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Autore: Sherry93    27/11/2017    1 recensioni
Avevo sciolto l'Inquisizione, non sopportavo più quei falsi buonisti che avevano lasciato la salvezza del Thedas sulle nostre spalle e pretendevano che sparissimo. Corypheus era morto già da più di due anni e non aveva senso. Abbiamo un altro obiettivo, ho un altro obiettivo e non intendo restarne fuori, se voleva proteggermi doveva fare di meglio, quel suo maledetto orgoglio lo avrebbe ucciso e non posso permetterglielo.
[IN REVISIONE]
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inquisitore, Solas, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
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Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche


CAPITOLO 6

Passò in fretta un mese, ormai affiancavo il comandante negli allenamenti, mi venne ordinato di occuparmi direttamente delle nuove reclute da sola per impartire le basi. Certe volte era stressante, ripetere continuamente le stesse cose mi logorava, non ero fatta per insegnare, anche se stavo dando tutta me stessa e avevo acquisito molto rispetto dalle spie che preparavo.

Con i miei compagni ormai andavo d’accordo, anche Nala mi aveva preso in simpatia da quando mi ero impegnata a farle da istruttore personale, stando anche oltre l’orario consentito, prendendo più volte dei sonori rimproveri. Ian è l’unico che continuava a trattarmi in modo antipatico, non avevo ancora capito se era fatto così o gli avevo fatto qualcosa, mi limitavo ad ignorarlo quando possibile

-Comandante Fen’harel elargitemi uno dei vostri preziosi consigli-

Lo osservai e sospirai -Ian se non vuoi ritrovarti a pulire i bagni per il resto del mese, taci e fai il tuo lavoro- dissi spazientita, udii Shani sghignazzare poco lontano, sorrisi.

Presi delle scatole con dentro varie armi, andavano riposte, mi si avvicinò Ian -Dai a me, le porto io- abbozzai un sorriso -Non serve, grazie. Se vuoi c’è quello- e indicai con un cenno del capo un sacco, senza farselo ripetere lo prese e mi affiancò. Restammo in silenzio, notai che ogni tanto mi osservava, non era la prima volta che lo faceva, ma non capivo il perché, il mio incantesimo su occhi e capelli reggeva bene, controllavo quando potevo -Ho qualcosa in faccia?- domandai

-No, perché?- rispose nervoso

-Nulla, dovresti imparare ad essere più discreto-

Era perplesso e seccato -Non so a cosa ti riferisci- rimasi in silenzio, non avevo voglia di discutere. Appoggiai la cassa su un tavolo e riposi un paio di guanti che avevo preso quella mattina per non tagliarmi, maneggiavo sempre parecchie lame di varie forme e peso.

-Andrebbero lucidate, qualcuna deve essere anche affilata. Sai se c’è qualche recluta libera?-

-No, non ne ho idea…- rispose con poco interesse

Lo guardai -Ian non puoi ancora rilassarti, e queste cose vanno fatte se non vogliamo ritrovarci in difficoltà-

Era seccato -Lo so, lo so, non chi credi di avere a che fare? Sei l’unica qua che sta prendendo seriamente questa roba, per quel che mi riguarda mi basta avere un tetto sopra la testa e del cibo-

-Questa roba, come la chiami tu, ci farà sopravvivere e se non ce ne si prende cura morirai prima del previsto. Ora vai a cercare qualcuno che se ne occupi- risposi infastidita per quel modo superficiale di fare. Mi osservò attentamente per poi sospirare e andare a fare quanto gli avevo richiesto.

Ritornai indietro e passai vicino a Nala, era migliorata, ma… -Ferma, ferma-

Mi guardò sconsolata -Oh…cosa c’è ora?-

Le presi una mano che stringeva il pugnale e la feci spostare nella posizione corretta che avrebbe sempre dovuto tenere -Così, perché se io mi muovo in questo modo…- e lentamente le mostrai un movimento -Sei…- mi interruppe sbuffando -Morta! Ho capito, ho capito…ma non mi viene!-

Sorrisi -Devi perdere assolutamente questa abitudine sbagliata, se non vuoi morire. Non vuoi morire, vero?-

Sbuffò di nuovo -Me ne stai facendo venire voglia! C’è sempre qualcosa che non va! E a te sembra venire tutto naturale!-

