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Autore: nikishield    25/11/2017    1 recensioni
Lexa Woods è la nuova star quarterback dell'Arkadia High School, badass e adorata da tutti. Clarke Griffin è una studentessa modello che sogna una borsa di studio in arte. Con l'arroganza di Lexa e la testardaggine di Clarke, hanno da subito ritenuto di non essere compatibili, figurarsi anime gemelle. Ma destino vuole che Clarke diventi la tutor di Aden, e lei e Lexa s'innamorano perdutamente ogni giorno di più.
O...
High School Clexa Au dove Aden gioca ad impersonare cupido con Clarke, Lexa e i loro amici, finendo per farli praticamente innamorare tutti l'uno dell'altro.
Traduzione della fanfiction "Catch me, I'm Falling" di EffortlesslyOpulent e Sam_kom_trashkru
https://archiveofourown.org/works/6890656/chapters/15719956
Genere: Angst, Comico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Anya, Bellamy Blake, Clarke Griffin, Lexa, Raven Reyes
Note: AU, OOC, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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~~Capitolo I – Parte 2
La biblioteca di Arkadia era una delle cose più fantastiche che Aden avesse mai visto.
Appena la campanella per il pranzo suonò, Aden praticamente si fiondò fuori dalla classe di storia per raggiungere la biblioteca prima che si riempisse, avendo promesso a Ellis e Nam di incontrarsi la'. Avevano scoperto di avere tutte le classi in comune, tranne la terza e la quinta ora. La cosa era un sollievo enorme per Aden, che ora aveva già due persone a cui sedersi vicino con cui era amico.
Un amichevole studente della classe di Trikru aveva informato i tre che c'era l'iscrizione per i tutor disponibili in biblioteca, e ne avevano rapidamente approfittato, sapendo quanto essenziale fosse un tutor per le loro lezioni.
"Ci hai messo abbastanza, Woods," lo punzecchiò Ellie, appoggiata al sostegno dove i moduli d'iscrizione erano appesi, facendo accigliare bonariamente il biondo. Nonostante la corsa verso la biblioteca, la ragazza era riuscita ad arrivare prima di lui.
"Hai visto Nam?"
"Nope," rispose Ellis, marcando la p, "Probabilmente non arriverà prima dei prossimi due minuti, è sempre un bradipo prima di mezzogiorno, poi inizia a svegliarsi."
"Ma è sempre stato così stanco?"
"Sua madre è abbastanza dura, lo ha iscritto a così tante cose fuori da scuola che mi chiedo come faccia a dormire in generale." rise Ellis, scrivendo velocemente il suo nome, per poi passare la penna a Aden, che scribacchiò il suo nome con calligrafia stilizzata.
"Oddio, sembra molto dura."
"Conosco Nam dall'asilo, e la signora Bui non si è mai ammorbidita col tempo. Avresti dovuto vederla alla sua partita di rugby in prima elementare, se cercassi la definizione di mamma tigre sul dizionario, troveresti un'immagine di Phuong Bui." Aden sorrise alla sua battuta, interessandosi al menzionamento del calcio.
"E gioca ancora?"
"No," rispose rapidamente Ellis, "si è rotto il braccio inciampando sulla palla in quarta elementare, e sua madre l'ha spostato a nuoto, dicendo che era uno sport molto più sicuro. In più, è abbastanza bravo."
"Peccato," disse Aden, scuotendo la testa divertito, "avrei voluto provare ad entrare nella squadra della scuola con lui."
"Giochi a rugby?"
"O quello o calcio," disse Aden, "e sono davvero troppo piccolo per quest'ultimo. Inoltre, non voglio vivere per sempre nell'ombra di mia sorella, o no?" Ellis rise a quell'affermazione, avendo già sentito parlare a sufficenza della sorella di Aden, che sembrava essere l'argomento preferito della scuola.
Nam arrivò cinque minuti dopo scrivendo rapidamente il suo nome, e mentre i tre si avviavano alla mensa, due studenti dell'ultimo anno entrarono in biblioteca.
Gli occhi di Aden si spalancarono alla vista della bionda appena passatagli accanto. La riuscì a  vedere chiaramente per due secondi soltanto, ma rimase comunque impressionato dalla sua bellezza fisica, con occhi celesti e pelle pallida, e potè sentire il collo arrossarsi arrivando fino alle orecchie quando Ellis gli colpì la spalla.
