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Autore: bibi_piccola_peste    23/06/2009    3 recensioni
"amami adesso,per sempre" gli dissi prendendo tra le mani quel viso che era diventato l'unica mia ragione di vita e proprio la mia vita era cambiata in pochi mesi grazie a quegli occhi color cioccolato. La mia prima storia sui Tokio Hotel...spero vi piaccia ^-^
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8°




Ormai era quasi giunta sera, ma si poteva ancora notare, il leggero chiarore color arancione del tramonto che spuntava da dietro le vecchie case che si stagliavano davanti alla finestra della mia cucina.
Rimasi incantata a guardare quello scenario, finchè Sophie appoggiandomi una mano sulla spalla mi ridestò da quello stato di trance .
"ehi Don guarda che il caffè è pronto...in questi giorni sei sempre così assente..." fece una pausa porgendomi la tazza fumante e con tono malizioso aggiunse " non sarà mica colpa di mio nipote vero??"

Non feci a meno di scoppiare a ridere... ve lo sareste mai immaginato che la donna ( che, altro non’era che il mio capo) che ora se ne stava seduta davanti a me,con fare sbarazzino e per di più con il mio Bart acciambellato sulle gambe fosse la zia dei gemelli?
Quando Bill me lo raccontò ne rimasi a dir poco sconvolta...e da quel giorno compresi finalmente come quest’ultimo avesse fatto a farmi assumere in meno di 5 minuti.
Sophie si era dimostrata molto gentile, persino da offrirsi di aiutarmi a mettere a posto l’appartamento e rivelandosi anche una buona amica nonostante la sua età.

Dopo aver finito di bere il caffè riportai le due tazze nel lavandino per lavarle, quando il citofono suonò.
"vado io" non feci nemmeno in tempo a chiudere l’acqua che Sophie aveva già preso in mano la cornetta del citofono, che chiuse poco dopo andando a prendere la sua borsa e il suo giaccone.
"sta arrivando il tuo innamorato, divertitevi!!" la salutai sventolando la mano e mi avviai verso la porta per aspettare il moretto.

Mi aveva detto che oggi sarebbe stato pieno di interviste, ma dal sorriso furbetto che mi aveva rivolto lo scorso pomeriggio, avevo la strana sensazione che la sua testolina stesse macchinando qualcosa.
E appena lo vidi arrivare con in mano un mazzo di rose rosse e una strana busta che portava sotto braccio, i miei dubbi non furono che confermati.
Mi avvicinai pian piano a lui, fino ad alzarmi in punta di piedi per schioccargli un bacio a fior di labbra.
Ancora sulla soglia della porta mi porse il mazzo di rose.
"per lei mademoiselle" disse avvicinandosi di nuovo alle mie labbra per poterle sfiorare con le sue, e cingendomi i fianchi mi guidò fino al tavolo dove mi fece cenno di sedermi.
Aveva uno strano sorriso stampato in faccia, che si allargò ancora di più quando mi porse la busta bianca.
Rimasi qualche secondo a fissarla finchè Bill non mi incoraggiò ad aprirla, qualcosa mi diceva che se non mi sarei sbrigata l’avrebbe aperta lui.
Tirai fuori il contenuto che poi si rivelò essere un mucchio di fogli che all’inizio non riuscii ad identificare.
Poi una frase colse la mia attenzione:

miss. Donia V. siamo lieti di annunciarle che è stata accettata al primo anno di studi
nei pressi dell’Accademia delle Belle Arti di Berlino...


non riuscii più a continuare a leggere perché la vista diventò appannata e mi ritrovai a piangere di gioia.
Corsi verso il moretto, che fino a quel momento era rimasto in silenzio godendosi la scena, abbracciandolo di getto e quasi facendogli perdere l’equilibrio ma in quel momento non ci feci caso.
" sì...ho proprio azzeccato" disse fiero, scompigliandomi i capelli prima di tirarmi su il viso e asciugarmi le lacrime mentre sussurrava "guarda ora ti si è sciolta tutta la matita" facendomi ridere.
"questo è il regalo più bello che avresti potuto farmi" gli sussurrai appoggiando la testa sul suo petto.
Lo sentii ridacchiare.
"per fortuna che la segretaria era una mia fan, sennò credo che sarei rimasto tutto il giorno a fare la fila solo per un modulo di iscrizione da compilare"
Lo guardai con occhi sgranati, già incominciando a farmi i soliti filmini mentali di una bellissima segretaria che lo guardava con occhi ammiccanti e lui parve accorgersene perché rise ancora di più.
"tranquilla avrà avuto 50 anni come minimo" e senza smettere di ridere si abbassò fino ad appoggiare le labbra sul mio orecchio e sussurrò "gelosa?"
"chi io?" dissi senza guardarlo in faccia.
"su dai ammettilo" disse mettendo il broncio.
"va bene te lo concedo... un pochino" dissi abbracciandolo.

Momenti come questi erano veramente rari, Bill era sempre via e quando finalmente riuscivamo a stare un po’ da soli puntualmente venivamo interrotti –specialmente da suo fratello-.
Rimanemmo abbracciati per non so quanto tempo finchè non ci trovammo entrambi sdraiati sul letto, uno davanti all’altra. Senza mai spostare lo sguardo dai suoi occhi ormai ipnotizzata da quelle due pozze color cioccolato, lo vidi avvicinare il viso al mio fino ad appoggiare la fronte alla mia e avvolgendomi i fianchi con le sue braccia mi fece scivolare sotto lui, fino a sentire il suo corpo premere contro il mio.

Sentivo il respiro farsi corto e i suoi baci scendere fino al collo.
Dire che avevo le farfalle nello stomaco era poco, un senso d’ansia s’impadronì di me mentre incominciava a far scendere la zip della mia felpa.
Lo sentii fermarsi di colpo e posizionarsi di nuovo al mio fianco.
Senza mai spostare lo sguardo dai miei occhi sussurrò:
"ehi, non avere paura, non ti costringerò a fare niente contro la tua volontà e non c’è niente di cui tu debba avere paura"
Quelle parole ebbero l’effetto desiderato perché in tutta risposta appoggiai le mie labbra sulle sue come una specie di consenso.
E lui...bè non se lo fece ripetere due volte.
Presto i vestiti finirono sparsi nel pavimento, e l’ansia di prima venne rimpiazzata da un sentimento nuovo, che non avevo mai provato prima: passione.

Cullati dal rumore della pioggia che sbatteva sui tetti di Berlino facemmo l’amore per la prima volta e in quel preciso istante in cui le nostre anime si unirono in una cosa sola e i nostri corpi bollenti si sfiorarono in estasi sentii di non essere più sola.

"ti amo" sussurrai ancora ansimante.
"ti amo anch’io" sussurrò a sua volta abbracciandomi.
Ci baciammo un’altra volta, prima di cadere entrambi in un sonno profondo.











-angolino dell'autrice-

chiedo perdono per il ritardo a dir poco osceno >.< ma questa volta non è colpa mia...purtroppo la connessione ha deciso di abbandonarmi e credo proprio che dovrò chiamare un tecnico, per ora sto usando internet a casa di un mio amico... ma non ho proprio idea di quando potrò postare il prossimo capitolo ç.ç
comunque...spero che il capitolo vi sia piaciuto =) ringrazio tutti quelli che hanno commentato e letto fino ad ora la mia storia vi adoro *.*
baci by bibi




  
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