Anime & Manga > Caro fratello
Segui la storia  |       
Autore: Miss_Moonlight    26/11/2017    1 recensioni
Con questo racconto, ho voluto proseguire il manga di Ryioko Ikeda, "Oniisama e" ("Caro Fratello"), dunque segue gli avvenimenti del fumetto, non quelli dell'anime (cartone animato).
Rei Asaka (Saint Just) pare essersi suicidata, mentre Kaoru Orihara è morta di cancro, due anni dopo il matrimonio con Takehiko Henmi e la loro partenza per la Germania.
La storia del manga era ambientata verso la fine degli anni Settanta, dunque, nel mio racconto, siamo negli anni Ottanta.
La pubblicherò a capitoli ma non farò attendere molto; ho finito il racconto, lo sto solo ricopiando a pc (dato che a me piace scrivere su carta :) )
Se qualcuno leggerà e ed avesse voglia di scrivermi un commento, mi farebbe piacere!
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Fukiko Ichinomiya, Mariko Shinobu, Nanako Misonoo, Rei Asaka, Takehiko Henmi
Note: Lime | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Threesome
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Quando Nana riaprì gli occhi, nella sua stanza, questa volta, erano le 4 del pomeriggio.
Si tirò su dal letto, indolenzita; si trascinò in bagno e fece una lunga doccia calda, con gettata fredda finale, di quella che sapevano fare buona parte del suo processo di ripresa.
Infilò un'ampia e lunga maglia grigia e calzini caldi, quindi scese.
*Ed ecco, sta per arrivare l'ira funesta della mamma…* Pensò.
Fu, invece, piacevolmente sorpresa nel trovare, sul tavolo della cucina, un biglietto, scritto in malo modo, con la mano sinistra:
“Sono uscita con la signora Yazu. Non aspettarmi per cena.”
*Libera… – constatò Nana – Povera mamma… Dev'essere stato veramente troppo lo spettacolo di stamattina… Meno male che volevo non darle pensieri…*
Stava sorseggiando una tazzona di caffè misto ad una tisana depurativa e spiluccando delle gallette di riso, quando suonarono al campanello.
Stupita ed un po' infastidita, andò ad aprire.
Quasi le cadde la mascella quando si trovò davanti Fukiko, in un completo gonna – giacca a doppio petto, color azzurro pastello, i capelli fermi, in una piega scultorea, trattenuta da un cappellino da dama d'altri tempi, il tutto contornato da un'aria quasi truce.
“Co...cosa ci fai qui?” Chiese Nana, sbalordita.
“So che sei da sola, mi fai entrare?” Fece l'altra e, senza aspettare risposta, fu dentro e si chiuse la porta alle spalle.
“Come… come fai a saperlo?”
“Ho chiamato qua a casa tu, prima e tua madre ha risposto che stavi dormendo e che lei stava uscendo, dunque mi ha consigliato di richiamare domani o avrei rischiato di non riceve risposta.”
“Perché hai chiamato?”
“Mariko non ha aperto la galleria, stamattina. Mi ha chiamata, per dirmi che si sentiva poco bene, allora sono passata da lei ed ho visto che aveva i postumi di chi ha bevuto troppo. Non ha negato; ha anche detto che era preoccupata per te, perché non sapeva come tu fossi arrivata a casa tua, avendo bevuto tre volte quanto lei e…”
“Alt! Frena. Mi dispiace se Mariko è stata poco bene e se, per colpa mia, non è andata a lavoro, lo so, sono una pessima compagnia ma tutto il resto non ti riguarda minimamente!”
Fukiko sembrò infastidirsi molto, alzò lo sguardo al cielo ma, prima che potesse parlare, Nana continuò: “E poi, chi ti dà il diritto di pagare una cena di lusso per me ed il taxi fino a qui??”
“Io...” Fukiko, per un istante, sembrò insolitamente smarrita.
Nel vederla perdere terreno, una sorta di sadica rivalsa prese il sopravvento sulla Misonoo, facendola continuare: “Allora? Che ci fai ancora qui? Aria, avanti!”
L'Ichinomiya si fece rossa in volto e sembro quasi boccheggiare.
“...Stupida...Sciocca!” Sibilò, con l'aria di chi è stato offeso a morte. Girò i tacchi ed aprì la porta di ingresso. “Sei una stupida!” Ripeté, appresentandosi a varcarla.
In quell'istante, Nana si riebbe; si mosse di scatto ed allungando un braccio, richiuse di impeto la porta.
Fukiko si impietrì.
“...Sono una stupida...” Sussurrò Nana.
Con la mano sinistra, spostò i capelli dal collo dell'Ichinomiya. Avvicinò il volto al suo collo pallido ed i segni dei lividi, seppur ormai lievi, che ancora si notavano, le fecero fare un tuffo al cuore.
“Anch'io lo ucciderei…” Disse, quasi impercettibilmente.
Fukiko la sentì. Si voltò lentamente verso di lei.
Si guardarono negli occhi, per una serie indefinita di secondi, finché Fukiko pose un lento e lieve bacio sulle labbra di Nana.
Si scrutarono ancora.
Questa volta fu Nana a dare un piccolo bacio a Fukiko.
Erano come piccoli tentativi di avvicinamento tra estranei. Un assaggiarsi, cercando di capire se si tratti di un gusto gradito.
L'Ichinomiya accarezzò il volto della Misonoo, che le prese una mano e la condusse e la condusse verso la propria camera, al piano superiore.
Le tende alle finestre erano tirate, la luce entrava solo dal corridoio.
*Che sto facendo? È assurdo…* vacillò Nana. Si lascio cadere seduta, sul letto; si portò i capelli indietro e nascose il volto tra le mani.
Sentì Fukiko muoversi, quindi alzò lo sguardo e vide che Lady Miya si stava sbottonando la giacca.
Si era già tolta il cappello.
Con un gesto netto, lasciò cadere la giacca a terra, si sfilò la maglia bianca e, subito, anche la gonna capitolò sul pavimento.
Rimasta in sottoveste, scavalcò gli indumenti che riversavano a terra, lasciandosi dietro anche le scarpe.
Fu un passo più vicina a Nana che, per tutto il tempo, aveva quasi trattenuto il respiro e non riusciva a toglierle gli occhi dalla scena.
Fukiko fu rapidissima nel togliersi la sottoveste, restando, così, in sola biancheria intima, che era di un cotone merlettato azzurro pallido, candido come gli indumenti dei bambini.
I boccoli color del grano le sfioravano il florido petto, le bande delle calze color champagne le attorniavano le cosce sinuose.
Nana la percorse con lo sguardo e, prima di riuscire a ragionare, le si buttò davanti, in ginocchio, abbracciandole le gambe. La sua guancia poggiava sul luogo più intimo di Lady Miya.
Con voce bassa, quasi drammatica, Nana decantò:
“Che tu venga dal cielo o dall'inferno, che importa,
O Bellezza! Mostro enorme, spaventoso, ingenuo!
Se i tuoi occhi, il suo sorriso, il tuo piede, mi aprono le porte
Di un Infinito che io amo e non ho mai conosciuto?
Da Satana o da Dio, che importa? Angelo o Sirena,
che importa, se tu rendi – fata dagli occhi di velluto,
Ritmo, profumo, splendore, o mia unica regina-
L'universo meno orrendo e gli istanti meno grevi?”1
Fukiko accarezzò i capelli di Nana un po' più intensamente ad ogni verso, fino a stringerle la testa con forza contro sé e rispose:
“O tu, che come coltello sei penetrata nel mio cuore gemente;
O tu, che come un branco di demoni venisti,
folle e ornatissima, a fare del mio spirito umiliato il tuo letto e il tuo regno...”
“...Infame...” Proseguì Nana, lasciando scivolare le proprie mani, in risalita, lungo le gambe di Fukiko.
L'Ichinomiya fece un profondo sospiro e riprese la parola:
“...cui sono legato, come il forzato alla catena,
come il giocatore testardo al gioco,
come l'ubriaco alla bottiglia,
come i vermi alla carogna – maledetta!”2
In quell'istante, la Misonoo alzò gli occhi verso Lady Miya, le cinse i fianchi e si tirò su, lentamente.
“Maledetta, sii tu maledetta!” Concluse, quindi, la poesia, suggellandola con un bacio appassionato.

