Capitolo 19
Emma fu la prima a destarsi quella mattina. Si sentiva
ancora stanca, ma la sua solita nausea mattutina la costrinse a scendere da
letto. Non si era mai sentita così drenata delle proprie energie come quella
volta.
Non seppe dire che ore erano. Ma a giudicare dal sole
basso e ancora pallido, intuì che fossero più o meno le sette del mattino. Se
si trovasse a Storybrooke adesso si starebbe
preparando per andare al lavoro.
Le mancava quella assurda cittadina e tutta la sua
famiglia. Era contenta di sentirne la mancanza, dopo 28 anni passati a non
provare mai nostalgia di qualche posto e non sentirsi mai a casa da nessuna
parte. Ora poteva dire di avere trovato finalmente il suo posto nel mondo,
ma aveva paura che prima o poi si sarebbe svegliata da quel
bel sogno, di tanto cosparso da qualche incubo che veniva a ostacolare la sua
felicità. Ma quegli incubi anche se brutti, a confronto di quello che stava
vivendo ora, non erano poi così oscuri. Certo i nemici del passato hanno sempre
dato del filo da torcere a lei e ai suoi cari, e ha anche pensato di non farcela
in determinati casi, ma ora quelle preoccupazioni sembravano niente se pensava
alle paure e alle numerose ansie che l’affliggevano in quel momento e non
sapeva se attribuire la colpa agli ormoni o solo dalla pericolosità del nemico.
Optò per entrambe le soluzioni. Regina temeva questo nemico e lei stessa aveva
potuto sentirne la potenza. Quel potere che sentiva provenire da quell’uomo le
ricordava i suoi tempi come signore oscuro. Quella oscurità che cercava di
soffocarla in tutti i modi e che la spingeva a pensare di fare cose orribili.
Non aveva mai ceduto completamente a quella malvagità, ma come dicevano i libri
di Regina, quei poteri oscuri erano una sola parte dell’intero potenziale dal
nemico. Le veniva spontaneo domandarsi come avrebbe potuto affrontare un nemico
di tale portata se a fatica era riuscirà a resistere ai poteri del signore
oscuro. Non importava se tecnicamente i
suoi poteri erano superiori, perché la potenza spesso e volentieri non bastava,
serviva astuzia ed esperienza e lei sapeva di non poter contare nemmeno sulla
potenza se non in determinati momenti dove riusciva a trovare dentro di sé il
potere e nonostante lo avesse fatto più volte, la volta successiva era sempre
difficile riuscire a ritrovarla. Emma sospirò e chiuse gli occhi. Nemmeno la
bellezza della natura che poteva ammirare dalla finestra, aiutavano la sua
mente a non pensare a quelle cose che la faceva sentire senza speranze. Si giro
verso il letto e osservò Killian. Sorrise vedendolo
come dormiva tranquillamente, con la bocca socchiusa.
Emma si sdraiò nuovamente, ma non aveva alcuna
intenzione di dormire, solo guardare il volto pacifico di Killian
mentre riposava. Studiò il suo volto per diversi minuti, ripassando ogni
dettaglio di quel viso che aveva ammirato più volte, ma come se il pirata si
sentisse osservato, aprì gli occhi per vedere quelli verdi della moglie. Sbatté
gli occhi un paio di volte per rendere nitida la visuale poi alzando leggermente
la testa chiese “Cosa stai facendo?”
Emma gli accarezzò la guancia e rispose “Non posso
semplicemente guardare mio marito?”
“è ancora presto, dovresti riposare!” disse Killian provando ad accarezzare a sua volta la moglie, ma
Emma si scostò e si buttò sul cuscino guardando il soffitto dicendo “Sono stufa
di riposare. Tu e Regina vi state dando da fare per tornare a casa, io invece
che faccio? Niente!” disse seccata la donna.
“Non dire sciocchezze, non definirei non fare niente
affrontare quel bastardo incappucciato. Inoltre sei incinta ed è normale che tu
ti senta spossata più del solito. Lo so che non sei la tipica donna che rimane
tutti i nove mesi ferma sul divano a mangiare quelle cose gommose e zuccherose
che si attaccano ai denti, ma stare un po’
tranquilla non può che essere salutare. Hai quasi avuto un aborto e
Regina ha detto che ieri ti sei sentita di nuovo male. Devi stare piú attenta e…” cominciò Killian,
ma venne interrotto dalla donna che urlò “Devo stare più attenta a cosa? A come
uso la magia per affrontare quell’essere? A come mi agito pensando a quanto
questa a gravidanza abbia avuto un pessimo tempismo? Devo stare attenta allo
stress che mi provoca questa situazione perché danneggia il bambino? Siete
tutti bravi a dirmi cosa devo fare, come se io me ne infischiassi del bambino e
lo facessi apposta a non fare quello che sarebbe meglio per lui!”