"Attenzione, casanova," lo provocò, "potresti ricevere un due di picche." Mortificato, Aden scrollò le spalle e abbassò lo sguardo, ignorando le risate dei sue due nuovi amici.
"Zitti, è bella, tutto qui."
Non avrebbe mai superato questa storia.

 





"Perchè siamo ancora in biblioteca?"
"Mi devo iscrivere come tutor, i soldi extra servono per il materiale artistico." I soldi sono stati un problema dopo la morte di Jake, siccome lo stipendio di Abby come allenatrice scolastica non rendeva molto, e il lavoro di Jake come ingegnere alla NASA copriva la maggior parte delle spese, quindi a Clarke toccava pagare le sue cose la maggior parte delle volte.
"Ci metterai solo due secondi?"
"Sì, Monty, volevo solo che qualcuno venisse con me e tutti gli altri sono troppo pigri."
Monty era davvero un Cinnamon Roll, come lo chiamavano i suoi amici, ed era sicuramente la persona più affidabile nel gruppo dei delinquenti, denominato così da Aurora Blake, che li aveva cacciati dalla sua dispensa una volta di troppo. Era andato con Clarke in biblioteca senza fare domande, mostrando la lealtà come uno dei suoi migliori pregi.
"Fatto! Possiamo tornare indietro."
"Perfetto, ho una fetta di torta al cioccolato ad aspettarmi, e se Jasper me la ruba ancora avrò bisogno del tuo aiuto per seppellire il suo corpo."
"Certamente," acconsentì Clarke solennemente, un luminoso sorriso sulla faccia al vedere la serietà di Monty nel dirlo. Se c'era una cosa che il ragazzo coreano amava più della fisica, era la torta fatta in casa di sua madre, che in pratica venerava. Jasper aveva la brutta abitudine di rubarla e scatenare la furia del suo pacifico amico; Clarke pensava che a questo punto il ragazzo avrebbe dovuto aver capito, ma sembrava persistere.
Nell'avvicinarsi al tavolo a cui si siedevano dal primo anno, Clarke riuscì a vedere la mano del chimico frugare nello zaino di Monty.
"Se ci tieni alla mano ti consiglio di toglierla subito, Jordan." il ragazzo dai capelli ribelli alzò le mani in segno di arresa, sorridendo innocentemente a Monty.
"Stavo solo guardando," promise, "di sicuro non pensavo di mangiare la torta che potresti o non potresti avere con te."
"sicuro." controllando che Jasper non avesse davvero mangiato niente della torta, Monty tornò al suo modo di fare calmo e felice, sorridendo ai suoi amici.
"Ecco la principessa preferita di tutti!" Clarke si accipigliò al nomigliolo datole da Bellamy, che rideva, mentre si sedette in braccio a lui. "Avrei giurato che ci stavi evitando."
"Dev'essere stato a causa del tuo odore terribile," lo punzecchiò Clarke, scivolando sul posto libero di fianco al ragazzo, "davvero, Bell, ti fai mai la doccia?" il gemello Blake si portò la mano al cuore, gli occhi spalancati con terrore.
"Se posso dire qualcosa, lo fa fin troppo spesso," si lamentò Octavia, "l'idiota passa l'eternità lì dentro a gongolare dei suoi capelli."
"Hey!" rise Bellamy. "la bellezza come la mia non è naturale. E Clarke, io ho un odore fantastico. Non ho speso trenta dollari in olio di lavanda per non profumare di paradiso."
"E tu chiami Clarke  principessa," disse Raven, "se qui c'è una principessa, quella sei tu, Bell."
"Ci puoi scommettere che lo sono," ribattè Bellamy, scuotendo i capelli per dare enfasi alla frase, "voglio dire, hai visto il mio corpo? Sono un figo della madonna."
"E anche modesto" ghignò Octavia.
"Se avessi i miei geni saresti vanitosa anche tu, O."
"Bellamy, siamo letteralmente gemelli."
"Sì, ed è chiaro che ho rubato tutta la nostra bellezza nel ventre."
"Se ti aiuta a dormire la notte."
Gli amici tennero la conversazione tranquilla, Raven e Jasper parlando degli esperimenti futuri di chimica e scegliendosi come partners. Di solito Jasper stava con Monty per tutto, ma il ragazzo segnò una linea di confine a chimica, giacchè non voleva passare la lezione a preocuparsi costantemente per la sua sicurezza, e Jasper amava far esplodere cose quasi quanto Raven.
