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Autore: Myra11    03/12/2017    1 recensioni
Sequel di "You Are Not Trivial", ambientato circa sei mesi dopo la storia principale.
Un Alec devastato dal dolore, e un Magnus curioso, e affascinato.
Come andrà a finire?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Alec Lightwood, Clarissa, Izzy Lightwood, Jace Lightwood, Magnus Bane
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 14
 
Sebastian si muoveva ad una velocità incredibile, così rapido che Clary faticava a seguirlo con lo sguardo, e temeva che se avesse spostato gli occhi anche solo per pochi istanti sarebbe scomparso.
Lo schiocco di una frusta la distrasse per un attimo, e quando tornò a voltarsi dopo aver fatto un cenno ad Isabelle, suo fratello era effettivamente scomparso, e lei si guardò in giro temendo che fosse scappato e l’avesse tradita.
«Dov’è?» La voce di Jace la colse di sorpresa anche perché non aveva una risposta pronta.
«Ehm…»
Isabelle e il fratello adottivo inarcarono le sopracciglia insieme come per incitarla a continuare, ma fu Sebastian stesso a dare loro la risposta pugnalando un lungo tentacolo di demone che stava strisciando verso la caviglia della sorella. «Sono qui, Jonathan.»
Clary fu costretta a posare una mano sul petto del proprio ragazzo per impedirgli di attaccare il fratello e lo supplicò con lo sguardo di calmarsi; non lo liberò finché la sua espressione non si addolcì e non si focalizzò su di lei.
«Mi ha aiutata a sopravvivere fino ad adesso, se avesse avuto secondi fini avrebbe avuto tutto il tempo per metterli in atto, quindi, in nome dell’Angelo, smettila di ringhiargli addosso e aiutalo con i demoni mentre io e Isabelle ci assicuriamo che i bambini siano tutti al sicuro nella Sala del Consiglio.»
Jace batté un paio di volte le palpebre osservando la giovane dai capelli rossi e cercando di non sorridere anche se ciò che aveva appena suggerito non gli piaceva per niente, ma non riuscì a replicare perché quando aprì la bocca per farlo Isabelle lo zittì sorprendo tutti i presenti.
«Clary ha ragione. E tu.» Si voltò verso Sebastian e si accigliò quando lui le sorrise. «Non pensare che ti abbia perdonato, e credimi, se dovessi finire trucidato da uno qualsiasi di questi demoni mi faresti un favore enorme.»
Il ragazzo dai capelli bianchi sorrise. «Anch’io ti auguro buon divertimento.»
Stranamente fu Jace a mettersi tra la sorella e il diciottenne, facendogli cenno di muoversi e girandosi poi a guardare le due ragazze. «Fate attenzione.»
La mora annuì. «Anche tu.»
Clary sorrise ai due uomini e poi trascinò via Isabelle, correndo verso la Sala del Consiglio. Fu la mora ad aprire la porta spaventando i giovani Nephilim rifugiati all’interno, e si affrettò a rassicurarli mentre l’amica chiudeva la porta. Entrambe si godettero quel momento di pace mentre giravano tra i ragazzini e si assicuravano che ci fossero tutti.
Una volta finito il controllo si prepararono a tornare all’esterno, ma la porta si aprì di nuovo lasciando entrare Jace e Sebastian. Si appoggiarono tutti e due ai battenti e rimasero lì a riprendere fiato, guardandosi a vicenda con la coda dell’occhio.
A Clary si strinse lo stomaco di gioia nel vedere il suo ragazzo sorridere lievemente: se c’era un modo alternativo per arrivare al cuore di Jace era la guerra.
Si avvicinò e prese il viso del biondo fra le mani, quasi assalendolo con un bacio, a cui lui rispose con altrettanta foga. Ad interromperli fu Isabelle che si schiarì rumorosamente la gola. «Ci sono dei bambini qui.»
