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Autore: Scarlet Jaeger    30/11/2017    2 recensioni
Kai Hiwatari
Il monastero riportato a nuova vita.
Una lettera del presidente Daitenji ed una donna, che sconvolgerà irrimediabilmente la pace appena ritrovata del ragazzo e dei suoi compagni russi.
Antichi ricordi che sembravano dimenticati.
Di nuovo il dolore torna a farsi spazio in quelle mura.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boris, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Yuri
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Note: Prima di iniziare col capitolo volevo dire due paroline sul destino di questa storia xD. Chi ha letto il primo capitolo dalla messa on line avrà sicuramente notato che il titolo dell’intera storia, come alcune caratteristiche e note, sono state cambiate. Questo perché all’inizio avevo un’idea diversa per questa fanfiction, che poi ho totalmente stravolto grazie ad un'altra idea (io e le mie maledette idee xD) . All'inizio era quella di un quarto campionato del mondo e mi ero fatta prendere dalla foga di scriverlo, però pensandoci poteva essere già visto e rivisto e magari risultare monotona. Invece, avendo a disposizione la primordiale idea dei personaggi principali cresciuti, ho deciso di incentrare questa storia al monastero, con protagonista Kai, i Neoborg ed infine un personaggio totalmente inventato da me ^_^ spero che comunque vogliate continuare a seguirmi in questa avventura.
Non mi resta che augurarvi buona lettura,
ci “vediamo” nelle note finali del capitolo!
 




Capitolo 2
 
 
Quella notte non era riuscito a chiudere occhio, pensando e ripensando alla lettera ricevuta direttamente dal Presidente Daitenji. Era rimasto fino a sera inoltrata, girando e rigirando il biglietto aereo che gli aveva addirittura procurato l’ometto. Insomma, faceva le cose sul serio! Ma in fondo ne era felice ed incredibilmente soddisfatto, perché voleva dire che, in quegli anni, era riuscito a tirare dalla parte giusta le redini di quel vecchio e maledetto monastero.
Dopo la morte di suo nonno avrebbe volentieri voluto chiudere con tutto quel passato, addirittura pensando di buttarlo giù una volta per tutte e continuare a vivere nella grande villa di famiglia in Giappone, accanto ai suoi vecchi amici. Invece era stato proprio il presidente della BBA ad infondergli il coraggio necessario per iniziare quella che lui oramai chiamava avventura, dandogli quella stessa speranza che adesso lui stesso aveva donato ad altrettanti ragazzi. Ed era soddisfatto dell’esito che aveva avuto.
Certo, all’inizio non era stato per niente facile, ma l’aiuto dei suoi compagni al monastero si era ritenuto un valido supporto.
Si era ritrovato capo della Hiwatari Enterprise, intestatario di una villa e di tutto il capitale del nonno. Non per volontà di Soichiro, quello lo capiva bene, ma essendo l’unico discendente a qualcosa era servito. In tutti quegli anni aveva sempre cercato di remargli contro, di contestare ogni minima cosa suo nonno gli imponesse di fare pur di non ricadergli vittima, ed invece era stato costretto a calcare le orme del nonno per dinastia.
Ricordava ancora quel giorno, quando apprese la notizia. Il suo mondo era crollato, il suo futuro era incerto e la sua maschera di freddezza, quella che lo aveva sempre contraddistinto, era notevolmente vacillata.
A dispetto del suo carattere chiuso ed il suo modo di risolvere sempre le proprie faccende da solo, era riuscito a capire che non avrebbe potuto affrontare tutto quello da solo. Quindi chi, se non l’uomo che, volente e nolente, aveva fatto da nonno a tutti loro membri della BBA?
Si era recato dal presidente e si era sfogato di tutto. Tutte le sue paure, tutti i suoi timori e le insicurezze, ascoltate dall’anziano senza battere ciglio. Senza giudicare, senza controbattere, solamente assimilando le informazioni e sorridendo amabilmente com’era solito fare.
Se ora Kai Hiwatari camminava sulle sue gambe in quel roseo futuro era solo merito del loro vecchio allenatore, quindi come poteva rifiutare un’offerta che, sicuramente, avrebbe favoreggiato anche lui?
Erano solo i dettagli di quell’offerta che non gli tornavano. Era per quello che aveva acconsentito a partire e di parlare a quattr’occhi con l’uomo. E sapeva per certo che, invitandolo in Giappone e non andando direttamente lui stesso in Russia, aveva dato a Kai un modo per ricalcare un’adolescenza che ancora non era stato in grado di lasciarsi alle spalle.
E come poteva…
Takao, Max, Rei, il Prof K, Daichi e sì, anche Hilary, gli avevano insegnato le mille sfaccettature dietro la parola amore. Sì, grazie a loro Kai Hiwatari aveva imparato ad amare molte cose.
I suoi amici. Il beyblade. Il suo Dranzer, la sua Aquila Rossa e la vita, nonostante continuasse a tenere alto il suo carattere solitario.
Però poteva dire di non essere solo.
 
