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Autore: bambi88    23/06/2009    6 recensioni
Un appuntamento in un vicolo buio. Una penombra famigliare. Due persone mai state così diverse, così vicine.
E un nero che, improvvisamente, diventa così bello.
La prima volta che Shikamaru vide Temari, lui aveva tra le dita la sua inseparabile sigaretta.
Lei parlava al telefono, nervosa.
Si voltò, mostrandogli un ghigno divertito.
O almeno Shikamaru credette di averlo visto.
Era tutto nero attorno a loro.
ShikaTema AU in piccoli flash, senza grandi pretese.
Spero vi abbia interessato.
Roberta
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Temari, Altri, Shikamaru Nara
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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teoth shikatema day
 Now there's only love in the dark

- don't know what to do and I'm always in the dark -






-    Odio questo posto.  –
Shikamaru strofinò il piede sulla cicca di sigaretta
-    perché ci sono io?-
Temari si appoggiò al muro, l’espressione seria.
-    tu e questa dannata luce bianca –



La prima volta che Shikamaru vide Temari, lui aveva tra le dita la sua inseparabile sigaretta.
Lei parlava al telefono, nervosa.
Si voltò, mostrandogli un ghigno divertito.
O almeno Shikamaru credette di averlo visto.
Era tutto nero attorno a loro.


La porta si chiuse alle spalle del ragazzo con un colpo secco, facendolo sobbalzare appena.
Non era noto per il suo coraggio.
La prima cosa che notò fu il buio pesto, totalmente nero, che avvolgeva l’angolo di stradina.
Uno sbuffo e un sospiro.
Si guardò attorno, il fumo che usciva dalle labbra dischiuse, l’espressione annoiata.
Era l’ultima volta che Naruto lo convinceva a seguirlo all’inaugurazione di un nuovo locale.
Si strinse nelle spalle, strusciando i piedi nel nevischio della sera.
-    Kankuro mi hai stancato. Occupati tu delle crisi da sociopatico di Gaara per una sera. Sto cercando di divertirmi –
Il moro si guardò attorno, gli occhi scuri socchiusi.
Quel dannato buio.
Era tutto eccessivamente nero.
-    e ora vedi di chiudere la bocca. E si, se Gaara rompe troppo, chiuditi in camera e augurargli un felice suicidio. Io a casa non torno –
Shikamaru accese la sigaretta, un balenio di luce rossa nello sguardo scuro.
-    che razza di seccatura – borbottò, soffiando tra i denti il fumo grigiastro.
Fu allora che la ragazza si voltò verso di lui, rispondendogli con il click dello sportello del cellulare.
E con un sorriso che non aveva poi nulla di incoraggiante.
- che razza di stronzi che si celano nell’ombra – disse poi, pungente, avvicinandosi a Shikamaru con passo felino.
Lui la seguì ondeggiare nei tacchi a spillo dello stivale di pelle, la gonna viola fin troppo aderente per quei fianchi pronunciati.
-    La poca luce ti dona – rispose lui, incrociando gli occhi chiari dell’altra.
Lei gli scoccò un’occhiata furente, la giacca di pelle aperta sul seno.
-    la notte non è fatta per i bambini, tornatene dentro – sibilò di rimando, ondeggiando i ciuffi biondi che ricadevano sulle spalle morbide – il buio non ti fa paura, ragazzino?-
Shikamaru le osservò per un brevissimo frangente le gote arrossate e il ghigno spregiudicato.
Eppure attorno a lei, il buio stava bene.
-    Forse -




La prima volta che Shikamaru decise di tornare in quella stradina, disse a tutti che fosse per fumare.
E quando incrociò Temari, si rese conto di aver dimenticato l’accendino nel giacchetto.
Stranamente la cosa non lo turbò affatto.
E neanche quel nero che li scovò insieme, riuscì a disturbarlo poi molto.

