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Autore: Vago    02/12/2017    3 recensioni
Questo mondo è impazzito ed io non posso farci nulla.
Non so cos'hanno visto in me, ma non sono in grado di salvare chi mi sta vicino, figurarsi le centinaia di persone che stanno rischiando la vita in questo momento.
Sono un allenatore, un normale allenatore, non uno di quegli eroi di cui si parla nelle storie sui Pokémon leggendari.
Ed ora, isolato dal mondo, posso contare solo sulla mia squadra e sulle mie capacità, nulla di più.
Sono nella merda fino al collo. No, peggio, sono completamente fottuto.
Non so perchè stia succedendo tutto questo, se c'entrino davvero i leggendari o sia qualcosa di diverso a generare tutto questo, ma, sicuramente, è tutto troppo più grande di me.
Hoenn, Sinnoh, due regioni in ginocchio, migliaia di persone sfollate a Johto dove, almeno per ora, pare che il caos non sia ancora arrivato.
Non ho idea di come potrò uscirne, soprattutto ora che sono solo.
Genere: Avventura, Introspettivo, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Rocco Petri
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Videogioco
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­­­­­­­­­­­­Rocco prese fiato, per poi cominciare a parlare.
- Cercherò di spiegarvi tutto, dal principio, ma potrebbe volerci parecchio tempo. Saprete ormai tutti cos’è un Custode, o, meglio, un progetto Custode… -
L’allenatore dai capelli grigi si interruppe di nuovo, deglutendo la saliva che gli aveva occupato la bocca. I suoi occhi spaziarono per un secondo sul soffitto, mentre cercava di riordinare le informazioni in suo possesso per poi proporle ai tre ragazzi che aveva davanti.
- Vi spiegherò tutto, promesso. Però dovete lasciarmi partire da lontano, molto lontano. Vi farò, però, a versione corta. La creazione dell’universo, le leggende vogliono che sia stata ad opera di Arceus, il primo essere ad esistere, lui creò i leggendari in un primo momento, perché governassero su ciò che era stato creato. La terra, i mari, il cielo, le correnti, la vita nelle sue sfaccettature, il tempo, lo spazio, l’ordine e il caos, non andrò a farvi una lezione di teologia, tanto queste cose bene o male le conoscete tutti. Da quel primo prototipo di essere vivente, Mew, si generarono umani e pokémon. Gli umani, con il loro crescere di numero cominciarono ad rivelarsi pericolosi per i pokémon primevi, quelli che oggi chiamiamo leggendari, non tanto per la loro natura, quanto per ciò che si portavano dietro, in primis le guerre. Non si sa bene in che periodo storico, non sappiamo nemmeno se sia stato per ordine di Arceus o meno, ma ad ogni leggendario venne assegnato un umano che lo proteggesse, un umano che sarebbe stato incapace di essere un allenatore. I Custodi. Ora, c’è un legame tra un Leggendario e il suo Custode, qualcosa di viscerale che viene impresso prima ancora della nascita del nuovo umano che assumerà l’incarico dopo la dipartita del suo predecessore, questo legame porta anche quell’individuo ad assomigliare molto al pokémon che dovrà proteggere, non potrete mai trovare un Custode che sia in disaccordo con il proprio protetto. –
Rocco si prese una pausa, inumidendosi le labbra.
- Appurato questo, i leggendari sono stati creati da Arceus, tutti, sono come frammenti di quel pokémon. Questo porta a un problema logico, un uomo può essere simile a uno qualunque dei Leggendari, ma non a tutti insieme, ciò comporta l’assenza di un Custode legato, appunto, ad Arceus. Torniamo ad oggi, o meglio, a qualche anno fa. I Custodi esistono da secoli, alcune culture li chiamano Guardiani, altre Prescelti, poco importa. È stato avanzato un progetto di ricerca su di loro, con lo scopo di salvaguardare la loro incolumità e scoprire di più su questi pokémon mitologici. Le ricerche vennero condotte su due diversi fronti, quello scientifico e quello sperimentale, il primo era portato avanti da un equipe dei migliori ricercatori esistenti, l’altra da allenatori che si fossero dimostrati tra i più bravi al mondo nel loro campo. –
Mi sentii come costretto ad interrompere quel discorso, avevo una domanda che premeva troppo sulla punta della lingue per essere rimandata. – Tu facevi parte di quegli allenatori? –
Mi sentii liberato quando quelle parole mi uscirono di bocca.
