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Autore: MackenziePhoenix94    25/11/2017    0 recensioni
SECONDO LIBRO.
Sono trascorsi due anni dall'ormai ribattezzata Civil War.
Bucky Barnes, Steven Rogers, Sam Wilson, Clint Barton, Sharon Carter, Scott Lang e Wanda Maximoff sono scomparsi senza lasciare alcuna traccia.
Charlotte Bennetts si è trasferita nell'attico di Tony dopo che il suo appartamento è stato distrutto.
Nick Fury è semplicemente furioso perché, usando parole sue, il progetto Avengers è andato a farsi fottere.
L'Hydra sembra essere, ancora una volta, solo apparentemente sconfitta.
E poi c'è James, che di normale ha solo l'aspetto fisico.
Sarà proprio una decisione impulsiva del ragazzo a scatenare una serie di eventi catastrofici...
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brock Rumlow, James 'Bucky' Barnes, Steve Rogers, Tony Stark, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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L’ascensore scese con un rumore metallico, si bloccò cigolando e le porte si aprirono lentamente, intensificando la tensione degli Agenti.

Charlotte era pronta a sua volta ad attaccare, così rimase sorpresa e sconcertata quando vide che non c’era nessuno nel piccolo abitacolo, ad eccezione di un oggetto appoggiato nel pavimento; si avvicinò con cautela, imitata da Maria Hill, ed osservò la scatolina metallica, dall’apparenza completamente innocua.

S’inginocchiò nel pavimento ed avvicinò il viso all’oggetto, quando sentì un suono soffocato, che si ripeteva ad intervalli regolari, spalancò gli occhi azzurri.

“ È una bomba!” gridò poco prima che l’ordigno scoppiasse.



 
Charlie non era l’unica che aveva provato a contattare un membro della vecchia squadra.

Natasha aveva provato più e più volte a chiamare Clint nell’arco di due anni, ed una volta lui le aveva risposto; quella era stata l’unica occasione in cui avevano parlato.

Il suo migliore amico le aveva raccontato che la moglie lo aveva lasciato per sempre e che se ne era andata con i loro tre bambini, era disperato ma allo stesso tempo non poteva lasciare il nascondiglio perché sarebbe stato catturato e richiuso in prigione una seconda volta.

“Forse non è troppo tardi” aveva cercato di persuaderlo Nat “forse potete tornare tutti indietro. Tu, Wanda, Sam e Scott. Tony non nutre alcun rancore nei vostri confronti. Sarebbe più semplice”

“No, ormai non possiamo tornare indietro. Quello che è stato è stato” aveva risposto Clint, prima d’interrompere la comunicazione.

E poi non aveva mai più risposto.

Forse Tony aveva ragione, pensò la giovane donna bevendo un sorso da una bottiglietta d’acqua, forse per lei era impossibile non fare il doppio gioco; ma si trattava dell’uomo che le aveva salvato la vita e l’aveva aiutata a cambiarla in modo radicare.

Era così immersa in quella marea di pensieri che non sentì quello che stava accadendo fuori dalla sua camera, lo capì solo quando udì il rumore di una esplosione, seguito da grida e da spari; la Vedova Nera afferrò la pistola che portava sempre con sé e corse fuori nel corridoio, i lunghi capelli che le ondeggiavano nella schiena, qualcuno l’afferrò per il braccio destro e la trascinò dentro ad una stanza illuminata solo dalle luci d’emergenza.

Credendo che fosse uno degli aggressori provò a sferrargli un calcio, ma lo sconosciuto le prese prontamente la gamba e lei si ritrovò a terra; lo stesso giovane uomo le strinse un lembo della giacca, la tirò su e la sbatté contro una parete, coprendole la bocca con la mano sinistra.

“Non parlare” sussurrò Bucky “credo che qualcuno sia entrato nella Base e che non abbia buone intenzioni”

“Ho sentito un’esplosione” rispose Natasha, quando l’altro le scostò la mano dalla bocca “non so cosa sia accaduto. Sono uscita dalla mia camera per controllare, ma tu mi hai bloccata”

“Non sai dove sono gli altri?”

