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Autore: Ladyhawke83    06/12/2017    2 recensioni
Note: Una storia, un prompt, un protagonista al giorno, casellina dopo casellina, aspettando il 25 Dicembre.
"Questa storia partecipa al Calendario dell’Avvento (Ripopoliamo i Fandom!) indetta dal gruppo facebook Il Giardino di Efp.”
5 dicembre. QUINTA CASELLA. (5 dicembre)
Obbligo: Scrivi una commedia. A e B finalmente soli per Natale, finché C (avendo litigato con D) decide di insediarsi a casa loro. I personaggi sono quelli delle mie storie di D&D, ma il contesto è moderno, quindi è una AU! Originale fantasy a tutti gli effetti.
Buona lettura :)
Genere: Commedia, Fantasy, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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E alla fine arrivò la maga…

 

Finalmente soli!” Disse Isabeau, accoccolandosi al fianco del consorte sul divano a fiori rossi e azzurri.

“A chi lo dici tesoro… Ho temuto per il mio stomaco, se avessi mangiato ancora un po’, sarei esploso!” 

“Non esagerare Callisto, mia madre lo ha fatto per noi, non voleva certo avvelenarti col pranzo di Natale…” Lo riprese Isabeau, scompigliandogli i corti capelli bianco-azzurri come la neve al mattino, ed accarezzandogli distrattamente le orecchie appuntite.

“Ah no? E io che pensavo di non starle simpatico… chissà cosa si inventerà la prossima volta… maccheroni all’arsenico per l’adorato genero?!” Sottolineò Callisto con una punta di sarcasmo.

“Dai scheggia! Non sei felice di essere finalmente solo con me, senza parenti, senza bambini, senza incombenze? Solo tu ed io e tutto il pomeriggio per noi…” Disse lei, sorridendogli maliziosa.

“Certo che lo sono, Amore. Ho aspettato tutto il giorno per fare questo…” 

L’elfo cinse la moglie con un braccio, avvicinandola a sé e baciandola appassionatamente. Lo stregone, sulle labbra, aveva ancora il sapore del vino rosso bevuto a pranzo.

“Anche io ho dei progetti per questa giornata. Ci ho pensato per tutta la mattina, anche mentre assaggiavo quelle tartine assurde di mia madre…” dichiarò lei con un guizzo divertito negli occhi.

“Uhm… sentiamo e quali sarebbero questi progetti?” Chiese Callisto, baciandole la linea del collo.

Lei rise, e con fare complice fece finta di staccarsi da lui, per essere riacchiappata quasi subito.

Quel loro gioco di sguardi e carezze fu interrotto dalla vibrazione del cellulare. Isabeau, controvoglia, fece scorrere il dito sullo schermo per sbloccare l’apparecchio e vide una notifica di “WhatsApp”. 

Mittente: Vargas S. 

Isabeau aprì l’allegato, era una foto, un selfie di Nak’ell, insieme al padre e alla sorellina Airis, che quel giorno di Natale compiva tre anni. 

Sullo sfondo le alte montagne innevate ed una bellissima giornata di sole.

Lo scatto era accompagnato da una nota, probabilmente scritta da suo figlio,  perché, in famiglia era lui quello “smanettone”, non certo il mago mezzelfo, suo padre…

La druida dagli occhi nocciola, leggendola, rise.

“Che c'è?” Domandò Callisto, un po' infastidito da quella frivola interruzione.

“Guarda qua!” Esclamò lei, porgendogli il proprio cellulare.

Il messaggio del figlio adolescente Nak’ell recitava così:

Ciao Ma’… Qui è tutto bellissimo, anche se per il freddo rischiano di cadermi le orecchie! Io e papà siamo riusciti a stento a convincere la ranocchietta che la neve sporca non si deve mangiare… ma lei sembra comunque provarci con gusto! Salutami Call’ e digli che qui, i biscotti speziati sono una bomba! A stasera!”.

“Certo che ce lo vedo quell’idiota di un mezzorecchie sulla pista, aggraziato come un elefante in un negozio di cristallerie… e poi non mi piace che lasci mangiare alla bambina la neve sporca…” disse Callisto contrariato.

“Dovresti essere contento invece che Simenon abbia portato anche Airis con sé, non ne era obbligato, visto che è “tua” figlia…” sottolineò Isabeau, in difesa dell’ex compagno.

“E poi non credo che metta di proposito la piccina in situazioni pericolose, quella bambina è un terremoto, ed in questo ha preso dal padre…” disse Isabeau con un mezzo sorriso di rimprovero verso il marito.

