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Autore: CRYHURRICAINE    26/11/2017    0 recensioni
[One direction]
Ognuno di noi ha sempre desiderato una propria storia alla Julia Roberts ma a volte, con il più gran gesto desiderato da ogni ragazza, quello che è il passato torna a bussare alla porta di chiunque è stato lasciato indietro...o almeno...così pare
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: Incompiuta
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"Se qualcuno avesse anche solo la minima idea di quante riviste esistano su vestiti, catering, torte, fiori e gadget prima di fare una proposta per il matrimonio, credo che chiunque cambierebbe presto idea" penso io chiudendo quella che deve essere circa la quarta rivista sui tipi di torte tra le quali posso scegliere. Ne afferro un'altra,  buttando la prima su un mucchio di riviste poco più in là sul tavolo, mentre Natasha cerca disperatamente di attaccare  degli adesivi sulle riviste che scarto per provare a fare un po' di ordine. La cosa potrebbe anche funzionare se non fosse per il piccolo Bear è intento a staccare gli adesivi dalle riviste messe apposto dalla madre, appiccicandoli dove riesce nell'appartamento. Gigi invece cerca di farmi capire che un bianco perla non è esattamente uguale al bianco crema e che, a seconda della stagione e della carnagione della mia pelle in quel periodo, mi potrebbe stare in modo diverso: «Gigi non credi che magari, anche un semplice rosa pastello sarebbe carino? Giusto per non essere tradizionalisti ecco, ho saputo che il papà di Niall vuole portare tutto il coro della loro chiesa dall'Irlanda per la marcia nuziale, quando invece speravo di poter, non so, entrare con Dream on degli Aereosmith» dico io cercando disperatamente di fermare sia la sua implacabile voglia di mostrarmi campioncini di colori per tentare di  concentrarmi sulle ignobili domande che scrivono sulle riviste di cucina per i matrimoni : "I vostri invitati amano fragranze esotiche o semplici e decorate torte tradizionaliste senza sapore?" oppure "Una crema di mascarpone potrà essere accompagnata da frutti di bosco o preferite scaglie di cacao?". Solo una quattro giorni fa Niall mi ha proposto di sposarlo e io mi ritrovo sommersa di riviste  a causa della mia famiglia che ha ansia di organizzare tutto con mesi d'anticipo per risparmiare, e con le mie amiche che vogliono già comprarsi l'abito da damigelle: «Okay Gigi allora francamente ho bisogno di una pausa perché cazzo no, non riesco più a capire se il bianco pastello o bianco cipolla siano diversi» sbotto acidamente io facendo zittire Gigi. Il piccolo Bear si avvicina alla mia gamba, cercando di attirare la mia attenzione per prenderlo in braccio: lo afferro in modo piuttosto maldestro, portandolo a sedere sulle mie ginocchia così da farlo giocare con i miei lunghi capelli castani, e gli stacco dalla fronte uno degli adesivi che ha rubato. «Voglio solo darti una mano a decidere» risponde Gigi mortificata. "Lo so questo, ma il mio abito da sposa è davvero il mio ultimo problema al momento" penso io, senza però spiaccicare  parola. Gigi abbassa lo sguardo cercando di fare la vittima della situazione e io seriamente in questo momento vorrei dirle che non serve che si preoccupi di qualcosa, ma rimango zitta, perché se glielo dicessi lo farei urlandole  dietro anche qualche parola che potrebbe rovinare ancora di più la situazione. A quel punto Natasha, capendo la situazione, si alza in piedi avvicinandosi alla bionda :« Che ne dici di andare a prendere tre caffè e una cioccolata?» le propone con sorriso. Gigi, rinata all'improvviso,  scatta come una molla, contenta di poter essere utile a qualcuno, e corre fuori dall'appartamento senza nemmeno aspettare che io o Natasha le offriamo i soldi per pagare. A quel punto la mia salvatrice si gira verso di me e con aria inquisitoria: « Cosa c'è che non va?» mi domanda lei «Cosa c'è che non va?» sbuffo io mettendole in braccio suo figlio e alzandomi in piedi: «C'è il fatto che non so che tipo di torta comprare, che colore per le tovaglie sia il migliore, quale fottuto vestito mettere, come diavolo debba essere la calligrafia dei segnaposti e se il vino bianco sia più adatto alle tagliatelle o risotto» mi lamento io rimanendo ferma immobile sul posto con tanto di braccia incrociate sul petto, come probabilmente farebbe una bambina di cinque anni. La mia amica cerca di parlare ma con scarsi risultati visto che ho un bisogno immenso