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Autore: PrincessintheNorth    28/11/2017    1 recensioni
Prequel di "Family"!
Nel regno del Nord, una principessa e Cavaliere dei Draghi, Katherine, farà conoscenza di Murtagh, il Cavaliere Rosso che si è autoimposto l'esilio ...
In Family abbiamo visto il compimento della loro storia e il loro lieto fine: ma cos'è successo prima?
"-Principessa, per l’amor del cielo … - prese a implorarmi Grasvard. – Spostatevi da lì … non vi rendete conto di chi è?
-È Murtagh figlio di Morzan, ex Cavaliere del Re Nero, erede del ducato di Dras-Leona. – ringhiai. – So benissimo chi è. So anche che è un essere umano come me e come te, a meno che tu non sia un elfo sotto mentite spoglie. È un essere umano ed è vivo per miracolo. Quindi, dato che come me e come te è carne e sangue, gli presteremo le cure che necessita. Sono stata chiara abbastanza?"
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castigo, Eragon, Murtagh, Nuovo Personaggio, Un po' tutti | Coppie: Selena/Morzan
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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KATHERINE

 

 

 

Dato che Murtagh preferiva dormire, con tanto di russa annesse, le piccole le tenni io.

- Oh, dei …

Il dolore alle costole tornò, e attinsi all’energia che conservavo nel braccialetto per mantenere attivo l’incantesimo che mi permetteva di camminare e fermava la scheggia d’osso che minacciava il mio polmone. Sapevo che avrei dovuto dirlo al medico, ma sapevo altrettanto bene che sottoporsi ad una chirurgia comportava più rischi che sicurezze.

In attesa di sviluppare, magari insieme a un mago più esperto di me, un incantesimo che sistemasse definitivamente quella questione, mi sarei fatta bastare quella magia.

- Tata tlecce! – protestò Annabeth.

Da quando era diventata abbastanza grande da avere dei gusti in fatto di giochi, aveva sviluppato una fissa per le acconciature, e a ragione: quei suoi bellissimi capelli color cioccolato fuso, leggermente più chiari di quelli di Murtagh, stavano bene sia sciolti che acconciati.

- Facciamo le trecce …

- Come Multy!

Sfiorai delicatamente la sua coscienza e vidi come Murtagh le aveva sistemato i capelli in quelle che lui definiva “trecce”.

- Lasciamo perdere. – commentai. – Sarà bravo in tante cose, ma di certo non nel fare le trecce.

Mi ci vollero due minuti per incorniciarle il viso con due trecce tenute ferme da due nastrini gialli, e cinque per April, che essendo più grande aveva i capelli più lunghi.

- Chi vuole andare fuori a giocare con la neve? – proposi, ma scossero la testa.

Riprovai a convincerle, ma di nuovo negarono.

- Perché no?

- Nel bosco ci sono i cattivi. – fece April. – Io volio stale qui, con Multy e la signola Mallene e tata.

- Anche io. – le fece eco sua nipote.

-  Ma … bimbe, non succede niente se usciamo. Vedete? C’è il muro.

- No.

- E se stessimo sul balcone? Così siamo sia dentro che fuori. – proposi, e dopo un po’ accettarono.

Così, dato che lì a Lionsgate aveva fatto una bella nevicata, costruimmo, con l’aiuto di John, un fortino di neve, con un fuoco magico all’interno per scaldarci senza che sciogliesse la nostra casetta.

- Che pensi di fare? – fece John a un certo punto.

- Rimettermi, andare a casa, fare il culo a quello stronzo e riprendermi ciò che è mio.

- Intendevo con Murtagh. – precisò.

Ah.

- Non lo so ancora …

- Sappi questo: ti ama. Ti ama più di quanto amasse Ashara.

- Ashara? – feci, stranita.

John inarcò un sopracciglio, incuriosito. – Non te ne ha mai parlato?

- Perché, chi è?

Scosse la testa.

- Non spetta a me dirtelo. Chiedilo a lui.

- Ma …

- Davvero, non … non è il caso. Sarebbe una vera meschinità parlarne alle sue spalle. Anzi, fai così, non dirgli nemmeno che te ne ho parlato, te lo dirà lui quando se lo sentirà.

- Perché non dovrebbe sentirsela?

Ridacchiò con ironia. – Davvero me lo chiedi? L’hai lasciato, non che lui non avesse colpe, e poi gli sei piombata con tua sorella e tuo nipote tra capo e collo.