“Io non sono così pessimo… cioè sì, ammetto d’essere molto testardo, ma non così spericolato come Airis…” ci tenne a giustificarsi lo stregone, come se il fatto d’essere vivace, fosse una prerogativa solo della piccola mezzelfa e non di tutti i bimbi di quell’eta.

“Ah no? Devo forse ricordarti quella famosa gita di tanti anni fa’, la caverna, il ghiacciaio e l’orso che volevi affrontare a mani nude?” Lo punzecchiò lei, ben consapevole di toccare un tasto dolente.

“Ok, mi arrendo, Airis è una bambina “molto sveglia”… solo non mi piace l’idea che Vargas stia con Airis, chissà quali strane idee le metterà in testa quel Mago da strapazzo”. Confessò alla fine Callisto.

“Vargas è una persona responsabile, e poi la bambina voleva stare col fratello per il compleanno, come negarglielo? In fondo ci ha fatto un regalo, dandoci qualche ora di pace tutta per noi” .

Isabeau si sollevò leggermente dal divano mettersi faccia a faccia con Callisto, sapeva che lui non avrebbe resistito a quello sguardo magnetico e selvaggio.

“A questo proposito… dove eravamo rimasti? Mi pare che tu avessi dei progetti per me poco fa’” disse malizioso lo stregone, mentre infilava una mano sotto al vestito rosso di Isabeau sfiorandole la pancia, scendendo poi sulla curva dei fianchi.

“Fermo…” fece lei, cercando inutilmente di divincolarsi da quella dolce stretta.

“Hai le mani gelate!”.

“Scaldamele tu allora…” sussurrò lui, poco prima di baciarla con ardore, assaporando quelle labbra imbronciate e rosse come il vestito, un po' scollato, che lei indossava.

La druida sorrise nel suo orecchio e si lasciò andare a quelle dolci e sensuali carezze che ormai ben conosceva, ma che ogni volta la facevano fremere come se fosse la prima. Isabeau aveva sempre attribuito questa particolare sensazione di eccitazione, mista a curiosità, al carisma dello stregone che, qualsiasi cosa facesse con lei, risultava sempre affascinante.

Continuarono a stuzzicarsi,  e ad assaggiarsi, con la bocca e con le mani, per un po', in un gioco erotico ben collaudato. Callisto, ad un certo punto, sdraiò la compagna sotto di sé, sfilandole via dalla testa, senza troppi complimenti, quell’abito vellutato, molto bello, ma inutile allo scopo.

“Hai intenzioni serie vedo…” Isabeau finse di non capire dove voleva andare a parare il marito.

“Serissime tesoro…” disse lui, mentre, con fare ormai navigato, gettava sul tappeto la propria maglietta, lasciando scoperti i pettorali e le spalle larghe.

Lei si sollevò con le braccia, stringendosi a lui, e gli diede un piccolo morso alla base del collo, nel punto che, lei sapeva, Callisto adorava.

“Tesoro… vuoi torturarmi proprio il giorno di Natale?” Disse lui con voce arrochita dal desiderio.

Isabeau non poté rispondere a tono perché, proprio in quel momento, qualcuno suonò alla porta.

“Chi diavolo è che rompe il pomeriggio di Natale?” Disse quasi grugnendo un Callisto piuttosto alterato.

Lo stregone si alzò di malavoglia dal divano e si rimise la maglietta, per rendersi presentabile, lo stesso fece Isabeau col proprio vestito.

“Magari è Vargas con i ragazzi…” azzardò lei, poco convinta e con la bocca formicolante e desiderosa di contatto.

“Non credo. Nak’ell non ti scritto che sarebbero tornati in serata? Ora è buio fuori, ma non sono neanche le cinque del pomeriggio…” Ricordò Callisto, mentre, schivando giocattoli e nastri sparsi per casa, andava ad aprire. In cuor suo sperava di liberarsi presto di quella scocciatura. L’eccitazione degli attimi precedenti pulsava prepotente, chiedendo d’essere soddisfatta, e lo stregone, non desiderava altro che di accontentare il proprio corpo, bisognoso di attenzioni.

L’elfo, dai corti capelli arruffati, non fece in tempo ad aprire l’uscio, che una sagoma rapida e piagnucolante si catapultò dentro, andando a gettarsi sul divano, proprio nel posto accanto ad Isabeau, la quale rimase un po' frastornata da quell’inaspettata visita.

“Wulos! Cosa ci fai qui… ehm cosa ti è capitato?” Si corresse subito la druida.

