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Autore: Daistiny    04/12/2017    0 recensioni
Ondine si interroga su cosa significa essere una principessa dalmasca, quali sono i suoi doveri e cosa si aspettano gli altri da lei e sue sorella Ashe. Soprattutto dal matrimonio di quest'ultima.
Che ruolo ha la donna nella società di corte e nel mondo di Ivalice.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Ashe, Basch, Rasler
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Non so se ho sbagliato 

Basch e Ondine si conoscevano bene, una conoscenza che durava da più di 17 anni, il capitano l'aveva vista nascere e crescere. Le aveva anche educata a tirar di spada e con l'arco.
Le aveva insegnato l'arte della guerra, come si combatte, come si cavalca, come essere un abile stratega e capo militare. L'educazione di un principe ad una ragazza che era per lo più destinata al matrimonio. Una principessa appunto.
Cosa gli era saltato in mente a Raminas se lo chiedevano spesso i suoi ministri e generali, a fare di quella ragazza, Ondine una principessa illegittima un condottiero?
Basch aveva sulla ragazza un'ottima influenza, il capitano le insegna tutto quello che nella sua vita aveva appreso. L'huma poteva notare con quanta attenzione e diligenza la ragazza seguiva i suoi insegnamenti, ma notava oltre al carattere più tosto particolare, una strana malinconia che non sapeva spiegarsi.

Più volte i due si erano ritrovati a parlare di quello che poteva essere il futuro, ma ogni volte Ondine non sapeva cosa aspettarsi, ma sapeva una cosa che mai avrebbe voluto sposarsi, ciò che vedeva nelle persone non le piaceva affatto.
E con l'educazione maschile ricevuta, mal stonava a quella classica di una principessa e i suoi doveri. 
Ashe al contrario di Ondine sembrava felice alla notizia del suo fidanzamento con Rasler, non vedeva che arrivasse quel giorno, anche se Ondine vedeva l'ansia e la paura di sua sorella.

Cerano grandi aspettative per quell'evento, mentre lei non provava questo grande entusiasmo. Su sua sorella si stavano riversando molte aspettative, quel matrimonio sanciva una grande speranza e svolta per la guerra.
L'ultima speranza mal risposta per sfuggire alla guerra.
Ondine osserva silenziosa quel grande entusiasmo a corte, ma non lo era poi così felice. Vedeva in quel matrimonio tutto ciò che lei detestava, uno sconosciuto con il quale sua sorella avrebbe giaciuto, cosa ne sarebbe stato di lei, della sua vita, dei suoi desideri e della sua persona.Contava qualcosa? O era solo un oggetto da sacrificare per un bene superiore non tanto garantito.

Davvero poteva esistere l'amore senza interessi? Lontano dal matrimonio politico? 
Quello per Ondine non era un matrimonio ma solo un accordo politico, uno ostacolo alla realizzazione personale. 
Ma quanto Ondine conosceva dell'amore e del mondo degli adulti, così complesso rispetto alla sua visione idealista.
Per qualcuno l'amore era libertà, felicità e realizzazione. Ma quale realizzazione c'era in un matrimonio come quello? Cosa andava a realizzare che ti sposavi uno sconosciuto di cui non si sapeva nulla?
Che ruolo aveva la donna in tutto questo, poteva contare qualcosa? Titolo o no?
Ondine era terrorizzata dall'idea di sposarsi, di condividere la sua vita con qualcuno, convinta come era della sua idea che tutti fossero immeritevoli e indegni di lei.

Pochi si "salvavano" a questa sua visione. Ma ogni volta la principessa rifletteva incessantemente su questi suoi pensieri. "Se io faccio tanto per essere tanto allora perchè mi devo accontentare di uno che non è al mio livello"...

Ondine era cresciuta con l'idea che per se bisognava desiderare, scegliere ed avere solo ed esclusivamente il meglio, perchè lei era il "meglio" e come tale non poteva accontentarsi.

Tante persone facevano così, perche così significava amare se stessi, avere a cuore il proprio benessere ed avere un alta stima, quando grande opinione e considerazioni di se stessi.
Quindi ognuno doveva considerarsi speciale, unico importante... e solo tirandosela gli altri avrebbero capito che quella persona "valeva chi sa quale cosa".
Molte erano le persone convinte di meritarsi di meglio.

Per molto tempo Ondine aveva creduto a queste cose, fin quando non le era capitato quello che più di tutti voleva evitare, e ancora più sorprendente era con chi tutto quello stava succedendo. Basch.