Prima del sorgere del sole, quando oramai era chiaro che non avrebbe più avuto modo di riposare, decise definitivamente di alzarsi dal letto e di prepararsi per riuscire ad arrivare in tempo all’aeroporto. Aveva deciso di non perdere tempo e partire il prima possibile, in modo da non tormentarsi come aveva fatto quella stessa notte.
Si fece una doccia veloce ed indossò la tenuta che oramai, come uomo d’affari, era solito tenere. Il pantalone classico nero gli cadeva a pennello sopra il paio di stivaletti che aveva indossato per far fronte al freddo, mentre la camicia bianca gli dava un’aria più adulta e strettamente professionale.
Prese poi solamente il caldo cappotto ed il bagaglio a mano, dove aveva messo lo stretto indispensabile. Non era intenzionato a rimanere a lungo lontano dalla Russia oramai.
Con passo deciso percorse i corridoi, a quell’ora deserti, diretto al suo ufficio in uno dei piani più alti. Si chiuse la porta alle spalle e si sedette alla scrivania dove la sera prima aveva passato più tempo del solito. Gli sembrava come se quella notte non fosse per nulla trascorsa, e si era fermato di nuovo ad osservare la candida lettera che aveva abbandonato li non molte ore prima.
Con un sospiro spostò l’attenzione sul cordless, affrettandosi a digitare un numero che oramai sapeva a memoria. Voltò la sedia girevole verso la finestra e, mentre gli squilli rompevano il silenzio di quella stanza, si perse ad osservare i fiocchi di neve scendere a terra, illuminati solamente dalle luci dei lampioni.
« Pronto? »
Una voce impastata dal sonno rispose dopo alcuni secondi dall’altro capo del telefono, riuscendo anche ad essere pungente come il ghiaccio di cui era il custode.
« Yuri, vieni subito nel mio ufficio. »
Kai dal canto suo non aveva voglia di perdersi in rigiri di parole e fu più telegrafico possibile. Alle sue parole seguitarono altri istanti di gelo totale, fino a che il ragazzo dall’altra parte non sospirò sommessamente.
Probabilmente aveva appena visto l’ora.
« Arrivo. »
Dal momento il cui chiuse la chiamata a quello in cui entrò nella stanza, vestito da una vecchia tuta felpata che probabilmente usava per dormire, non passarono che una manciata di minuti. Probabilmente aveva corso, un po’ per la preoccupazione di sapere cosa fosse successo di così urgente per essere stato svegliato a quell’ora ed un po’ per liquidare in fretta la questione e tornare a dormire, ma Yuri Ivanof era eretto e fiero e dava le spalle alla porta senza mostrare il minimo accenno di affanno.
« Dove stai andando? » Chiese così il rosso, capendo immediatamente il nocciolo della questione.
« Ho da sbrigare alcuni affari in Giappone con il presidente Daitenji. Nella lettera c’è scritto tutto. Credo di accettare, ma ho bisogno di parlare direttamente con lui. » Kai gli era arrivato di fronte ed adesso riusciva a guardarlo direttamente negli occhi color del ghiaccio, gli stessi che un tempo incutevano ai suoi avversari una spiccata dose di paura.
Il blader dal canto suo si spostò leggermente dalla porta, dando modo all’altro di poterla aprire.
« Ci penserò io a sostituirti, se è questo che volevi chiedermi. » Disse infine, catturando con lo sguardo un particolare che non era sfuggito alla sua rapida inquisizione, riuscendo addirittura a farlo sorridere.
Kai non disse nulla, nonostante si fosse accorto di ciò che aveva attirato la sua attenzione. Non c’erano bisogno delle parole, lui aveva già capito tutto. Con lui, a volte, bastava una semplice occhiata. Ed era buffo, perché era stata proprio quella stramba intesa a farli arrivare così vicini al titolo mondiale nel vecchio campionato. Ed era sempre stato convinto di non avere affinità così strette con nessuno, nemmeno coi suoi vecchi compagni di squadra. Eppure si era dovuto ricredere. Ma non immaginava quanti dolori e vecchi ricordi accomunavano così tanto due cuori imprigionati in un ghiaccio che, pian piano e col dovuto tempo, forse si sarebbe sciolto.
« Buon viaggio. » Commentò solamente Yuri, prima che Kai lasciasse la stanza con un cenno del capo, come a volergli far intendere che aveva recepito il messaggio. Fu solo quando sentì i passi di Hiwatari oramai in lontananza che si decise a raggiungere il punto che, oramai da qualche minuto, fissava con interesse.
« Il cuore ci riporta sempre sui nostri passi. » Sospirò, sorridendo a fiori di labbra, mentre i meravigliosi occhi azzurri osservavano un piedistallo vuoto all’interno della vetrina, dove fino al giorno prima troneggiava Dranzer.
Fine capitolo 2
 
