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Autore: The Custodian ofthe Doors    25/11/2017    4 recensioni
[ AU!Police| Detective!Alec| Doctor!Simon| Criminal!Magnus]
Alexander Lightwood è un detective della Omicidi di New York City famoso per la sua pazienza e la sua calma imperturbabile.
Non trova strano, quindi, che il Capo Bureau Blackthorn chiami proprio lui per risolvere il caso di un contrabbandiere di merci rare ed opere d'arte che è stato trovato morto nella sua villa, completamente a soqquadro. Così come non lo sorprende la sfortuna che pare inseguirlo per tutte le indagini.
Un caso di omicidio che lentamente prende contorni più definiti e si colora di cupe tinte, storie vecchie quasi trent'anni che tornano alla ribalta, una scia di morti che culminano proprio sull'intreccio di fili che si tende nel tempo, personaggi scomparsi dalla scena e altri che mai l'hanno lasciata, cambiando solo ruolo. Sullo sfondo dell'estate più torrida che New York City ricordi nell'ultimo secolo la legge dovrà convincere il crimine a collaborare per riuscire ad arrivare alla conclusione e mettere definitivamente il punto ad una storia che è in replica sulla scena da fin troppo.
Genere: Azione, Commedia, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Altri, Magnus Bane, Simon Lewis
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo VI


 

Era seduto su una comoda poltrona di tessuto a coste, dai toni borgogna e l'aspetto pregiato. La Signora Herondale non aveva reputato opportuno convocarlo di nuovo nella Sala Riunioni all'ultimo piano del Dipartimento di polizia, avrebbe destato troppi sospetti e se tra di loro c'era davvero una talpa, cosa ormai accettata da tutti, sarebbe stato come mettergli un cartello luminoso sulla testa.
La donna entrò nel salottino portando con sé un vassoio d'argento su cui erano poste delle tazze ed una teiera fumante. Lo posò con attenzione sul tavolino basso davanti a lui e gli servì gentilmente il tea. Passarono pochi minuti a gustare la bevanda calda in silenzio, Alec non aveva osato chiedere alla donna se le facesse bene bere qualcosa di così bollente con quelle temperature, ma oltre che aver paura di sembrare scortese il ricordo delle usanze tipiche dei beduini nel deserto gli ricordò come un buon tea caldo poteva far miracoli contro la calura estiva. E chissà perché ce la vedeva benissimo Imogen Herondale vestita da viaggiatrice, magari sotto copertura tra le tribu nomadi del medio oriente. Per quanto lo riguardava quella donna poteva tranquillamente esser stata una spia al servizio della CIA che con il passare degli anni aveva chiesto un ruolo più tranquilli. Anche se non sapeva quanto potesse essere tranquilli il comando della polizia Americana.

<< Come è entrato a conoscenza di quel nome.>> gli chiese posando la tazza sul piattino sobrio.
Alec si mise seduto più dritto possibile, la sua schiena gli fece notare che più di così si sarebbe solo potuto spezzare, ma il ragazzo preferì non farci caso.
<< Come lei sa sono il responsabile del caso Fell. >> Magnus l'avrebbe perdonato se usava quel termine per le pratiche ufficiali, << Nel nostro primo colloquio le ho espresso le mie perplessità e i miei sospetti, ciò non è minimamente cambiato e ho continuato ad indagare su quel fronte. Il Capo Blackthron mi ha concesso l'aiuto del Dottor Lewis per l'indagine e l'ho prelevato per portarlo in un luogo sicuro.>>
<< Non mi pare di aver ricevuto richiesta per l'utilizzo di una delle nostre case sicure.>> il volto della donna era impassibile e solo un sopracciglio chiaro e curato si alzò, mostrando quel minimo di curiosità che lasciò trapelare.
<< No Signora, perché non ne ho fatte.>>
<< E dove avrebbe portato il Dottor Lewis negli ultimi quattro giorni?>>
Alec deglutì, ora arrivava il pezzo forte. Prese un respiro profondo e piantò lo sguardo in quello del suo superiore, non le avrebbe mai concesso il dubbio che non fosse sicuro delle sue azioni, che se ne vergognasse o addirittura pentisse.
<< A casa di Magnus Bane, dove sono sicuro che nessuno andrà a cercarlo o riuscirà a rintracciarlo.>>
Questa volta la donna non cercò neanche di nascondere il suo sbigottimento.
<< Lei ha portato un nostro Tecnico Informatico, addetto alla ricerca di informazioni su criminali coinvolti in un omicidio e potenzialmente in possesso di dati compromettenti a casa di un noto criminale e per giunta amico della vittima? A casa di Magnus Bane?>> si sporse verso di lui quasi allarmata e ad Alec venne naturale fare lo stesso, ma si trattenne dal poggiare una mano sulla sua per calmarla come faceva con sua sorella o sua madre.