"Oh hey, è Woods."
quasi inconsciamente, Clarke guardò dove Raven stava indicando, gli occhi azzurri fissi sulla nuova ragazza. Poteva solo apprezzare il suo aspetto, con quegli occhi verdi e dello charm accattivante. Davvero, era perfetta.
"Wow, Griffin, è bava quella che vedo?"
"Sta zitta, O," mugugnò Clarke, spostando lo sguardo dalla ragazza alla sua ghignante amica.
"Mi sono perso qualcosa?" chiese Bellamy con un sopracciglio alzato.
"Griffin ha una cotta per Woods."
"Io non ho-" il suo lamento fu interrotto dal sospiro esagerato di Bellamy.
"Cosa?  Mi stai dicendo che vai dietro a qualcuno che non è me? Sono ferito, principessa, davvero."
"voglio dire, non è colpa sua, Woods è...Uh oh."
E lei entrò con Miss Odiosa Numero 1, Costia Greene.
La rivaltià fra Clarke e Costia era storica, iniziata all'asilo "City of Light School" quando Costia spiaccicò della pittura sui capelli di Clarke e le rovinò i disegni, e da allora era solo cresciuta. Le due ragazze erano sempre le migliori nelle classi di arte, e le competizioni sarebbero sempre finite in un bagno di sangue se non fosse stato per l'intervento di Raven e Octavia, che trattenevano fisicamente la loro amica per impedirle di colpire l'altra ragazza. Era un odio così profondo che, siccome anche Monty di cognome faceva Greene, Clarke l'aveva interrogato scrupolosamente per scoprire se fossero imparentati, nonostante Monty non fosse chiaramente nero.
La vista di Lexa, col braccio a circondare casualmente le spalle di Costia, fece bollire il sangue nelle vene di Clarke, per una ragione che Clarke non riusciva a capire. Ovviamente il nuovo tesoro di Arkadia sarebbe uscita con l'altro tesoro, la capo cheerleader e pupilla dell'istituto.
Gli altri avrebbero anche detto che Costia non fosse così male, ma preferivano tenersi quei pensieri per loro per evitare il lungo, dettagliato discorso di Clarke su come Costia fosse stata mandata direttamente dall'inferno per diventare la sua arcinemesi.
"Whoa, c'è un motivo per cui la bionda sta pugnalando il suo cibo come se l'avesse personalmente offesa?"
"Fottiti, Murphy," sputò Clarke, sbattendo la testa sul tavolo drammaticamente.
"Perchè, Griffin? Non sapevo ti piacesse il vouyerismo." Bellamy arricciò le narici, strozzandosi col thè freddo che stava bevendo, e alzò una mano per dare silenziosamente il cinque a Murphy, che ricambiò allo stesso modo.
"Sei un coglione," Clarke lo guardò in cagnesco, ottenendo come risposta un ghigno dal ragazzo.
"Al tuo servizio, mia signora," Si girò verso Monty e silenziosamente gli passò una manciata di dollari, al che il ragazzo sfilò dal suo zaino alcuni barattoli, "è un piacere fare affari con voi, Jordan, Greene."
"Prendi delle buone decisioni nella vita!" gli gridò Monty mentre Murphy andò via, prima di tornare a concentrarsi sulla sua torta.
"Quindo, tornando alla cotta di Griffin per Woods-"
"Non succederà, Rae," la interruppe Clarke, ancora di cattivo umore, "Pure se non stesse uscendo con Miss Perfezione, noi due ovviamente non siamo compatibili, quindi smettila, okay?"
"Va bene, va bene, lascio perdere," la informò Raven, mentre Clarke si perse il silenzioso "Per ora" che sussurrò.




 

C'era qualcosa nell'aspetto del campo da calcio che accendeva un fuoco dentro Lexa.
Non sapeva cosa fosse.
Forse era il modo in cui la faceva sentire, viva e libera nel correre sul grande campo verde, sentendo il tappeto erboso sotto le scarpe.
"Lexa, hey!" il salutò di Anya divenne rapidamente un cinque quando Lexa le corse accanto, indossando un tank top attillato con su la mascotte di Arkadia, il guerriero con due spade simboleggianti equilibrio e potere.