-In effetti sei bravissima, anche rispetto al comandante…è lui che dovrebbe prendere lezioni da te- sussurrò Shani per non farsi sentire

-Io…bhe…sono stata addestrata fin da bambina e ho combattuto tanto…veramente molto, oltre ad aver avuto due amiche che mi hanno aiutato a perfezionarmi, sono molto severe, molto più di quanto faccia io con te Nala-

-Quindi dovrei ritenermi fortunata? Fammi un esempio!- rispose arrogante

Sospirai -Ora io ti ho solo corretto giusto?- annuì con un cenno del viso, detti uno sguardo alla distesa di prato che si estendeva a perdita d’occhio intorno a noi e alla base -Bene, visto che hai sbagliato e non è la prima volta che ti correggo, ora mi farai dieci giri della base di corsa il più in fretta possibile. Una volta finito, ritornerai qua e ti lascerò esercitare. Se domani noto ancora gli stessi errori, mi farai venti giri. Continueremo così finché non lo farai in modo corretto- dissi seria.

Mi rivolse un’espressione scioccata -Stai dicendo sul serio?!- esclamò contrariata

Sorrisi -Serissima, e ora muoviti, se no diventeranno da subito venti- precisai. Rimaneva a fissarmi pietrificata, per quel mio cambio di comportamento nei suoi confronti. Shani la spinse un po’ facendogli capire che doveva muoversi.

-Nala, stanno per diventare venti…- ripetei, mi guardò atterrita e alla fine si allontanò di corsa

-A te quanti giri ti toccavano?- chiese Shani curiosa

La guardai divertita, quanti ne avevo fatti ad Haven? -Ti assicuro, è meglio non saperlo, le prime lezioni sono state devastanti- ed al clan ero la migliore, ma soprattutto Leliana, visto che avevo talento da vendere, mi aveva massacrato. Passavo le notti a sentire i muscoli doloranti facendo fatica a dormire. I risultati però erano stati ottimi, ero migliorata sia nella tecnica, che fisicamente, non che ne avessi bisogno in quel senso, ma il tutto era diventato più tonico. La cosa non era sfuggita a Solas che anche se cercava di far finta di nulla, il suo sguardo scivolava su di me più che volentieri, per dirmi poi senza esitazione che proclamava che ero graziosa e che non era mai stato in dubbio che lo fossi. Maledetto, senza rendermene conto mi ero innamorata di lui. Non che io non lo osservassi, anzi l’avevo visto più volte esercitarsi con la magia, ma anche nei movimenti con il bastone e come un’idiota mi imbambolavo a fissarlo, sperando che quella maglia da apostata che portava sempre sparisse, per poi essere beccata da lui in flagrante e in tutta risposta mi mostrava quel suo sorriso arrogante che adoravo.

-A cosa stai pensando di piacevole? Sei arrossita- disse Shani maliziosa

Mi bloccai presa alla sprovvista -No…non pensavo a niente…- con tono per nulla convinto, ridacchiò -Non mi inganni, a chi pensavi? Hai fatto un’espressione bellissima- ero in difficoltà ed imbarazzata -No…a nessuno…-

Mi passò un braccio sulle spalle tirandomi verso di lei -Dai chi è? Non ti ho mai vista in crisi come adesso- sfuggii alla sua presa e alzai le mani -Ecco…è una lunga storia…e…non ne voglio parlare…-

Sorrise -Come vuoi, ma scoprirò chi ti fa andare così su di giri- rispose provocatoria, abbozzai un sorriso e notai Ian poco lontano che aveva seguito tutto il discorso senza proferire parola, lo ignorai, mi ci mancavano solo altre domande da parte sua.

-Fen, vieni qua un attimo- mi chiamò il comandante, salvandomi da quella situazione scomoda, non volevo parlare del mio lupo ora e con persone che ancora non conoscevo bene -Ditemi- venni osservata molto seriamente

-Hai dimostrato molto spirito di iniziativa e sembri nata per comandare, quindi avrai una promozione, affiancherai il nostro capo spia che come sai stanzia alla base principale, quindi tra qualche giorno ti faremo sapere quando dovrai partire- fui sorpresa ed entusiasta, affiancare il capo spia? Avrei avuto delle informazioni di prima mano di cosa sta combinando il mio lupo dallo sguardo perennemente triste. Sorrisi compiaciuta -Accetto volentieri, grazie per la fiducia accordatami-

-Per oggi hai finito, ti lascio il pomeriggio libero per preparare le tue cose-

Ringraziai con un cenno del capo e me ne andai a esplorare un po’ i dintorni, in un mese non ero riuscita a vedere quasi nulla. Non che ci fosse chissà che cosa, prati e foreste, con qualche rovina, ma veniva difficile restare per conto proprio.