Probabilmente me la staccherebbe a morsi.

<< No Signora. Ho portato un amico a casa di un uomo che ha appena parso il suo di più caro amico e che per trovare il suo assassino si è rivelato non solo disponibile ad aiutarci ma anche del tutto essenziale. Se non fosse stato per Magnus Bane non avremmo mai scoperto l'esistenza dei server privati di Fell e non saremmo mai risaliti al Circolo.>>
Imogen lo guardò ancora scioccata ma improvvisamente più seria di prima. Stava analizzando le sue parole e soppesandole con attenzione. Sicuramente non approvava le sue scelte, non approvava che non avesse chiesto il permesso al suo superiore e che avesse preso tutte queste iniziative, ma in un qualche modo assurdo e contorto pareva anche fidarsi di ciò che le aveva appena detto.

<< Continui.>>
Alexander sospirò di sollievo e non provò neanche a nasconderlo.
<< Bane inizialmente era molto reticente a collaborare, ma dopo aver interrogato una sua amica, l'ultima del trio che componeva assieme a Fell, è diventato molto più disponibile e mi ha fatto recapitare la cassetta con la registrazione dell'ultimo messaggio della vittima. Prima di allora, non so come, era riuscito a tergiversare e non consegnarla mai. Sospetto che abbia agganci sia in politica che tra qualche facoltoso avvocato. L'audio non diceva nulla di compromettente, solo che Fell era inquieto per la vendita e non comprendeva le motivazioni che spingessero il compratore a offrire una cifra così alta per un oggetto del genere.>>
<< Oggetto che presumo non solo sia scomparso ma anche a noi completamente ignoto.>>
<< Si Signora. Dopo aver analizzato il nastro comunque ho chiesto a Bane alcune informazioni che lui mi sta procurando e ho deciso di portare il dottor Lewis a casa sua per includerlo nelle nostre indagini ed aver un parere esterno e decisamente più interno all'ambito delle indagini. Le sue deduzioni sono quelle di un criminale spesso, ma sono molto acute e utili. E' stato lui a informaci dei server come le ho detto e quando sono uscito per andar ad esaminare la casa ho portato entrambi con me. Il Dottor Lewis è riuscito facilmente ad entrare prima nella sala e poi ad accedere ai database ma quando eravamo a metà della ricerca del primo server qualcuno ha forzato la connessione wifi del portatile di Lewis e ha immesso un virus nel server stesso, avviando una ricerca per parole chiave ed eliminando tutti i file che ne contenevano. L'ultima immagine che abbiamo potuto vedere riportava l'indirizzo di una struttura abbandonata poco fuori Brooklin, dei numeri di serie ed un nome, “Circolo”. >>
<< Il virus è riuscito a danneggiare anche gli altri computer?>>
<< No Signroa, vi si poteva accedere solo tramite cavo, ha potuto agire solo su quello a cui eravamo collegati, ma siamo riusciti a fermarlo.>>
<< Il Dottor Lewis ha reso inoffensivo il programma?>> chiese in fine massaggiandosi la fronte con una mano.
<< No.>> lo guardò male, << Ho staccato la corrente. Ci sarebbe voluto troppo per capire di che tipo di virus si trattava, per di più Simon aveva il suo portatile di riserva, non troppo potente e con i giusti programmi. Ho preferito rendere inutile il server piuttosto che lasciargli cancellare tutto.>>
La donna annuì come se al posto suo avrebbe fatto la stessa cosa e poi si sporse per bere un altro sorso di tea.
<< Allora adesso mi dica per quale motivo ha contattato proprio me per rispondere alle sue domande. Perché non ha chiesto al suo superiore o a suo padre, Detective Lightwood?>>
Il fatto che avesse citato suo padre e poi specificato il suo cognome forse voleva dirgli che sapeva perfettamente chi era lui e di quali appoggi avrebbe potuto godere. Peccato che non lo conoscesse per niente.