di sfogarmi: «E ho soprattutto il terrore di chiamare l'avvocato» confesso infine cominciando a giocherellare con l'anello di fidanzamento. Lei mi lancia un'occhiata sbalordita: «Non lo hai ancora fatto?» «Non ne ho il coraggio» esclamo io guardando a terra e cercando di pettinarmi i lunghi capelli per creare una coda, anche se non ho un cazzo di elastico a portata di mano. Ho il terrore di alzare la cornetta del telefono e chiedere all'avvocato di contattare il mio attuale marito che ormai non sento da quattro anni: «Se lo venissero a sapere i miei genitori mia madre potrebbe avere un' infarto mentre mio padre non so cosa potrebbe succedere a mio padre ma sarebbe assolutamente qualcosa di orribile.., ma devo farlo, altrimenti sarebbe abbastanza esilarante andare con Niall a dichiarare le nozze, e poi vedere la segretaria guardarmi male perché risulto già sposata con un altro uomo» continuo io imperterrita, cominciando ad andare su e giù per la camera: «Allora, una cosa alla volta, intanto i tuoi non devono per forza venirlo a sapere, anzi se eviti di dirglielo sarà di sicuro meglio, secondo, contatta l'avvocato e chiedigli un' appuntamento per questo pomeriggio che alle decorazioni sulla torta, cazzate e balle varie ci penso io, okay?» dice lei stringendomi la mano, cercando di rassicurarmi con Bear che batte le mani estasiato. «Credi che dovrò rivederlo?» le chiedo io dopo qualche minuto di silenzio «Chi Harry? Non se chiedi che il divorzio avvenga solo tramite gli avvocati, dovresti saperlo meglio di me» mi assicura lei con lo stesso tono che usa con Liam quando lui le dice che non tornerà a casa in tempo per la partita. «Sì ma lui non è come le altre persone e tu lo sai» mi lamento mollandole la mano e tornando a  camminare avanti e indietro per l'appartamento. Mi fermo davanti alla finestra che dà sul terrazzo, perdendomi a guardare il cielo per provare a distrarmi, o come minimo scaricare i nervi e invece, mi torna in mente il suo viso, il suo stupendo viso, e sento il mio cuore fermarsi per qualche secondo ai ricordi di quella lontana estate di una me diciannovenne: in un lampo riaffiorano in mente i suoi profondi occhi verdi, il suo profumo così distinto e il suo tocco...oh il suo tocco.. Inizio istintivamente a giocare con la mia collana, tanto da non sentire la voce della mia amica che si avvicina a me cercando di rassicurarmi: «Andrà benissimo invece,  e tu e Niall vi sposerete con il coro della chiesa irlandese» dice lei con il tono fermo e convinto, alzandosi in piedi per appoggiare una mano sulla mia spalla. La guardo negli occhi e ritrovo la sicurezza di cui ho bisogno: « Cazzo hai ragione» . Convinta, afferro la cornetta del telefono e cambio stanza, sentendo la porta d'ingresso riaprirsi con la voce acuta di Gigi che annuncia il suo ritorno: Fanculo. Ce la posso fare.                                    ********* Fanculo. Non ce la posso fare. Ma nemmeno se mi ci impegno ce la posso fare. Guardo la targa argentata che si trova appesa alla porta di mogano scuro, al lato opposto della strada: "Avvocato Richard Maddison" Il caro e vecchio Richard Maddison si dà il caso che sia anche il mio padrino, se non anche, così almeno definito da mio padre, 'avvocato privato di famiglia'. E si dà il caso che sia l'unica persona in questa città, stato, nazione e paese che può aiutarmi in questo momento. Ricontrollo nello specchietto retrovisore per controllare se per caso c'è qualcuno che sta camminando per la strada; mi  aggiusto il cappello nero in testa e indosso un paio di scuri occhiali da sole, che mi ricoprono quasi tre quarti del viso. Dopo essermi accertata che la via è calma e silenziosa, esco di corsa dall'auto chiudendola velocemente, fino ad arrivare all'imponente ingresso, suonando il campello per un tempo piuttosto prolungato: «Arrivo per la miseria arrivo» sento urlare da dietro la porta. Dopo pochi minuti questa viene aperta, anche se con una certa difficoltà: Sulla soglia vi è un uomo ormai sulla sessantina d'anni, che mi rivolge una fredda aria scocciata, chr addolcisce lo sguardo dopo avermi riconosciuta: «Joss, figlioccia adorata, cosa ti porta qui?» dice lui sbracciandosi in un abbraccio vigoroso e per poco ho paura che possa essersi preso una storta al bacino. «È un piacere rivederti vecchio» dico io ricambiando il poderoso abbraccio e battendogli qualche pacca sulla spalla: «Entra entra pure» dice lui afferrandomi una mano e tirandomi dentro, mentre vedo la governante