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Autore: Stillmar    07/12/2017    3 recensioni
L'acqua gli alberi e i fulmini erano gli unici testimoni della strana creatura apparsa improvvisamente in quel luogo
chiunque fosse passato di li sarebbe senz'altro rimasto sorpreso di trovare una così bizzarra sagoma giacere sull'erba bagnata.
una storia avventurosa e a tratti inverosimile che tenevo in cantiere da un po' e che finalmente pubblico qui; è un esperimento ma spero possa piacere comunque.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Judy Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 13
Un nuovo giorno
 
Un forte battito risuonava nelle sue orecchie, non capiva cosa fosse ma di certo non se lo stava immaginando. Jackson, steso prono sul suo nuovo letto, era immerso in un sonno leggero da cui si svegliò bruscamente. si trovò dunque seduto, in mezzo alla stanza, illuminata dai primi raggi di sole che, attraversando la finestra, facevano capolino da dietro le tende.
Ritrovarsi in un ambiente a prima vista così normale, lo fece quasi illudere di essere tornato a casa, e di aver solo sognato gli avvenimenti degli ultimi giorni. Si alzò realizzando di non essersi nemmeno tolto la giacca prima di addormentarsi.
L’aria tiepida presente nella stanza lo convinse a togliersi questa e a lasciarla sull’attaccapanni accanto alla porta. Poi si diresse verso la finestra e scostò la tenda per sbirciare dal vetro che dava sul parcheggio coperto di neve.
-È Natale? – pensò tra sé.
La sua idea svanì quando la radiosveglia, rimasta inavvertitamente accesa, iniziò a trasmettere le previsioni del tempo, augurando il proprio buongiorno a tutti gli abitanti della città. Jackson sospirò un poco deluso.
Si mise a camminare in tondo un paio di volte per scrollarsi di dosso il torpore constatando felicemente di non sentire più male alla schiena.  Poi come era solito fare, si diresse verso il bagno presente nella stanza. Attraversò il divisorio e si fermò davanti allo specchio.
Riuscì a stento a riconoscersi. Il viso appariva stravolto, contornato da almeno due dita di barba incolta, e ancora sporco di polvere. Così erano sporchi i capelli, molto più lunghi e arruffati; e gli occhi arrossati segnati da due lievi occhiaie. L’intensa attività degli ultimi giorni lo aveva messo a dura prova, tanto che a vedersi in quello stato si sentì invecchiato di venti anni. La mano destra era ancora sporca di sangue e il taglio aveva iniziato ad infettarsi.
Pulì la ferita e la disinfettò con un po’ d’alcol rimasto in fondo all’armadietto sotto al lavandino
 Si appoggiò a questo e si gettò una buona dose di acqua gelida in faccia; quasi sperando che ciò fosse sufficiente a fargli riacquistare il suo aspetto normale.
Decise di prendersela comoda, e di passare quanto più tempo poteva dentro la vasca da bagno. Furono pochi minuti di ritrovata tranquillità che bastarono a farlo rinascere.
Si rimise in piedi davanti allo specchio convinto di ritrovare il suo viso rinfrescato, ma non fu così. O meglio, il suo viso c’era, ma evanescente e senza lineamenti. Solo ciò che poteva sembrare una bocca, piegata in una smorfia di scherno.
Jack sobbalzò per lo spavento, ed incespicò nell’asciugamano finendo nuovamente dentro la vasca da bagno con un sonoro tonfo. Sollevò così una quantità d’acqua tale da allagare il pavimento. Si affrettò ad uscire, ma quando tornò a specchiarsi trovò solo il suo volto normale.
Ringhiò contrò il proprio riflesso:
<< Per quanto hai intenzione di continuare a tormentarmi? >>
Aspettò alcuni secondi nella speranza di una risposta, poi senza ragionare tirò fuori la pietra rossa dalla tasca dei pantaloni e la agitò in aria.
<< È questo che vuoi non è vero? >> disse rivolgendosi ad un ipotetico qualcuno, che non sembrava intenzionato a prestargli attenzione.
<< Rispondimi! >>
Scivolò sul pavimento bagnato e dovette reggersi al lavandino per non cadere. Nel farlo sforzo la mano ferita e provò un forte bruciore. Si rimise in piedi e balbettò spaventato:
<< Che cosa vuoi da me? >>
In quel momento udì scattare la serratura della porta nell’altra stanza. Si affrettò a coprirsi con l’asciugamano e si affacciò dal divisorio.
