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Autore: perfect storm    01/12/2017    1 recensioni
"La zona del silenzio si trova in Messico, vicino a Ceballos. Molti avvenimenti inquietanti e inspiegabili hanno caratterizzato questo lembo di terra: gli abitanti dei villaggi vicini la definiscono una zona spettrale, a cui è meglio stare alla larga, poichè pare sia un luogo maledetto pieno di spiriti malvagi."
Ho scovato per caso informazioni riguardanti questo luogo navigando sul web, mi hanno incuriosita, fino a spingermi a scriverci una storia. Ogni capitolo è a sé stante e si concentra su un particolare avvenimento avvenuto nella zona del silenzio. Ogni singola storia ha matrice - forse - veritiera.
Enjoy!
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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1966, Messico, sessanta chilometri da Ceballos e ai piedi del monte Sant'Ignacio.
 
 
 

L'avvoltoio stava finendo di spolpare la carcassa di coyote quando vide una jeep grigia stagliarsi all'orizzonte e avvicinarsi con velocità al punto in cui si stava concedendo un lauto pasto, nel bel mezzo della strada asfaltata. Il volatile dovette allontanarsi affranto dalla preda appena scoperta per non essere travolto dall'auto. 

A bordo, un uomo sui trent'anni, guidava emozionato verso il punto in cui tutta la sua vita sarebbe cambiata: con la scoperta di quell'enorme giacimento di petrolio a Monclova, la Pemex, il maggiore ente petrolifero messicano, lo avrebbe pagato profumatamente, permettendogli di sistemarsi per sempre in una bella casa in California con la sua famiglia.