“No”

“Nemmeno dove si trova Bennetts?”

“Non so dove sia la tua ragazza”

“Lei non è la mia ragazza, è solo la madre di mio figlio. Adesso usciamo dalla stanza e ci dividiamo, tu vai a sinistra, io a destra. D’accordo?”

“Perché mi dovrei fidare di te? L’ultima volta che ci siamo visti hai provato a strangolarmi”

“L’ultima volta che ci siamo visti mi hai dato un calcio tra le gambe, dobbiamo proprio parlare di questo? In questo momento?” domandò a sua volta il Soldato D’Inverno a denti stretti, guardò un’ultima volta Nat e poi uscì dalla stanza, imboccando il corridoio a destra.



 
L’onda d’urto colpì in pieno Charlie, che volò per tutta la stanza prima di sbattere contro una parete e cadere a terra.

Il volto della giovane si contrasse in una smorfia di dolore, se fosse stata una semplice umana l’esplosione non le avrebbe lasciato via di fuga ma allo stesso tempo già sapeva di avere ferite non indifferenti; ignorò il dolore all’altezza delle costole e si alzò in piedi, guardandosi attorno: la polvere si stava a poco a poco diradando, lasciando posto alle sagome degli Agenti a terra che si lamentavano, chi aveva ferite gravi e chi superficiali.

“Maria!” gridò la giovane, rivolgendosi al braccio destro di Fury “dobbiamo andarcene! Ora!”.

La più grande stava per rispondere quanto si udì un forte rumore e tutti coloro che erano coscienti alzarono il viso al soffitto.

Dopo una breve pausa il rumore si ripeté una seconda volta, continuando in quel modo.

“Che cos’è?”

“Non lo so”

“Sembra il rumore di un oggetto che cade”

“No” mormorò Charlotte, iniziando a capire “questo è il rumore di qualcuno che continua a colpire il pavimento. Qualcuno che lo sta facendo con un oggetto metallo. Qualcosa di pesante”.

Come a dare conferma alle parole appena pronunciate il soffitto si crepò, diversi pezzi caddero tra le persone inermi e qualcuno lanciò delle corde dal buco; la ragazza si coprì il volto con le mani, a causa della polvere che non se ne era ancora andata, quando sollevò di nuovo le palpebre vide un gruppo di uomini armati, tra cui spiccava uno che indossava delle protesi meccaniche ed un casco con visiera.

Maria provò a sparare all’uomo ma lui la disarmò con facilità, la colpì in pieno volto e lei si accasciò a terra, senza più muoversi.

Crossbones si guardò attorno e quando i suoi occhi si posarono sulla giovane piegò il volto di lato.

“Guarda, guarda chi rivedo. La mia allieva preferita. Come stai, bambolina?”

“Sono stata meglio”

“Che accoglienza fredda” rispose il mercenario, avvicinandosi alla giovane e sovrastandola con la sua altezza “potresti darmi un bacio, che ne dici?”

“Se penso che un tempo ho avuto una relazione con te mi sento male”

“Una volta le mie attenzioni non ti davano così fastidio”

“Dimmi dove si trova James” ringhiò Charlie, scagliandosi contro di lui; Rumlow l’afferrò per la gola e la sbatté contro un muro.

Lei provò ad alzarsi, ma era così debole che si arrese con un gemito.

L’uomo la osservò per qualche istante.

“Dovresti ritenerti fortunata. Non sei tu quella che m’interessa” disse poi, prima di uscire dalla stanza, diretto da quello che era il suo vero obiettivo.



 
Nick Fury era rinchiuso nel suo ufficio quando venne sorpreso a sua volta dall’esplosione, guardò per qualche momento in direzione della porta e poi si alzò dalla poltrona, avvicinandosi alla mensola dove teneva la pistola, chiusa dentro ad una scatola di legno.

Quando si voltò per uscire dalla stanza non era più solo.

