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Autore: Ciuffettina    24/11/2017    5 recensioni
Siamo proprio sicuri che la super forza di Sansone era dovuta ai suoi lunghi capelli? O era merito di qualcos'altro?
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cain, Gabriel, Lucifero, Metatron, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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- Questa storia fa parte della serie 'Il dietro le quinte della Bibbia'
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Com’era prevedibile, Gabriel si beccò una bella strigliata per aver lasciato che Sansone, Prescelto come Giudice di Israele, diventasse un Cavaliere dell’Inferno.
«Ti rendi conto che è una cosa gravissima?» sbraitava nel frattempo Metatron andando su e giù per il suo ufficio e gesticolando animatamente. «Avresti dovuto afferrarlo e portarlo via! Ma devo dirtele io queste cose?»
Gabriel stava in piedi, a testa china davanti alla scrivania. «Stavo per farlo, quando Lu…»
«Non. Pronunciare. Quel. Nome» sibilò lo scriba divino.
«… cifer mi ha ricordato la legge del Libero Arbitrio» proseguì Gabriel, senza badare all’interruzione di Metatron.
«I Prescelti non hanno il Libero Arbitrio!» sbottò lo scriba divino. «Che cosa sarebbe successo se Adamo ed Eva avessero deciso di non avere figli o se Mosé avesse preferito continuare a fare il pastore? Me lo sai dire, eh?»
«Ho cercato di convincere Sansone a fare la cosa giusta…» biascicò Gabriel.
«Con ottimi risultati a quanto pare! Avresti dovuto essere più persuasivo!»
Gabriel conosceva molto bene i metodi persuasivi angelici.
Zaccaria era un vero esperto del settore (miglior servitore del mese da secoli!) ma anche Metatron non scherzava: quando Mosé gli aveva detto che non intendeva andare dal Faraone, gli aveva fatto venire la lebbra e non l’aveva guarito finché l’umano non aveva cambiato idea.
«Adesso cerca di risolvere la faccenda, se ci riesci!» gli disse, indicandogli la porta.
Gabriel uscì dall’ufficio di Metatron sospirando: avrebbe dovuto seguire il suo primo impulso e portare via il suo protetto ma era bastato che Lucifer lo rimproverasse per bloccarsi.
Accidenti!” pensò contrariato. “Sono passati secoli! Non dovrei più ascoltarlo.
Ma sapeva che per lui era quasi impossibile non dare retta a Lucy. Nel suo cuore non era Satana o il Diavolo, un essere da odiare e aborrire, ma era ancora il suo amato fratellone con cui aveva diviso secoli di scherzi e risate a scapito di Michael e Raphael, sempre talmente arcigni da far venir voglia di scompigliare le loro piume soltanto per sentirli strillare isterici, poi Dio aveva creato l’umanità e l’incanto si era rotto…
Che cosa poteva fare o dire per convincere Sansone? Rinchiuderlo in un loop temporale finché non avesse restituito il Marchio? Mmh avrebbe potuto funzionare ma era altamente improbabile che suo Padre gli permettesse di riavvolgere il tempo per chissà quanto a causa di uno stupido umano. Farlo ragionare? Peccato che il suo cervello fosse completamente sprovvisto di quella funzione: Sansone percepiva soltanto gli stimoli basilari come fame, sete, sonno… ma era del tutto impermeabile a qualsivoglia riflessione.
Forse Paparino doveva aver provato i vini umani, quando ha decretato che proprio quell’idiota sarebbe stato Giudice d’Israele.

«Si può sapere che cosa diavolo stai facendo?» urlò Gabriel non appena comparve davanti a Sansone. Che comanda stupida!
Poteva vederlo da sé: il suo protetto aveva catturato 300 volpi; aveva legato una fiaccola alla coda di ognuna e poi le aveva incendiate, lasciando andare gli animali che, terrorizzati, avevano appiccato il fuoco ai covoni ammassati, ai campi di grano e perfino alle vigne e agli oliveti, tutti rigorosamente di proprietà dei Filistei.
«Sei impazzito? Quando mi hanno affidato questo incarico, non avrei mai immaginato che avrei dovuto salvare il mondo da te!» Con uno schiocco di dita, liberò quelle povere volpi.
Un conto era la normale uccisione di animali per sacrificarli a suo Padre o per riempirsi la pancia ma quello era del tutto inaccettabile! Si chiese se era un effetto del Marchio o se Sansone avrebbe avuto comunque quell’idea. Ebbe paura a rispondersi.
«Ehi! Guarda che non è colpa mia ma di mio suocero!» esclamò il novello Cavaliere dell’Inferno alzando le mani. «Ero andato a riprendermi mia moglie ma lui mi ha detto che l’ha ceduta a uno dei miei testimoni, roba da non crederci! Lo dicevo io che quella era andata ad arare con loro. Pensa che le avevo pure portato un capretto!»
«Ma che romanticone!» replicò Gabriel sarcastico, incrociando le braccia e inarcando un sopracciglio. «Sbaglio o l’avevi ripudiata?»
«È esattamente quello che mi ha detto mio suocero! E con questa scusa voleva rifilarmi la figlia minore, ti rendi conto?»
«E così, per vendicarti hai usato le volpi per incendiare i campi di tutti i Filistei, eh?»
«Esatto! Vedo che sei d’accordo con me» disse Sansone compiaciuto.
«No!» urlò Gabriel. «Non sono affatto d’accordo! Tu adesso chiami Lucifer e Caino e restituisci il Marchio!»
«Non ancora» disse Sansone voltandosi a guardare compiaciuto i vari focolai. «Sai che sono riuscito ad acchiappare non so quante volpi in pochi minuti e non sono neanche sudato?»
«Ma che ragazzo fortunato!» esclamò Gabriel allargando le ali e volando via. Un altro secondo con il suo protetto e gli avrebbe sicuramente spaccato quella zucca vuota nel vano tentativo d’inculcargli un po’ di buon senso, con il rischio, però, di vederlo risorgere come demone.

Il giorno dopo, ovviamente, i Filistei non furono molto entusiasti del servizio reso loro da Sansone, pertanto, per ringraziarlo, bruciarono la casa del suocero. Con dentro l’intera famiglia.
   
 
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