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Autore: fallsofarc    27/11/2017    2 recensioni
[primo capitolo del romanzo edito Centauria]
La voce di Alex, morbida come il velluto, culla migliaia di persone ogni venerdì a mezzanotte, con il suo podcast in cui legge brevi racconti inviati dagli ascoltatori. Tra questi c’è Bianca, ventidue anni, una vita affollata e la passione per le parole. I loro due mondi, tra cui corre una distanza fatta di chilometri, di situazioni, di caratteri, si incontrano nello spazio di Binario 7, una storia inventata… Che non finisce lì. Perché in molti, sul sito di Alex, ne chiedono il seguito e lui stesso si accorge di essere rimasto avvinto: dal racconto e, più ancora, dalla sua misteriosa autrice, con cui comincia un fitto scambio di messaggi. Da qui a conoscersi e frequentarsi davvero, però, ci sono di mezzo non solo un viaggio in treno ma una famiglia di ristoratori, un ex in vena di intrighi, una vicina sexy, un lavoro notturno, svariate sessioni di esami universitari e le mille incomprensioni che la vita può seminare sulla strada di un amore a distanza, compresa una cerimonia in cui si sfiora la catastrofe…
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Onde1


Onde di velluto


PRIMO CAPITOLO


99


Al dodicesimo rintocco… siamo in onda.

Benvenuti a Onde di velluto, sognatori della notte.
Sono il vostro Alex, dispensatore di parole e di emozioni.
Prima di leggervi il racconto di oggi, volevo fare un annuncio. Il mio podcast è online da quasi due anni, venerdì prossimo registrerò il centesimo episodio e probabilmente violerò la mia regola più importante.
Vi ho sempre detto che non avrei accettato racconti a puntate: ogni lettura doveva risultare per me e per voi un’esperienza unica.
La scorsa settimana, però, siete impazziti per il finale di Binario 7 e devo ammettere che anch’io sono curioso di sapere cosa ne è stato dei protagonisti. Perciò, se chi mi ha inviato il racconto è disposto a mandarmi qualche nuova pagina, ve la leggerò.
Riusciremo a scoprire che cosa succederà tra questi due ragazzi che si sono conosciuti online e sono diventati amici prima ancora di incontrarsi di persona? La lettera in cui lui le dichiara di essere innamorato, consegnata di fretta solo nel momento in cui lei sta salendo sul treno, mi ha lasciato un po’ perplesso. Perché aspettare così tanto? Sono rimasti insieme per giorni, si conoscevano da mesi. Dichiararsi con una lettera non è un modo troppo semplice e… codardo?
Fatemi sapere cosa ne pensate, aspetto i vostri commenti.
E ora, veniamo al racconto che ho selezionato per voi.



