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Autore: Civaghina    30/11/2017    1 recensioni
Com'era la vita di Leo, prima della terribile scoperta della Bestia?
Com'è cambiata la sua vita quando si è trovato davanti ad una verità così devastante?
La storia di Leo prima di Braccialetti Rossi, ma anche durante e dopo: gioie, dolori, amori, amicizie, passioni, raccontate per lo più in prima persona, sotto forma di diario.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leo, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Venerdì, 1 giugno 2012

Oooh! Che bella notizia!” esclama Mattia quando, a ricreazione, dico a lui e agli altri della festa per il mio compleanno.

Daniele annuisce e si siede su un banco: “Era troppo strano... tu che non volevi fare la festa!”

Io credevo che non la volevi fare per via di tua madre” dice Alberto con una spontaneità disarmante che gli fa guadagnare un colpo dietro la testa da Riccardo.

Sì, era così in effetti...” ammetto passandomi una mano in mezzo ai capelli. “Ma lei ha insistito, perciò...”; allargo le braccia e poi le lascio ricadere mentre Mattia mi appoggia una mano sulla spalla.

Perciò... festona!” dice con enfasi, alleggerendo l'atmosfera.

Hai anche invitato delle belle ragazze disponibili, vero?” mi chiede Daniele ridacchiando. “Non è che adesso che tu sei a posto, ti dimentichi di noi?!”

Tranquillo. Ci saranno un sacco di ragazze che non sono fidanzate.”

Oh bene!” sorride Riccardo. “C'è pure Claudia?”

Sì, è nella lista. Ma devo ancora fare gli inviti, eh!”

E chi è Claudia?” domanda Alberto che come al solito cade dalle nuvole.

Come chi è?! La figa bionda della seconda A!” esclama Riccardo.

Aaah!”.

Daniele ride e incrocia le braccia: “Sarà nel corso A, ma quella è di sicuro una C!”

Che vuoi dire?” gli chiede Mattia mentre io credo di aver capito a che si riferisce. “Che C?”

La coppa del reggiseno, no?” dice sghignazzando, imitando le tette con le mani.

Ma no, sarà una B...” gli risponde Riccardo.

Ma l'hai guardata bene? Io dico che è una C!” insiste Daniele.

Facciamo così...” esclama Mattia guardando Riccardo. “Alla festa di Leo, la inviti a ballare e glielo chiedi!”

Ci puoi scommettere che la invito a ballare! Ma credo che se le chiedo una cosa simile mi arriva una sberla!”

Comunque io sono sicuro che è una C” ribadisce Daniele per poi rivolgersi a me: “Giulia cos'è?”

Eh?!”; davvero mi sta chiedendo che misura di reggiseno porta la mia ragazza?! “E che cazzo te ne frega, scusa?!”

Oh, non t'agitare! Era solo per fare il paragone! Più o meno si somigliano...!”

Hai guardato le tette della mia ragazza?!”

Come si fa a non guardarle, sono così...”; si interrompe di colpo, notando l'occhiataccia di Mattia e le mie mani strette nervosamente a pugno.

Fanculo!” dico uscendo dall'aula prima di mettergli le mani addosso.

Eddai Leo, scherzavo!”

L'hai fatto proprio incazzare, eh?!” esclama Alberto mentre io sono già in corridoio.


Resto per qualche secondo fermo davanti alla macchinetta degli snack, indeciso se prendere lo Snickers o le Chipster, ma alla fine prendo un succo di frutta e niente da mangiare: oggi non ho molta fame, speriamo che il mio stomaco decida di aprirsi per la pizza con Giulia.

Alberto ha ragione: Daniele mi ha proprio fatto incazzare; Giulia è bellissima ed è ovvio che tutti la guardino, compresi i miei amici, non sono certo scemo! Ma almeno poteva tenerselo per sé, e che cazzo!

Arriva Daniele e va verso le macchinette facendo finta di niente; prende qualcosa e poi si avvicina a me: “Sei ancora incazzato?”

Tu che dici?!”

Scusa, dai! Va bene?”

Di che ti scusi, che tanto di sicuro lo farai ancora?!”

Non avrei dovuto dirlo.”

Bravo! È proprio questo il punto!”.

Lui apre la sua bottiglietta di Fanta e l'avvicina al brick di succo che ho in mano: “Pace?”.

Io lo guardo male ma poi annuisco: “Pace” dico facendo scontrare il brick con la bottiglietta. “Ma tu pensaci dieci volte, prima di dire certe cose!”

Ok, ricevuto! Comunque al tuo posto... a me non darebbe fastidio, anzi!”

E a me invece dà fastidio!”

Ma perché?! Tanto si vede che è pazza solo di te! Anche se come mai è un mistero!” esclama ridendo.

Ah, è un mistero?!” gli chiedo io alzando un po' la voce. “Non basta che sono il più figo di tutta la scuola?! E non solo di questa, pure della sua!”

Come ho fatto a non pensarci?!” domanda lui ridacchiando mentre viene da ridere anche a me. “Scusi tanto re Leone!”.

