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Autore: Kano_chan    02/12/2017    2 recensioni
Selenis Lucis Caelum, nipote di Re Regis e cugina di Noctis, accompagnerà quest'ultimo nel suo viaggio assieme ai suoi amici di sempre: Gladiolus Amicitia, Prompto Argentum e Ignis Stupeo Scientia. Assieme affronteranno i nuovi pericoli che si metteranno sul loro cammino.
Se avete voglia di ripercorrere la trama di FFXV con l'aggiunta di qualche novità, Something Wild fa per voi!
~~~~~
Dall'Epilogo:
"Fine"
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gladiolus Amicitia, Ignis Stupeo Scientia, Noctis Lucis Caelum, Nuovo personaggio, Prompto Argentum
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Succarpe, Treno Imperiale Magna Fortia, vagone passeggeri.

Selenis guardava fuori dal finestrino della carrozza senza dare il minimo peso al paesaggio che vi passava oltre. Era il medesimo da diversi giorni ormai e se aveva avuto una qualche attrattiva all’inizio, ora era del tutto scomparsa.
La traversata che li aveva condotti da Altissia in terra Imperiale durava da sette giorni, e non aveva fatto altro che confermare le preoccupazioni della ragazza riguardo i rapporti tra i suoi amici. Noctis si era chiuso in sé stesso, parlando solo quando veniva interpellato e in tutti i casi il meno possibile. Passava gran parte del tempo per conto suo e spesso con lo sguardo perso nel vuoto. Il suo comportamento non aveva fatto altro che accrescere il disappunto di Gladio, rafforzato anche dal fatto che l’anello dei Lucis continuasse a riposare nella tasca della giacca del principe. Sembrava quasi che Noctis lo temesse ed era facile intuirne il motivo…
Per quell’unico oggetto, Nifelheim aveva distrutto tutto ciò che amava.

Ignis invece cercava di fare da mediatore tra i due amici, mentre Prompto tentava di stemperare il clima piuttosto gelido comportandosi in modo allegro come aveva sempre fatto. Nonostante questo, anche in lui era avvenuto un impercettibile cambiamento; lo si poteva notare dal suo sguardo preoccupato e da come a volte si perdesse nei propri pensieri. Selenis, dal canto suo, cercava di comportarsi normalmente, ricacciando il più a fondo possibile le insicurezze e le paure che la assalivano. Le sue notti proseguivano nell’agitazione più assoluta, lasciandola ogni giorno sempre più stanca.
I cinque ragazzi, una volta raggiunto l’attracco di Succarpe, avevano salutato Cid che sarebbe tornato a Lucis, e non appena la Regalia era stata caricata sul treno, erano ripartiti.
La linea ferroviaria Imperiale avrebbe attraversato diverse regioni, per poi terminare la propria corsa a Gralea, capitale del regno.

Il treno stava in quel momento passando per una zona costiera dall’aspetto brullo molto simile a quello di Duscae a Lucis. Il caldo si faceva sentire nonostante l’aria condizionata del vagone, rendendo l’aria oziosa. Gli altri passeggeri, pochi in quel momento, stavano quasi tutti in silenzio, assopiti o intenti in qualche lettura.
Selenis distolse lo sguardo dal finestrino solo quando sentì Prompto sospirare seduto sul sedile dall’altra parte del corridoio della carrozza.

-    Allora passeremo da Tenebrae? – disse per interrompere quel silenzio che durava anche da troppo tempo.

La ragazza guardò Noctis seduto di fronte a lei, che però non diede segno di aver udito le parole dell’amico.

-    Non prima di aver fatto visita al mausoleo reale di Cartanica – replicò Ignis seduto accanto al pistolero.

La sua vista in tutti quei giorni non era minimamente migliorata e probabilmente, anche se nessuno voleva dirlo ad alta voce, non lo avrebbe mai fatto.

-    Sei sicuro di farcela? – domandò preoccupato Prompto.

Prima che partissero da Caem, il generale Cor aveva comunicato loro di aver scoperto un ulteriore mausoleo situato nella zona estrattiva di Cartanica, prossima meta del loro convoglio. Il sito era in disuso da diversi anni e di sicuro non era il terreno adatto ad una persona non vedente.

-    Le ferite sono guarite – rispose Ignis dopo un istante – la vista tornerà con il tempo – aggiunse senza che nessuno osasse ribattere.