Il rumore del loro cinque attirò l'attenzione del resto della squadra, facendo avvicinare alle due gli amici più intimi.
"Lexa!" Lincoln Forrest, il suo migliore ricevitore, le corse incontro, col sudore grondante sul corpo. Mosse le mani sulla sua testa rasata, sorridendo quando vide Lexa indossare l'uniforme della squadra. "è un sogno diventato realtà vederti qua."
Anya ghignò all'amico. "Hai una cotta anche per lei? Cos'è, una fetta della torta Blake non è abbastanza per te?"
Le sopracciglia di Lexa si alzarono alla frase dell'amica, le mani sui fianchi e l'aria di chi aspettava una spiegazione.
"La torta Blake?" ripetè insicura.
"Octavia e Bellamy Blake." le chiarì Lincoln con un ghigno.
"Solo la famiglia più bella di tutta Arkadia..." disse Anya con tono provocante, imitando le parole di tutti gli studenti della scuola. "Oh, c'è da morire per i loro geni... Lincoln se la sta facendo."
"Okay, prima di tutto, non mi sto facendo nessuno." Lincoln alzò gli occhi. "è ufficiale. Sto uscendo con Octavia Blake." Il ragazzo muscoloso dimenò un sopracciglio, e gli occhi di Lexa si socchiusero.
"Ti sei fidanzato? Prima della stagione?" Indagò.
"Anche te e Costia lo siete" tossì Anya.
"è diverso. Io sono il capitano." rispose con un ghigno.
Anya non si mosse, rispondendo a Lexa nel suo stesso modo. "Tesoro, tu sarai capitano, ma io sono tua cugina maggiore. Cosa farai?"
"Giri di campo. Quattro." ordinò Lexa, e Lincoln fece un piccolo fischio.
"Ordini giri alla tua stessa famiglia? È brutale, Comandante." Lincoln scosse la testa incredulo.
Lexa ghignò al soprannome.
Anya roteò gli occhi. "Non correrò per un metro con questo tempo."
"Suppongo di poter chiudere un occhio, per questa volta..." rispose Lexa divertita.
La campanella suonò, segnando la fine della scuola, e l'inizio delle attività extracurricolari. Lexa guardò immediatamente l'entrata del campo, dove iniziarono ad entrare molti studenti per motivi diversi, ancora di più solo per guardare le nuove squadre per la prima volta.
"Aden arriverà." la rassicurò Anya, con lo sguardo di chi non aveva bisogno di sapere altro. "Ma è carino che ti preocupi per lui. Così...da sorella."
Lexa roteò gli occhi. alzò le mani per fare uno chignon, usando l'elastico che le era rimasto al polso tutto il giorno, solo per quel momento. "Non sono preocupata." Rispose, notando gli occhi di molti studenti su di lei. "Voglio solo assicurarmi che sia sopravvissuto al suo primo giorno. Il mio primo anno è stato..." si fermò un momento, mordendosi le labbra. "-non senza difficoltà."
"Quindi, capitano." Luncoln si girò verso Lexa, inchinandosì drammaticamente. "Riprendiamo gli allenamenti?"
Anya e Lexa si guardarono con un sorriso, gli occhi infuocati dalla competizione.
"Oddio." mormorò Lincoln a se stesso.




 


Aden stava considerando di buttarsi giù dagli spalti, solo per fare qualcosa.
Guardare sua sorella e sua cugina cercare di superarsi a vicenda è stato divertente, ma solo per un po', e inoltre non gli piaceva vederli fare pratica. Le vere partite erano molto più interessanti, ma Lexa lo doveva portare a casa ed era rimasto bloccato lì.
Il posto era relativamente vuoto, facendolo sembrare più solo di quanto non fosse.
Una ragazza con le trecce castane stava guardando gli allenamenti inginocchiata, tracciando ogni mossa dei giocatori, scrivendò rapidamente su un quadernetto, come se rileggendo le loro mosse avrebbe potuto assorbire la loro abilità. Si chiaava Tris, se non sbagliava.
La bionda che aveva incontrato prima era seduta con una ragazza dai capelli neri che vagamente ricordava come la ragazza di Lincoln, Octavia. Aveva il nome della bionda sulla punta della lingua ma non riusciva a ricordarlo.