 
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Colei che scrive:
Ma ben trovati nelle mie note finali di rito. Come ho detto in quelle iniziali, questa storia prenderà una diramazione ben diversa dall’idea primordiale che avevo in mente. Ovviamente siamo solo all’inizio e pian piano verrà spiegato il perché di questa partenza e vedremo i nostri vecchi protagonisti come…diciamo special guest, perché poi la storia vera e propria sarà incentrata in Russia.
Inoltre, nei vari capitoli, si vedranno alcuni squarci di passato e che riveleranno pian piano il segreto della nostra protagonista. Il grande segreto che girerà su di lei: la sua identità ehehe
Vi ho un po’ incuriosito? Ditemi di si *-* xD
Bene, a parte questo, ringrazio già da ora chi vorrà seguirmi in questa nuova “pazzia” :D mi era mancato questo fandom, come i personaggi a cui è legata una parte di infanzia/adolescenza (in fondo avevo 14 anni xD) e che non sono pronta a lasciar andare U.U
Un grazie anche alle mie commentatrici (userò questa parola per non chiamarvi recensori al maschile xD devo ancora trovare il femminile per quella parola…umh….) che avete apprezzato il primo capitolo <3
Ammetto che questo capitolo è stato un po’ troppo introspettivo (e veramente molto corto T.T), ma credo che per capire tutto l'abisso temporale dei protagonisti tra la fine della terza serie a questa storia sia un po' necessario. :D Vi prometto che dal prossimo i capitoli saranno più lunghi, anche se non sono famosa per quelli chilometrici xD 
Infine chiedo venia per gli eventuali errori/orrori, ortografici e non, che probabilmente ci saranno nel capitolo. Mi sono ritrovata costretta a scrivere e correggere a quest’ora improbabile della notte (come probabilmente mi toccherà fare da qui in avanti con gli aggiornamenti xD 12 ore sono troppo poche per tutte le cose che ci sono da fare, per fortuna che impegno una buona parte delle altre 12 xD riducendo il mio sonno a quasi nullo, ma sono dettagli! xD)
Un bacione a tutti
Alla prossima
  
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