<< Anni fa, quando non ero neanche una recluta, entrai nell'ufficio di mio padre per lasciargli della posta e prima di andarmene vidi una cartella chiusa con un codice stampato in rosso. La targhetta citava “ Operazione Cicle” ed era ovviamente tanto segretata quando aggiornata di recente.>> allo sguardo interrogativo della donna s'affrettò a spiegare, << Alcune delle linguette che vi sporgevano erano nuove, mentre altre più consunte ed ingiallite.>>
Le labbra pallide della padrona di casa si inclinarono in un sorriso, << Si stava già preparando per i test d'ammissione all'Accademia?>> chiese quasi divertita.
<< Oh, no no, non ero ancora sicuro di cosa avrei fatto da grande. Dovevo aver circa tra i sette ed i nove anni al tempo.>>
<< E le è rimasto impresso per tutti questi anni?>>
Alec si strinse nelle spalle un po' impacciato, << Ho una buona memoria, e poi non capita tutti i giorni di vedere un documento segretato. Ero un bambino, la cosa mi emozionò molto, sentivo il peso del segreto ed ero orgoglioso di sapere una cosa su mio padre che i miei fratelli ignoravano.>>
La signora Herondale annuì lasciando che quel sorriso gli curvasse ancora per poco le labbra, poi si mise comoda con la schiena contro i cuscini ed intrecciò le mani, poggiando i gomiti sui braccioli lucidi.
<< L'Operazione Cirle è davvero un file segretato. Ad oggi sono solo venti le persone a conoscenza di questo caso ed alcune di loro sanno cos'è successo solo a grandi linee e solo perché parenti di coloro che ne rimasero coinvolti. Era un'operazione sotto copertura.
Da anni c'era un criminale, un boss mafioso a dir il vero, che era approdato sulle nostre coste e in breve era riuscito a dar vita ad una rete di traffici notevole che nessuno riusciva a sgominare.
Per questo decidemmo di inviare degli agenti sotto copertura in luoghi diversi e dotati di caratteristiche diverse.>> fece una pausa come se stesse riordinando le idee per decidere come proseguire il racconto e poi annuì leggermente.
<< Successe esattamente ventotto anni fa. Gli agenti presi in esame e selezionati erano quelli della nuova unità anti-crimine. Erano usciti dall'Accademia da poco, non avevano avuto il tempo né di farsi un nome né di stringere troppe amicizie, per di più venivano tutti da Quantico, avevano seguito l'addestramento speciale offerto dal Bureau e quindi non avevano contatti con le nuove reclute di New York.
Tra di loro c'era Valentine Morgestern, a capo degli “infiltrati”, Lucian Garroway, Robert Lightwood, Michael Wayland, Adrew Balckthorn e Stephen Herondale, mio figlio.>>
Alec batté un paio di volte le palpebre stupito. Il Vicecapo Morgestern, il Capitano Garroway, suo padre, il Capo Blackthron ed il figlio della Signora? Ma era tutta gente che ora lavorava al dipartimento. Eppure la donna aveva detto una ventina di persone, e tutti gli altri chi erano?
<< So che sono molti per una missione sotto copertura ma ognuno di loro, come ti ho detto, aveva un ruolo ed una storia specifica: Valentine era il figlio di un poliziotto che non era riuscito a superare l'Accademia. Lucian si fingeva un teppista del Bornx. Tuo padre e Wayland erano migliori amici, lo erano davvero, e rappresentavano quella classica coppia di scapestrati che non sanno cosa fare della loro vita. Poi c'era Blackthron, ex studente di giurisprudenza che non era riuscito a terminare gli studi e mio figlio, che si fingeva un viziato, ribelle ed insubordinato figlio di papà.
Avevano tutti il loro copione e hanno passato due anni in quel covo, facendo il loro dovere e aiutandoci a prevenire e sgominare le imprese più pericolose. -accennò un sorriso- tra tutti gli episodi di cui si sono resi protagonisti credo che il più bello rimarrà sempre quello che fece tuo padre nel Novembre del primo anno. Fu così spettacolare e credibile che avrebbe dovuto ricevere un Oscar.
Mh, credemmo tutti che stesse fingendo, solo quando quella storia finì ci rendemmo conto che non aveva finto per niente, che aveva fatto esattamente ciò che avrebbe fatto fuori da quell'inferno. Ogni volta che ci penso, ancora oggi, non posso far a meno di trovare il tutto divertente e poi terribilmente triste e doloroso, forse non avremmo dovuto mandare quei due assieme in missione.>> Il ragazzo fece per chiedere informazioni su quell'argomento appena accennato ed in modo così vago, ma lei scosse la testa e gli fece cenno di lasciarla proseguire.
<< Come ti ho detto rimasero sotto copertura due anni, ma la storia finì solo dopo altri cinque.
