglietto. - lo rassicurò, godendosi il sollievo che lentamente prendeva possesso di tutto il volto di Draco.

-Non mi chiedi come è andata la missione? - chiese poi, con un sorrisetto furbo.

Draco fece una smorfia.

-Per favore. So che è andata bene. Sei qui. Non ti darò motivo di fare l'egocentrico lodando la tua bravura come auror. -

Harry scoppiò di nuovo a ridere.

-Senti da chi arriva l'accusa di egocentrismo. -

Draco aprì la bocca, probabilmente per rifilargli una risposta sarcastica e sdegnata, ma uscì solo un inelegante e involontario sbadiglio.

Gli occhi di Harry si riempirono nuovamente di tenerezza.

Evocò una sedia e ci si sedette, circondando le spalle di Draco con un braccio e spingendolo delicatamente ad appoggiare il volto contro il suo petto.

Il fatto che Draco non stesse scalciando sibilando maledizioni, era un dato piuttosto significativo del suo livello di stanchezza.

Draco si limitò a rannicchiare il volto contro il suo collo, inspirando forte.

Harry sorrise, voltando appena il capo per baciargli una tempia.

-Non ho un buon odore.-

-Non importa. - sussurrò Draco, una mano che andava a serrarsi in maniera quasi dolorosa sul davanti del mantello impolverato di Harry.

-Draco – Harry sussurrava, guardando in modo stranamente serio la testa bionda del compagno – Sto bene. Sono a casa. Lo sai, vero? -

Draco mugugnò qualcosa di indefinito, la bocca schiacciata contro il suo petto.

-Certo che lo so. Sono estremamente intelligente. -

Harry ridacchiò sofficemente, immergendo il naso nei capelli di Draco.

-Sai, trovo una cosa tenerissima che tu non riesca a dormire quando vado in missione. -

-'ta zitto. - bofonchiò Draco e Harry era quasi certo che stesse cominciando a sbavare. Sentiva la stretta sul suo mantello farsi sempre più debole.

Doveva essere esausto.

Harry gli baciò la testa, con estrema devozione. Si chinò al suo orecchio, sorridendo, gli occhi che brillavano furbi e dolci.

-E trovo una cosa tenerissima che tu abbia bisogno di compagnia per dormire. -

-Se dici a qualcuno che ho dormito con Weasley nella stessa stanza, ti uccido. - disse Draco, con voce improvvisamente lucida e imperiosa, pur rimanendo accoccolato contro Harry.

Harry rise di nuovo, poi con una mossa fulminea, si alzò in piedi, tenendo con facilità Draco in braccio, un braccio sotto le gambe e uno a sostenergli la schiena magra.

Ancora, il fatto che Draco non lo avesse maledetto, ma si fosse limitato ad abbracciargli stancamente il collo e nascondere il volto nell'incavo della sua spalla, diceva quanto fosse stanco.

-Andiamo a casa. Hai bisogno di dormire. - mormorò.

Sentì il naso di Draco fare su e giù sul suo collo.

Harry sorrise, gli diede un ultimo bacio sulla testa e poi li materializzò entrambi a casa, pensando quanto fosse prezioso Draco, in tutte le sue caratteristiche, comprese quelle che il ragazzo considerava debolezze e che per Harry erano semplicemente l'essenza più bella e profonda di Draco.

Draco, l'unico uomo al mondo che riusciva a dire “ti amo, mi manchi, torna tutto intero, io ti aspetto”, solo con l'insonnia.

E Harry avrebbe risposto a tutte quelle cose silenziose a voce, come sempre.

Ma domani.

Ora Draco aveva bisogno di dormire.

E finalmente, pensò Harry diversi minuti dopo, infilandosi nel loro letto tenendo Draco tra le braccia e respirando il suo odore, poteva dormire anche lui.

Forse Draco non era l'unico a soffrire di insonnia.

 

 

 

 

ANGOLINO

 

Ciao a tutti!

E' da una vita che non pubblico una drarry e sono un po' in ansia da prestazione ahahah

E' una sciocchezza che mi è venuta in mente in queste notti (soffro d'insonnia pure io come il povero Draco) e rileggendo la bellissima fic El-Dorado, dove viene accennata l'insonnia di Draco (per motivi diversi e causata da incubi sulla guerra).

Quella di Draco è un tipo di insonnia molto frequente, molte persone, soprattutto quelle ansiose, non riescono a dormire se sono da sole in casa.

E ho pensato che sarebbe così tipico di Draco fare l'orgoglioso e poi soffrire di insonnia quando Harry è lontano in missione.

Mi rimetto al vostro giudizio, sperando di avervi strappato un piccolo sorriso e di non aver fatto troppi errori!

Un bacione,

Fede <3

  
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