Non so se sono davvero il più figo della mia scuola e di quella di Giulia messe insieme, però sul fatto che sia pazza di me, almeno tanto quanto io sono pazzo di lei, direi che non ci sono dubbi; e tra poche ora saremo insieme, in casa sua, da soli.

Forse è giunta l'ora di scoprire davvero che misura di reggiseno porta; o almeno di provarci.


Come ti è andata la versione?” chiedo a Giulia mentre lei finisce di mangiare la sua pizza; io invece non ho più fame e lascio la mia circa a metà.

Bene, era facile!” mi risponde lei sorridendo. “Ma non mangi più?!”

No, sono a posto” dico bevendo un sorso di Coca Cola. “La finirò stasera a cena.”

Sei serio?! In tre mesi non è mai successo!” esclama lei stupita.

A dire il vero credo che in sedici anni, non sia mai successo.

Lo so, ma oggi non mi va. Che ti devo dire?”

Ah, niente... mi fa solo... strano! Di solito se non mi sbrigo a mangiare, punti pure la mia!”.

Io mi stringo nelle spalle: “Eh, lo so... Anche a colazione ho fatto fatica a mangiare.”

Mh... Non è che ti sta venendo l'influenza?”

Oddio, spero di no! Sarà solo una giornata così!”

Speriamo!”

Oppure è l'agitazione per l'ultima interrogazione di matematica che ho lunedì! Mi toccherà passare il weekend a studiare! Domenica mattina devo pure andare a lezione dall'Uomo Talpa!”

Che palle!”

Eh... ma almeno oggi ho preso 8 in inglese!” dico ridendo.

Oh... wow! Non è che mi diventi secchione?”.

Io rido e bevo un altro po' di Coca. “Ah, non c'è proprio rischio!”; a parte l'educazione fisica, l'inglese è l'unica materia dove supero il sei.

Allora a Londra lascerò parlare solo te! Così mi risparmio figuracce!”.

Sorrido un po' malinconico e poi abbasso lo sguardo: “Non lo so se vengo a Londra...” le dico giocando con la crosta della mia pizza.

Oh..., pensavo ti fossi già iscritto!” esclama lei senza riuscire a nascondere la nota di delusione nella sua voce.

Sì, mi sono iscritto, però... non so... dipende”.

Dipende da come sta mamma.

Dipende se mamma è ancora viva.

Dipende se mamma è appena morta.

Dipende.

Di sicuro lei non vuole che tu rinunci” mi dice Giulia con tono dolce, mentre si alza e viene a sedersi a cavalcioni sulle mie gambe; mi sorprende come sia riuscita a capirmi senza che io aggiungessi niente.

Lo so benissimo. Non mi ha neanche lasciato finire di spiegarle di cosa si trattava, che ha voluto firmarmi l'autorizzazione!”

Vedi?!”

Sì, ma... Sono io che non potrei perdonarmi di non esserci, se succedesse... qualcosa.

Lei sospira e mi accarezza il viso: “D'accordo, scusa. Sono una stupida superficiale”.

Io scuoto la testa e le sorrido. “No, non lo sei...” le dico attirandola a me e inspirando il suo profumo; appoggio una mano sul suo viso e la bacio con dolcezza; lei schiude immediatamente le labbra e mi cinge il collo con le braccia, mentre la mia mano si sposta sulla sua nuca e il bacio diventa sempre più appassionato. Ci stacchiamo solo per riprendere fiato per qualche secondo, poi lei si stringe di più a me e ricominciamo a baciarci.

Una sua mano si infila sotto la mia maglietta e comincia piano ad accarezzarmi la schiena con le unghie, procurandomi innumerevoli brividi di piacere; stringo i suoi fianchi tra le mie mani mentre cerco di prendere fiato: credo che non ci siamo mai baciati con così tanta passione. Le mie dita scostano il tessuto leggero della sua camicetta, andando a sfiorare la sua pancia, la sua vita, le sue costole...; dio, che voglia di andare ancora più su! Che voglia di osare!

Ok, lo faccio.

Oso.

Le mie dita salgono ancora più su, fino a toccare il ferretto del reggiseno; mi fermo per qualche secondo, in attesa che lei dica o faccia qualcosa, mentre sento la mia erezione premere prepotente contro i boxer, contro i jeans.

Di sicuro la sente anche lei.

Ho il cuore a mille.

Mi stacco dal bacio per prendere fiato e intanto le mie dita superano il ferretto e sfiorano la stoffa liscia della coppa; allargo la mano, fino ad avvolgere il suo seno, lo stringo piano; lei sospira e sprofonda le mani tra i miei capelli; sento il capezzolo irrigidirsi, attraverso la stoffa sottile.

Cavolo, mi fa impazzire!

Deglutisco e provo a infilare la mano dentro la coppa del reggiseno, ma è terribilmente scomodo; tento allora di sganciarglielo con la mano libera, ma si rivela un'impresa titanica e Giulia non può fare a meno di ridere piano; sta per sganciarlo lei, ma la fermo: voglio farlo io; con entrambe le mani risulta decisamente più facile, e ci riesco quasi subito; la mia mano destra torna sotto la sua camicetta, mentre tengo la sinistra sulla sua nuca e comincio a far scorrere le labbra sul suo collo.