A lato del guidatore, sistemato sul sedile del passeggero, un sofisticato macchinario dall'impronunciabile marca tedesca continuava a emettere suoni, segnalando che tutta la zona circostante all'auto facesse parte di un giacimento petrolifero. Lo strumento, dotato di uno schermo simile a un radar, segnalava in particolare una zona a pochi chilometri da lì. Harry De La Pena continuava a guidare agitato, spingendosi in una landa sempre più desolata.
Ora persino il gruppetto di avvoltoi che aveva continuato a seguire lui e gli altri ingegneri dappertutto durante l'installazione dell'impianto Pemex era sparito; e De La Pena aveva una strana percezione in quel momento, come se qualcosa non andasse, ma nemmeno lui sapesse cosa. Frenò, rallentando l'auto e soffermandosi sul paesaggio - se così si poteva chiamare - che si parava davanti ai sui occhi: nessuna forma di vita vegetale, assenza di insetti e presenza di eccentriche rocce azzurre qua e là, sicuramente non tipiche del luogo. Aguzzando la vista, scorse a parecchi metri dalla strada un'ombra verdastra: incuriosito scese dalla vettura e, avvicinandosi guardingo, rimase inorridito da ciò che vide. Poteva essere una lucertola, ma qualcosa doveva essere andato storto nella crescita o nel Dna stesso: la testa era abnorme rispetto al corpo secco e rattrappito. L'essere pareva morto ma l'improvvisa apertura delle palpebre e il movimento delle pupille fecero pensare Harry del contrario.
Poi, a pochi metri dalla lucertola, un altro essere catturò l'attenzione di De La Pena: una piccola testuggine, anch'essa mutata in un qualcosa di irriconoscibile; con il guscio troppo piccolo per gli arti gonfi e ingrossati e la testa coperta di escrescenze simili a sacche, che impedivano l'animale di vedere e sollevare la testa.
Che diamine era successo là?
Scosso l'uomo ritornò alla macchina chiedendosi cosa fosse accaduto a quegli animali:ce n'erano altri? L'area era stata frutto di esperimenti? Con altre domande per la testa, rientrò in auto, rendendosi conto, però, di qualcosa che prima non aveva notato: l'aggeggio di manifattura tedesca, aveva smesso di emettere suoni e infastidirlo. Temendo si fosse scaricato, o peggio, rotto, De La Pena stava per premere il pulsante di accensione, ma si fermò, notando che il macchinario era effettivamente acceso e funzionante, semplicemente non suonava più, nonostante la zona fosse ricca di petrolio.
Incuriosito avvicinò un orecchio allo strumento, mentre tentava di alzare il volume nella speranza di sentire qualcosa, senza ottenere risultati.
Come avrebbe fatto ora a ritrovare la zona contrassegnata di prima?
Decise di contattare la base con la radio, per ricevere istruzioni su come si sarebbe dovuto comportare in un caso come quello. Premuto il pulsante di accensione, girata la manopola per trovare il segnale giusto, Harry ebbe un déjà vu: la radio, come lo strumento di rilevazione, era assolutamente muta. Nessun suono, rumore o crepitìo a rompere quella barriera di silenzio che si era creata dal momento in cui aveva fermato la jeep. 
Confuso Harry inserì la chiave nel cruscotto per andarsene da quel posto che ormai lo aveva turbato abbastanza. 
Il destino, però, pareva volesse accanirsi su di lui quel giorno, perché, girata la chiave, il motore iniziò a grattare, segno che il motorino di avviamento era rotto.
E lui non poteva muoversi di lì. Almeno, non con la macchina. Non aveva che una bottiglietta d'acqua mezza piena - o vuota - con sè, perchè pensava di metterci meno di 2 ore a scovare quel benedetto giacimento, con tutto  il tempo di ritornare al villaggio e bersi una bella birra fredda.
Quel maledetto coso tedesco di ultima tecnologia era assolutamente inutile e così pure la radio, accesa ma inutilizzabile. Non sapeva se mettersi a ridere istericamente o a piangere, e illogicamente pensò: non è sempre così? Qualche piccolo errore incasina sempre tutto. Perché mi sono voluto fermare a guardare quei rettili mezzi alieni?
Nel bel mezzo di un deserto dimenticato da Dio, lontano chilometri da una qualunque costruzione umana, con forse quattro sorsi d'acqua a rallegrare il suo cammino. Magnifico. 
Scese dalla macchina sbattendo la portiera con violenza, imprecando a mezza voce; poteva aspettare lì dove si trovava, sperando su una squadra che lo sarebbe venuto a cercare nel momento in cui non fosse tornato alla base?
O era meglio incamminarsi verso la direzione da cui era venuto?
Girava in tondo sperando in un miracolo, una rivelazione dal cielo. Come se non bastasse gli sembrava di essere in un forno, il clima desertico non aiutava proprio e aveva inoltre preso a sudare come non mai, trovandosi in una situazione di merda come quella.
Cosa fare? 
D'un tratto riaprì la portiera per afferrare la radio e preso da un moto di rabbia la scaraventò dietro l'auto, sulla strada.
L'oggetto volò per qualche metro per poi schiantarsi al suolo senza troppo rumore, lasciando alcuni frammenti di vetro. 
Qualche dio lassù aveva però deciso di aiutare De La Pena, perchè il silenzio  assordante del deserto fu rotto da un leggero e fastidioso ronzio, creato dalla radio ancora apparentemente funzionante.
E un forte accento americano prese a parlare, compiendo il miracolo:
"Qui Chuck, ci sei bello? Ripeto, qui Chuck dalla base, Harry ci sei? Merda sarà la sesta volta che lo ripeto, rispondi!"
Scioccato De La Pena si avvicinò alla radio per raccoglierla da terra.  A parte la manopola del volume saltata via e il vetro rotto, la radio stava bene, non c'erano danni gravi, grazie a Dio.
Premette un bottone per rispondere - "Chuck ti ricevo, sono arrivato in una zona secondaria rispetto alla strada prescritta, il coso tedesco la segnalava come piena di petrolio; ma la macchina non parte più e così lo strumento - e pensavo  anche la radio"
"Cazzo, mando una squadra a prenderti, dove sei andato a finire?"
"Dopo il cartello per il Monte S.Ignacio  ho preso una strada a sinistra, è asfaltata e va in discesa."
"D'accordo, non so quanto ci metteremo, ma ti voglio attaccato a quella radio in ogni momento"
"Certo"
Harry rimase ancora in linea nonostante Chuck avesse chiuso la comunicazione, a fissare stranito la radio miracolata.
Com'era possibile? Calo di batterie?
Con ancora la radio accesa decise di ritornare in auto, almeno per stare un po' all'ombra. Ma fatti pochi passi, il ronzio della radio sparì e De La Pena perse un battito. Ma che..?
Si fermò impietrito, sventolò la radio di quà e di là, poi, colpito da un'illuminazione, fece un passo indietro. E la radio ricominciò a funzionare.
Rifece un passo avanti e la radio si zittì, tornò indietro e il rumore riprese. Ancora: uno avanti e uno indietro, e ancora silenzio e poi suono. Aveva capito questo giochetto. Lasciò la radio a terra dove potesse avere segnale e si avvicinò alla macchina per prendere lo strumento tedesco e provare la sua teoria  appena messa in piedi.
Superò la radio con in braccio l'oggetto e subito anche questo riprese a funzionare. Assurdo. D'improvviso un altro pensiero gli balenò in testa: forse era così anche per la macchina. Tanto valeva provare, erano solo pochi metri.
Mollò per terra l’aggeggio tedesco e corse verso l'auto preso da chissà quale entusiasmo. Si assicurò di avere tolto il freno a mano e prese a spingere con tutte le sue forze il cofano dell'auto. Questa, lentamente iniziò a muoversi, e con più sforzo Harry riuscì a superare entrambi gli oggetti a terra, che delimitavano un'area, a quanto pare, senza segnale.
Ma una volta superato il limite e girate le chiavi nel cruscotto non ci fu niente da fare: la cara jeep pick up del '57 era andata, dopo tanti viaggi e disavventure. Era troppo sperare nel caro vecchio “non c’è due senza tre”. Eppure gli strumenti elettronici parevano essere invece sotto qualche tipo di incantesimo che non li faceva funzionare. Non poteva trattarsi semplicemente di mancanza di segnale, le squadre di ricerca si erano trovate tante volte in luoghi ben più desolati e distaccati dalla civiltà…

Harry si sedette dentro l'auto nonostante ora la temperatura lì dentro sfiorasse quasi i cinquanta gradi e aspettò che Chuck si rifacesse vivo o che una squadra di soccorso saltasse fuori dal nulla.
Dopo quelle che gli parvero ore sentì il rombo di motori avvicinarsi e dietro di lui apparvero una decina di jeep lucenti con a bordo almeno tanti uomini. Era salvo.




Angolo di quella che scribacchia:
Dunque: questo è il capitolo/oneshot più lungo che io abbia mai scritto. E non ho neanche cominciato.
Avevo iniziato a scrivere questa storia praticamente due anni fa e ora finalmente ho il coraggio di postarla. 
Da grande ammiratrice di Michael Crichton ( Congo, Jurassic Park, Andromeda, Preda, sono suoi titoli che mi vengono in mente per primi)  volevo dare a questa storia un tocco simile al suo: un mix tra fantascienza e realtà. Spero di avervi dato un'idea.
Mi farebbe molto piacere leggere delle recensioni per vedere dove posso migliorarmi ( se trovate errori grammaticali per favore segnalatemeli!) e per sapere se la storia vi è piaciuta. 
Cheers :) 
  
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