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Autore: Eddygiak97    04/12/2017    4 recensioni
Una nuova vita sta per iniziare! Brian si arrende alla cocciutaggine di Justin, disposto a rinunciare al suo avvenire a New York per stare con lui. Finalmente potranno coronare la loro storia d'amore e vivere una vita serena e tranquilla o forse no: grandi eventi scuoteranno le loro esistenze nel profondo. Riusciranno a superare ogni ostacolo grazie al loro amore?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Brandon, Brian Kinney, Justin Taylor, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Mpreg
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Chiedo scusa per l'enorme attesa ma tutto dipende dal mio tempo e dall'ispirazione del momento, ma spero che questo capitolo anche se breve vi piaccia.
Buona lettura a tutti e recensite se vi è piaciuto. Ringrazio anche chi legge solo.

Capitolo 4°

Pov. Brian

Dopo che Justin ha finito di prepararsi, ci avviamo per andare a questa maledetta cena a cui non ho potuto dire di no, come si fa a dire di no a un Taylor? Soprattutto perché Jennifer ha minacciato di venire lei stessa al loft a buttare giù la mia bellissima porta, per prenderci e portarci da lei, quindi ho optato per la scelta meno dolorosa, ovvero rassegnarmi e andarci senza obbiettare.

Abbiamo impiegato almeno quaranta minuti e una volta giunti a destinazione ho notato una certa agitazione in Justin, ma non ho capito per quale motivo fosse così agitato per un semplice cena da sua madre. In queste situazioni normalmente sono io che faccio storie per andare a questi eventi etero che mi fanno girare le palle, ma stranamente questa volta i ruoli si sono invertiti e infatti in macchina è stato lui a comportarsi in maniera strana e a lamentarsi con me per la cena. Ripenso alla conversazione avuta durante il viaggio e ancora non trovo una spiegazione:

Inizio flashback...

— Che cazzo hai adesso? — chiesi curioso.

— Niente, sono stanco e sinceramente non ho molta voglia di andare da mia madre.

— Da quando rifiuti un invito di Jennifer a cena? Mi sa che non stai molto bene. Di solito non vedi l’ora di andare da tua madre!

— Per una volta che non ci voglio andare non serve impressionarsi e poi sei tu quello che dice “che vadano a farsi fottere loro e le loro feste pseudo-etero del cazzo!” Mi sembra strano che tu ci voglia andare.

— Infatti non ci voglio andare ma poi ci rinfaccerebbe di non essere andati o si fionderebbe a casa per obbligarci con la forza a partecipare a questa maledetta cena!

— Spero solo che finisca in fretta, sono di pessimo umore.

— Sei in quel periodo del mese come tutte le donne e certe checce rompicoglioni? Potevi avvisarmi, così sarei andato ai ripari — risi divertito.

Rivolsi lo sguardo a Justin e lo vidi in ansia, agitato, e non capii cosa avesse. Se non altro, sapevo che stava bene, perché dopo quello che era successo all’ospedale mi ero tranquillizzato.

— Perché non rispondi? Il gatto ti ha mangiato la lingua finalmente? — conclusi ridendo dato che non sta mai zitto e mi sembrava strano che non ribattesse ma restasse a fissare fuori dal finestrino.

Fine flashback.

Siamo finalmente arrivati e, onestamente, non vedo l'ora che tutto questo sia finito, ma la cosa strana è il comportamento di Justin che ancora non ho capito ma vedrò come si comporterà davanti a sua madre.

 

Pov. Jennifer

Finalmente li rivedo, tra breve saranno qui per la mia deliziosa cenetta in famiglia, lo so che Brian le odia ma non mi importa, non vedo l’ora di rivedere mio figlio. È da tanto che non lo vedo, precisamente dal suo matrimonio non andato a buon fine e la cosa mi dispiace terribilmente, dopo tutto questo tempo che il mio piccolo Justin lo ha rincorso e quasi piantato al chiodo con il matrimonio, va ad annullare tutto facendo restare malissimo sia me che gli altri che non aspettavamo altro per quei due. Ho appena finito di tirare fuori l'arrosto con le patate che sento suonare alla porta e un sorriso nasce spontaneo appena apro la porta: — Finalmente sei arrivato, Justin, sono proprio felice di avervi qui con noi! Ciao, Brian. Entra, la cena è quasi pronta devo solo mettere nei piatti e possiamo sederci a tavola — li accolgo felice di vederli, ma noto una certa aria strana attorno a mio figlio e mi domando il motivo.