-    fumi troppo – lo ammonì Sakura, fresca dei suoi studi di medicina.
Shikamaru scosse le spalle, vagamente indifferente – ci sono tante cose che tu fai troppo Haruno – si portò la cicca alle labbra, lasciandola pendere mollemente -  difatti, come tutte le donne, tendi a rompere troppo le palle –
Si alzò, la camicia verde che si sollevava sugli avambracci magri e la giacca gettata su una spalla.
L’aria fredda della notte di gennaio l’investì con la solita irruenza e la porta si chiuse, come sempre, con un tonfo alle sue spalle.
-    Ormai è un’abitudine – la bionda gettò il cellulare nel taschino della borsa, il vestito rosso (ma tanto con quel buio era tutto nero su di loro) che frustava al vento le gambe tornite.
Shikamaru roteò gli occhi, cercando con un gesto lento l’accendino nel pantalone.
Lei sollevò lo sguardo sul suo volto, gli occhi assottigliati in due fessure curiose.
-    arrivederci – mormorò Temari, vagamente indispettita, le scarpe basse che incespicavano nel brecciolino gelido.
Shikamaru la fissò avvicinarsi alla porta, l’aria condensata in nuvole soffici attorno a lei.
Non poteva vederle, ma in quel buio poteva sentire le gote di lei imporporarsi e gli occhi sfavillare.
Allora decise.
-    Shikamaru Nara. Tu? –
I passi di lei si interruppero, improvvisi.
- Razza Di seccatura. Razza è il nome – replicò la bionda, torturandosi una ciocca di capelli.
Lui sorrise, dimentico dell’accendino che giaceva sul tavolo del locale.
Lei schiuse le labbra, ignorando il trillo del cellulare nella borsa.
-    o Temari, se preferisci. –




La prima volta che Ino decise di seguire Shikamaru fuori dal locale, Temari non aveva bisogno di chiamare i fratelli.
E quando Shikamaru uscì in strada, con Ino attaccata al suo braccio, la prima cosa che notò fu il neon montato quella mattina.
E quella strana luce bianca che rendeva Temari incredibilmente diversa.
E Ino un po’ più bella.



-    Shikamaru Nara, non ho intenzione di farti rimanere fuori tutta la sera anche oggi – strepitò Ino, raggiungendolo con uno scatto felino.
Il moro la fissò seccato, le mani sepolte nelle tasche dei jeans.
-    tu odi il fumo Ino, resta dentro –
Gli occhi acquerellati della ragazza si strinsero a fessura, il pugno si serrò al fianco – dove vai tu, vengo anche io – dichiarò, avvolgendosi attorno il braccio del ragazzo – scoprirò il tuo segreto – mormorò poi, con voce flautata e cospiratrice.
Shikamaru, oramai arresosi all’irruenza della compagna, roteò il pomello dorato, guardandosi attorno.
Kin e Tayuya erano sedute in un angolo, le mini cortissime e i tacchi spropositati.
Temari lo stava aspettando.
-    su andiamo – sbottò Ino, spingendo la porta con una mano.
Shikamaru spalancò gli occhi, preparato a quel buio, ormai come ogni sera.
-    Quanto bianco! – Ino gli sorrise, gli occhi truccati curiosi.
Lui si guardò attorno, vagamente spaesato.
La luce bianca e stranamente innaturale illuminava la stradina.
E quella ragazza dagli occhi arrossati e il vestito viola aderente lo fissava stranita e offesa.
Il cellulare pendeva molle dalle mani tremanti, la voce era ancora spezzata da quel “addio” aspro.
Ino afferrò la mano di Shikamaru, lo sguardo confuso.
Temari si scansò la frangia con un gesto seccato e lanciòa alla coppia un saluto di sfida, rientrando nel locale, il passo veloce e il respiro pesante.
-    la conosci?- chiese Ino, voltandosi a guardarla, i ciuffi dorati della coda che le sferzavano la schiena lattea.
Shikamaru borbottò un qualcosa, l’accendino tra le dita e la sigaretta tra le labbra.
-    no – rispose poi, osservando Ino passarsi la mani tra i capelli.
Il bianco che l’avvolgeva, bella più che mai.
Ma un po’ il nero gli mancava.
Anzi, fin troppo.
-    Shika, torno dentro. Qui si gela-



La prima volta che Shikamaru entrò solo in quel locale, avvertì due occhi verdi osservarlo, qualche tavolo più in là.
E quando rispose a quegli occhi, lei si voltò, spegnendo il cellulare e chiedendo alle amiche di cambiare locale.
Non sarebbe uscita quella sera.
Improvvisamente, senza lei, il buio non aveva più senso.