Si svagò un po' col telefono, Wannabe ripetuto all'infinito mentre scorreva il lato oscuro di Tumblr o giocava a qualche minigioco. Avrebbe davvero dovuto fare i compiti di matematica, che lo fissavano da di fianco a lui, ma Aden non era dell'umore per piangere, quindi li lasciò lì continuando a volare sulla sua nuvola di autocommiserazione e procrastinazione.
Dopotutto non era stato un terribile primo giorno di scuola.
Oltre alla classe di Titus Trikru, gli insegnanti erano competenti e sembravano felici di insegnare in una classe di adolescenti. Non era successo nulla di che, perchè sapevano tutti che i primini erano ancora insicuri sulla nuova scuola, quindi avevano organizzato giochi per conoscersi e rompere il ghiaccio (inclusi fin troppi giochi di bingo umani, dei quali Anya gli aveva detto di non vedere l'ora e aveva subito aggrottato le sopracciglia al solo pensiero).
Senza pensarci, Aden iniziò a cantare la musica che gli risuonava nelle orecchie, colpendosi il ginocchio a ritmo e chiudendo gli occhi per distrarsi dalla sua stessa noia.
"if you wanna be my lover, you gotta get with my friends."
"bene, bene, bene, ragazzi, abbiamo una piccola fatina canterina tutta sola qui." gli occhi azzurri si spalancarono immediatamente, e gemette silenziosamente all'avvicinarsi dei tre. Anya l'aveva avvertito sul gruppetto, generalmente vagavano intorno al campo dando fastidio alla gente, e lo aveva avvertito di stare alla larga. A capo del gruppo c'era un ragazzo dai capelli castani stra-spettinati; probabilmente pensava lo rendessero figo, invece non facevano altro che evidenziare la sua orrida struttura ossea.
"davvero? 'bene, bene, bene, ragazzi'? È una specie di remake di West Side Story? Sareste i bulli stereotipati che se la prendono con innocenti come me?" gli era stato detto più volte che la sua bocca gli avrebbe causato guai, ma non ci aveva fatto caso fino ad ora.
"piantala, nano," il ragazzo era Dax Mulligan, di cui Anya si lamentava sempre e definiva l'idiota più grande di sempre, sogghignò, facendo un cenno ai due lacchè al suo fianco.
"Seriamente? Tre contro uno? Dubito sia giusto. Inoltre, qualcuno grande e grosso come te non dovrebbe aver bisogno di rinforzi, vero?"
il ragazzo sembrò pensarci un attimo, prima che Aden si sentisse sollevato da delle forti mani, forzandolo alla staccionata metallica. Girò la testa mentre veniva portato via, e gli occhi blu incontrarono occhi verdi dall'altra parte del campo, in una silenzosa richiesta di aiuto.
Una volta arrivati in una zona più deserta, Dax fece spostare i due amici, tirando su Aden con le sue sole forze, finendo faccia a faccia con Aden.
"Aw, Dax, se volevi rimanere da solo con me, bastava dirlo. Non c'era bisogno di tutto questo trambusto. Ma ti consiglio di mangiare una mentina prima di provarci con un ragazzo, il barbecue di settimana scorsa non è la cosa migliore da sentire in un bacio."
internamente Aden sapeva di dover stare zitto, ma vedere la faccia del ragazzo passare dal bianco al rosso al viola scuro era spettacolare, e Aden si chiese se avesse mai visto qualcuno somigliare così tanto ad una prugna.
"perchè tu piccolo fr-"
"ci penserei due volte prima di finire quella frase, Mulligan." Beh, quella non era di sicuro la voce che Aden si aspettava di sentire dalla sua salvatrice. Poteva senitre Lexa borbottare rabbiosamente un po' distante, ma davanti a lui c'era l'angelo biondo di prima, della quale ancora non ricordava il nome.
"Stanne fuori, Griffin," il bullo si girò, permettendo a Aden di respirare per un breve momento, perchè aveva davvero bisogno di respirare.
"Lascia il ragazzino e vattene," rispose, incrociando le braccia sul petto.
"Non penso lo farò, Clarke," sputò il suo nome come se fosse un insulto, e un'immaginaria lampadina si accese sopra la testa di Aden. Clarke. Così si chiamava. Sapeva iniziasse con una 'c'.