— Grazie per l'invito, Jennifer. Non vedevamo l’ora di venire da te per questa cena in famiglia — mi risponde con tono sarcastico, cosa che noto subito, ma faccio finta di niente.

— Justin, va tutto bene? Ti vedo pallido, stai male? — chiedo agitata nel vederlo così sciupato e stanco.

— No, mamma, sto bene. Sono solo un po' stanco, tutto qui — mi risponde tranquillo ma non sono molto convinta della sincerità della risposta, così ho deciso che indagherò discretamente sulla faccenda.

— Bene è quasi pronto. Justin, che dici di venire a darmi una mano in cucina, dopo aver salutato tua sorella Molly e Tucker? — gli domando per avere un po' di tempo per parlargli tranquillamente.

— Va bene, mamma, li saluto e arrivo — mi risponde sorridendomi dolcemente.

Appena finito di salutare, Justin mi raggiunge e comincia ad aiutarmi a tagliare l’arrosto ma lo vedo sbiancare ancora di più come se avesse la nausea a sentire l’odore della carne e la cosa mi sembra strana dato che lui adora il mio arrosto fatto con la ricetta di mia madre.

— Ti senti male? Sei ancora più pallido di prima — gli dico preoccupata, ma vedo anche che si tiene la pancia con una mano e capisco che in realtà non sta bene come dice, ma non capisco cosa possa avere così non ho altro da fare che chiederlo direttamente a lui.

 

— Tu non stai bene. Si può sapere cosa hai? Non è possibile che ti venga la nausea con il tuo piatto di carne preferito. Sembri una donna incinta nei primi mesi di gravidanza! — dicendo questo lo vedo diventare di un bianco cadaverico con una espressione stupita e come se lo avessi preso con le dita nella marmellata.

— Ma cosa di..dici? Io non sto molto bene è vero, ma nulla di più, sono stato anche in ospedale per vedere se avevo qualcosa di più ma non è niente, sul serio, tranquilla! — mi risponde ma anche se mi dice di stare tranquilla ancora non sono convinta che sia la verità.

— Non ci crederei nemmeno da ubriaca, tu non hai mai avuto la nausea con la carne rossa. Dimmi la verità, Justin. Per l’amor del cielo sto iniziando a preoccuparmi! Non avrai mica il cancro, vero? Sono tua madre, ho il diritto di saperlo — gli dico sussurrando per evitare che qualcun altro possa sentirci.

— Non so co…come dir…telo. Sono un m…mostro, un a...abomi..nio! Sono gravido e non so come sia possibile una cosa del genere! Sono un uomo e un uomo non si può riprodurre da solo con un altro uomo, non so cosa fare, non so come prenderla io, non so come la prenderanno Brian e gli altri, non so come la prenderai TU ad avere un figlio così! — mi risponde piangendo e tremando dalla paura di un mio rifiuto, ma non sa che l’amore di una madre non ha confini!? Ha una così bassa opinione di me?

— Piccolo mio, non avere paura di parlare con me. Io mai ti ho giudicato e mai lo farò! Ricordi quando ho scoperto che eri omosessuale?, Non ti ho giudicato allora, ero solo preoccupata per il tuo avvenire e per le difficoltà che avresti dovuto affrontare. Ma so anche che non sei solo, ci sono anche Debbie e gli altri che sono come una famiglia, pronta nel momento del bisogno — lo abbraccio per farlo smettere di piangere. — Ne parliamo meglio più tardi, okay? Abbiamo una cena da iniziare! Mentre porto i piatti a tavola, vatti a rinfrescare la faccia in bagno così ti calmi — finisco così il discorso per adesso per permetterci di cenare tranquillamente e in pace.

 

Pov. Justin

Appena sono entrato in bagno mi sono diretto al lavandino e, guardandomi allo specchio, mi sono visto sconvolto, con gli occhi leggermente rossi e molto stanco. Mi sono lavato la faccia velocemente e ho aspettato qualche minuto per riprendermi e poter uscire più tranquillo e sereno ora che mia madre sa e non ha intenzione di ripudiarmi, ma pensandoci avrebbe potuto farlo quando ha scoperto la verità su di me, a diciassette anni, ma non l’ha fatto. Entro in sala da pranzo sorridendo e vedo mamma e Brian sorridermi a loro volta. So che lo fanno per motivi diversi, ma almeno per adesso penso: “una cosa è fatta ma adesso come lo dico a Debbie, ma soprattutto a Brian?”

   
 
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