Selenis osservò l’amico. Stava dimostrando una forza d’animo fuori dal comune, e questo faceva stare ancora peggio la ragazza, che invece non riusciva a darsene pace..
Il profilo di Ignis venne improvvisamente oscurato dalla mole di Gladio, che alzatosi dal suo sedile, si era affiancato a quello di Selenis.
La principessa alzò gli occhi su di lui, che però aveva lo sguardo rivolto verso Noctis, con un’espressione che faceva già presagire cosa sarebbe successo di lì a poco.


-    Che diavolo hai che non va? – sbottò difatti al re.
-    Cosa? – domandò Noctis guardandolo confuso.
-    Non ci fermeremo a Tenebrae – replicò Gladio secco – Vedi di crescere e di andare avanti! –
-    Sono già andato avanti – ribattè il giovane alzandosi a fronteggiare l’amico – Sono qui o no?! – 
-    Magari quando non sarai troppo impegnato a piangerti addosso potrai darti un’occhiata intorno e pensare a chi sta peggio di te – rispose Gladio afferrandolo per il bavero della giacca.

Selenis seduta al suo posto fremette.

-    Lasciami andare... – sibilò Noctis.
-    Come ti sta l’anello? – lo provocò l’Amicitia – Ah scusa, non puoi saperlo visto che lo tieni in tasca tutto il tempo! – disse – Quella ragazza ha dato la sua vita per farti compiere il tuo dovere e non perché tu te ne stessi qui a commiserarti!!! –
-    Pensi che non lo sappia!? – gridò a quel punto il principe.
-    No, non lo sai! Anche Ignis si è sacrificato per te e ci è mancato poco che anche Selis non finisse all’altro mondo! E per cosa?! – urlò in risposta il ragazzo.
-    Basta, Gladio! – intervenne caustico Ignis.
-    Tu pensi di essere un re – riprese il giovane ignorandolo.
-    Gladio! – lo avvertì Selenis.
-    Ma sei solo un codardo. – concluse lui.
-    Stai zitto! – esclamò Noctis, reagendo e spintonando l’amico.

Sia Selenis che Prompto, a quel punto, si alzarono in piedi.

-    Smettetela! – ordinò il ragazzo biondo, mettendosi in mezzo ma venendo ricacciato a sedere da una manata di Gladio.
-    Lo so anch’io, va bene?! Lo so! – ammise Noctis con voce spezzata separandosi da lui.
-    E allora datti una regolata e reagisci! – replicò l’Amicitia.
-    Gladio, adesso basta! –

La ragazza si frappose fra i due, appoggiando il palmo aperto sul torace del ragazzo e fulminandolo con lo sguardo. Noctis invece si voltò, dirigendosi verso l’altro vagone del treno.

-    Noct! – lo chiamò Prompto.
-    Lascialo andare – replicò Gladio infastidito.
-    Che diamine ti è preso?! – lo aggredì Selenis.
-    Cosa diamine è preso a te! – replicò lui – Come fai a difenderlo?! –
-    Non lo sto difendendo! – ribattè la ragazza.
-    Invece a me sembra che tu stia facendo esattamente quello – 
-    Non appoggio il suo comportamento, ma posso capirlo – rispose la principessa.
-    Capirlo? – ripetè incredulo il ragazzo con un sorriso.
-    Sì, perché anch’io ho perso un padre, ho perso la mia casa, ho perso Nyx e ho perso Luna! – esclamò lei infiammandosi – Quindi sì, capisco il dolore che prova – aggiunse.
-    Il mondo non si può fermare per questo, e tu lo sai – si limitò a replicare l’Amicitia, prima di voltarle le spalle e andarsene esattamente dalla parte opposta di Noctis.

Selenis guardò la porta della carrozza richiudersi dietro di lui, poi chiuse gli occhi afflitta, passandosi una mano sulla fronte.

-    Stai bene? – le chiese Prompto.
-    No, ma credo valga per tutti ormai – rispose lei sedendosi di fianco a Ignis.
-    Questa situazione non mi piace – mormorò il ragazzo biondo.
-    Non piace a nessuno.. – replicò Ignis.
-    Noct ha paura di quell’anello.. – disse Selenis stancamente – ma è vero che non può continuare ad ignorarlo.. – ammise stropicciandosi gli occhi.
-    Non possiamo combattere i suoi demoni – affermò il ragazzo di fianco a lei – è una cosa che deve riuscire a superare da solo –
-    Dite che è il caso di andarli a cercare? – domandò Prompto.