- No. Me lo chiesero, ma rifiutai. Tuo padre ne faceva parte. –
Mi sentii cadere il mondo addosso. Mio padre? Era davvero uno di quelli che portavano avanti questo posto?
- Cosa è successo, qui? –
- Non lo so con precisione, ma Fosco mi disse qualcosa in confidenza, un paio di volte. Negli ultimi anni il protocollo era cambiato, c’era un solo progetto all’interno di Ciclanova, Progetto Custode nome in codice Mary. Era entrata da bambina e, vista in lei una grande potenzialità, non è stata cresciuta, è stata addestrata, probabilmente sotto contratto con qualcuno negli alti ranghi dell’esercito. Un soldato legato a un pokémon leggendario, l’arma perfetta. Fosco accettò di far parte di questo mondo tardi, a progetto già avviato. Conoscevi tuo padre, non gli piaceva la roba militare, come la chiamava lui. Sfruttammo le nostre battute di pesca a Sinnoh e le informazioni che riusciva a trovare qui dentro per cercare di individuare Karden prima dei suoi colleghi, in modo che non potessero creare una seconda arma, un secondo Progetto Custode. –
Karden si protese in avanti, con gli occhi socchiusi puntati su di Rocco. – E poi? –
- E poi è successo qualcosa, non so bene cosa. Per un paio di mesi tentarono di portare avanti un progetto parallelo, Iride si chiamava, ma non so altro, poi i ricercatori cominciarono a morire uno dopo l’altro e, finiti quelli, a scomparire furono gli allenatori. Incidenti sul lavoro, incidenti domestici, nessun omicidio confermato. Non appena Fosco comprese di essere in pericolo fece due cose, la prima, per quanto io fossi fortemente in disaccordo, contattò l’Università di Medicina di Kanto perché il soggetto Mary terminasse lì la sua formazione in un corso accelerato, costringendomi a fare da garante per lei. Aveva deciso di mandare un’arma vivente a studiare il corpo umano, giusto perché non era abbastanza pericolosa… -
- Non sono un’arma vivente. – ribatté secca Mary, alzandosi in piedi di scatto.
- Cosa saresti altrimenti? Nail mi ha detto che hai sfondato la testa di un uomo. –
Probabilmente si sarebbero uccisi a vicenda, continuando di quel passo.
- Non mi interessa sapere se Mary è un’arma, un medico, un’infermiera, la mia sorellastra o una raccomandata del cazzo. Qual è la seconda cosa che fece mio padre? –
Avevo la testa che pulsava per la stanchezza, l’ultima cosa che volevo sentire erano dei litigi inutili su cose successe anni fa.
E poi, porca puttana, mio padre è morto ed io scopro solo ora che, sapendo che sarebbe successo, ha sprecato il suo tempo a salvare degli estranei.
- La seconda cosa che fece, - riprese l’allenatore dai capelli grigi gettando un’ultima occhiataccia a Mary, che stava tornando a sedersi – fu volare dritto a Sinnoh, intercettare Karden, il soggetto vagante, per cercare metterlo in guardia su qualcuno che lo poteva star seguendo. –
Ecco perché qualcuno doveva darsi il fastidio di pensare alla mia incolumità.
- E così, più o meno, siamo arrivati a oggi. – dissi – Sai qualcosa su chi possa aver ucciso tutta quella gente? O, magari, hai qualche informazione su Iride? –
- No e no. Purtroppo. – fu la risposta che mi arrivò.
