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Autore: Nini1996    27/11/2017    0 recensioni
"Il pomeriggio del 30 ottobre 1895 Londra era immersa in una nebbia più fitta del solito.
Le carrozze e gli omnibus attraversavano le strade della città con molta fatica.
Anche i treni viaggiavano a una velocità sostenuta per evitare incidenti.
Inoltre in giro c'era molta meno gente del solito a causa del freddo pungente degli ultimi giorni.
I londinesi preferivano stare al calduccio nelle loro case ed evitare di uscire, se non strettamente necessario.
Ad ogni modo la stazione dei treni era gremita lo stesso a causa di diversi convogli che per colpa della nebbia erano arrivati insieme.
Da uno di questi, proveniente dalla città portuale di Southampton, scese una giovane donna assieme a una bambina che doveva avere al massimo quattro anni..."
Genere: Azione, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Watson, Lestrade, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Lewis barcollando si fece strada fra le banchine.

Catherine e McAfeer lo seguivano a debita distanza.

Il povero agente era ancora intontito dai fumi tossici del Sun Susy e spesso sbandava rischiando di cadere nelle acque del Tamigi.

Catherine cercava di evitare a McAfeer di ruzzolare per terra e in contemporanea di inseguire Lewis.
La strada era un vero e proprio percorso a ostacoli.
Per tutto il tragitto fu un continuo evitare vecchie botti, marinai ubriachi persi, il barbone che aveva intravisto al Sun Susy e diverse prostitute che passeggiavano per le viuzze poco illuminante del porto alla ricerca di clienti da soddisfare.
Per non parlare del pantano che rendeva la strada lastricata molto più scivolosa del normale.
Finalmente Lewis si fermò davanti a un grande magazzino a prima vista abbandonato.
Si guardò nervosamente attorno, come se avesse intuito che lo stavano pedinando.
Catherine e McAfeer nascosti dietro a una cassa di legno marcio trattennero il respiro.
Si sentì il cigolare di una porta e Lewis entrò nel deposito.
Catherine uscì allo scoperto e con molta cautela si avvicinò alla porta rimasta socchiusa.
Nonostante il magazzino fosse stato trascurato da anni come ben dimostravano i segni di decadenza era chiaro che qualcuno lo stesse usando come punto di ritrovo.
Catherine sbirciò dentro.
C'erano due tavoli illuminati da alcune lampade a olio, una rudimentale stufetta, molti fogli sparsi e diversi uomini che parlavano tra di loro.
Doveva riuscire a entrare, ma non dalla porta principale. Bisognava trovare un altro ingresso.
Poco più in là scorse un pezzo di muro crollato che le avrebbe permesso di entrare senza troppi problemi.
McAfeer invece ebbe qualche difficoltà in quanto il buco era piuttosto stretto e lui alquanto largo.
I due sbucarono dietro a delle casse abbandonate dove rimasero per ascoltare i discorsi del gruppetto.
< Quindi non è ancora morta? > fece uno.
< No. > replicò Lewis:< Ma presto lo sarà, ve lo assicuro. >
< Presto, presto... > l'uomo tirò un calcio al tavolo dalla rabbia.
< DOVEVA ESSERE GIÀ MORTA LEWIS! Morta e sepolta! Come suo padre! E suo fratello! E Davidson! >
Catherine trattenne il fiato, stavano parlando di lei!
Gordon un po' spaventato dalla reazione così violenta cercò di minimizzare la cosa.
< È tutto sotto controllo. > replicò cercando di tranquillizzare il suo interlocutore :< Catherine Andrews è una donna estremamente abile ma è rimasta sola, il signor Holmes è troppo impegnato per aiutarla. Sarà un gioco da ragazzi eliminarla. >
La risposta non fece altro che peggiorare le cose.
< Ora basta Lewis. > disse un secondo uomo:< Ti abbiamo dato tutti quei soldi perché ammazzassi la ragazzina e l'ispettore, non per parlare a vanvera. >
E così dicendo tirarono fuori le pistole.
< Ehi, ehi! Non esageriamo. Il mio lavoro l'ho fatto, ho ammazzato quel vecchio ispettore. Datemi ancora un giorno, li farò secchi, vedrete! >
< Dacci subito indietro i soldi che ti abbiamo dato. > gli ordinò un terzo :< I patti erano più che chiari. Tu non sei riuscito nel tuo compito, noi non ti paghiamo i debiti. >
< Ma io... io... >
< Io cosa? IO COSA?! > si arrabbiò il primo:< Dacci subito i soldi razza di idiota o ti faccio secco. >
Lewis tirò fuori dalle tasche ciò che gli rimaneva. Qualche spicciolo cadde rumorosamente sul tavolo.