Per fartela breve, guadagnarono la fiducia del loro capo e riuscirono ad arrivare in alto nella gerarchia. Non ti dirò cosa hanno dovuto fare e ti consiglio caldamente di non giudicarli se mai leggerai quei fascicoli. Ma quando finalmente ebbero tutte le prove necessarie per sbattere quel bastardo in prigione per il resto dei suoi giorni ci portarono tutta la documentazione e l'allora procuratore Trueblood, tuo zio, il fratello di tua madre, poté finalmente iniziare un'inchiesta contro di lui. Lo avevamo in pugno, dovevamo solo prenderlo. Ma non andò come pianificato.
La notte del bliz in cui avremmo dovuto far irruzione nel loro deposito e arrestare tutta la banda lì riunita qualcosa andò storto.
Michael rimase ucciso sul colpo, tuo padre perse praticamente la testa ed uccise uno dei bracci destri del capo. Quell'uomo avrebbe di sicuro patteggiato e ci avrebbe rivelato molte più informazione di quanto non avremmo mai potuto sperare, ma se dicessi che qualcuno di noi si dispiacque per la sua morte mentirei. Il secondo a cadere fu Stephen. Non ho mai capito chi di quei bastardi lo abbia ucciso, ma resta il fatto che quando le acque si calmarono c'erano almeno una cinquantina di cadaveri in quello stabile e almeno venti erano poliziotti. >> Imogen si massaggiò stanca la tempia, poi proseguì. << La cosa non finì qui ovviamente. Tuo padre ne uscì distrutto, i suoi sensi di colpa per non aver protetto quello che reputava un fratello erano soffocanti quasi quanto quelli per la morte di Stephen. Mi venne a chiedere personalmente scusa perché l'ordine di entrata nel deposito era stato cambiato all'ultimo minuto e al posto di mio figlio ci sarebbe dovuto essere lui. Non gliene ho mai fatto una colpa. Valentine era intelligente, se al momento reputò saggio modificare la formazione ebbe di certo le sue motivazione.
Eppure a tuo zio la storia non piaceva, diceva che c'era qualcosa che non quadrava, parlava di dati statistici e di angolazioni, al tempo non ci affidavamo così tanto ai calcoli matematici e non lo prendemmo in considerazione quanto dovuto probabilmente. Tutto ciò che ci interessava era chiudere il caso e mandare finalmente quei poveri ragazzi a casa.
Non riuscimmo a fare neanche questo. Il processo si protrasse per cinque anni. Maxwell ebbe un mancamento mentre era in tribunale e cadde dalle scale. Finì in coma per sette mesi, morì poco dopo. Valentine e Jocelyn non sopportarono il peso del processo e di tutte le azioni di cui si era macchiato le mani lui durante quei due anni e divorziarono che il figlio maggiore aveva appena tre anni e la minore ancora non era nata. Mia nuora Amatis, la sorella di Lucian, non riuscì a rimanere a New York, a casa loro, e si trasferì in Alabama. Lucian litigò con Valentine e decise di lasciare l'anti-crimine per dedicarsi alla stradale. I tuoi genitori avevano perso i rispettivi fratelli e credo che se non fosse stato per te e i tuoi, di fratelli, anche loro avrebbero divorziato. Andrew volette mettere più distanza possibile tra tanta morte e la sua famiglia, aveva già tre figli all'epoca credo, e si trasferì a Los Angeles. I due tecnici informatici che seguirono il caso, Hodge Starkweather e Malcom Lewis, rimasero segnati dalle registrazioni e anche dai video che dovettero esaminare in quegli anni, furono testimoni di veri orrori. Starkweather rispose chiudendosi in laboratorio e rifiutandosi di scendere in campo. Lewis morì esattamente cinque anni dopo il processo, infarto.
L'altra persona a conoscenza dell'accaduto, forse perché fu proprio Amatis ad informarlo, fu mio nipote Will. Lui e Stephen erano cresciuti come fratelli e si era ripromesso di restare vicino ad Amatis, per aiutarla in tutto come avrebbe fatto il cugino.
Non è una cosa che ti aspetteresti di sentire da me presumo, ma questo caso fu maledetto e lo è tutt'ora. Ogni volta che sento quella parola uscire dalle labbra di qualcuno so per certo che sta per succedere una catastrofe.>>
Alec fissò lo sguardo nella tazza del tea che teneva in mano, non ricordava neanche di averla presa ed il calore che emanava non lo bruciava più.
Cosa aveva appena sentito? Come poteva un caso, la risoluzione di un caso, portarsi dietro tanta morte? E soprattutto, quanto possibilità c'erano che tutti i coinvolti in quell'operazione fossero riuniti nello stesso dipartimento? Con sconcertante ironia si rese conto che tutti loro, anche i morti, in un modo o nell'altro erano di nuovo coinvolti in quella storia: C'era il suo Capo, c'erano ben due Morgestern, c'era di nuovo un Maxwell, suo fratello che per fortuna era ancora troppo piccolo per rimanere invischiato in quegli affari. C'era Luke, c'era suo padre e c'era un Michael, il secondo nome di Jace; c'era sua madre e c'era Hodeg. C'era una Herondale, c'era di nuovo un Lewis.
Un brivido gli corse lungo la schiena quando si disse che mancava solo un posto per Magnus, coinvolto tanto quanto loro nel caso Fell.
Guardò Imogen con gli occhi sgranati, pieni di terrificante consapevolezza.
Perché in fondo già lo sapeva.