Nel parlare, la sua voce aveva assunto tinte irritate.

Che non riuscii a non cogliere.

- C’è qualcosa che desideri dirmi, John?

- Oh, vorrei dirti tante cose, Katherine Shepherd, ma di fronte a due bambine non posso proprio.

Oh. Voleva lo scontro?

Che si scontrasse.

Con un incantesimo che avevo imparato, ci resi muti alle orecchie delle bambine.

- Allora?

- Vorrei chiederti di smetterla di approfittarti di lui.

- Stai scherzando, vero?

- Assolutamente no. Non solo ha dovuto curarti e starti dietro come ad una neonata per mesi, no, nonostante fosse appena uscito da una condizione di schiavitù che gli ha lasciato delle ferite la cui profondità non puoi nemmeno immaginare, cara la mia Principessa cresciuta nell’ovatta. Dovevi anche riversargli addosso tutti i tuoi problemi, sedurlo e far sì che accettasse che la nostra, la mia gente morisse per te. Che lui quasi morisse per te. Ti sei fatta inseguire e desiderare come una dannata profumiera, senza preoccuparti che lui magari avesse dei sentimenti, mettendoti a pomiciare con Orrin. Oh, poi alla fine ti sei fatta anche proporre di corteggiarti e …

- Sei per caso innamorato di lui? – lo sfidai, cercando di soffocare le lacrime con la rabbia.

Alzò una mano, e istintivamente me ne portai una al viso.

Ma alla fine non arrivò alcuna botta.

- Vedi di startene zitta, ragazzina. Sei una femmina e non hai alcun diritto di aprir la bocca. – sibilò. – Non ti bastava aver causato tutto questo, ma dovevi anche lasciarlo, spezzandogli il cuore. Non solo quello, ma spingerlo a tradirti, per poi lasciarlo. Non l’hai visto, tu, ubriaco, in lacrime, disperato per averti persa. Non l’hai visto piangere chiamando il tuo nome e implorandoti di perdonarlo. Nemmeno questo ti andava bene, e dove dovevi venire? Ovviamente qui, a causare altri danni, a distruggerlo ancora. Ha rischiato la vita per salvare te e quelle bambine dai soldati, e anche Castigo lo ha fatto. Non ha mangiato e dormito per tre giorni pur di starti accanto, si è preso cura di quelle bambine. Ti sto dicendo di smetterla, una volta per tutte, di sfruttare ciò che prova per te per i tuoi maledetti fini. Se lo amassi davvero, non avresti fatto tutto ciò. Ma cosa può volere una secondogenita, peraltro femmina? Il trono non può averlo. Non può avere niente, se non un marito. Perché non sposare un Cavaliere? A quel punto saresti come una regina. Te lo sei fatta scappare, e ora sei venuta a riprendertelo, vero? E ti sei portata pure le bambine, restando a digiuno, per fargli compassione e far la figura della povera piccola Katie che si sacrifica per gli altri.

Non credo di potermi aspettare un cambiamento da una sgualdrina altolocata, ma se non vuoi assaggiare la punta della mia spada vattene da casa mia e porta con te quelle mocciosette.

- Spero tu ti renda conto che questa è lesa maestà. – ringhiai. – Sinceramente non m’interessa, a questo punto, di ciò che pensi, ma ho cercato per più di un anno di tenere Murtagh lontano da me per proteggerlo.
Tu non mi conosci e di me non sai niente, quindi dovresti stare zitto tu, non io.
Non sarei mai, mai venuta qui se non fossi stata obbligata da mio padre, che tra l’altro ha usato il mio vero nome per costringermi a venire qui.
Non gli ho chiesto io di corteggiarmi, e nemmeno di inviare i suoi soldati al Nord. Non sono venuta qui per chiedere il suo aiuto, riconquistarlo.
April e Annabeth sono con me non perché volessi impietosire alcunché, ma perché sono tutto ciò che sono riuscita a salvare della mia famiglia, e non sono rimasta senza mangiare per fargli pena, ma perché ho dato tutto ciò che potevo a loro, perché pur di dare loro una speranza avrei ben volentieri dato più della mia vita.
E per rispondere alla domanda di cosa potrebbe mai desiderare una secondogenita, ti informo che il matrimonio sta oltre l’ultimo dei miei pensieri. Noi donne, e non provare mai più a chiamarmi femmina, non viviamo solamente per sposarci e sfornare a voi uomini una miriade di bambini uno dietro l’altro. Ti sembrerà strano, ma abbiamo un cervello, una coscienza, e dei gusti anche noi. Prima del matrimonio c’è la mia famiglia, c’è la Marina e c’è Murtagh. C’è la buona tavola e la neve, l’acqua e i libri, c’è una lunga lista di cose. Non ho bisogno di sposarmi per essere felice e realizzata, sto benissimo così, sicuramente meglio di te. E già che siamo in ballo, ti informo che non mi approfitterei mai di Murtagh, in alcun modo.
Ho fatto delle cose orribili nei suoi confronti e lo ammetto, entrambi ci siamo fatti delle cose orribili, ma almeno da parte mia le ho fatte solamente per proteggerlo. Perché voglio la sua felicità. Perché lo amo come non ho mai amato nessuno. Comunque non preoccuparti, non resterò qui ancora lungo, ho una famiglia e un regno a cui pensare. – sibilai. – April, Annabeth, andiamo dentro. – le chiamai interrompendo l’incantesimo che gli impediva di sentirmi.