Non avrebbe saputo dire perché avesse deciso di chiamare Naruto ed avvertirlo che non li avrebbe seguiti, quella sera.
Aveva sentito Ino strepitare alla cornetta, immaginandosela chinata sul sedile della macchina, stretta tra una Sakura arrabbiata e un Sai inebetito.
Fermo davanti alla porta del locale, nei suoi logori jeans chiari e nella camicia troppo grande, si era stretto nelle spalle e, sigaretta tra le labbra, aveva fatto il suo mesto ingresso.
-    un gin tonic – ordinò al bancone, spegnendo la cicca nel posacenere e guardandosi attorno.
Qualche coppia era appartata negli angoli, qualche cameriera serviva ai tavoli e qualcuno spariva nel retrobottega, illuminando il locale buio con la luce al neon della stradina.
-    solo? – chiese il barman, le grosse mani che strofinavano il bancone lucido.
Shikamaru l’ignorò, infilandosi tra le labbra una manciata di noccioline, stancamente.
Fu allora che sentì su di sé lo sguardo di lei e sussultò.
Bionda, accigliata e bella, come l’aveva vita la sera prima, sedeva in fondo la sala, la maglia nera su quel pantalone aderente.
Rabbrividì, incrociando i suoi occhi.
Lei lo fissò severa, chiudendo il cellulare con uno scatto secco.
Gli sembrò di sentirla quasi dire – forza, Hidan ci aspetta in un altro locale – e la vide scendere da quello sgabello con uno scatto ferino.
Poi la seguì sparire dietro la porta sul retro, i ciuffi biondi persi nel buio della notte.


La prima volta che Shikamaru portò Shiho in quello stesso locale, sentì che qualcosa non andava.
Lei gli sorrideva inebetita, seduta davanti a lui, la maglia verde tirata fino al collo e le orecchie arrossate dall’imbarazzo.
Quella sera Shikamaru sentì l’irresistibile voglia fumare.
Ma ciò che incontrò fu solo una furia rossa.


-    allora questo locale ha aperto qualche mese fa, giusto, Shikamaru? – lei sorrise, gli occhi arrossati dalle lenti a contatto.
Shikamaru assentì, la testa appoggiata pesantemente alla mano, roteando poi gli occhi.
-    grazie di avermi invitata, ci tenevo ad uscire con un così brillante collega dell’università –
Il ragazzo si strinse nelle spalle, lo sguardo fisso ad uno sgabello vuoto, qualche metro più in là.
-    tu fumi? – chiese, ticchettando con la mano sul tavolo di legno.
-    Potrei – rispose prontamente l’altra, gli occhioni chiari spalancati e il ciuffo di capelli rossi teso attorno al dito.
Shikamaru piegò le labbra in un grugno irritato.
-    resta qui – le ordinò, alzandosi stancamente – una sigaretta e torno –
Si incamminò verso la porta sul retro, le mani che tremavano nelle tasche.
Tayuya era seduta al suo solito posto, gli occhi fissi alla borsetta e le labbra pinte di rosso.
Shikamaru poggiò una mano sul pomello, tirando con forza.
-    l’hanno chiusa per motivi di sicurezza – berciò Tayuya, aggiustandosi il ciuffo sul viso pallido – e Temari non viene più in questo locale da tanto tempo, ormai –
Il ragazzo strinse i pugni ai fianchi, il respiro mozzo e la sigaretta già tra i denti.
-    buona serata – gli augurò la rossa, passandogli accanto – …se ti serve qualcosa, devi solo chiedere –


La prima volta che Shikamaru rivide Temari, fu solo per qualche istante, in quel vicolo buio.
Qualcosa a Tayuya lui aveva chiesto e qualcosa a Tayuya lui aveva dato.
Ora avrebbe solo dovuto aspettare.
E nel buio comparve di nuovo lei.