<< C-come… come si chiamava il criminale che arrestaste?>> domandò con voce bassa.
<< Non lo abbiamo catturato. Scappò durante il blitz, non chiedermi come.>> lo scrutò con attenzione e già solo questo gli fece calare una calma piatta e bagnata di sudore addosso: gli stava dando il tempo di prepararsi alla batosta finale.
<< Ma per rispondere alla tua domanda, l'uomo si faceva chiamare Asmodeus, lo avrai sicuramente sentito nominare, era reputato il criminale più pericoloso d'America, lo chiamavano anche “Il demone dei demoni” o il “Principe dei demoni” . E “Circolo” era il nome del giro d'affari che teneva. Un circolo vizioso che allungava i suoi rami in ogni ambito della malavita, dal contrabbando allo spaccio, dall'evasione fiscale alla corruzione, dall'omicidio alla tratta di umani. Scomparve dalla circolazione e non riuscimmo mai a prenderlo.>>
Alexander poggiò con attenzione la tazza sul tavolo, le mani gli tremavano ma furono comunque un ottimo sostegno per la sua testa.

In che cazzo di guaio mi sono andato a cacciare?

<< E perché Fell avrebbe dovuto aver il nome del Circolo tra i suoi documenti? Aveva si e no tre anni quando l'operazione ebbe inizio, non poteva conoscere Asmodeus, giusto? Ha detto che quell'uomo è scomparso dalla circolazione subito dopo il blitz, ciò vuol dire ventisei anni fa. Fell aveva trentuno anni quindi, si, ne aveva tre all'epoca.>> Rimuginò ad alta voce senza aspettarsi davvero una risposta e la signora Herondale lo lasciò fare, conscia che quello di parlare ad alta voce fosse uno dei metodi migliori per far chiarezza nella propria testa.
Quando pensò di avergli lasciato abbastanza tempo per deprimersi sul gomitolo di nodi su cui era andato ad impigliarsi riprese in mano la conversazione.

<< Ho detto che è scomparso dalla circolazione ma non che so con esattezza dove sia scomparso. Per quello che ne sappiamo potrebbe anche abitare ancora qui a New York e Fell potrebbe essere stato il suo esperto d'arte di fiducia, Asmodeus aveva moltissimi quadri ed opere preziose nel suo covo, gli piacevano le cose belle e non mi sorprenderebbe sapere che molte delle merci che hanno transitato sul mercato nero ora sono in suo possesso. >>
Alexander le gettò uno sguardo concentrato ed annuì, << Credo di sapere quale sia il mio prossimo obbiettivo.>>
Anche la donna annuì e si sporse per prendere la teiera ancora fumante.
<< Il mio consiglio è ovviamente di ripescare, con discrezione, i documenti relativi al caso e anche quelli all'operazione in sé, scommetto che entrambi i tuoi genitori ne conservino ognuno delle copie e sono sicura anche che se chiedessi a Lucian o a Andrew sarebbero più che disponibili a prestarti i loro. In ogni caso, avrai presto anche accesso ai miei. Ti sto affidando il compito delicato ed ingrato di capire se il caso Fell e quello della Talpa siano collegati ad un caso vecchio di ventotto anni, ma che porta con sé ancora fin troppi segreti. E' il caso di mio figlio Lightwood, non so se mi sono spiegata.>>
Si versò altro tea e poi né versò dell'altro anche a lui. Con un cenno deciso del capo parve esser soddisfatta dell'espressione seria che gli si era dipinta in volto.
<< Bene. Prima di tutto però, prendi un'altra tazza di tea, è Hearly Gray di alta qualità, viene coltivato sulle coste sud Italiane. Dimmi, preferisci le bevande calde o sei più un poliziotto da birra e ciambelle?>>
Il ragazzo la guardò improvvisamente confuso, la famosa faccia da cucciolo smarrito che Simon e i suoi fratelli millantavano tanto e che fece arricciare un angolo delle labbra della Signora.
<< Veramente non amo molto gli alcolici, preferisco di gran lunga un buon caffè.>>
La donna gli regalò finalmente un sorriso completo e, ripresa in mano la sua tazza con tanto di piattino, si riappoggiò allo schienale della poltrona.
<< Esattamente ciò che volevo sentirmi rispondere, Alexander. E dimmi, sei fidanzato?>>


 


 

Alec stava seriamente cominciando a pensare che tutte le persone che aveva sempre reputato più serie e più burbere, quell'anno, si sarebbero mostrate a lui in tutto il loro splendore da pettegole.
Prima suo padre che si interessava a “com'era Magnus Bane” perché quel coglione di suo fratello andava in giro dicendo che era un bel tipo.