- Il fatto che hai mancato l’appuntamento che ci eravamo dati? –
- Sono andato a nord, sperando di intercettare il volo della squadra che era di ritorno, ma la tempesta mi ha colto alla sprovvista e mi ha costretto a rifugiarmi in una grotta per tutta la mattinata. Ho paura che i tuoi colleghi non torneranno mai a Hoenn, ho pattugliato il cielo per chilometri e di loro non c’era traccia. -
- Va bene. Anzi, non va un cazzo bene… Io devo andare a dormire, prima, però: Mary, ho bisogno che controlli il mio gesso, ho paura che si sia rovinato troppo nella battaglia con Jacob. –
Mi alzai e, trascinando i piedi sul pavimento, mi portai nel dormitorio.
Il materasso si piegò appena quando mi ci sedetti sopra, protendendo il braccio sinistro avanti.
- Come stanno questi? – chiesi al volto nascosto dai capelli bruni che mi stava davanti.
- Alcuni si potrebbero rimettere già domani, altri ne avranno per delle settimane. – mi rispose lapidaria la Custode.
Cosa potevo dirle, ancora? Quello che ci aveva detto Rocco era qualcosa di enorme da mandar giù. Mio padre le ha probabilmente salvato il culo mandandola a Kanto, ha messo in fuga Karden dicendo di proteggerlo, è venuto a casa per morire in quell’incendio e lasciarmi orfano. Stupendo.
Questo ci legava tutti e tre. Ed io in quel quadro non c’entravo un benamato cazzo.
Grazie papà, grazie mille. Non potevi accontentarti del tuo lavoro da superquattro, vero?
Porca puttana.
Sospirai.
Forza, Nail, cerca di fare conversazione.
- Come va la ferita al fianco? Ho provato a disinfettarla al meglio con quello che ho trovato. –
- L’ho ricucita mentre eri fuori. Guarirà, prima o poi. –
Tentiamo con altro…
- Non ti ho ancora ringraziato per bene, per prima. Non ci fossi stata tu a Ceneride, forse non sarei riuscito a vincere. –
- Ho fatto quello che andava fatto. Questo gesso è da cambiare. Rimani un attimo qui fermo, torno subito. –
Mary uscì dalla stanza a passo rapido, lasciandomi da solo con i feriti.
Karden e Rocco che fine avranno fatto?
Non credo siano diventati migliori amici.
Mi sdraia sul letto impolverato, guardando il soffitto.
Distrattamente presi dal suo supporto nella cintura la sfera di Gardevoir, cominciando a strofinare la superficie lucida con i polpastrelli della mano destra, cercando di togliere la patina che mia madre ci aveva spruzzato sopra.
Rocco ha messo troppa carne al fuoco.
Mio padre, questo posto, i ricercatori, gli allenatori, i militari…
E poi il progetto Iride. Non ho visto niente con quel nome, quando ho avuto accesso al pc. Domani dovrò chiedere a Mary di cercare qualche informazione per me.
Un’arma… Mio padre deve aver pensato che non avesse il cervello completamente fottuto dall’addestramento, se ha deciso di mandarla a Kanto per allontanarla da tutto il casino che c’è stato qui.
In questo momento devo solo ringraziarlo di averla fatta studiare da medico e non da ingegnere, chi cazzo me lo avrebbe rimesso a posto il braccio, altrimenti?
Sbadigliai, esausto.
Da quante ore ero sveglio? Dopo quante ore di sonno, per lo più?
Se solo un paio di questi allenatori fossero in grado di reggersi in piedi, nei prossimi giorni, sarebbe tutto più facile. Potrei lasciarli qui a fare la guardia, togliendomi un problema.
Tanto le loro sfere e i loro stramaledetti styler sono tutti ammucchiati in una sacca, da qualche parte. Dovremmo aver preso tutti i loro effetti personali, quando li abbiamo rapiti dal centro medico.
Mi chiedo se Jacob fosse a Ceneride per noi oppure se fosse stato mandato per eliminare questi poveri sfigati.
Sembrava stupito di vedermi, forse non mi hanno intercettato, alla fine. Dopotutto per loro, chiunque siano, io ero morto sotto quelle macerie a Memoride. E in teoria lo sono ancora, nessuno ancora in vita mi ha visto dall’incidente in quella grotta…
La sfera di Gardevoir mi scivolò dalle dita, cadendomi sul petto, ma non me ne accorsi nemmeno tanto il mio sonno si era già fatto pesante.
   
 
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