Alex interruppe la registrazione. Aveva giusto il tempo di unire quell’introduzione al file audio della lettura e programmarne l’upload. Sarebbe andato online sul suo sito a mezzanotte, mentre lui era al lavoro.
Onde di velluto, il suo podcast, era nato per caso. Aveva bisogno di una valvola di sfogo e aveva iniziato a registrare le puntate, leggendo racconti trovati in biblioteca.
Suo prozio Arturo, che Alex aveva assistito negli ultimi dolorosi mesi di malattia, gli aveva ripetuto spesso quanto era bravo a leggere, perché riusciva a trasmettere emozioni. In tutta onestà, nella vita di tutti i giorni gli sembrava di non riuscire nemmeno a provarle, quelle benedette emozioni.
Poi, uno dei suoi primissimi ascoltatori gli aveva chiesto di leggere un racconto inedito, scritto da lui. Altri erano seguiti. Presto la trasmissione si era trasformata in un appuntamento fisso e in due anni aveva raggiunto una certa notorietà. Alex aveva ampliato il sito, acquistato strumenti più professionali per registrare la propria voce e soprattutto aveva creato la versione virtuale di se stesso.
Quando leggeva di fronte al microfono, si perdeva nel mondo narrato e gli riusciva più facile costruire le proprie emozioni, amplificarle e modellarle. Solo in quel modo riusciva a sentirsi vivo. Per il resto, aveva la sensazione che i battiti del suo cuore fossero ridotti a seguire un ritmo apatico e innaturale.
Morbido, caldo e confortante. Come il velluto. Così veniva definito il suo timbro di voce dalle ormai diverse migliaia di ascoltatori, a cui Onde di velluto faceva compagnia, ogni venerdì notte.
D’altronde, come poteva sopravvivere un inguaribile solitario come lui se non cercando una compagnia virtuale?
Con il passare del tempo, era diventato più difficile selezionare i racconti, perché ne riceveva qualche dozzina a settimana. Sempre più spesso trovava nella casella di posta racconti erotici. Ne aveva scelto qualcuno, ma solo entro certi limiti perché non voleva che il podcast assumesse una connotazione sessuale.
Alex si alzò dalla poltrona girevole, allontanandosi dalla scrivania. Era l’unico angolo del suo appartamento a essere costantemente ordinato e rinnovato, con tutti gli strumenti su cui investiva ogni suo risparmio. In quel metro quadrato c’era tutto il suo mondo virtuale, e forse anche quello reale.
Da semplice passione si stava trasformando in una nuova entrata fissa, grazie ai banner pubblicitari del sito e alle donazioni che riceveva in cambio di contenuti esclusivi e letture private. In realtà, anche se i guadagni non fossero stati sufficienti, Alex avrebbe continuato lo stesso, ormai viveva di quei momenti.
Stava diventando però sempre più difficile continuare a mantenere anche il suo lavoro notturno alla reception dell’Hotel Arcadia. Quando rientrava a casa, si concedeva solo qualche ora di riposo e poi si dedicava a registrare. Fortunatamente, aveva tempo libero a sufficienza, durante la notte, per selezionare i racconti e rispondere alle e-mail.
Fuori era già buio, segno che era ora di prepararsi e uscire. Il tempo volava quando si sedeva alla sua poltrona davanti al microfono.
Alex accese la luce del bagno e osservò la sua immagine riflessa nel piccolo specchio tondo sopra il lavandino. Se è vero che ridere troppo fa fiorire le rughe, di quelle almeno non doveva preoccuparsi. Ma la sua espressione fin troppo seria e le ombre scure sotto gli occhi lo facevano apparire più vecchio dei suoi ventisette anni.
Qualche primo accenno bianco aveva fatto capolino qua e là tra i suoi capelli nerissimi tenuti sempre corti.
Si passò una mano sul mento, constatando che avrebbe dovuto farsi la barba, ma non ne aveva voglia, tanto i clienti dell’albergo non facevano mai caso al portiere notturno. Soprattutto perché a sfilargli davanti ogni sera erano principalmente uomini d’affari in compagnia di qualche accompagnatrice, spesso alticcia o che si fingeva fin troppo allegra e barcollante sui tacchi alti.
La parata di finzioni, bassezze, scenate e preliminari che ogni notte era costretto a sopportare avrebbe disilluso anche il campione mondiale di ottimismo.
Quando, tre anni prima, aveva perso il lavoro nel negozio di elettronica a causa delle troppe assenze ingiustificate, la vicina di casa lo aveva spedito a fare un colloquio dal figlio, neodirettore dell’Hotel Arcadia. Gli ultimi mesi di malattia del prozio erano stati estenuanti, ma non avrebbe mai abbandonato l’uomo che lo aveva cresciuto e che per dieci anni aveva rappresentato tutta la sua famiglia. Dopo la sua morte, avrebbe potuto cercare un nuovo lavoro diurno – del vecchio non rimpiangeva nulla – ma ormai era abituato a vivere di notte e a occuparsi del suo podcast nel tempo libero.
Alex indossò la divisa, imprecando perché si era di nuovo dimenticato di far sistemare la cucitura sfilacciata nella manica della giacca. Rimandare era una filosofia di vita, soprattutto quando si trattava di inutili scocciature.
Controllò che il file audio fosse già pronto sul Cloud e infilò il computer portatile nello zaino, prima di uscire di casa.
«Ciao Alex, buon lavoro» lo salutò la sua vicina, sul pianerottolo.
«Ines, che stai facendo? Te la getto io la spazzatura, lo sai» la sgridò, avvicinandosi per farsi consegnare il sacco nero dall’anziana signora.
«Oh Alex, non sono del tutta invalida!» borbottò lei, poggiandosi pesantemente al bastone mentre con la mano libera stringeva i lembi di una consunta vestaglia rosa di flanella.
«Fa già freddo fuori e le scale sul retro sono sempre buie, lo sai» le spiegò con pazienza.
«Samanta oggi non è venuta e non volevo disturbarti. Hai bisogno di dormire di più, povero ragazzo.»
Ines gli lasciò una carezza delicata e un po’ tremolante su una guancia.
«Hai intenzione di farti crescere la barba come quei Nister?» Dopo un attimo di tenerezza, ecco l’affettuoso e bonario rimprovero, da vera nonna.
«Si dice hipster, Ines. No, tranquilla, ho solo avuto poco tempo. Hai preso le medicine? Samanta dov’è?» Di solito, la nipote passava ogni sera, dopo il lavoro.
«Ha un appuntamento» sbuffò lei, appoggiandosi con forza al suo avambraccio.
«Ines…» Cercò di frenare la solita ramanzina che sicuramente era in arrivo.
«Non capisco perché non vuoi uscire con lei: è una bella ragazza.»
Alex scosse la testa, sforzandosi di accennare un sorriso. «Devo andare o faccio tardi.»
«Sei troppo giovane per rimanere sempre solo, Alex. Non hai ottantaquattro anni sulle spalle come me. Io vivo nei ricordi del mio povero Ettore. Tu devi vivere nel presente, figliolo.»
Per lui era già un successo riuscire a sopravvivere, pensò Alex, prima di uscire nella notte.




NOTA FINALE
Onde di velluto è uscito in libreria il 9 febbraio 2017, edito da Centauria.
Essendo il mio primo romanzo totalmente inedito non aveva mai conosciuto efp, perciò ho deciso di pubblicare il primo capitolo per far congiungere i miei due mondi e far conoscere Alex su efp.
Potete trovare ogni informazione sul libro sul sito della casa editrice Centaurialibri.
Potete trovarmi anche su facebook (profilo, pagina facebook e gruppo Tra palco e realtà), Instagram, Twitter e Wattpad.
Come sempre, è un piacere e un onore tornare a casa, su efp.

Chiara


   
 
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