E Jace non dice mai che qualcuno è un bel tipo.

Poi ci si metteva anche la Herondale con quelle sue domande palesemente da nonna che tortura il nipote con un terzo grado degno dei servizi segreti.
Anche se effettivamente la donna sapeva come interrogare qualcuno e probabilmente una capatina nella CIA l'aveva pure fatta.
La cosa più divertente di tutte era che quelle domande imbarazzanti non solo gli venivano fatte da persone che tutti credevano dei solidi e freddi pezzi di ghiaccio, ma anche dopo discorsi seri ed importanti.
Sospirò, almeno pareva che fosse simpatico al Commissario di Polizia, nonché capo degli Affari Interni.
Come se lui poi avrebbe mai approfittato di questa cosa.
Dannato senso della giustizia e dell'onore Lightwood, se l'era beccato tutto lui e ai suoi fratelli era rimasto solo il fascino e la bellezza impressionanti, il coraggio, la sfacciataggine e la forza. Bell'affare.

<< Grazie Dio, questa me la segno.>>

Aprì l'ennesima cartellina piena di resoconti sul Caso Circle e si avvicinò quelli sull'Operazione Circle. La Herondale aveva avuto ragione da vendere: non appena aveva chiesto ai suoi genitori di fargli avere i documenti sulle azioni poliziesche e su quelle legali intraprese ventotto anni fa i due si erano dimostrati subito disponibili. Dopo aver saputo perché li voleva.
Aveva ovviamente sorvolato il momento in cui portava Simon da Magns -e ce lo lasciava anche dannazione! Doveva chiamarli e vedere se erano ancora vivi o se Magnus alla fine aveva perso la pazienza e aveva trasformato Simon in cibo per il Presidente come aveva promesso di fare- in cui quest'ultimo li informava dei server e anche quello in cui aveva dovuto staccare la corrente perché erano stati hackerati. Ma per il resto, quelle poche informazioni che avevano ricevuto, gli erano bastate.
Con sconcerto si era reso conto di quanto i documenti in possesso dei suoi genitori fossero diversi sull'approccio alla situazione.
Il rapporto primario di suo padre sul blitz e sulla morte di Michael e Stephen è un tripudio di sensi di colpa. Quello di sua madre un trionfo di cinica e fredda obbiettività, volta solo a svolgere al meglio il compito che era stato di suo fratello.
La Signora non aveva scherzato quando aveva detto che il caso era maledetto e che tutti coloro che erano stati messi a parte della situazione erano finiti in un qualche modo feriti.
Cominciò dai sei agenti sotto copertura: Valentine e Jocelin avevano divorziato esattamente alla fine del processo, dalle date capì che Jonathan doveva avere tre anni, come lui, e che Clary ancora non era nata. Dai referti medici, soprattutto da quelli dello psicologo si rese conto che suo padre era davvero entrato in depressione, che la Herondale non lo aveva detto così, solo per fargli capire che era stato male. Lesse una lista infinita di sedute e di farmaci prescrittigli, antidepressivi e sonniferi per fargli superare la sindrome da stress post traumatico e anche un principio di sindrome del sopravvissuto. Lo lesse proprio nei documenti della Signora, cosa che era assente in quelli dei suoi genitori, che lo psicologo che si occupò di Robert segnalò il miglioramento dell'uomo l'anno della sua nascita: il referto medico indicava come la consapevolezza di essere padre, di doversi occupare di una nuova vita, di proteggerla come non era riuscito a fare con quello che reputava un fratello e con un caro amico lo stavano spingendo ad uscire dalla depressione, ad essere forte non per sé ma per il bambino.
Alec distolse lo sguardo da quelle righe, da una parte sentendosi in colpa per aver letto qualcosa di così privato e dall'altra fiero e quasi commosso nel rendersi conto dell'esser stato la causa della riabilitazione di suo padre.

Lo aveva fatto per me.

Si schiarì la gola con qualche colpo di tosse e tornò a concentrarsi sugli altri agenti coinvolti.
Sui documenti delle donne non vi era riportata la motivazione, dove veniva invece segnalato come un semplice “litigio”; ma nei documenti di suo padre c'erano appunti a penna a margine del foglio su, testuali parole:

- la grandissima cazzata fatta da Val. Stiamo andando tutti fuori di testa, ma lui ha davvero superato il limite. Non doveva comportarsi così, dire quelle cose. Non ad Ama.