"Dovresti ricordarti il tuo posto, preferibilmente sotto di me, sul mio letto, pregandomi-" qualcunque cosa stesse per dire venne interrotta quando Clarke deliberatamente colpì il ragazzo dritto in gola. Aden sorrise quando si liberò, notando sua sorella spalancare gli occhi da svariati metri dietro la bionda.
"Scusa, potresti ripetere? Non ho sentito bene." la voce di Clarke era grondante di divertimento a cause della vista del ragazzo contorcersi dal dolore.
La ragazza
più figa.
Di sempre.




 


La lotta finì tanto rapidamente quanto cominciò. Il colpo di Clarke fu preciso, pulito ed efficente. Proprio come Jake le aveva insegnato.
Dax colpì il pavimento mentre le sue mani si attorcigliavano intorno al suo stesso collo.
Si strozzò, tossì, e sputò mentre Aden lo fissava con occhi spalancati.
I sui lacchè sparirono rapidamente, non sapendo come reagire all'incapacità di Dax di reagire all'attacco di Clarke.
"Hey..." Clarke gli mise la punta dello stivale sopra per bloccarlo. "Respirerai più facilmente se smetti di muoverti. Comunque... non sarebbe una grande perdita se non lo facessi." si girò e portò via Aden mettendogli le mani sulle spalle, cercando di non ascoltare i lamenti di Dax su quanto fosse in agonia.
"Stai bene?" chiese Clarke, usando un tono delicato. Aden sorrise. Era adorabile, sicuramente un primino, a giudicare dall'aspetto. Fissò Clarke come se fosse un miracolo.
"Sì! Sto bene!" annuì energicamente. "Grazie per.. uhm... averlo colpito alla gola."
"è stato un piacere." Clarke fece un piccolo inchino, facendo ridere Aden.
"Posso... avere il nome della mia salvatrice?" chiese Aden, le guance rosse per essere così vicino alla dea apparentemente chiamata Clarke. Non sapeva dove aveva sentito quella frase, ma sembrava aver fatto il suo dovere, perchè lei sorrise.
"Sono Clarke Griffin. Artista dell'ultimo anno e phicchiatrice di gole, al tuo servizio."
Aden ricambiò il sorriso, allungando la mano per stringergliela. Suo padre, prima di partire per i suoi viaggi di lavoro, diceva sempre a lui e Lexa che il migliore modo per impressionare qualcuno era una stretta forte e ferma.
Forse era Lexa che sarebbe diventata una formale donna d'affari, ma Aden doveva comunque provarci, no?
"Aden." ripetè Clarke. "Me lo ricorderò."
"Nel caso io abbia bisogno di altri salvataggi?" scherzò Aden, ottenendo una risata dalla ragazza, finchè non si congelò, fissando un punto dietro le sue spalle.
Clarke s'irrigidì, facendo cadere le braccia sui fianchi.
Lexa Woods s'era congelata alcuni passi dietro di loro, le braccia incrociate.
Clarke non potè fare a meno di notare quanto fosse bella, la maglia che si adattava al suo corpo atletico, i capelli legati in uno chignon che permise a Clarke di vedere meglio il suo volto. E ovviamente, le sue gambe.
Questo non significava che avesse iniziato a piacerle il calcio.
Semplicemente sapeva apprezzare l'arte.
Lexa guardò distrattamente a Dax, che aveva smesso di sputare, e aveva iniziato ad interpretare la vittima.
Prima che riuscisse a dire una parola, che Clakre era più che curiosa di sentire, fu interrotta da un grido acuto.
"Clarke Griffin!"
Uh oh.
Clarke conosceva quella voce, quel tono e quella rabbia. Cavolo, probabilmente l'avrebbe sentito sul suo letto di morte.
Gli occhi di Lexa si aprirono quando vide una bionda donna adulta, con dei lineamenti simili a quelli di Clarke, inghinocchiarsi di fianco a Dax, che era in posizione fetale. Probabilmente l'aveva chiamata uno dei suoi lacchè.
Dax piagnucolò. "Mi ha colpito, Dr. Griffin. Sulla gola."
Abby lo fissò. "Sì, Dax, me l'hanno riferito. Andiamo, tiriamoti su, mh?" da dietro di lei il suo apprendista, Jackson, si avvicinò e aiutò a tirare su Dax. "Portalo nel mio ufficio. Mi assicurerò non sia... ferito, e lo faremo uscire da qui."