“Emma non era quello che intendevo e…love ascoltami
per favore!” Disse Killian, ma la donna sembrava
voler chiedere li la conversazione, infatti, si girò dall’altra parte, dando la
schiena all’uomo.
L’uomo sospirò e si alzò dal letto per prepararsi. Non
disse niente, ma di tanto intanto lanciava un’occhiata alla sua amata. Era
ancora girata di schiena e continuava a mantenere il silenzio. Si era alzata
con il piede sbagliato quella mattina e Killian non
prevedeva niente di buono, perché sapeva che la salvatrice diventava molto
suscettibile quando era nervosa.
“Love, vieni a fare colazione?” chiese Killian, il quale poté vedere la donna scuotere la testa.
“Swan, devi mangiare
qualcosa e…” Killian cominciò, ma vedendo Emma che si
alzava e a passo veloce si recava verso la porta con uno sguardo adirato,
decise di tacere.
La donna uscì dalla stanza sbattendo la porta dietro
di sé, non volendo sentire le solite raccomandazioni sul mangiare e dormire per
le sue condizioni. Passò davanti alla porta di Regina e non la salutò nemmeno,
nonostante si fosse accorta che stesse uscendo dalla camera, ma continuò
imperterrita il suo viaggio verso la sala da pranzo.
“Cosa le è preso?” Chiese Regina a Killian,
il quale alzò le spalle dicendo “si e svegliata con la luna storta!”
La donna sorrise “Abbi pazienza, il suo corpo si sta
adattando per accogliere una nuova vita è normale che dia di matto ogni tanto,
sono gli ormoni!”
“Vuoi dire che quella storia degli ormoni è vera?
pensavo fosse una scusa!” disse Killian alzando un
sopracciglio.
“Uncino, sei vivo da 300 anni, una volta eri un
donnaiolo eppure di donne ne sai veramente poco!” disse Regina.
“in questi 300 anni non ho mai messo incinta nessuna.
Quindi è vero, su questa tematica di donne ne so veramente poco!” disse Killian.
“Come puoi esserne così sicuro pirata? Non credo che
tu ti sia mai preoccupato delle donne con cui sei andato a letto, quindi
potresti avere una decina di figli
sparsi per il mondo, del tutto ignari che il loro paparino è il famoso capitano
uncino!” disse la regina cattiva, divertita nel vedere il volto di Killian diventare pallido.
Regina alzò gli occhi al cielo e disse “Non starla a
sentire! Fossi in te non mi preoccuperei più di tanto! Emma si calmerà, falla
solo sbollire un po’!” disse Regina.
Emma sorrise leggermente quando entrò nella sala da pranzo, voleva evitare
commenti dai suoi genitori che in quel momento le avrebbero dato fastidio. Li
salutò e si mise a tavola. Si portò una mano sul naso quando l’odore del cibo
giunse alle sue narici.
Neve le sorrise e le passò del pane appiattito dicendole
“Questi aiutano con le nausee. Io nei primi mesi ne ho mangiati a quintali!”
Emma la ringraziò e ne provò qualcuno. Era stufa di
sentirsi uno schifo ogni momento della giornata.
Killian e le due Regina entrarono nella sala, ma Emma non si
girò, ne degnò di uno sguardo il primo entrato. I Charmings
notarono il freddo che c’era tra di loro, ma non dissero niente, non volendo
intromettersi, ma David domandò “Adesso che avete trovato la spada, quando
avete intenzione di partire?
Regina e Neve all’unisono chiesero “Avete trovato la
spada?”
“Perché non ne sapevo niente?” chiese Regina, la quale
venne tenuta all’oscuro per il semplice fatto che non volevano svegliarla.
Volevano dirglielo quella mattina stessa, ma fino a quel momento non si era
ancora mostrata l’occasione.