La giovane maga mezzelfa, cugina di Simenon Vargas, piangeva e singhiozzava in modo tale, che si capiva metà di quello che diceva.

“Io… ecco… lui… siamo lasciati!” Disse la giovane dai capelli neri e lucenti.

“Calmati, non capisco una parola… hai forse litigato con Francesco?” Chiese Isabeau che aveva colto, in parte, il senso delle parole sbiascicate dalla ragazza.

“Senti maga, noi… ecco… volevamo star soli, non è per essere scortese, ma avevamo delle cose da fare…” sbottò dopo un attimo Callisto, che già sopportava poco Vargas, figuriamoci la cugina snob e viziata di lui.

“Callisto!” Lo fulminò con lo sguardo Isabeau. “Non essere maleducato… è Natale…” disse la druida e corse in cucina a prendere dolcetti e un pacchetto di fazzoletti di carta, con disegnati sopra dei mini-pony arcobaleno.

“Ecco, tieni! Asciugati le lacrime, assaggiane uno e ricomincia dall’inizio…” Disse a Wulos porgendole i fazzoletti della piccola Airis, e il vassoio con i biscotti glassati.

“Ecco, insomma… Francesco ha detto che io…”. La maga Wulos si sedette meglio sul sofà a fuori del salotto di casa Logan, e iniziò a confidare ad Isabeau tutto l’antefatto che aveva portato alla lite lei, e il suo fidanzato straniero.

La druida dai lunghi capelli biondi cenere e il sorriso generoso, si mise all’ascolto, lanciando di sfuggita uno sguardo di scuse al marito, come a dire “mi dispiace, dobbiamo proprio rimandare…”.

Lo stregone sbuffando, infastidito, ma ormai rassegnato, se ne andò in cucina con un biscotto glassato in mano, e l’ultimo numero del manga di “Berserk” nell’altra.

“Sarò in cucina se avrete bisogno di me, così non vi disturbo” Disse lui, con tono di cortesia, anche se, sotto sotto, dovette reprimere l’istinto feroce di sbattere fuori da casa, quella svitata snob e bigotta. “Come si permetteva quella maga di piombare lì, senza preavviso, rovinandogli così un pomeriggio d’amore e di sesso con sua moglie?” Disse tra sé e sé l’elfo.

“Sei un tesoro…” gli rispose dal soggiorno Isabeau, anche lei ben consapevole del bel momento a cui stavano rinunciando entrambi, per un’emergenza sentimentale, una delle tante emergenze che Wulos non era capace di gestire da sé.

“Ci prepari un po' di caffè Amore, bello carico mi raccomando!” Chiese, urlando, Isabeau dall'altra stanza.

“Sì, agli ordini Mie Signore…” Rispose Callisto, con un tono inequivocabilmente arrabbiato.

Isabeau seppe, dal tenore di quella risposta, che non sarebbe bastato il regalo di Natale che gli aveva preparato per rabbonirlo, avrebbe dovuto faticare molto, molto di più per farsi perdonare, e tutto per colpa dei capricci e disastri di una maga, che non era nemmeno sua parente!

“Beh, ma è Natale…” si disse mentalmente Isabeau “e a Natale bisogna essere tutti più buoni… O forse no?” Concluse lei, tra sé e sé, guardando Wulos e fingendo solidarietà femminile, mentre un sorriso le increspava, involontariamente, il labbro superiore.

“Che c'è da ridere?” Chiese la maga, scrutandola con occhi gonfi e rossi dal pianto.

“Niente Wulos, una sciocchezza. Continua, ti ascolto…” Disse la druida ritornando seria, nella sua mente, però, comparve l’immagine di lei nuda sopra Callisto, che lo imboccava con i resti zuccherosi di un omino di pan di zenzero.

Si sarebbe fatta perdonare da quello sciocco di un elfo, questo era certo, parola di druida.

 

 

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Note: Una storia, un prompt, un protagonista al giorno, casellina dopo casellina, aspettando il 25 Dicembre.

"Questa storia partecipa al Calendario dell’Avvento (Ripopoliamo i Fandom!) indetta dal gruppo facebook Il Giardino di Efp.”

5 dicembre. QUINTA CASELLA. (5 dicembre)

Obbligo: Scrivi una commedia. A e B finalmente soli per Natale, finché C (avendo litigato con D) decide di insediarsi a casa loro. I personaggi sono quelli delle mie storie di D&D, ma il contesto è moderno, quindi è una AU! Originale fantasy a tutti gli effetti.

Buona lettura :)

   
 
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