"Sì, Dr. Griffin." annuì Jackson, sempre un buon assistente, e portò via Dax di peso, come se non riuscisse a camminare normalmente.
Clarke roteò gli occhi. Stava fingendo, e Dax stava morendo dalla voglia di metterla nei guai.
"Clarke." Abby si mise le mani sui fianchi, la voce dura. "L'hai colpito? Mi prendi in giro?"
Clarke guardò Aden, e poi Lexa, prima di tornare a guardare sua madre. Non voleva colpire l'autostima di Aden, non sapendo come avrebbe reagito se avesse ammesso di averlo salvato.
"Stava facendo commenti sessuali inappropriati. Niente di che." Clarke decise, per qualche stupida ragione, di comportarsi rilassata e con nonchalance.
Non per impressionare Lexa Woods, niente di simile.
Scelta sbagliata.
"Clarke!" gridò Abby, avanzando minacciosamente. "Io... vuoi che torni a lavorare in ospedale? È per questo?"
le guance di Clarke diventarono rosse quando sentì Aden e Lexa fissarla imbarazzati mentre si allontanavano, non sapendo come gestire il momento madre-figlia. "No, io..."
"Allora andrai in punizione, come tutti gli altri studenti." sospirò Abby, stringendosi il ponte del naso.
La mascella di Clarke si spalancò. "Punizione? Cosa?! Ma mamma, non ho mai-"
"Clarke." il tono di Abby era fermo. "Non puoi biasimarmi. Non l'ho sentito dire niente, sfortunatamente, ma è chiaro che gli hai fatto del male. Le regole sono regole."
"Andiamo." Abby girò la testa. "Puoi pulire il mio ufficio."
gli occhi di Clarke si spalancarono, ma non disse niente, girandosi verso Aden che era rimasto in silenzio. "stai bene, vero?" la sua voce era gentile, e tentò perfino un sorriso. "Ci vediamo in giro."
Aden annuì scusandosi. "Okay, scusami, Clarke..."
Clarke scosse la testa. "Non ti preocupare. Io ho colpito Dax." scrollò le spalle, facendo l'occhiolino a Aden mentre seguiva sua madre nell'ufficio.
Lexa si girò verso il fratello appena la bionda fu fuori portata d'orecchio, la voce piena di preocupazione. "stai bene? Stavo arrivando."
Aden annuì e sorrise. "l'ha del tutto spaccato. È stato fantastico. Penso... penso sarebbe persino riuscita a colpire te."
Lexa roteò gli occhi, ma sorrise. "Ne dubito." mormorò, guardando la bionda in lontananza. "Aden, vai da Anya, e resta lì."
Aden aggrottò le sopracciglia. "Cosa? Perchè?"
Lexa si morse il labbro. "Andrò a parlare con la dottoressa Griffin. Resta con Anya, ti terrà d'occhio."
Aden sbuffò. "Lexa, ho qindici anni! Non serve che qualcuno mi controlli come-" si fermò ripensando a cosa fosse appena successo. "Okay." mormorò. "Va bene."
Lexa gli fece l'occhiolino, mostratndo il suo lato più dolce. "Solo finchè non ti trovi una kru tutta tua per guardarti le spalle." lo punzecchiò.
Aden le sorrise. "Tu sei la mia kru."




 


Per la sorpresa di Lexa, Abby Griffin era una donna sorprendentemente veloce, pur trascinandosi la figlia con se'. Poteva sentirle battibeccare mentre si avvicinava, e non potè fare a meno di pensare alle discussioni coi suoi genitori, che non erano mai finite bene.
"-Perchè non mi credi mai su queste cose?"
"tutto quello che ho visto era un ragazzo a terra e tu che gli torreggiavi sopra! Cosa avrei dovuto pensare, Clarke?"
"Non lo so, che tua figlia stesse dicendo la verità?"
"Hey! Non è gius-"
"Dottoressa!"
entrambe le Griffin si immobilizzarono quando Lexa gridò, aumentando il passo per raggiungerle. Abby sorrise immediatamente mentre Clarke continuò a borbottare sottovoce. Lexa non fece a meno di pensare che, quando imbronciata, quella ragazza era semplicemente adorabile. Come quel meme con cui Aden era stato ossessionato per un po'... Grumpy Cat! L'aveva costretta a comprargli un peluche gigante di quel gatto e anche a guardare Il peggior natale di Grumpy Cat. Era orribile, ma Aden affermava fosse un 'moderno pezzo d'arte del cinema del suo tempo',
"Cosa posso fare per te, Lexa?" Lexa spostò lo sguardo sulla Griffin più grande.