“Rumlow” disse in tono calmo, infilando le mani nelle tasche del cappotto, in modo che l’altro non potesse vedere l’arma “è da un po’ di tempo che non ci vediamo. Ho saputo che hai avuto un incidente”

“Si, un piccolo incidente. È bella la nuova Base. Hai fatto un ottimo lavoro”

“Dovevo trovare un posto sicuro”

“Oh, si” ribatté Crossbones “devo ammettere che come nascondiglio è ottimo. Se non mi avessero dato un suggerimento non credo che sarei stato in grado di trovarlo. Tralasciamo la parte dei preliminari, Nick, non sono venuto qui per parlare”
“Per una volta concordo con te” rispose il Direttore dello S.H.I.E.L.D; estrasse la pistola dalla tasca destra del cappotto e sparò un colpo contro il suo avversario, quest’ultimo si scansò appena in tempo, disarmò Fury come aveva fatto anche con Maria Hill e lo colpì con una serie di pugni al volto ed al torace.

“Sai…” iniziò il mercenario lentamente, perché voleva assaporarsi ogni singolo momento “adesso che possiamo parlare in privato c’è una cosa che non ti ho mai detto. Ti ho sempre considerato un grandissimo stronzo”.

Tirò indietro il braccio destro, pronto a finire colui che un tempo era stato il suo superiore, ma qualcuno lo bloccò, colpendolo con un calcio nell’inguine; Rumlow non si aspettava di essere attaccato alle spalle e rimase per qualche istante senza fiato, quando sollevò il viso non riuscì a nascondere la sorpresa di trovarsi davanti a Bucky, che si era interposto tra lui e Nick Fury.

“Stai lontano da lui”

“Oh, non ci posso credere… Mi sarei aspettato di vedere chiunque ma non il Soldato D’Inverno”

“Tu chi sei?” chiese Bucky, corrucciando le sopracciglia; Crossbones si portò le mani alla testa e sfilò il casco protettivo.

Il più piccolo spalancò gli occhi: anche se l’uomo davanti a lui aveva il volto quasi del tutto sfigurato lo riconobbe ugualmente.

“Mi conosci, ora?”

“Tu lavoravi per Pierce. Ne sono sicuro. Ti ho visto molte volte”

“Ed io ti ho visto mentre ti frullavano il cervello. Dove sei stato per tutto questo tempo?”

“Sono guarito”

“Ahh, ma davvero? Quindi questo significa che se qualcuno ti dovesse dire delle determinate parole non ti farebbero alcun effetto, giusto?”.

A quelle parole Bucky s’irrigidì involontariamente, ciò non passò inosservato agli occhi di Rumlow che distese le labbra in un ghigno, perché era esattamente quello che immaginava.

“Dov’è mio figlio?”

“Intendi il ragazzino che ti assomiglia in un modo impressionante? Devo ammettere che ha proprio un bel caratterino, ma è diventato un cucciolo obbediente dopo qualche piccola scossa”.

Il Soldato D’Inverno scattò a quella provocazione, ma ricevette un pugno allo stomaco che lo fece cadere pavimento, dolorante e gemente; il più grande lo fissò scuotendo la testa, poi s’inginocchiò ed afferrò Barnes per i capelli, tirandogli la testa all’indietro, fino a farlo gridare.

“Dimmi dov’è mio figlio”

“Vuoi davvero sapere dove si trova? Va dal tuo amico Capitano e digli che si trova dove tutto ha avuto inizio. Se ha le palle di venire io lo aspetto. Ho ancora un conto in sospeso con lui” mormorò l’ex Agente, in modo che solo il diretto interessato sentisse, lo lasciò andare ed uscì dalla stanza senza degnare Fury di uno sguardo, perché non gl’interessava più ucciderlo.



 
Bucky si riprese dopo diversi minuti, si alzò in piedi a fatica ed uscì a sua volta dall’ufficio.

Si trascinò nel corridoio e dopo pochi metri vide una figura corrergli incontro, una donna dai lunghi capelli rossi.

“Aiutami… Aiutami…” sussurrò diverse volte prima di crollare, privo di sensi.
   
 
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