-    No, sono grandi e vaccinati, se la caveranno – rispose la principessa.
-    Io avrei un certo languorino – soggiunse Ignis.
-    Allora andiamo alla carrozza ristorante a mangiare qualcosa! – esclamò il pistolero rianimandosi – Selis vieni con noi? –
-    Credo che resterò ancora un po’ qui e poi andrò a riposare – replicò la ragazza con un sorriso che voleva rassicurarlo.
-    Allora a dopo! –

Ignis e Prompto così si allontanarono, e Selenis slittò di posto occupando quello vicino al finestrino.
La situazione tra Gladio e Noctis, per tutta una serie di ragioni, la preoccupava più di quello che dava a vedere. Prima fra tutte, il fatto che stesse influenzando in modo negativo l’umore dell’intero gruppo. Gladio ormai aveva dato fondo alla sua dose di pazienza e alla fine non era più riuscito a stare zitto.
La sua reazione era comprensibile, ma Selenis non pensava che a Noctis non importasse più di loro… anzi, probabilmente parte del problema era proprio quello.
Si sentiva bloccato in un limbo. Da una parte soffriva per la sua incapacità di prendere in mano la situazione, ma dall’altra, la paura di doverlo fare gli impediva di reagire.
Aveva realizzato cosa significasse essere responsabile della vita degli altri e a cosa le sue decisioni avrebbero potuto condurre. Chi gli assicurava quindi che la prossima volta non sarebbe morto qualcun altro di loro?
Selenis si massaggiò la radice del naso e decise di abbandonare il proprio posto. Si sentiva spossata come dopo una giornata di battaglia, eppure sapeva già cosa sarebbe successo.. si sarebbe coricata nella cuccetta ma il sonno sarebbe scomparso, e difatti andò esattamente così.
Quando un paio di ore dopo la porta della carrozza si aprì per lasciare entrare Ignis, Selenis fissava ancora il soffitto.

-    Ehi Iggy – lo salutò mettendosi a sedere.
-    Scusami, ti ho svegliata – disse lui.
-    In realtà non dormivo –
-    Ancora incubi? – domandò il ragazzo accomodandosi vicino a lei.
-    Quando mi addormento diventa tutto ancora più confuso di quando sono sveglia – sospirò la principessa.
-    Per me è l’esatto contrario – replicò a sorpresa Ignis – Quando mi sveglio a volte mi succede ancora di non capire perché sia così buio –

Selenis lo guardò. Il ragazzo sorrideva sardonico. Era la prima volta che lo sentiva parlare apertamente della sua condizione.. non la nascondeva, ma cercava di non darle troppo rilievo. E la principessa non capiva se fosse coraggio il suo, o incoscienza.

-    Posso? – gli domandò dopo un istante, sfiorandogli l’asta degli occhiali.
-    Certo – rispose lui voltandosi e lasciandoseli sfilare.

La principessa non aveva mai guardato da vicino le sue ferite, perché sapeva che non avrebbe potuto fare nulla per migliorarle, e soprattutto, perché faticava a farlo.

-   Puoi aprirli? Vero? - asserì.

Ignis rimase immobile per qualche secondo, valutando se fosse il caso di giocare a carte scoperte, ma alla fine lo fece.
Quando gli occhi dell'amico di aprirono, Selenis trattenne involontariamente il respiro; uno schiaffo le avrebbe fatto meno male...
La pupilla si stava atrofizzando velocemente e ormai il verde brillante dell'iride stava perdendo il suo colore, virando sul bianco.
Con delicatezza la ragazza passò i polpastrelli sui contorni delle cicatrici che spiccavano nitide sulla pelle chiara di Ignis. L’occhio sinistro era messo peggio di quello destro, le ferite arrivavano fino agli zigomi, estendendosi poi sulle tempie e sulla fronte.
Selenis non riusciva a capacitarsi del fatto che non l'avrebbe più guardata con quell’espressione a metà tra il rimprovero e il divertimento quando faceva qualche stupidaggine.


-    Selis –

La ragazza realizzò di essersi messa a piangere solo quando Ignis le spazzò via dalle guance un paio di lacrime. 

-    Mi dispiace.. – mormorò, chinando il capo fino ad appoggiare la fronte sulla sua spalla – Mi dispiace che l’unica volta in cui tu abbia avuto bisogno di me, io non sia riuscita a proteggerti – disse mentre le lacrime le si radunavano sulla punta del naso per poi cadere sul tessuto a righe della camicia di Ignis – Se solo fossi stata più forte! – 
-    Selenis –

Ignis la prese per le spalle facendole alzare la testa.