-Fen!- infatti, sospirai e mi voltai, sorrisi vedendo che erano Nala e Shani -L’abbiamo saputo!-

-Quindi te ne vai?- chiese tristemente Nala, da quando mi si era affezionata così tanto?

Le misi una mano sulla spalla -Purtroppo sì, ma non è detto che non ci rivedremo, quindi vedi di migliorare ancora perché ti metterò alla prova- le feci l’occhiolino, sorrise

-Su con la vita! Nala! Dovremmo essere contente per lei e invece così le fai venire i sensi di colpa!-

Ridacchiai -Bhe, ancora per qualche giorno dovremmo restare insieme non me ne vado subito-

-Quindi dove ti mandano?- mi voltai, Ian -Tu dovresti essere contento non mi avrai più tra i piedi-

Mi osservò in modo diverso dal solito e se ne andò senza commentare -Che gli prende?-

Nala e Shani si scambiarono un sorrisetto complice -Che c’è?- venni trascinata via, ma che succede? Ce né sempre una! Ci fermammo vicino ad un albero solitario fuori dal campo -Non dirmi che non te ne sei accorta?-

Guardai Shani smarrita -Di che stai parlando?-

-Davvero non hai notato che piaci ad Ian?- intervenne Nala con voce incredula

Rimasi basita -Che?! Voi due mi state prendendo in giro!- ridacchiarono divertite -Non è divertente, mi spiace per lui, ma i miei sentimenti non corrispondono-

-Perché non ti piace? O c’è già qualcun altro?- domandò Nala con evidente interesse

Oh dio mio…perché mi sono cacciata in questi discorsi? -Ehm…bhe…io sono già innamorata di qualcun altro, che per la precisione non si trova…- la mia attenzione fu attirata da un riflesso dorato. Due elfi poco lontano, li conoscevo entrambi, soprattutto uno.

Seguirono il mio sguardo -Sei proprio fortunata, ti ho detto che era da parecchio che non passava, quella è la persona da cui tutti prendiamo gli ordini-  un brivido mi passò lungo la schiena, udii male quelle ultime parole, il battito del cuore era salito vertiginosamente, avevo il cervello in panne. Accidenti a lui e a quell’armatura scintillante! Mi appoggiai all’albero in modo da tenerlo d’occhio, ma così da non essere vista che lo fissavo. Un anno…un anno che non lo vedevo, che non udivo la sua voce, che non lo toccavo…che non lo assaporavo. Un anno durato un’eternità e ora era a pochi passi da me, avrei potuto con un semplice slancio attaccarlo. Pessima idea, anche se qualcosa dentro di me reclamava vendetta. Prima l’avrei riempito di schiaffi, dopo avrei parlato! Stavano resuscitando emozioni molto contrastanti, da una parte l’avrei ucciso, dall’altra l’avrei baciato. Shani notò purtroppo il mio comportamento insolito -Nala non è che andresti a prendere dell’acqua? Abbiamo corso per tutta la mattina-

La fissò sorpresa -Perché devo andare io?! Ho appena finito di correre!- domandò scocciata

La guardò seriamente -Perché sei la più giovane tra di noi e poi cosa ti costa farci questo favore?-

-Va bene! Va bene! Vado!- esclamò sconsolata, la guardammo allontanarsi, poi si rivolse a me

-So che non sono affari miei, ma non serve un genio per capire che probabilmente stavi parlando di lui, sembra che ti abbiano appena fulminato! È al capo che pensavi prima, vero?-

Feci un lieve sorriso, la guardai con occhi sia tristi che felici. Quel maledetto ‘non posso, mi dispiace’ mi aveva distrutta, ma altrettanto testarda, ciò che provavo non era cambiato minimamente in quegli anni, anzi sembrava rafforzarsi con il tempo. Il desiderio che provavo, non accennava a diminuire, mi bastava uno sguardo da quegli occhi che avrebbero dovuto essere illegali, per non capire più nulla.

