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Autore: Audrey_Ntray    26/11/2017    3 recensioni
“E quando non sarò più un ninja, cosa resterà di me?”
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Oh, di questa mi ero dimenticata.

Alla luce dei fatti è un’altra one shot ooc e super what if, scritta ancor prima che si sapesse quali sarebbero state le sorti di Sasuke. Mi pare ci fosse ancora in ballissimo tutta la storia della cecità che mi aveva ispirata a scrivere sciocchezze per un qualche contest dimenticato.

Ve la ripropongo giusto così, per non lasciarla morente nella vecchia memoria esterna che nascondo in casa.

 

SO BLIND

One shot

 

 

Le dita di Sasuke, ombre longilinee, tracciavano lente il profilo del suo viso. Scorrevano sulla fronte umida, sulle palpebre sottili, sulle gote arrossate, sulle labbra dischiuse da respiri flebili. Naruto se ne accorse a stento, nel suo falso dormire. Le sentiva scivolare in pruriginosi movimenti circolari e poteva solo immaginare quanto ironico apparisse il contrasto delle loro pelli.

I polpastrelli gli disegnarono la mascella, poi il contorno del naso e a Naruto sfuggì un singhiozzo.

“Sei sveglio” le dita si scansarono, correndo al riparo sotto le coperte, come intimorite dalla loro debolezza.

Naruto si issò a sedere, sistemandosi contro la spalliera.

Era notte e i bagliori delle luci, che dall’esterno si intrufolavano nella stanza, non erano sufficienti a illuminarne ogni angolo. Sul volto di Sasuke si dipingevano ombre irregolari e i tratti adulti parvero più duri e severi di quanto non sembrassero al sole.

Naruto lo osservò con il rammarico di una vita passata a rincorrere illusorie speranze. Vederlo al suo fianco, dopo anni di stupido nascondino, gli gonfiava il petto di inutile malinconia.

Sas’ke che stavi facendo?” chiese, la voce gli uscì più tetra di quello che avrebbe voluto. Sperò che Sasuke non se ne accorgesse, ma il nukenin vedeva ogni cosa, se non con gli occhi, con quel particolare sesto senso che li aveva sempre uniti.

“Non stavo facendo niente, avrai sognato.”

No, Naruto era certo di non averlo sognato, il tocco conosciuto di quelle dita. Guardò Sasuke con un broncio infantile sulle labbra gonfie; il nukenin aveva il viso rivolto alla parete di fronte, la osservava con una tale intensità che presto sarebbe crollata su se stessa. Come potevano essere tanto intensi, quegli occhi, anche senza vedere?

Nell’oscurità sembravano neri, ma Naruto sapeva che la notte, meschina insabbiatrice, ne celava l’opacità cieca.

Il groppo in gola fu così doloroso da fermargli il cuore e ancora una volta il ninja si rese conto di quanto negli anni fosse andato perduto di se stesso.

Le coperte frusciarono, si aggrovigliarono, sembrarono stridere e gridare, mentre Naruto si metteva a cavalcioni sull’inguine di Sasuke e lo faceva scivolare disteso, solo per poterlo baciare.

Adorava quelle labbra, il loro sapore immutabile nel tempo; le morse come se, su di loro, risiedesse ogni cosa importante. E Sasuke lo assecondò, lentamente, in silenzio.

Perché fra loro c’era così tanta disperazione? In quale angolo della tortuosa strada percorsa si erano persi i sorrisi e le baruffe?

Sasuke fissava il soffitto, ma non lo vedeva. Naruto si era preparato ai suoi occhi ciechi, alla sua vista che lentamente svaniva, alle crisi, sempre più frequenti e asfissianti. Si era preparato in ogni istante, eppure, quando il momento era arrivato, il peso da sopportare era stato troppo grande per entrambi.

Naruto li avrebbe visti i capelli di Sasuke diventare bianchi, il suo volto raggrinzirsi, i passi farsi più lenti e malfermi, ma a Sasuke nulla di quello sarebbe stato concesso.

Gli coprì gli occhi, le dita serrate sulle iridi spente, e con decisione afferrò la mano di Sasuke ancora nascosta fra le coperte.

“Non dimenticherai, Sasuke, non permetterò che succeda.”

Le dita del nukenin furono di nuovo sul suo viso. Naruto le guidò nella lenta scoperta dei tratti, sui solchi delle cicatrici, sull’attaccatura irregolare dei capelli.

“Quando avrai paura di dimenticare, sarò qui per mostrarti ogni cosa.”

Sasuke sbuffò e corrucciò le labbra, il labbro inferiore colto da un tremolio di fastidio.

“Nessuno ti ha chiesto niente, usuratonkachi.”

“Certo, non hai bisogno di chiedere, io so già tutto.” il vecchio e nostalgico tono di scherno, uno sbuffo divertito su labbra sorridenti.

E le dita di Naruto si bagnarono di lacrime.

 

“E quando non sarò più un ninja, cosa resterà di me?”

“Il mio amante.”

“Meglio la morte, allora.”

“Sei sempre così tragico, Sas’ke.”

 

   
 
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