“Prima vengo a sapere che Emma ha ancora dei poteri
del signore oscuro, ora la spada…vorrei che foste tutti un po’ più sinceri con
me! O almeno è questo che si fa con le persone verso cui so dice di avere
fiducia!” disse Regina seccata.
Ma Killian non diede retta
alle sue lamentele, perché la prima frase della donna l’aveva lasciato
interdetto. Cosi come i Charmings.
“Che diavolo significa che ti sono rimasti dei poteri
del signore oscuro, Swan?” chiese Killian
preoccupato guardando la donna seduta davanti a lui.
Emma alzò le spalle “Non è niente, non è il caso di
farne una storia più grande di quella che è!” disse mangiando l’ultimo pezzo di
frutta che si era preparata.
“Come puoi dire che non è niente Emma? Disse Killian alterandosi “Ti devo forse ricordare cosa abbiamo passato come
signori oscuri?”
Emma si alzò e sbattendo le mani sul tavolo, disse “
No, non mi devi ricordare un bel niente Killian. So
bene cosa abbiamo passato più di chiun…” Emma si
bloccò e dopo essersi portata una mano alla bocca, corse via, lasciando Killian preoccupato e senza risposte.
Emma ringraziò quel suo malessere che le aveva dato la
possibilità di scappare da quella conversazione scomoda. Era nervosa e non
aveva voglia di mettersi a discutere col marito, perché si sentiva come se
potesse esplodere da un momento all’altro e voleva evitare di fare del male a
qualcuno se per qualche ragione avesse perso il controllo dei suoi poteri. Era intenta a sciacquarsi la bocca quando
sentì il pugnale di Tremotino. Lo sentiva in
continuazione per colpa della sua vicinanza, me era un sussurro leggero che
riusciva a isolare, ma in quel momento il bisbiglio divenne più forte, quasi
fastidioso. Sembrava come se le voci dei signori oscuri del passato gioissero.
Emma uscì dalla stanza e guardò verso sinistra dove
sapeva che si trovavano le carceri. Aveva una brutta sensazione e divenne più
forte quando le voci divennero ancora più forti, tanto che dovette coprirsi le
orecchie.
Si incamminò a passo spedito verso le prigione, ma la
voce di Killian la fece fermare.
“Love, stai bene?” le chiese, poggiando una mano sulla
spalla, ma Emma non gli rispose, continuava ad ascoltare e strizzava gli occhi
quando le voci sembravano voler superare i decibel che l’orecchio umano era in
grado di sopportare.
Emma guardo tutti i presenti che l’avevano raggiunta e
disse “il pugnale, sta…sta succedendo qualcosa!”
Riprese a correre seguita dagli altri, confusi dalle
sue parole, e una volta giunti nelle prigioni reali, sentirono un gemito di
dolore.
Tutti si paralizzarono quando videro l’essere incappucciato
davanti alla prigione del signore oscuro e il terrore assalì soprattutto tre di
loro quando videro l’uomo estrarre dal corpo di Tremotino
il pugnale.
Il potere oscuro lasciò il corpo del mal capitato e
venne risucchiato all’interno dell’essere incappucciato, che rise malignamente,
mentre sentiva l’oscurità penetrare in lui.
“Questa è la fine!” disse Regina terrorizzata. La
morte di Tremotino, avrebbe cambiato drasticamente il
loro futuro.
Emma aveva gli occhi spalancati, non riuscendo a
credere quanto stesse accadendo. Senza Tremotino, il
sortilegio si sarebbe comunque compiuto, ma Regina, non sarebbe mai giunta ad
Henry e Henry a lei. Lei non avrebbe mai scoperto le sue origini e non avrebbe
mai conosciuto Killian. Probabilmente vivrebbe ancora
a Boston da sola, facendo la garante di cauzione per sopravvivere. Prese a
tremare, spaventata all’idea di perdere tutto quello che aveva costruito in
quegli anni e il panico l’assalì ancora di più quando senti Neve e David
chiedere loro cosa stesse succedendo e chi fossero tutti. In quel momento
quello che appariva davanti agli occhi dei sovrani era il caos. Le guardie
reali che tenevano d’occhio i prigionieri, erano a terra in una pozza di sangue
e i presenti erano tutte persone sconosciute, tranne la regina cattiva, che
avevano avuto la capacità di uccidere un essere immortale. David reagì subito e
spingendo Neve le disse di mettersi al riparo. Lui la seguì subito dopo. L’uomo
sapeva di non avere speranze e decise di non alzare la spada verso quelle
persone. Ma dal suo sguardo era facile capire, che quella era una ritirata
momentanea, che si sarebbe preparato per affrontare chiunque volesse nuocere
alla sua famiglia e al suo reame.