I due diciassettenni si separarono ridacchiando, poi Clary si scostò lentamente avvicinandosi al fratello, anche se Jace continuò a tenerla per mano come se fosse pronto a tirarla indietro.
«Stai bene?» Gli chiese, allungando la mano libera per accarezzargli la guancia; Sebastian s’irrigidì quasi come se si aspettasse di essere picchiato e si rilassò solo quando lei gli posò il palmo sul viso.
«Si, io sto bene.» Il ragazzo sorrise lievemente, sentendo il calore di quel contatto cancellare la fatica degli scontri affrontati e intaccando il gelo di tutta una vita. Fu in quel momento che notò gli sguardi spaventati dei bambini, e stranamente si sentì a disagio. «Clarissa, puoi venire fuori un attimo?»
La rossa annuì brevemente, poi si voltò a sorridere a Jace, che la guardava diffidente, e non poté fare a meno di notare che sembrava comunque più rilassato, anche se più di una volta aveva notato che la sua mano saliva a massaggiare il petto in corrispondenza della runa che lo legava ad Alec.
Quando furono fuori dalla Sala la giovane alzò il viso a guardare il fratello. «Dimmi.»
Prima di risponderle Sebastian si voltò ad indicarle la collina, i cui fianchi erano costellati di chiazze di erba bruciata e macchie di sangue; seguendo il suo sguardo Clary vide che Magnus e Alec – o meglio, Azazel – si stavano facendo a pezzi lentamente, ma seppe che lo stregone avrebbe avuto la peggio prima o poi, perché la sua magia lo sfiniva anche fisicamente.
«Credo di avere un’idea per aiutarlo.» Dichiarò il figlio maggiore di Valentine, scattando a prendere il polso della sorella che si era già precipitata verso lo scontro in corsa.
Clary si voltò verso di lui sorpresa: entrambi sapevano che quella era la prima volta che lui la toccava volontariamente per primo senza volerle fare del male. «Davvero?»
Il ragazzo annuì. «Hai usato quella spada angelica, la Gloriosa, per spezzare il legame che avevo con Jace, no? Può darsi che funzioni anche con il vostro amico.»
La rossa rifletté per qualche secondo, ma i suoi pensieri vennero interrotti dall’ennesimo scoppio di scintille magiche, blu e rosso si mescolarono rendendo deserta un’altra zona di collina.
«Può funzionare, e anche se non siamo sicuri dobbiamo tentare!» Abbracciò brevemente il fratello e poi tornò all’interno seguita da lui, sentendo l’emozione esploderle nel corpo.
«Jace! Iz! Dobbiamo andare a prendere la Gloriosa!»
I due fratelli adottivi si voltarono verso di lei. «Eh?»
La ragazza sorrise e spiegò l’idea che Sebastian aveva avuto poco prima, cercando di sistemarla in un modo che fosse credibile anche per due persone scettiche come loro. Quando ebbe finito di parlare li vide annuire, e fu felice di averli convinti.
«Vado a distrarre Ale…Azazel il tempo necessario per spiegare il piano a Magnus.» Jace estrasse l’ultima spada angelica che gli rimaneva e si avviò verso l’uscita, ma prima che potesse farlo Sebastian gli piantò una mano sul petto.
«Vado io. Lo stregone arriverà qui tra poco.» Non permise a nessuno di replicare, perché impugnò la spada angelica e uscì: ben presto era sparito, e non poterono fare altro che guardarsi in silenzio per qualche istante prima di riprendersi.
Fu Jace il primo a parlare di nuovo. «Clary, andiamo a prendere la spada. Isabelle, resta qui, per favore. Proteggi i giovani e spiega la situazione a Magnus quando arriva.»
La mora annuì bruscamente e salutò la coppia con un cenno.
 
