Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche
CAPITOLO 6
Passò
in
fretta un mese, ormai affiancavo il comandante negli allenamenti, mi
venne
ordinato di occuparmi direttamente delle nuove reclute da sola per
impartire le
basi. Certe volte era stressante, ripetere continuamente le stesse cose
mi
logorava, non ero fatta per insegnare, anche se stavo dando tutta me
stessa e
avevo acquisito molto rispetto dalle spie che preparavo.
Con i miei
compagni ormai andavo d’accordo, anche Nala mi aveva preso in
simpatia da
quando mi ero impegnata a farle da istruttore personale, stando anche
oltre
l’orario consentito, prendendo più volte dei
sonori rimproveri. Ian è l’unico
che continuava a trattarmi in modo antipatico, non avevo ancora capito
se era
fatto così o gli avevo fatto qualcosa, mi limitavo ad
ignorarlo quando
possibile
-Comandante
Fen’harel elargitemi uno dei vostri preziosi consigli-
Lo osservai
e sospirai -Ian se non vuoi ritrovarti a pulire i bagni per il resto
del mese,
taci e fai il tuo lavoro- dissi spazientita, udii Shani sghignazzare
poco
lontano, sorrisi.
Presi delle
scatole con dentro varie armi, andavano riposte, mi si
avvicinò Ian -Dai a me,
le porto io- abbozzai un sorriso -Non serve, grazie. Se vuoi
c’è quello- e
indicai con un cenno del capo un sacco, senza farselo ripetere lo prese
e mi
affiancò. Restammo in silenzio, notai che ogni tanto mi
osservava, non era la
prima volta che lo faceva, ma non capivo il perché, il mio
incantesimo su occhi
e capelli reggeva bene, controllavo quando potevo -Ho qualcosa in
faccia?-
domandai
-No,
perché?-
rispose nervoso
-Nulla,
dovresti imparare ad essere più discreto-
Era
perplesso e seccato -Non so a cosa ti riferisci- rimasi in silenzio,
non avevo
voglia di discutere. Appoggiai la cassa su un tavolo e riposi un paio
di guanti
che avevo preso quella mattina per non tagliarmi, maneggiavo sempre
parecchie
lame di varie forme e peso.
-Andrebbero
lucidate, qualcuna deve essere anche affilata. Sai se
c’è qualche recluta
libera?-
-No, non ne
ho idea…- rispose con poco interesse
Lo guardai -Ian
non puoi ancora rilassarti, e queste cose vanno fatte se non vogliamo
ritrovarci in difficoltà-
Era seccato
-Lo so, lo so, non chi credi di avere a che fare? Sei l’unica
qua che sta
prendendo seriamente questa roba, per quel che mi riguarda mi basta
avere un
tetto sopra la testa e del cibo-
-Questa
roba, come la chiami tu, ci farà sopravvivere e se non ce ne
si prende cura
morirai prima del previsto. Ora vai a cercare qualcuno che se ne
occupi-
risposi infastidita per quel modo superficiale di fare. Mi
osservò attentamente
per poi sospirare e andare a fare quanto gli avevo richiesto.
Ritornai
indietro e passai vicino a Nala, era migliorata, ma… -Ferma,
ferma-
Mi
guardò
sconsolata -Oh…cosa c’è ora?-
Le presi una
mano che stringeva il pugnale e la feci spostare nella posizione
corretta che
avrebbe sempre dovuto tenere -Così, perché se io
mi muovo in questo modo…- e
lentamente le mostrai un movimento -Sei…- mi interruppe
sbuffando -Morta! Ho
capito, ho capito…ma non mi viene!-
Sorrisi -Devi
perdere assolutamente questa abitudine sbagliata, se non vuoi morire.
Non vuoi
morire, vero?-
Sbuffò
di
nuovo -Me ne stai facendo venire voglia! C’è
sempre qualcosa che non va! E a te
sembra venire tutto naturale!-
-In effetti
sei bravissima, anche rispetto al comandante…è
lui che dovrebbe prendere
lezioni da te- sussurrò Shani per non farsi sentire
-Io…bhe…sono
stata addestrata fin da bambina e ho combattuto
tanto…veramente molto, oltre ad
aver avuto due amiche che mi hanno aiutato a perfezionarmi, sono molto
severe,
molto più di quanto faccia io con te Nala-
-Quindi
dovrei ritenermi fortunata? Fammi un esempio!- rispose arrogante
Sospirai -Ora
io ti ho solo corretto giusto?- annuì con un cenno del viso,
detti uno sguardo
alla distesa di prato che si estendeva a perdita d’occhio
intorno a noi e alla
base -Bene, visto che hai sbagliato e non è la prima volta
che ti correggo, ora
mi farai dieci giri della base di corsa il più in fretta
possibile. Una volta
finito, ritornerai qua e ti lascerò esercitare. Se domani
noto ancora gli
stessi errori, mi farai venti giri. Continueremo così
finché non lo farai in
modo corretto- dissi seria.