Aggrottò le sopracciglia: Ama? Intendeva Amatis Herondale? La moglie di Stephen nonché sorella di Lucian?
Ah! Ma certo, era questo il motivo del litigio tra i due. Da quanto ne sapeva Valentine e Luke erano stati grandi amici, molto uniti. Ma poi, durante il processo, si erano allontanati sempre di più, fino a quando non era scoppiato un pesante litigio e avevano dovuti dividerli. Due anni dopo, quell'episodio era finito il processo. Altri due anni dopo, quando Clary era già nata, Luke e Jocelyn avevano cominciato una storia. Ricordava vagamente, dai suoi lontani e sfocati cinque anni, della regolarità con cui vedeva quei due assieme, finché una piccola Isabelle non aveva chiesto se fossero fidanzati e la signora Fray gli aveva risposto di si.
Sorrise a quel pensiero e all'immagine della sua sorellina, una versione miniata e con i codini alti che le rimbalzavano attorno al viso.
Mosse qualche foglio e continuò la sua lista.
I rapporti sulla morte di Stephen e Michael erano piuttosto confusi, alcuni differivano di interi pezzi, altri mancavano completamente. Aveva una copia di tutti i resoconti redatti da ogni agente coinvolto e capiva perfettamente che in una situazione del genere si prestasse più attenzione a determinate cose e non ad altra. Ma se c'era qualcosa in cui tutti e quattro i rimanenti agenti sotto copertura concordavano era l'ordine d'entrata nel magazzino: Il primo era stato Valentine, poi sarebbe dovuto entrare Michael che era un tiratore scelto, il più bravo del gruppo, e poi suo padre. All'ultimo però, e da nessuna parte era specificato il motivo, Robert fu sostituito da Stephen.
Con orrore si rese conto che se avessero rispettato la formazione originale, probabilmente né lui né i suoi fratelli sarebbero mai esistiti. Suo padre sarebbe morto quella sera di ventotto anni prima e nessuno di loro avrebbe mai visto la luce.
Passò avanti togliendosi quei pensieri dalla testa e rileggendo informazioni di cui era già a conoscenza: Luke aveva lasciato la sezione per dedicarsi alla stradale, e lui sapeva benissimo che otto anni dopo era stato richiamato alla Crimine Organizzato e aveva accettato il posto.
Andrew, gli faceva strano chiamare per nome il suo capo, era rimasto fino alla nascita del suo terzo figlio, due anni dopo il processo, poi aveva fatto richiesta di trasferimento a Los Angeles, per avere un po' di pace.
Maxwell Trueblood era morto per un banale incidente proprio verso la fine di quei cinque anni d'inferno burocratico. Aveva avuto un mancamento, un calo di pressione dovuto allo stress delle udienze, alla ricerca di Asmodeus per tutti gli States e per il sovraccarico di lavoro, forse anche per il peso delle sue azioni, per il coinvolgimento di suo cognato e del migliore amico di questo che, alla fine era uno di famiglia. Era caduto dalle scale ed era entrato in coma. La storia già la sapeva, sua madre gliela aveva raccontata quando era piccolo.
Per puro scrupolo si ripromise di controllare anche i referti medici dello zio.
I due tecnici informatici si erano rifiutati di diventare agenti operativi inizialmente e poi il padre di Simon era morto per un colpo al cuore quando lui aveva cinque anni e… cosa?
Controllò i registri di nuovo e batté le palpebre sospirando sfiancato: aveva letto male, aveva solo letto male, era un infarto, Malcom Lewis era morto d'infarto.
Afferrò la bottiglia dell'acqua e mandò giù grandi sorsate. Era fuori dal frigo da neanche un ora e già si stava scaldando.
Afferrò il collo della maglietta a maniche corte e lo strattonò per farvi passare un po' d'aria, quel pomeriggio il caldo era più tremendo della mattina. Sentiva il retro del ginocchio incollato al legno della sedia ed il pavimento su cui poggiava i piedi scalzi ormai non più piacevolmente fresco come prima. Church, il suo gatto, sembrava cercare una mattonella fresca tanto quanto il suo padrone e rotolava da un lato all'altro facendo il giro di tutto il salotto.
Doveva decisamente fare una pausa, magari anche una doccia visto che c'era. Infilò un dito sotto al fascicolo che aveva davanti per chiuderlo e afferrò contemporaneamente il telefono per chiamare quei due cretini chiusi al fresco in un super loft a Brookin. Scorse velocemente la rubrica trovando a colpo sicuro “Magnus Bane” e avviò la telefonata portandosi il cellulare all'orecchio e cominciando, nel mentre, a ordinare un po' quella marea di fogli che si ritrovava.
Pareva squillare a vuoto ma non trovava impossibile che l'uomo avesse lasciato l'apparecchio da qualche parte o che fosse impegnato in una qualche maratona con Simon. Sapeva perfettamente che quando non c'era lui a supervisionarli quei due non facevano niente.
Non demorse comunque e continuò nel suo lavoro fino a quando non incontrò un ennesimo rigo che lo lasciò pietrificato sul posto.
Aveva letto male di nuovo, ne era sicuro. Era colpa del caldo, non poteva essere.
Deglutì e si stropicciò gli occhi ma le parole non mutavano in alcun modo il loro significato.
Con una mano tramante spostò le carte che coprivano il resto del foglio e lo lesse con attenzione, come in trance, mentre un improvviso freddo lo colpiva in pieno ed i piedi nudi sul pavimento non sembrarono più piacevoli.
Il rumore che proveniva dal fono non lo scalfì minimamente, neanche la voce di Magnus che discuteva animatamente con Simon di tute spaziali e che lo chiamava prima felice, poi curioso ed in fine preoccupato riuscì a risvegliarlo dal gelo in cui era caduto.