Senza Tremotino tutto era
cambiato. La salvatrice non sarebbe mai giunta
a Storybrooke per fermare l’attuale minaccia e tutti loro non
avrebbero mai compiuto il viaggio nel passato.
“Perché il cambiamento sta colpendo solo loro e noi
ricordiamo ancora tutto?” chiese la regina cattiva.
“Perché sono senza poteri. La magia ci protegge, ma
non lo farà a lungo. Prima o poi verremo colpiti anche noi!” disse Regina
spaventata.
“Dovrà pure esserci un modo per rimediare…noi non
possiamo…” inizio Killian, ma si interruppe a metà
frase, poi dal suo sguardo confuso si potè
comprendere che anche lui aveva subito il cambiamento temporale “che diavolo ci
faccio qui?”
“Killian!” disse Emma con
voce tremante e due occhi spaventati, mentre guardava l’uomo della sua vita,
che non si ricordava di lei.
L’Interpellato la guardò e le sorrise e disse “hey love, ci conosciamo? Un visino come il tuo me lo
ricorderei…certo se non ero ubriaco, in quel caso ti chiedo di perdonami, ma
possiamo rimediare” Le disse facendole l’occhiolino.
Le lacrime cominciarono a velare gli occhi della
salvatrice, la quale si girò a guardare con odio l’anti salvatore, ma si
sorprese quando non lo vide più vicino alla prigione di Tremotino.
Si guardò intorno per cercarlo, ma un altro gemito di dolore costrinse lei e Regina a voltarsi verso la regina cattiva. Ella si
era irrigidita e le guardava con occhi spalancati, prima di abbassare il suo
sguardo verso il ventre, dove le due donne poterono vedere una lama di una
spada insanguinata, uscire dal suo stomaco.
Regina spalancò gli occhi a quella scena. Era tutto
accaduto così in fretta che non si erano resi conto di tutto quello che stava
avvenendo.
L’essere incappucciato rideva divertito, mentre
estraeva la spada dal corpo della regina cattiva, la quale non avendo più un
supporto cadde a terra.
“No!” disse Regina scioccata. Killian
invece cercava ancora di capire cosa stesse succedendo. Ma quando vide il
signore oscuro a terra in una pozza di sangue urlò “Tu hai osato uccidere il
signore oscuro. La vendetta doveva essere mia!” disse il pirata sguainando una
delle due spade che aveva al fianco, per affrontare quell’essere. Inutili
furono le grida di Emma che gli chiedeva di fermarsi. Uncino venne disarmato e la spada venne
raccolta dal nemico il quale disse “ guarda guarda
che bella spada. Assomiglia tanto a quella che userò per ucciderti salvatrice!”
disse compiaciuto “Ma prima la testerò sul tuo patetico pirata!” disse per poi
infilzare Killian dritto nel petto.
Emma sentì una fitta al cuore come se con Killian fosse stata infilzata anche lei. Era il suo cuore
che si spezzava e sentendosi invadere da una rabbia che non aveva mai provato
prima, sprigionò un onda di energia che scaraventò quell’essere duramente verso
la parete e con lui anche Regina che si trovava sulla traiettoria di quella
energia magica.
Gemette per il colpo, ma quando Emma le si avvicinò
per assicurarsi se stava bene, vide che il corpo della sua amica aveva preso a
scomparire a partire fai piedi.
“No, Regina…non puoi…”disse Emma con voce tremante, era nel panico in
meno di un minuto aveva perso tutto.
“Per me non c’è più niente da fare. Fra poco smetterò
di esistere, ma tu devi promettenti che andrai avanti. Non ti ricorderai più di
nessuno di noi, ma conserva nel tuo cuore la speranza!”
Emma la guardò con disperazione e con tono duro disse
“No, io non perderò nessuno di voi!” di alzò in piedi e concentrando le sue
energie, guidata dal desiderio di riunirsi con i suoi cari, riuscì a creare un
portale. Regina spalancò gli occhi sorpresa, dopo di che sorrise. Forse non
tutto era perduto.