Finalmente la mia mano è a contatto diretto col suo seno e... mamma mia! È così morbido, liscio, soffice..., mi manda proprio ai matti: sono definitivamente perso di lei; e, oltre alla testa, perdo anche la cognizione del tempo: non so nemmeno per quanto me ne sto ad accarezzarglielo, con delicatezza, prima uno, poi l'altro...

Non smetterei mai.

Peccato che mi interrompa lei, quando comincio a sbottonarle la camicetta: “Leo, aspetta” mi dice allontanandosi un po' da me; io annuisco, ritiro le mani e le sfioro le labbra con un bacio; lei appoggia la testa sulla mia spalla e fa un respiro profondo.

È tutto ok?” le chiedo mentre le accarezzo i capelli.

Sì” risponde, per poi sollevare la testa a guardarmi. “Tu? Sei arrabbiato?”

No”; magari un po' frustrato e ancora eccitato; dannatamente eccitato; ma arrabbiato no.

Sicuro?”

Sì” le rispondo accennando un sorriso. “Ti ho dato fastidio?” le domando un po' imbarazzato.

Giulia arrossisce e abbassa lo sguardo: “No, anzi...” dice prendendomi le mani tra le sue e giocando con le mie dita. “È che... non lo so... l'idea che tu mi vedessi..., mi vergognavo, ecco!”

Scusa, non volevo metterti a disagio.”

Non ti scusare” mi dice guardandomi negli occhi e diventando, se possibile, ancora più rossa. “È stato bello.”

Sì?”

Sì”; lei sorride e si mordicchia le labbra: “È solo che... troppe emozioni tutte insieme e... insomma..., non ero pronta a lasciare che mi vedessi”.

Io le accarezzo il viso col dorso della mano: “Va bene.”

Davvero non sei arrabbiato?”

No!” esclamo ridendo. “Come faccio a fartelo capire?”

Ok. Una cosa alla volta?”

Una cosa alla volta” dico dandole un bacio sul naso.


Quando rientro a casa, sono da poco passate le 17; Asia non c'è, e papà è seduto al tavolo della cucina a compilare il registro delle spese: è una cosa di cui si è sempre occupata mamma, e lui impiega il triplo del tempo per farlo, e brontola sempre per qualcosa.

La bolletta della luce è di nuova alta” mi dice mentre appoggio il cartone con gli avanzi della mia pizza sul bancone della cucina; ecco: come volevasi dimostrare.

Eh, dillo ad Asia, che fa partire la lavatrice pure se dentro ci sono solo due magliette, e che si stira pure le mutande!”

E tu lasci sempre le luci accese...”

Ma non è mica colpa di quello! Quelle non consumano niente!”

Ah..., domenica ricordami di darti i soldi per il professore, così saldiamo.”

Ok... Finalmente! Uomo Talpa... addio!”

Dipende! Se in matematica vieni rimandato, ti tocca andarci per tutta l'estate.”

No, eh!”

Vedi di prendere un buon voto, allora.”

Vabbè, ci provo... A proposito! In inglese ho preso 8!”

Oh, meno male! Non è il 9 che ti avevo chiesto, ma ci accontentiamo!” dice lui chiudendo il quadernone. “La mamma sarà contenta.”

Ci andiamo insieme, più tardi?”

Sì, tanto faccio in tempo. Ho il turno di notte. Però adesso vai a studiare matematica.”

Studio domattina.”

Ah già, è vero che domani è vacanza! Beh, comincia comunque, che poi lo so come va a finire: che ti chiamano i tuoi amici o la tua ragazza... ed esci!”

Ma no, fidati, studio!” dico mentre esco dalla cucina per andarmene in camera.

Ma hai lasciato la pizza?!”

Sì..., non mi andava più. La finisco stasera.”

Ah... ok. Ma non è che per caso hai mangiato un sacco di schifezze a scuola, e ti sei rovinato l'appetito?”

No...”

È la verità?”

Sì, papà!”

È troppo strano che tu lasci la pizza... Ti senti bene?”

Ma sì!” esclamo io ridendo, andando verso la mia stanza.

Mi butto sul letto e non posso che pensare a Giulia; provo una sensazione incredibile: lungo il tragitto per tornare a casa, mi sembrava di camminare a un metro da terra; mi era quasi venuta voglia di scrivere a Mattia per raccontarglielo, ma poi ci ho ripensato: preferisco tenerlo per me.

Cazzo, non vedo l'ora di poterla toccare ancora..., e non vedo l'ora di poterla guardare; speriamo che non passi troppo tempo. Ripenso alla morbidezza del suo seno nella mia mano, ai capezzoli turgidi sotto le mie dita, ai suoi gemiti sospirati...

Ok, direi che ho bisogno di andare in doccia.

E di restarci a lungo.


   
 
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