Catherine si sporse avanti per vedere meglio la scena.
I tre scagnozzi stavano puntando le pistole addosso a Lewis e le loro facce erano tutt'altro che amichevoli.
< Tutto qui? Non sono neanche venti sterline. > notò uno di loro.
< No ecco... io... l'oppio costa molto, ma posso sempre guadagnare qualcosa e darla a voi. Sono molto bravo nel gioco d'azzardo. > cercò di giustificarsi.
I tre si lanciarono un occhiata d'intesa.
< D'accordo. Domani. > disse il secondo.
< O...Ok... domani. Certo. > farfugliò impaurito.
< Siete molto gentili e generosi. Grazie io... >
Si sentirono dei colpi di pistola e Lewis cadere a terra con un tonfo sordo.
Catherine trattenne un grido di stupore.
Ci fu qualche istante di silenzio.
< Perché la scenetta? Non potevamo sparargli e basta? > si lamentò il terzo.
< È più divertente, non ti pare? > fece il primo tipo raccogliendo dal corpo di Lewis un orologio da taschino dorato.
< Quanto pensi varrà Jack? > domandò poi mostrandolo all'amico.
< Non so. Gorgiano non approverà di certo. Lui vorrà i soldi, non un orologio. >
< Non è per il capo. È per me. Eppoi se uccidiamo la ragazza non farà caso ai soldi persi, la vendetta lo soddisferà abbastanza. > ribatté lui infilandolo nella tasca della giacca:< A proposito Jack butta questo idiota nella fogna e non pensiamoci più. >
Catherine capì che era il momento giusto per tagliare la corda.
Uscì dalla crepa e McAfeer fece lo stesso, tuttavia l'impacciato agente inciampò in una cassa facendola precipitare al suolo.
Il rumore richiamò l'attenzione dei tre uomini.
< Un agente ciccione e quella lurida di Catherine Andrews! > esclamò uno degli uomini.
< Uccidiamoli! > disse un altro ed iniziarono a sparare in quella direzione.
McAfeer riuscì a scappare in tempo ma non fece molta strada. Un proiettile lo raggiunse e colpì dritto in testa, uccidendolo all'istante proprio sotto gli occhi inermi della giovane.
Catherine cercò di difendersi ma i tre le piombarono addosso.
La ragazza sparò tutti i colpi della sua fedelissima colt ma riuscì a prendere solo il piede di un tipo.
Scivolò nella melma e stava per essere gettata nelle fredde acque del porto, quando il barbone si animò e corse in suo aiuto.
Uno si diede alla fuga. Il secondo si prese un diretto in faccia e cadde a terra.
Il terzo venne messo a tacere da Catherine che lo colpì alla testa con il calcio della pistola.
Il barbone tirò fuori un fischietto e ci soffiò forte.
La ragazza un po'dolorante si guardò attorno e poi sospirò:< Siete voi non è vero Holmes? >
Lui sorrise e si tolse la parrucca grigia.
< In persona. >
Non riuscì a finire la frase.
Il secondo uomo che si era ripreso più velocemente del previsto lo prese di peso e lo scaraventò letteralmente nell'acqua.
Sfortunatamente per lui Sherlock riuscì ad afferrarlo per la giacca e trascinarlo con lui nel Tamigi.
Catherine angosciatissima corse sul bordo della banchina.
Per diversi istanti, che alla ragazza parvero ore, nessuno dei due riemerse.
Catherine disperata e con le lacrime agli occhi gridava disperata il nome del detective nella speranza di vederlo ancora.
In quei tragici momenti arrivò anche Scotland yard.
Un agente corse dalla ragazza in lacrime, mentre il collega si preoccupava di constatare lo stato di salute di McAfeer.
Fortunatamente, dopo diversi minuti d'angoscia Holmes riemerse.
< SHERLOCK! > gridò lei felicissima con le lacrime che scendevano copiose dagli occhi.
La ragazza, aiutata dal poliziotto, tirò fuori un Holmes ormai esausto dall'acqua.
Catherine non trovava le parole e stette in silenzio accanto a lui.
Sherlock diede qualche colpo di tosse e dopo averle asciugato le lacrime le disse che sarebbe andato tutto bene.
Catherine annuì e i due si abbracciarono dolcemente.
< Scusate l'interruzione, ma dovete venire a Scotland yard per chiarire la situazione. > fece un agente.
Catherine annuì.
Non solo lei era rimasta scossa dagli eventi quella sera.
Una normalissima azione di spionaggio si era trasformata in una vera e propria tragedia.
E sarebbe stato ancora peggio senza il provvidenziale aiuto di Sherlock Holmes!
Catherine ne era fin troppo consapevole, per questo rimase in silenzio durante tutto il viaggio.

   
 
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