"Sta dicendo la verità." per un breve momento entrambe le Griffin la osservarono cercando di capire  le sue parole, prima che Clarke spalancasse la bocca come se non si aspettasse che Lexa l'avrebbe difesa.
Lexa rimase male all'espressione di Clarke. Aveva davvero fatto un'impressione così brutta alla bionda? Era Clarke che aveva fatto cadere il libro sui piedi di Lexa, lei non aveva fatto niente di male.
Oppure sì?
La cosa non era rilevante al momento, perchè Lexa stava ripagando un debito. La ragazza aveva salvato il suo fratellino, e non l'avrebbe lasciata in punizione per questo.
"Intendo su Mulligan." Rispiegò. "Lui e i suoi due amici hanno aggredito Aden. Lo stavo per aiutare ma Clarke è intervenuta prima. Si fermò, scambiando alcuni sguardi con la bionda, il che fu un errore. Poteva perdersi in quegli occhi, più grandi del cielo e più profondi dell'oceano.
"Stava essenzialmente molestando sua figlia, dottoressa," Continuò Lexa, "perfino io ero a disagio a sentirlo. Tutto ciò che Clarke ha fatto è stato difendere Aden e se stessa, non dovrebbe essere punita per questo." Abby si prese un momento per considerare la situazione, scrutando Lexa come se stesse cercando di trovare disonestà in lei, ma senza trovarla.
Lexa stava dicendo la verità al 100%, e lo capì.
"Grazie per avermelo detto, Miss Woods, mi assicurerò che Mulligan venga punito per le sue azioni." Lexa annuì facendo un piccolo sorriso imbarazzato a Clarke, del quale si pentì subito. Lei non era impacciata. Era Lexa Woods. La leggendaria comandante.
"Nessun problema, ci vediamo domani." prima di fare altre figure, tornò dai suoi compagni di squadra che la stavano aspettando.
Anya era vicino a Aden, il braccio sulla sua spalla, cercando bulli invisibili intorno a loro. Lexa sapeva che l'avrebbe protetto come una mamma orsa. Qualcosa in Aden tirava fuori gli istinti di protezione di chiunque.
"Oggi finiamo prima, ragazzi," annunciò Lexa, "Devo portare il piccolo a casa."
"Sto bene Lex, sono solo idioti," protestò, "non devi andartene prima. E poi non sono piccolo."
"Ma io voglio finire prima," rise Lexa, "E sì, sei piccolo. Mi sorprende anche solo che ti abbiano lasciato entrare qui, dato che sembri un bimbo delle elementari." il ragazzo si gettò su sua sorella che finse di cadere, anche se poteva facilmente tenere il suo peso.
"Ti faccio vedere chi è piccolo!" rise, arrampicandosi su Lexa come fosse un albero.
"quelle manine, la mia unica debolezza." era uno scherzo fra i due, perchè Aden, quando era un bebè, amava coprire gli occhi di Lexa e gridare 'Boo!", al che Lexa fingeva sempre di spaventarsi.
"Va bene, voi due, smettetela," disse Anya, scuotendo la testa, "andiamocene da qui e prendiamo da mangiare."
"Pollo fritto!"
"Aden, lo sai quanto fanno male quelle cose?"
"Lexa se vedessi un'altra insalata di quinoa potrei davvero morire."
"Poco melodrammatico, eh?" Lexa roteò gli occhi.
"Ha preso da te." s'intromise Anya.
"Non sono drammatica!" protestò Lexa, ignorando le sopracciglia alzate dei suoi amici. "Non lo sono."
"Sei letteralmente un casino gay," ribattè Anya, facendo restringere gli occhi di Lexa.
"Scusami, sono una badass, non un casino gay-"
"Hai pianto quando abbiamo visto Dolphin Tale, Lexa."
"Lincoln, dovresti essere dalla mia parte!" il gigante buono alzò le mani in arresa, anche se aveva un ghigno in faccia.
"Scusa Lex, ma perfino io devo ammettere che sei davvero extra."
"Extra Lexa. Lextra. Sono un genio."
"Aden?"
"Sì Lexa?"
"Chiudi il becco, cazzo."

   
 
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