Non posso essere così sfortunato. Dio, ti prego, non posso.

<< Fiorellino? Alexander, te lo devo dire, sto cominciando a preoccuparmi, stai bene? -Che succede? Alec sta bene? Oddio, pensi che possa essersi sentito male? Magari ha avuto un colpo di sole.- Alexander? So che non sei persona da scherzi del genere, per favore, potresti rispondermi? Anche un grugnito o un mugugnio mi vanno bene, solo per sapere che sei cosciente.>>

Signore, ti prego. Non a me, non davvero questo.

<< Alexander?! -Senti, prendi le chiavi della macchina, andiamo a casa sua. La so io la strada, mi sta facendo venire l'ansia- Simon, tappati quella fogna! Alec?>>

<< Non può essere...>> sussurrò con gli occhi sgranati.
<< Alec? Tesoro, non ho capito, puoi ripetere? - Ti ha risposto? Sta bene?- Si, mi ha risposto ma non ho capito. Alexander? Stai bene? Sei ferito o altro?>>

Alec chiuse gli occhi e si lasciò scivolare sul pavimento, la schiena contro il tavolo, le ginocchia piegate ed una mano a coprirsi il volto.
Se questo era il Karma allora in una precedente vita doveva sicuramente essere stato Hitler.



 

Sulla pagina ancora aperta dei documenti di Maxwell Trueblood sul Caso Circle erano riportati i dati in loro possesso sull'accusato.
In ordine erano elencati la sua data di nascita, il sesso, l'aspetto, la città in cui operava, il gruppo sanguino anche e i suoi legami parentali.
C'era il suo nome d'arte ed il motivo per cui lo chiamavano così.
E poi c'era il suo vero nome.


 

<< Mi toglieranno il caso. Mi sono rovinato da solo.>>
<< Alexander, non so di cosa tu stia parlando. Che cosa è successo? Che hai fatto?>>
Alec rise amaramente e rafforzò la presa sul telefono.
<< Ho giocato male le mie carte Magnus. Se ciò che penso è vero c'è rischio che mi tolgano il caso, o anche peggio.>>
Dal lato opposto della cornetta arrivò il silenzio, poi un'altra domanda, << Cosa c'è di peggio di farsi togliere il caso?>>
Non gli rispose subito, meditò su ogni variante e alla fine tutti i fili che aveva tirato in quel mese puntarono tutti verso un nodo fondamentale.

Merda.

<< Devo portarti via da lì Magnus, devo metterti al sicuro.>>


 


 


 


 


 


 


 


 

A piè di pagina, dopo l'elenco di tutte le nefaste imprese di cui si era reso colpevole Asmodeus, il demone dei demoni, il principe di questi, annotato di fretta come se non fosse così importante, come se solo alla fine si fossero resi conto che quella notizia era essenziale ai fini delle procedure legali, qualcuno aveva scarabocchiato il nome dell'uomo al cui carico era l'intero Caso Cricle.


 

- Il nome dell'accusato ai cui danni viene intrapreso questo processo dal Procuratore Generale di New York City Maxwell Trueblood, in data xx Xxx 199x, noto alle autorità e allo stato con lo pseudonimo di 'Asmodeus' è il signor Adam Bane. -”


 

Merda.






   
 
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