Mi rivolse
un’espressione scioccata -Stai dicendo sul serio?!-
esclamò contrariata
Sorrisi
-Serissima,
e ora muoviti, se no diventeranno da subito venti- precisai. Rimaneva a
fissarmi pietrificata, per quel mio cambio di comportamento nei suoi
confronti.
Shani la spinse un po’ facendogli capire che doveva muoversi.
-Nala,
stanno per diventare venti…- ripetei, mi guardò
atterrita e alla fine si
allontanò di corsa
-A te quanti
giri ti toccavano?- chiese Shani curiosa
La guardai
divertita, quanti ne avevo fatti ad Haven? -Ti assicuro, è
meglio non saperlo,
le prime lezioni sono state devastanti- ed al clan ero la migliore, ma
soprattutto Leliana, visto che avevo talento da vendere, mi aveva
massacrato.
Passavo le notti a sentire i muscoli doloranti facendo fatica a
dormire. I
risultati però erano stati ottimi, ero migliorata sia nella
tecnica, che
fisicamente, non che ne avessi bisogno in quel senso, ma il tutto era
diventato
più tonico. La cosa non era sfuggita a Solas che anche se
cercava di far finta
di nulla, il suo sguardo scivolava su di me più che
volentieri, per dirmi poi senza
esitazione che proclamava che ero graziosa e che non era mai stato in
dubbio
che lo fossi. Maledetto, senza rendermene conto mi ero innamorata di
lui. Non
che io non lo osservassi, anzi l’avevo visto più
volte esercitarsi con la
magia, ma anche nei movimenti con il bastone e come un’idiota
mi imbambolavo a
fissarlo, sperando che quella maglia da apostata che portava sempre
sparisse,
per poi essere beccata da lui in flagrante e in tutta risposta mi
mostrava quel
suo sorriso arrogante che adoravo.
-A cosa stai
pensando di piacevole? Sei arrossita- disse Shani maliziosa
Mi bloccai presa
alla sprovvista -No…non pensavo a niente…- con
tono per nulla convinto,
ridacchiò -Non mi inganni, a chi pensavi? Hai fatto
un’espressione bellissima-
ero in difficoltà ed imbarazzata -No…a
nessuno…-
Mi
passò un
braccio sulle spalle tirandomi verso di lei -Dai chi è? Non
ti ho mai vista in
crisi come adesso- sfuggii alla sua presa e alzai le mani
-Ecco…è una lunga
storia…e…non
ne voglio parlare…-
Sorrise -Come
vuoi, ma scoprirò chi ti fa andare così su di
giri- rispose provocatoria,
abbozzai un sorriso e notai Ian poco lontano che aveva seguito tutto il
discorso senza proferire parola, lo ignorai, mi ci mancavano solo altre
domande
da parte sua.
-Fen, vieni
qua un attimo- mi chiamò il comandante, salvandomi da quella
situazione
scomoda, non volevo parlare del mio lupo ora e con persone che ancora
non
conoscevo bene -Ditemi- venni osservata molto seriamente
-Hai
dimostrato molto spirito di iniziativa e sembri nata per comandare,
quindi
avrai una promozione, affiancherai il nostro capo spia che come sai
stanzia
alla base principale, quindi tra qualche giorno ti faremo sapere quando
dovrai
partire- fui sorpresa ed entusiasta, affiancare il capo spia? Avrei
avuto delle
informazioni di prima mano di cosa sta combinando il mio lupo dallo
sguardo
perennemente triste. Sorrisi compiaciuta -Accetto volentieri, grazie
per la
fiducia accordatami-
-Per oggi
hai finito, ti lascio il pomeriggio libero per preparare le tue cose-
Ringraziai
con un cenno del capo e me ne andai a esplorare un po’ i
dintorni, in un mese
non ero riuscita a vedere quasi nulla. Non che ci fosse
chissà che cosa, prati
e foreste, con qualche rovina, ma veniva difficile restare per conto
proprio.