arrivare in modo goffo e rilento: «Maddison, buon Dio! Il suo bastone per la miseria!» gli intima lei muovendo un bastone in aria «Non vorrà mica cadere dalle scale o inciampare su uno dei suoi maledetti uccelli impagliati che non si decide ad appendere» gli dice lei con stizza chiudendo la porta alle nostre spalle e cacciando in mano il bastone al mio povero vecchio che la guarda con esasperazione: «Meredith, non è colpa mia se sono più veloce di te nonostante i tuoi cinquant'anni, se continui a farmi le ramanzine per la mia scaramanzia invecchierò ancora più velocemente» ribatte lui. Io nel mezzo della discussione mi tolgo gli immensi occhiali da sole e il berretto nero tenendoli in mano, sperando che uno dei due si ricordi della mia presenza: «È inutile che lei faccia il morto nella bara ogni giorno, lamentandosi del male alle gambe, dato che è la prima volta che la vedo correre fuori da quella stramaledetta stanza come una cheerleader in preda agli ormoni, sa?» sbotta scocciata Meredith e incredibile a dirsi, il vecchio Richard le fa il verso. Lei allora schiocca la lingua sul palato con stizza, afferrando di colpo ciò che ho in mano ma sorridendomi in modo dolce: «Gradisce del thè signorina?» «Ehm sì grazie» le rispondo io gentilmente «Anche io gradirei-» prova a chiedere mio zio, ma la governante lo osserva dall'alto in basso e commenta:« Beh se è tanto lesto se lo può anche fare da solo» così dicendo si allontana in direzione della cucina lasciandomi, ancora una volta, basita. «Maledetto il giorno in cui l'ho assunta» sbotta il mio padrino alzando il pugno in aria verso di lei, per poi farmi un gesto di seguirlo nel suo studio, che si trova infondo al corridoio: «Allora mia figlioccia adorata» dice lui sedendosi su una poltrona in pelle dietro una decorata scrivania di mogano e afferrando una pallina da baseball che inizia a tirare contro la scrivania «a cosa devo questo immenso piacere?» . Mi guardo intorno,come  per accertarmi che non ci siano telecamere nascoste in giro per la stanza : « La questione zio, è davvero molto delicata» dico piano sedendomi sulla sedia di fronte alla imponente scrivania. Mi sembra quasi di essere in tribunale, e per un momento capisco come i miei clienti si devono sentire davanti a un giudice: «Il fatto è che...» inizio io incerta «Sei incinta?» ridacchia lui continuando a tirare quella cazzo di pallina contro la parete provocandomi un leggero sfascio di nervi: «No zio no, ma lasciami spiegare...» tento ancora io «Se per caso hai ucciso la vicina di casa io non ne voglio sapere nulla, intesi? Però ti consiglio di usare i sacchi neri per farla sparire» scherza ancora lui. "Questo uomo non sta capendo la gravità della situazione con il suo umorismo pessimista da serie tv" «Zio, Dio mio, no lasciami parlare» dico  io «mi devo sposare». Vedo la gioia di mio zio sciamare dai suoi occhi e trasformarsi in un espressione quasi annoiata a quell'affermazione: «Buon per te figlioccia» commenta piano tornando a lanciare distrattamente la pallina contro la parete «il matrimonio sarà il più grande sbaglio della tua vita, ti avviso. Dopo cinque matrimoni, no scusa, sei, mi sono ritrovato con tre quarti del patrimonio in meno e un schifosissimo e inutile vaso in ceramica che dovrebbe essere Giapponese ma in realtà è stato fatto in Corea» sbotta lui indicando un orribile vaso rosa a righe gialle, piccolo e tozzo: «La mia quarta moglie diceva di avere un gusto estetico particolare, secondo me la definizione non era abbastanza chiara, ma non voglio essere volgare davanti a te» spiega lui tornando a giocherellare con quella maledettissima pallina: «Sì okay zio, grazie per il consiglio, ma qui la questione non è questa» dico io piano, cercando di riprendere la sua attenzione: «Sei incinta del tuo non-fidanzato?»  spara lui a caso, mettendo troppa foga nel lancio della pallina che va a scontrarsi con violenza contro l'orrendo vaso: «MERDA IL VASO COREANO» urla lui alzandosi per soccorrere il vaso che nel suo centro, a un perfetto cerchio dovuto all'impatto con la pallina: «Maledetta Georgina e il suo vaso tarocco» sbuffa mio zio afferrando il vaso e osservando il cerchio «Zio non sono incinta di nessuno» esclamo io iniziando a gesticolare per cercare di entrare nel suo campo visivo e poter finalmente dire qual'è il problema: «E allora in cosa dovrei aiutarti?» chiede lui afferrando il vaso e esaminandolo da vicino. "E poi dicono che la distratta sono io, cazzo lui non mi degna di uno