-    Ho scelto io di seguirti, ben sapendo cosa poteva attendermi – replicò con calma – Se tu non fossi stata lì con me, non sarei qui a quest’ora – affermò – Avrò anche perso la vista, ma posso ancora andare avanti, e lo devo a te. Per cui non voglio sentirti dire di essere responsabile della mia situazione, hai capito? –
-    Sì – replicò lei asciugandosi gli occhi.
-    Anche se non ci vedo, non vuol dire che non soffra nel sentirti piangere, quindi basta con le lacrime per favore – le disse con tono più dolce.
-    Sono pessima! – esclamò con una mezza risata Selenis – Invece di essere io a consolare te, è l’esatto opposto! –
-    Non ho intenzione di lasciarti il mio ruolo di baby sitter – replicò il ragazzo con un sorriso scherzoso rimettendosi gli occhiali – Ora ti lascio, hai bisogno di riposare per davvero – aggiunse facendo per alzarsi.
-    Iggy?

Selenis gli afferrò il braccio, bloccandolo.

-    Resteresti? – gli domandò.

Ignis rimase per un momento in silenzio, poi le fece un cenno d’assenso. Facendosi aiutare, il ragazzo si sdraiò di fianco alla principessa e Selenis si accomodò appoggiandogli la testa sulla spalla.

-    Questo mi ricorda quando eravamo piccoli – osservò lui.
-    Già, capitava spesso che dormissimo tutti assieme, anche con Noct – commentò Selenis con un sospiro nostalgico.
-    Vedrai che si aggiusterà tutto – la rassicurò Ignis.
-    Spero che tu abbia ragione – sussurrò la ragazza chiudendo gli occhi.

***

Il gruppo raggiunse Cartanica la mattina seguente. La stazione ferroviaria era stata costruita al di sopra di un ponte in ferro che collegava due vallate. Al di sotto, si estendeva la miniera in disuso, dove doveva trovarsi l’ultimo mausoleo reale.
Il treno sarebbe rimasto fermo fino al pomeriggio, in attesa della coincidenza proveniente da un’altra regione. Con la guerra, anche i trasporti si erano ridotti, e ormai i convogli rimasti erano pochi, provocando di conseguenza un deciso aumento dei tempi di percorrenza.
Ai ragazzi però questa sosta forzata capitava a proposito, in quanto avrebbero avuto diverse ore disponibili per inoltrarsi nelle miniere e trovare ciò che cercavano.  

-    Questa parrebbe essere l’unica via di accesso –
-    Ne sei certa? –

Il gruppo era fermo davanti alle porte di un ascensore che, come quasi tutto ciò che era presente in quel luogo, sembrava aver visto giorni migliori.

-    Temo di sì – rispose Selenis a Gladio – ho chiesto un po’ in giro e tutti mi hanno risposto la stessa cosa, aggiungendo che mi sconsigliavano vivamente di scendere là sotto – spiegò – Dicono che da quando le miniere sono state abbandonate la natura ha preso il sopravvento e che chi ci si è avventurato non ha fatto più ritorno – raccontò.
-    Grandioso... – mormorò Prompto – mai una volta che ci dicano “prego, andate pure, è un luogo adatto per le gite di famiglia!” –
-    Ultimamente fatico a capire chi tra di noi faccia parte della categoria "adulti"... – replicò Selenis sarcastica, pigiando il bottone per chiamare l’ascensore.
-    Pensi di farcela? – intervenne Noctis rivolgendosi ad Ignis.
-    Me la caverò – rispose il ragazzo.

L'arrivo dell'elevatore fu accompagnato da un inquietante sferragliare metallico e dallo stridio dei freni contro le corde di acciaio. Una volta che furono tutti saliti, Gladio premette il pulsante che indicava il livello delle miniere e le porte si richiusero.

-    Non mi sento a mio agio qui..- disse Prompto guardandosi intorno una volta che furono arrivati.

Le miniere di Cartanica sorgevano all'interno di un enorme cratere a cielo aperto di terra argillosa. A causa delle fitta nebbia non si poteva quantificare quanto fosse ampia la zona, ma sicuramente lo era parecchio. Al centro di tutto si ergeva una mastodontica trivellatrice, ormai quasi del tutto fagocitata da un maestoso albero, le cui radici affondavano nel terreno creando archi e stretti passaggi, in perfetta simbiosi con le strutture metalliche ancora presenti.