-Perdonami, ma non ne voglio parlare-  avevo esagerato ad osservarlo, stava per vedermi, mi nascosi dietro l’albero allarmata, non volevo farmi scoprire, mi sarei rivelata alle mie condizioni. Poco dopo lo vidi ritornare al campo sempre accompagnato da Abelas.

Sospirai profondamente per calmarmi -Shani, non dovrei chiedertelo, ma mi serve un favore, sai dove alloggia?-  l’avevo trovato, era inutile rimandare ulteriormente. L’avrei preso comunque di sorpresa e tanto mi bastava, avrebbe ceduto o avrei messo la parola fine a questa tortura che andava avanti da troppo tempo.

Sorrise compiaciuta -Nessun problema ho parecchi favori da riscuotere, entro sera saprai dove dorme-

-Ti ringrazio, ti dovrò un grosso favore-

-Ma va…è un regalo, sbaglio o comunque andrà a finire non ci vedremo più?- le rivolsi un’espressione afflitta alla domanda che mi porse, aveva evidentemente intuito che la mia presenza in quel luogo non era un caso, e l’aveva ricollegata alle domande che le avevo posto in questo periodo passato insieme. È molto acuta, infatti avevo dovuto stare attenta a non rivelare troppo del mio passato, mi strinse una spalla -Nala finalmente! Dove sei andata a prenderla l’acqua!- ridacchiai un po’ meno triste.

 

Era già mezzanotte, Nala e Shani dormivano, io restavo stesa a letto, non mi ero cambiata. Udii dei passi all’esterno e un fruscio mi avvertii che era stato fatto passare qualcosa sotto alla porta. Mi alzai e presi il foglio, avrei potuto usare un piccolo incantesimo per farmi luce, ma preferii non rischiare e mi avvicinai alla finestra, dove la luce della luna entrava senza difficoltà.

Soggetto: biblioteca

Ala ovest, secondo piano, quarta porta a destra 

Sorrisi, era proprio da lui stare in biblioteca fino a quell’ora. Riflettei un attimo, abbiamo una biblioteca? Mi avevano schiavizzato in quel mese e ogni sera non vedevo l’ora di mettermi a letto. Mi avviai silenziosamente, non avevo bisogno di nascondermi per ora, venni salutata da qualche ronda di passaggio

-Fen che ci fai in giro a quest’ora?-

-Cosa vuoi che faccia? Lavoro! Devo andare, se no chi lo sente il comandante- ridemmo entrambi

-Sì hai ragione, è terribile quando si arrabbia, buon lavoro-

Finsi di andare verso gli alloggi del comandante, per poi girare in una via molto stretta tra due edifici, sarei passata esternamente rispetto alla via principale, non mi avrebbe notato nessuno, era una sera perfetta, la luna già da parecchio era stata coperta dalle nuvole, l’ideale per celarsi nelle ombre. Un’altra ronda, rimasi nascosta nel vicolo lasciandola passare. Non andavo spesso in questa parte del campo, non ne ho mai avuto il motivo o il pretesto, c’erano gli alloggi maschili. Raggiunsi l’ala ovest, ed entrai con passo felino, ma deciso nell’edificio, mi guardai intorno, era identico agli alloggi femminili, non facevo il minimo rumore, arrivai al secondo piano e trovai la stanza, porta chiusa naturalmente. Tirai fuori gli attrezzi del mestiere e tempo un minuto ero dentro, richiusi a chiave la porta, non doveva avere il minimo dubbio. Con un pizzico di magia accesi le candele, un gran bel letto, una scrivania con libri e pergamene sparse ovunque, una poltrona con su delle vesti, dietro ad un paravento una vasca. Avrei fatto volentieri un bel bagno, presi i vestiti dalla poltrona e stupidamente li portai al viso, da quanto tempo non lo avevo così vicino da sentire il suo profumo? A parte nell’ultimo sogno…ma non era la stessa cosa, molto simile, ma assolutamente non identica. Chiusi gli occhi, mi venne in mente quando su quel balcone l’avevo trattenuto e mi aveva baciato con tanta passione che mi sarei sciolta come la neve al sole, se fosse stato possibile. Eravamo arrivati quasi a perdere il controllo, quando come al suo solito si era trattenuto e poi aveva detto di amarmi, non ero mai stata così felice. Riposi gli abiti sul letto, allontanando quei pensieri. Mi sedetti sulla poltrona e spensi le candele, ora bastava aspettare.

   
 
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