Nel momento del culmine del piacere, Fukiko afferrò la mano che Nana le teneva sul seno e se la portò alla bocca; soffocò così il suono del suo amplesso e la morbidezza di ogni labbro di Lady Miya riempì le mani della Misonoo come il più ricco dei raccolti.
Nana le rimase sopra, languidamente appoggiata, come un lenzuolo lieve, come solo un corpo esile quanto il suo può stare.
Fukiko raccolse con la lingua una lacrima che le stava segnando il viso e sorrise.
Nana, che aveva ancora la mano sul suo volto, se ne accorse e si tirò su, per guardarla.
I capelli non erano più quelli di una statua. *Cento volte più belli.* Pensò Nana e le bacio la guancia umida, il collo, il naso. *Che linea, questo naso, come quello di…*
Quando il pensiero le si formulò, si sentì, improvvisamente, preda del panico. Si staccò da Fukiko e fece per scavalcarla, per scendere dal letto.
L'altra, però, non capì il gesto ed afferrò un polso di Nana, la tirò giù, a stendersi e, di fianco a lei, con il volto appoggiato alla mano, con un'aria poco credibilmente ingenua, alluse: “vediamo se avevano ragione, tutte le volte che mi hanno dato della vipera...”
Nana non poté non sorridere di quella malizia che, all'epoca della scuole, la shockava ma, da allora, il suo mondo si era alquanto ampliato…
Fermò Fukiko nella discesa. “Vorrei essere il pianoforte… su cui suoni Wagner...”
Anche l'Ichinomiya sorrise, compiaciuta. “Mi impegnerò. Ho sempre detestato il dilettantismo.”