- Ma uffa … - protestarono.

- Niente ma, cucciole. Non si sta fuori così tanto. E tu per favore va da un’altra parte.

- Perché secondo te mi faccio comandare da una sgualdrina.

- Chiamala ancora così.

A quella voce, entrambi ci raggelammo.

Murtagh era lì, e nessuno si era accorto della sua presenza. Ma d’altronde, era bravissimo a muoversi silenziosamente come un gatto.

- Murtagh … - fece John.

- Dai ancora alla mia fidanzata della sgualdrina di fronte a me, se ne hai il fegato. E da ancora delle mocciosette alle Loro Altezze Reali, le Principesse April e Annabeth. – sibilò.

Mi era capitato di vederlo arrabbiato, deluso e amareggiato.

Ma mai così tanto, e mai l’avevo visto con quelle tre emozioni insieme.

Non era qualcosa che si può descrivere a parole.

Ma non avrei mai voluto trovarmi di fronte una tempesta così rivolta a me.

- Penso di essere abbastanza grande da poter scegliere la donna con cui voglio passare la mia vita, e di certo non ho bisogno che sia tu a scegliermela o a cercare di allontanare da me quella che ho scelto. – disse. Niente grida, niente spade sguainate. – Soprattutto se ti permetti di giudicare una persona con cui non hai mai parlato, di cui non sai nulla. Io su di lei so parecchie cose in più di te, quindi presumo di avere più elementi di te su cui basare la mia scelta.
Non mi risulta che tu sia mai stato costretto a scappare da casa tua perché sotto assedio. O abbia dovuto farti passare due bambine dalle sbarre di una prigione per salvare il salvabile. Tu di lei conosci solo il nome, ma si da il caso che io conosca anche il suo cuore, e sta pure tranquillo che potrebbe lasciarmi mille volte, e io comunque la sceglierei altre mille volte, perché la donna della mia vita è lei. Non hai alcun diritto di giudicare né lei, né la mia scelta. Non so cosa pensi di me, ma non credo di esser così stupido di cadere in inganno per un paio di sbattiti di ciglia e di sposarmi una ragazza solo perché è carina. E non permetterti mai più di zittirla.
Riguardo ad Ashara, non mi aspettavo che usassi anche lei per allontanare Katherine da me. E dici che dirle chi era sarebbe stata una bassezza. - aveva l'espressione più amara che gli avessi mai visto in volto. Capii che non si sarebbe mai aspettato una cosa simile da una persona che considerava amica. - Non … non m’interessa se mi ami, se preferisci gli uomini alle donne, se siamo amici, non m’interessa, voglio che tu te ne vada.

- Murtagh. – intervenni a quel punto, per cercare di calmarlo. Ringraziai che le piccole fossero entrate, scortate da Marlene, cosicché non dovessero assistere a quello spettacolo. – Era solamente arrabbiato, non credo sia necessario alterarsi così tanto …

- Amore, capisco cosa intendi, ma ciò non toglie che qui la legge che si applica è la mia. – e quelle parole furono pronunciate con il peso di una sentenza. – John, mi pare sia stato tu a dirmi di essere davvero il figlio di Morzan. Per rispetto di ciò che i tuoi genitori hanno fatto per me ti permetterò di restare qui e di continuare a lavorare, ma incrocia un’altra volta il mio cammino o fa un altro passo falso e non sarò così clemente.

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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