Non ci credeva, non credeva hai suoi occhi o a quello che le sue orecchie udivano. Basch era esattamente l'opposto di tutto quello che le avevano insegnato su "scegliere il meglio".
Basch non pretendeva dal mondo chi sa quali cose, era un vagabondo senza patria che nel girò di quasi vent'anni era riuscito ad arrivare ad una posizione che di cui mai nessuno fino ad allora era arrivato.
Basch era essenzialmente se stesso, sempre e ciò gli veniva fuori con estrema naturalezza. Sapeva farsi amare naturalmente e tutti avevano una grande considerazione per lui.
Lui era semplicemente se stesso, e Ondine gli chiedeva come riuscisse ad essere così, senza vantare titoli, nobili origini, una posizione o uno status di prestigio.
Il capitano le rispose che faceva semplicemente quello che doveva e null'altro e che oltre questo non aveva altre particolare ambizioni.
Il capitano mostrava un evidente disinteresse verso tutti quegli intrighi politici e ipocrisie che regnavano a corte, dove tanti individui cercavano disperatamente di brillare di luce riflessa di qualcuno. 
O con grande difficoltà cercavano di convalidare la loro posizione, di darsi un tono e un rilievo che non avevano. Un mostrarsi vuoto da cui Ondine voleva prendere le distanze.

Il modo di fare di Basch e il suo modo di essere attiravano tantissimo l'attenzione di Ondine, che forse iniziava a comprendere che amare qualcuno non significava "stringere un accordo", ma volersi bene per quello che si è e non per il proprio valore, posizione o altro, e che per tanto stare con qualcuno non era una limitazione quanto una condivisione.

Però ancora una due cose l'attanagliavano "la posizione sociale" Ondine aveva paura che se avesse scelto di stare con "un uomo di posizione inferiore alla sua " questo l'avrebbe danneggiata e l'avrebbe svalutata, visto il "valore diverso delle due persone".
L'altra paura vedeva Ondine di non sottostare a nessuno, ma di essere alla pari di un uomo e di godere degli stessi privilegi, non che della stessa considerazione.
Voleva stare ad una posizione di potere senza per questo subire vessazioni da parte degli altri. Sentirsi libera di agire come un uomo e di comportarsi come lui se solo l'avesse voluto anche riguardo l'ambito sessuale, senza farsi problemi di nessun tipo.

Eppure Ondine sapeva bene che un pensiero del genere non era ben accetto per quel suo mondo.  Basch capiva il desiderio della ragazza e non l'ostacolava, ma il resto del mondo l'avrebbe mai potuta comprendere?

Ashe sembrava felice del suo fidanzamento con Rasler, sembrava al settimo cielo, ed anche se quello agli occhi di tutti sembrava un matrimonio per fini politici per lei e Rasler non erano così.
Erano così felici di quella scelta, entrambi volevano essere utili per il bene di entrambi le loro nazioni. Ondine li osservava silenziosa "quella unione così felice" ma che sarebbe veramente durata poco.
Ashe amava Dalmasca così pure sua sorella, ma là dove Ashe aveva conosciuto i sorrisi e gli affetti di tutti, Ondine vedeva i demoni che circondavano quella che era la sua famiglia.

Più volte Ondine aveva avuto contrasti con la nobiltà e più volte veniva ripresa per questa sua peculiarità. Avendo persino avuto da ridire sul fidanzamento e sulla decisione del matrimonio di sua sorella.
Basch era intervenuto ancora una volta a farla calmare, a farla "ragionare" e per l'ennesima volta gli aveva parlato di doversi e di questioni  politiche. Ondine non ne poteva più di quella situazione.
Basch rimaneva silenzioso, non sapeva cosa dire ne come comportarsi di fronte alla sua principessa, ma doveva ammettere in fondo a se stesso che le ragioni di Ondine ad opporsi a quel matrimonio così frettoloso erano abbastanza ragionevoli.

Diciassette anni sono troppo pochi per sposarsi quando si inizia appena ad essere adulti, non si sanno tante cose e ne se ignorano di altre. Basch aveva trentaquattro anni e di cose ne aveva viste e vissute tante, molto più di Ondine, Ashe e Rasler, sotto questo aspetto Basch era un uomo fatto e finito in ogni senso.

Il capitano Basch di fronte a tutte quelle domande tipiche della sua età, gli avrebbe voluto parlarle da suo pari, ma quella ragazza che aveva d'avanti a se era una principessa non una ragazza qualunque, e anche se una parte di lui volesse parlarle di tante cose, la sua ragione e il suo buon senso lo trattenevano.

Ondine se ne accorgeva, del disagio provato dal capitano e sapeva che aveva anche la sua comprensione ma sapeva anche per quale motivo il capitano taceva.

Dalmasca era una monarchia e non una repubblica, e le cose funzionavano diversamente. Essere una principessa non significava di certo passare una bella vita, se quella vita significava sacrificare la propria ad un paese che non coglieva magari quali erano i sacrifici di un membro della famiglia reale.
 Ondine comprendeva bene che crescere come una principessa per quanti vantaggi aveva era molto limitante dal punto di vista delle esperienze e della propria formazione. 
A lei come sua sorella si richiedeva di essere in un determinato modo, di comportarsi e porsi come tale, dovevano essere d'esempio. 
Ed ecco che sposare un principe di un'altra nazione diventava un qualcosa di grande importanza e di rilievo, due regni si univano ed entrambe le parti avrebbero giovato per la loro prosperità e quel matrimonio sarebbe stato un simbolo attraverso il quale sancire e celebrare tutto.

Ad Ondine che sorte sarebbe toccata?

   
 
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