-Fen!-
infatti, sospirai e mi voltai, sorrisi vedendo che erano Nala e Shani
-L’abbiamo saputo!-
-Quindi te
ne vai?- chiese tristemente Nala, da quando mi si era affezionata
così tanto?
Le misi una
mano sulla spalla -Purtroppo sì, ma non è detto
che non ci rivedremo, quindi
vedi di migliorare ancora perché ti metterò alla
prova- le feci l’occhiolino,
sorrise
-Su con la
vita! Nala! Dovremmo essere contente per lei e invece così
le fai venire i
sensi di colpa!-
Ridacchiai -Bhe,
ancora per qualche giorno dovremmo restare insieme non me ne vado
subito-
-Quindi dove
ti mandano?- mi voltai, Ian -Tu dovresti essere contento non mi avrai
più tra i
piedi-
Mi
osservò
in modo diverso dal solito e se ne andò senza commentare
-Che gli prende?-
Nala e Shani
si scambiarono un sorrisetto complice -Che c’è?-
venni trascinata via, ma che
succede? Ce né sempre una! Ci fermammo vicino ad un albero
solitario fuori dal
campo -Non dirmi che non te ne sei accorta?-
Guardai
Shani smarrita -Di che stai parlando?-
-Davvero non
hai notato che piaci ad Ian?- intervenne Nala con voce incredula
Rimasi
basita -Che?! Voi due mi state prendendo in giro!- ridacchiarono
divertite -Non
è divertente, mi spiace per lui, ma i miei sentimenti non
corrispondono-
-Perché
non
ti piace? O c’è già qualcun altro?-
domandò Nala con evidente interesse
Oh dio
mio…perché
mi sono cacciata in questi discorsi? -Ehm…bhe…io
sono già innamorata di qualcun
altro, che per la precisione non si trova…- la mia
attenzione fu attirata da un
riflesso dorato. Due elfi poco lontano, li conoscevo entrambi,
soprattutto uno.
Seguirono il
mio sguardo -Sei proprio fortunata, ti ho detto che era da parecchio
che non
passava, quella è la persona da cui tutti prendiamo gli
ordini- un brivido
mi passò lungo la schiena, udii
male quelle ultime parole, il battito del cuore era salito
vertiginosamente,
avevo il cervello in panne. Accidenti a lui e a
quell’armatura scintillante! Mi
appoggiai all’albero in modo da tenerlo d’occhio,
ma così da non essere vista
che lo fissavo. Un anno…un anno che non lo vedevo, che non
udivo la sua voce,
che non lo toccavo…che non lo assaporavo. Un anno durato
un’eternità e ora era
a pochi passi da me, avrei potuto con un semplice slancio attaccarlo.
Pessima idea,
anche se qualcosa dentro di me reclamava vendetta. Prima
l’avrei riempito di
schiaffi, dopo avrei parlato! Stavano resuscitando emozioni molto
contrastanti,
da una parte l’avrei ucciso, dall’altra
l’avrei baciato. Shani notò purtroppo
il mio comportamento insolito -Nala non è che andresti a
prendere dell’acqua?
Abbiamo corso per tutta la mattina-
La
fissò
sorpresa -Perché devo andare io?! Ho appena finito di
correre!- domandò
scocciata
La
guardò
seriamente -Perché sei la più giovane tra di noi
e poi cosa ti costa farci
questo favore?-
-Va bene! Va
bene! Vado!- esclamò sconsolata, la guardammo allontanarsi,
poi si rivolse a me
-So che non
sono affari miei, ma non serve un genio per capire che probabilmente
stavi
parlando di lui, sembra che ti abbiano appena fulminato! È
al capo che pensavi
prima, vero?-
Feci un
lieve sorriso, la guardai con occhi sia tristi che felici. Quel
maledetto ‘non
posso, mi dispiace’ mi aveva distrutta, ma altrettanto
testarda, ciò che
provavo non era cambiato minimamente in quegli anni, anzi sembrava
rafforzarsi
con il tempo. Il desiderio che provavo, non accennava a diminuire, mi
bastava
uno sguardo da quegli occhi che avrebbero dovuto essere illegali, per
non
capire più nulla.
-Perdonami,
ma non ne voglio parlare- avevo
esagerato ad osservarlo, stava per vedermi, mi nascosi dietro
l’albero
allarmata, non volevo farmi scoprire, mi sarei rivelata alle mie
condizioni.