Nana teneva le braccia incrociate, dietro alla testa e gli occhi chiusi.
Fukiko era tornata a guardarla, stesa su un lato, appoggiando il capo al palmo della mano. “Non fumi?” Chiese.
Nana voltò la testa verso di lei. La osservò. “Io non fumo.” Rispose.
“Ah...” *Rei avrebbe fumato, in un momento come questo.* Sentenziò mentalmente l'Ichinomiya.
“Non ho mai fumato. Cioè, ho provato ma non fa per me.” *Saint Just avrebbe fumato, in un momento come questo.* Notò, mentalmente, la Misonoo.
“Nemmeno io fumo. E non ho nemmeno mai provato.” Fece Fukiko.
Nana chiuse gli occhi.
La stanza versava quasi completamente nel buio, oramai.
In quello scuro silenzio, Lady Miya si alzò ed incominciò a cercare i propri indumenti ed a rivestirsi.
Quando Nana si decise a riaprire gli occhi, l'altra le era di spalle, intenta ad indossare la maglietta. La Misonoo saltò su velocemente, si infilò il maglione, raccolse da terra la giacca dell'Ichinomiya e la aiutò ad indossarla.
In risposta a tale gesto, Fukiko si voltò e le sorrise.
*Sembra quasi dolce…* Pensò Nana, sorpresa.
“Domani sera, alla galleria, si terrà il vernissage di una nuova mostra sulla bellezza femminile nel Novecento… Potrai ammirare anche alcune opere della de Lempicka… Mariko ci ha lavorato molto… Ci abbiamo lavorato molto… Dovresti venire.”
Nana esitò.
“Io? Non saprei...”
Fukiko decise che il “non no” fosse un “sì”, dunque proseguì: “Mariko ne sarà felicissima! Takashi è ancora via, sarà bello vedere un volto amico...”
“...Per Mariko...”
“Anche… Mando una macchina a prenderti per le 17.”
“Non ce n'è bisogno!”
“Shh, lasciamo fare. A domani.”
Fukiko fece una veloce carezza al volto della Misonoo e fuggì via.

1Baudelaire C., Inno alla Bellezza

2Baudelaire C., Il Vampiro

P.S.: Nessuna nota, nessun appunto, nessun commento... Qualcuno mi starà leggendo?! Hm...

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Caro fratello / Vai alla pagina dell'autore: Miss_Moonlight