-    ora scopi anche le mie amiche? –
Shikamaru rallentò il respiro, osservandola avanzare verso di lui.
-    perché, ti disturberebbe? –
Temari, bionda e nera, gli rivolse uno sguardo di fuoco, entrando nel cerchio di luce del neon.
-    tu non meriti neanche di essere ignorato da me – sibilò – e ora lasciami passare, sono qui solo perché Tayuya me lo ha chiesto –
-    Tayuya non l’ho sfiorata, Temari -
Il moro la vide allontanarsi nel buio, la borsa che sbatteva ritmica al suo fianco, gli occhi che rimanevano fissi a terra e il respiro ansante che sbatteva tra le pareti del vicolo.
Tremò, al pensiero di vederla per l’ultima volta.
E osò.
- domani sera io tornerò –
Lei sorrise, nel nero.
-    domani pioverà –
Shikamaru ghignò – è un si? –



La prima volta che Shikamaru baciò Temari, fu in quello stesso vicolo, sotto un ombrello nero rotto.
Il neon bianco tremolava sotto la pioggia e la luce illuminava due visi bagnati e troppo vicini.
Per questo Shikamaru la trascinò sotto quel porticato.
E la baciò ancora.



Shikamaru tirò sui capelli neri il cappuccio scuro, cercando con lo sguardo le nuvole nel cielo.
Troppo nero intorno a lui, pensò con uno sbuffo rassegnato, poggiando nuovamente lo sguardo tra le ombre del vicolo.
- niente ombrello per te? -
Shikamaru si lasciò sfuggire un sorriso rilassato.
-    non piove poi molto –
Temari gli si accostò, l’ombrello nero con una stecca rotta che pendeva fiaccamente lungo il fianco – tira vento –
Si fissarono, il neon che straziava con il suo fruscio il silenzio innaturale.
-    perché ancora me? –
Shikamaru desiderò accendersi la sua ultima sigaretta, il fiato ardente.
-    troppe domande, seccatura –
L’altra si morse un labbro, la pioggia che le rigava le guance.
Perché davanti a lui non avrebbe pianto per amore.
Perché per lui non avrebbe pianto per amore.
Si lasciò cadere addosso al muro, il sapore metallico del sangue tra le labbra – non ha senso, io non dovrei essere qui – cercò la luce bianca del neon – odio questo posto –
Shikamaru rise, mesto – lo dicevi anche qualche mese fa –
-    la compagnia non è di certo migliorata –
Si ritrovarono nuovamente ad affogare il quel silenzio denso e nero, come l’aria di quel vicolo.
Lei che ghignava, il cellulare tra le dita.
E nero.
Lei che rideva, appoggiata allo stipite della porta.
E nero.
Lei che parlava, i ciuffi biondi sulle labbra.
E nero.
Lei che la salutava, le labbra umide.
E nero.
Lei che lo fissava, delusa.
E nero.
Lei che spariva, e intorno che tutto tremava.
E nero.
- non saresti dovuta scappare – mormorò poi lui – di te conosco solo la schiena –
Si voltò, incontrando i suoi occhi verdi.
Lei chinò la testa, l’ombrello stretto tra le dita pallide.
-    di te non conosco niente – replicò.
E fu allora che lui poggiò le labbra su quelle di lei.
Forse per non ascoltare le sue verità.
O forse perché avrebbe dovuto farlo tanto tempo prima.


La prima volta che Shikamaru entrò in quel locale con Temari, lei gli lanciò un sorriso di sfida, sedendosi al solito sgabello.
Lui si passò una mano tra i capelli, ignorando gli sguardi stupiti dei suoi amici e quelli delusi dietro un paio di spesse lenti.
Poi Temari sorrise, il trucco nero attorno agli occhi e il vestito scuro addosso.
E Shikamaru pensò, ancora, che tutto quel nero su di lei, fosse bellissimo.

BLACK IS BACK, GIRLS! 

Una fic totalmente dedicata al nero, come è giusto che sia oggi.
E' si, io raddoppio!
Dopo la lemon di prima *perdonatemi perdonatemi perrdonatemi* ora è il tempo dell'altro orrore scritto da me.
Au, come sembra d'obbligo XD, e vagamente no sense. Ma spero vi sia piaciuto.
Mi prendo le mie prime libertà con Shiho - perchè si e adoro i flame! - e un po' di tenera Ino. Tenera si, perchè lei mi piace XD
La frase iniziale è direttamente da "total eclipse of the heart", una delle mie canzoni preferite.
Un duetto bellissimo, una canzone meravigliosa.
e ricordate: life is better black!

Un bacione oscuro!
  
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