Poco dopo lo vidi ritornare al campo sempre accompagnato da Abelas.
Sospirai
profondamente per calmarmi -Shani, non dovrei chiedertelo, ma mi serve
un
favore, sai dove alloggia?- l’avevo
trovato, era inutile rimandare ulteriormente. L’avrei preso
comunque di
sorpresa e tanto mi bastava, avrebbe ceduto o avrei messo la parola
fine a
questa tortura che andava avanti da troppo tempo.
Sorrise
compiaciuta -Nessun problema ho parecchi favori da riscuotere, entro
sera
saprai dove dorme-
-Ti
ringrazio, ti dovrò un grosso favore-
-Ma
va…è un
regalo, sbaglio o comunque andrà a finire non ci vedremo
più?- le rivolsi un’espressione
afflitta alla domanda che mi porse, aveva evidentemente intuito che la
mia
presenza in quel luogo non era un caso, e l’aveva ricollegata
alle domande che
le avevo posto in questo periodo passato insieme. È molto
acuta, infatti avevo
dovuto stare attenta a non rivelare troppo del mio passato, mi strinse
una
spalla -Nala finalmente! Dove sei andata a prenderla
l’acqua!- ridacchiai un
po’ meno triste.
Era
già
mezzanotte, Nala e Shani dormivano, io restavo stesa a letto, non mi
ero
cambiata. Udii dei passi all’esterno e un fruscio mi avvertii
che era stato
fatto passare qualcosa sotto alla porta. Mi alzai e presi il foglio,
avrei
potuto usare un piccolo incantesimo per farmi luce, ma preferii non
rischiare e
mi avvicinai alla finestra, dove la luce della luna entrava senza
difficoltà.
Soggetto:
biblioteca
Ala
ovest, secondo piano, quarta porta a destra
Sorrisi, era
proprio da lui stare in biblioteca fino a quell’ora.
Riflettei un attimo,
abbiamo una biblioteca? Mi avevano schiavizzato in quel mese e ogni
sera non vedevo
l’ora di mettermi a letto. Mi avviai silenziosamente, non
avevo bisogno di
nascondermi per ora, venni salutata da qualche ronda di passaggio
-Fen che ci
fai in giro a quest’ora?-
-Cosa vuoi
che faccia? Lavoro! Devo andare, se no chi lo sente il comandante-
ridemmo
entrambi
-Sì
hai
ragione, è terribile quando si arrabbia, buon lavoro-
Finsi di
andare verso gli alloggi del comandante, per poi girare in una via
molto
stretta tra due edifici, sarei passata esternamente rispetto alla via
principale, non mi avrebbe notato nessuno, era una sera perfetta, la
luna già
da parecchio era stata coperta dalle nuvole, l’ideale per
celarsi nelle ombre. Un’altra
ronda, rimasi nascosta nel vicolo lasciandola passare. Non andavo
spesso in
questa parte del campo, non ne ho mai avuto il motivo o il pretesto,
c’erano
gli alloggi maschili. Raggiunsi l’ala ovest, ed entrai con
passo felino, ma
deciso nell’edificio, mi guardai intorno, era identico agli
alloggi femminili,
non facevo il minimo rumore, arrivai al secondo piano e trovai la
stanza, porta
chiusa naturalmente. Tirai fuori gli attrezzi del mestiere e tempo un
minuto
ero dentro, richiusi a chiave la porta, non doveva avere il minimo
dubbio. Con
un pizzico di magia accesi le candele, un gran bel letto, una scrivania
con
libri e pergamene sparse ovunque, una poltrona con su delle vesti,
dietro ad un
paravento una vasca. Avrei fatto volentieri un bel bagno, presi i
vestiti dalla
poltrona e stupidamente li portai al viso, da quanto tempo non lo avevo
così
vicino da sentire il suo profumo? A parte nell’ultimo
sogno…ma non era la
stessa cosa, molto simile, ma assolutamente non identica. Chiusi gli
occhi, mi
venne in mente quando su quel balcone l’avevo trattenuto e mi
aveva baciato con
tanta passione che mi sarei sciolta come la neve al sole, se fosse
stato
possibile. Eravamo arrivati quasi a perdere il controllo, quando come
al suo
solito si era trattenuto e poi aveva detto di amarmi, non ero mai stata
così
felice. Riposi gli abiti sul letto, allontanando quei pensieri. Mi
sedetti
sulla poltrona e spensi le candele, ora bastava aspettare.