Dall’ascensore si dipanava una strada in terra battuta, delimitata da una ringhiera di ferro che aveva visto giorni migliori e che ormai cadeva letteralmente a pezzi.

-    Beh la via è abbastanza chiara – commentò Gladio.
-    Com’è il posto? – chiese Ignis.
-    Non ti stai perdendo nulla, credimi – replicò Selenis e appoggiatagli una mano sulla schiena, prese a guidarlo lungo il sentiero.

Il terreno era sconnesso e la pioggerellina che aveva preso a cadere non aiutava di certo a mantenere la stabilità.

-    Doveva essere un cantiere bello movimentato una volta – osservò Prompto, notando le ruspe e le escavatrici abbandonate lungo il tragitto.
-    Lo era – assentì Ignis – Una volta questa miniera era la fonte principale delle risorse minerarie dell’Impero – spiegò.
-    Fai attenzione qui – lo avvisò Selenis proseguendo di fianco a lui con Prompto, facendogli chinare la testa per passare sotto ad una radice particolarmente bassa.
-    E perché l’hanno abbandonata? – 
-    Per colpa dell’aggravarsi della guerra – replicò il ragazzo – Cartanica è una zona troppo periferica, e trasportare i materiali fino alla capitale diventò troppo rischioso, quindi fu dismessa – raccontò.
-    Questo mi fa rimanere ancora più perplesso su questo conflitto... – commentò Prompto pensieroso – E' chiaro che ha arrecato più danni che benefici da entrambe le parti; che senso ha avuto portarla avanti fino a questo punto? –
-    Non c’è un senso.. è questo il punto – ribattè Selenis truce – Non l’ha mai avuto –
-    È troppo chiedere che la parata regale proceda unita? – esclamò Gladio d’un tratto rivolto a Noctis che si era portato più avanti rispetto a loro.
-    È troppo se ti dico di tapparti la bocca? – replicò il principe.

Selenis sospirò pesantemente, cercando di mantenere la calma. Quella situazione iniziava non solo a preoccuparla, ma anche a darle parecchio fastidio.

-    L’anello cosa dice? – le chiese Ignis distraendola.
-    Che siamo sulla strada giusta, credo – rispose lei prestando attenzione alla sensazione che la pietra le trasmetteva – Dobbiamo scendere ancora più in basso però – aggiunse guardandosi intorno.

Ormai si erano lasciati il punto di partenza diversi metri più su e la strada proseguiva sempre più in basso.

-    Anche quell’anello è un bel mistero – disse Prompto meditabondo.
-    Mi chiedo se mio padre sapesse realmente del suo potenziale, o se lo avesse solo intuito – replicò la principessa.
-    Non credo sia stato un caso che te lo abbia affidato – affermò Ignis.
-    Se era così importante avrebbe potuto darmi qualche indicazione in più allora.. – ribattè la ragazza – Pensa se avessi deciso di non indossarlo! – osservò – No, hai ragione, non lo avrei mai fatto – aggiunse vedendo le sopracciglia dell’amico inarcarsi.

Finalmente il gruppo raggiunse un pianoro completamente invaso dall’acqua piovana. Lì, si trovava la base della trivella che occupava quasi tutto lo spazio disponibile e che ormai era racchiusa dentro un intrico di radici. Il sentiero da seguire era abbastanza facile da intuire, ma nonostante questo i loro problemi erano appena incominciati...



Campeggio dell'autrice:

Buon pomeriggio ragazzi!

Siamo giunti in terra Imperiale e sicuramente i problemi non sono rimasti ad Altissia.
Il gruppo sta passando un momento difficile, forse il peggiore, perchè si è creata una sorta di barriera invisibile che in qualche modo li separa. Gladio in particolare è stufo del comportamento passivo di Noctis e ha deciso di esternare i suoi pensieri.
Selenis cerca di porre fine al litigio, ma non è così semplice...
Sìsì, vi sento! Diamine voi fan della Selignis come siete rumorosi! xD Beccatevi questo momento di tenerezza e di confronto tra i due e state buoni per un pò =P
La prossima settimana arriveremo al cuore di Cartanica e probabilmente le cose si sistemeranno almeno un pò.. in attesa ovviamente della ricomparsa di Ardyn!
Grazie di cuore a tutti i Lettori e alle Comrades che recensiscono!

See ya!!
Marta
  
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