Magnus arrancò nella stanza un quarto d’ora dopo, imprecando in quello che la ragazza riconobbe come demoniaco e togliendosi il cappotto ridotto in strisce inutili di stoffa.
«Allora, perché l’adorabile fratello di Clary è fuori ad affrontare Azazel al mio posto?»
Aveva un aspetto terribile, notò Isabelle, e dovette mostrare la sorpresa perché lo stregone sorrise beffardo. «Lo so, ma mi perdonerai se non ho avuto il tempo di farmi una doccia prima di venire qui.»
La giovane Lightwood ridacchiò lievemente, confortata nel notare che nonostante tutto il Nascosto avesse mantenuto il suo comportamento pieno di ironia, poi gli spiegò che Sebastian si era offerto di distrarre il corpo posseduto di Alec. Era stato un bel gesto, certo, ma Isabelle era confusa a riguardo.
«Che altro?»
«Eh?» La mora batté le palpebre tornando presente a sé stessa, e Magnus la osservò attentamente prima di pulirsi gli occhi dal sangue che gli colava dalla fronte. «Allora, cos’altro c’è?»
«Oh, sì! Sempre Sebastian ha pensato che la Gloriosa potrebbe liberare Alec dalla possessione.»
Lo stregone annuì e sorrise divertito. «È un ragazzo pieno di idee, a quanto pare.»
Isabelle abbassò lo sguardo e si passò una mano fra i capelli.
«Già, ma non sappiamo se funzionerà…» Non aveva voluto usare un tono così sottile, eppure non poteva nemmeno immaginare di perdere anche il fratello maggiore.
La ragazza sentì le braccia di Magnus stringerla all’improvviso, e nonostante non si fosse mai aspettata un gesto del genere dallo stregone rimase a farsi cullare per qualche istante nell’odore di sangue e magia del suo corpo, e quando si allontanarono gli occhi felini davanti a lei scintillarono.
«Andrà tutto bene, Isabelle.» La rassicurò prima di voltarsi e attendere l’arrivo degli altri Nephilim.
Jace e Clary fecero ritorno poco dopo, e la ragazza stringeva la Gloriosa, la scintillante lama dell’Angelo, che avrebbe dovuto essere la loro speranza per salvare l’erede dei Lightwood.
Magnus era scettico, nonostante le sue parole alla sorella di Alec, ma quando la ragazza dai capelli rossi gli fu davanti tese la mano per ricevere la spada.
«Ma…Magnus, tu sei mezzo demone…»
Lo stregone scosse la testa sentendo l’aura angelica della spada scivolargli addosso come fuoco, ma avrebbe sopportato ben di più, se avesse significato dare una possibilità ad Alec.
«Non mi importa. È Alexander, Clary, e non c’è niente che non farei per lui.»
Jace sorrise, una mano posata sulla runa parabatai. «Alec ha detto la stessa cosa, all’Inferno.»
«Aspetta, lui si ricorda? È per questo che Azazel è là fuori?» Isabelle s’intromise nella conversazione, guardando prima Magnus e poi il fratello, e fu il primo a risponderle.
«Non c’entra nulla con me, Azazel aveva pianificato tutto. In un modo o nell’altro avrei spezzato il cuore ad Alexander e lui l’avrebbe usato per venire sulla Terra, ma non credo avesse previsto che avrei recuperato i miei ricordi.»
Le porte della Sala del Consiglio furono spalancate da un corpo catapultato all’interno, e quando ebbe finito di rotolare Clary si lasciò sfuggire un urlo nel riconoscere Sebastian, che si sforzò di rialzarsi nonostante avesse un braccio chiaramente rotto e l’osso della clavicola che ‘intravedeva sulla spalla.
«Clary…La spada.» Magnus tese nuovamente la mano senza distogliere lo sguardo dall’entrata, e seguendo i suoi occhi Jace e Isabelle videro che sulla soglia c’era qualcuno con lo stesso aspetto di Alec, ma che non era lui. Quel ragazzo era circondato da magia rossa, lo stesso colore dei suoi occhi dalla pupilla felina, e non c’era nulla in lui che non fosse malvagio.
Clary esitò ancora un istante, poi consegnò la Gloriosa nelle mani di Magnus; lo vide irrigidirsi appena la sua pelle entrò in contatto con l’impugnatura, ma l’istante dopo si fece forza e la sua magia azzurra comparve crepitando nell’aria.
«Alexander, mi ricordo di te.» Mormorò lo stregone cercando di ignorare il fuoco che gli bruciava il corpo e gli consumava la pelle. Agì prima che Azazel potesse fare qualsiasi cosa e attinse ad ogni briciolo di magia che gli era rimasta per bloccare il corpo umano di suo padre, osservandolo scivolare a terra e finire a pancia in su, contorcendosi per cercare di liberarsi.
«Sei uno stolto, figlio. Non funzionerà.» La voce gelida del Principe Infernale fece tremare non solo i bambini presenti, e fu per questo che si sforzò di avanzare anche se la spada nelle sue mani era come un peso che lo teneva inchiodato a terra.
«Alexander, mi dispiace.»
Si sistemò a cavalcioni sul petto del ragazzo e respirò profondamente mentre sentiva le lacrime premere per uscire. Se non avesse funzionato avrebbe perso per sempre il ragazzo che gli aveva fatto fare la pazzia di rinunciare alla sua immortalità.
Sistemò la punta della spada sul petto del cacciatore ed espirò.
«Alexander, ti amo.»
Affondò la lama nel corpo cedevole sotto di lui, e Jace fu sicuro di vedere una lacrima scintillargli sul viso prima che le fiamme del Paradiso esplodessero intorno a loro.

 
 
 
 
  
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