sguardo" penso io frustrata davanti al suo disinteressamento: «Sono già sposata» . Il vaso gli cade di mano, finendo sul pregiato tappeto persiano di mio zio, senza però rompersi, ma anzi rimbalzando, mentre l'attenzione di mio zio è finalmente puntata e concentrata tutta su di me: «Tu cosa?» chiede lui a bassa voce e avvicinando il suo viso al mio mentre io mi allontano leggermente inquietata: «Io sono già spo-» cerco di ridire, ma mio zio si avvicina a me lestamente, mettendomi una mano sulla bocca e facendomi il segno di non dire nulla di nuovo. "Magari si è dimenticato di prendere le sue stramaledette pillole" penso io esterrefatta nel vedere il suo colorito sparire di colpo dal suo viso. Richiudo la bocca, mentre lui si catapulta verso le  finestre che si trovavano dietro la sua scrivania, sbirciando per un attimo al di fuori, per poi chiudere velocemente con uno scatto, entrambe le tende. Successivamente corre verso la porta della stanza, chiudendola a chiave, per poi tornare verso di me, sedersi sulla scrivania e con un fazzoletto tirato fuori dal suo taschino asciugarsi la fronte ricoperta dal sudore. Mi guarda negli occhi e mi chiede:« Sei sicura?» Inarco il sopracciglio confusa:« Certo che lo sono zio, certe cazzate cerco di evitare di dirle per scherzare» ribatto io. «Ma non di farle»  commenta lui secco  guardandomi storto «certe cazzate signorina, dovrebbero rimanere nei film, ora che stai per iniziare la tua carriera non vorrai mica avere una orrenda pubblicità»sputacchia lui frustrato. Abbasso lo sguardo mortificata: « È per questo che sono venuta da te zio, non so che fare» spiego io piano «non so come fare e il solo pensiero che i miei genitori possano scoprirlo mi manda nel panico più totale e-» «Basta così» mi ferma lui stringendomi la spalla, come per tranquillizzarmi, facendomi invece bloccare il passaggio del sangue « l'importante è che tu sappia la gravità del gesto che hai compiuto, ma ora bando alle ciance e mettiamoci a lavorare» dice lui rimettendosi seduto sulla sua scrivania e guardandomi negli occhi, come per assicurarsi che le sue parole saranno ben capite e incamerate nel mio cervello. «Mi occuperò di tutto io Joss» spiega lui piano «come prima cosa, non ne devi farne parola a nessuno, nemmeno ai tuoi genitori, siamo intesi? Non devi rischiare che magari, in un qualche futuro, quella rompiscatole di tua madre si faccia uscire qualcosa per sbaglio. Seconda cosa, per il divorzio, tu non dovrai in alcun modo rivedere tuo marito, intesi?» sottolinea lui gesticolando sul tavolo. Sospiro rassicurata:« Meglio così, non ho alcuna intenzione di rivederlo» gli assicuro. Lui sorride, tirando fuori un foglio bianco dalla scrivania :« Ora mi devi dire il suo nome e dove risiede e io cercherò in qualche modo di contattarlo, per poter prenotare un appuntamento con il suo avvocato per firmare i termini del divorzio» spiega lui «dopo di che, tu potrai tornare a concentrarti sul tuo matrimonio » conclude lui con un sorriso sornione stampato in volto. Annuisco con il capo, mentre sul foglio che mi ha passato scrivo il nome e la città che mi ha chiesto: Harry Styles, Las Vegas. «Voglio chiudere questa faccenda il prima possibile» dico io allungandogli il foglio che lui piega ed inserisce nel taschino della sua giacca con cura «non so se in questi anni abbia cambiato indirizzo di casa  quindi ti ho scritto solo la città zio, spero vada bene comunque» gli spiego io « Ho i miei contatti figlioccia: lo troverò di sicuro e ti prometto che farò in modo che tutto si risolva per il meglio e al più presto». E detto questo sento un peso dal petto diminuire. Soprattutto perché alla porta bussa la governante che urla :« Ha pure chiuso a chiave? Cos'è? Crede che voglia per caso ? Muovetevi che è pronto il thè». [👑] Questa storia sarà un disagio assicurato, lo posso garantire, soprattutto per il fatto che Joss è un disagio continuo. Cosa ne pensate di Gigi? O di Joss? Io Joss la trovo incredibilmente stronza dentro ma okay cioè ci sta. Natasha è lì as always a sopportare i suoi disagi mentre Bear rompe le palle ma okay è un piccolo Payne indifeso ed è carinoso così. Niall sarà pronto a tornare dal prossimo capitolo insieme a Zayn, quindi ci si vede al prossimo capitolo, e se vi va di darmi un opinione, anche una cazzata, sul capitolo o sulla storia o su ciò che potrebbe succedere sarà più che ben accetto. Al prossimo capitolo, CryHurricaine
   
 
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