<< Signor West? >>
<< Si, sono qui. >> fu la risposta.
<< Va tutto bene? >>
<< Certo. Deve dirmi qualcosa agente? >>
<< Io … ho pensato potessero servirle degli altri vestiti. >>
<< Oh, certo. La ingrazio, può lasciarli qui vicino. >>
La coniglietta si limitò a fare così, e tornò ad attendere il proprio collega vicino all’entrata. Jackson uscì dal bagno poco dopo pulito e profumato, con addosso dei nuovi vestiti usati. I due agenti lo stavano aspettando con una certa impazienza. Vederlo nuovamente in quella tenuta suscitò in loro una ennesima sensazione di stranezza. Quasi di ribrezzo.
L’uomo si sedette sul bordo del letto, la coniglietta prese per sé una sedia, mentre la volpe preferì rimanere in piedi. Jack tentò più volte di non incrociare lo sguardo dei due animali davanti a lui. La coniglietta abbassò le orecchie mentre la volpe mantenne uno sguardo serio.
<< Buongiorno. >> disse l’uomo.
<< A lei. >> rispose la volpe senza cambiare espressione.
<< Quindi … come va? >> chiese Jack provando ad essere gioviale.
<< Credo che lei lo sappia. Siamo ansiosi di sapere ogni cosa. >> rispose fermamente la coniglietta.
L’uomo non poté fare altro che iniziare a raccontare.
Jack raccontò tutto ciò che gli era capitato negli ultimi giorni. Del suo incontro con Jeremy, e del diverbio con i contrabbandieri, cercando di essere il più preciso possibile. I due mammiferi seguirono i fatti con attenzione alternando sguardi di riflessione ad espressione stupite quando la storia sembrava prendere una piega surreale. Non poco si meravigliarono quando Jack parlò del suo incontro con Jeremy e fecero molte domande a riguardo. Ogni vicenda portò a sempre più quesiti, a cui Jack tentò di rispondere meglio che poté; ma non disse nulla a proposito delle visioni che aveva avuto da quando era arrivato. La fine della storia fu seguita da un profondo sospiro, Jackson si portò le mani sulle ginocchia, ed attese una risposta da parte dei due agenti.
<< Beh, una storia incredibile. >> disse Judy.
<< Se per incredibile intendi assurda. >> aggiunse Nick.
<< È la mia storia. Ve lo assicuro. >> affermò Jackson.
<< Almeno è quello che ricorda, sbaglio? >> chiese la volpe senza cambiare espressione. Dal suo comportamento era chiaro che non credeva del tutto alla storia dell’amnesia.
<< Signor West e sicuro …? >>
<< Per favore, mi chiami Jack. E mi dia del tu. >> la anticipò l’uomo.
<< Jack. Sei sicuro che assolutamente nessuno a parte noi, e Jeremy ti abbia visto in faccia? >>
<< Posso assicurarvelo. E non c’è pericolo per Jeremy, anche se lo raccontasse in giro nessuno gli crederebbe. >>
 La volpe intervenne:
<< Il fatto che un agnello di otto anni che abita chissà dove in questa città conosca il tuo segreto non è la sola cosa a cui pensare. Non potremo essere tranquilli finché quei delinquenti sono in circolazione. >>
<< Sono capaci di tutto e non credo saranno contenti quando troveranno chi gli ha affondato la barca. >> disse la coniglietta volgendo lo sguardo verso l’uomo. Jack sollevò entrambe le mani:
<< Quello è stato un incidente. >>
<< Inoltre li hai derubati tu stesso. >> disse la volpe.
<< Quello è stato … una coincidenza. >>
<< E hai dato fuoco al loro covo. >> proseguì Judy.
<< va bene, va bene ho capito. >> disse Jack deciso a troncare il discorso. Fece una pausa poi chiese:
<< E quindi? >>
 Nick scosse le spalle:
<< Beh, direi che siamo ad un punto morto. Noi non abbiamo idea di come aiutarti, e tu non sai cosa fare. D’altro canto non possiamo lasciarti solo, ma non possiamo neanche arrestarti così su due zampe, al fine di evitare una terribile baraonda. >>
<< Capisco quanto stiate rischiando in questo momento. >> ammise Jackson
<< Non ne hai idea. >> confermò la volpe.
<< Ma capisci che non possiamo ignorarti. Tu … non dovresti essere qui. >> disse Judy.
<< Sempre che ci sia solo tu. Probabilmente qualcuno ti starà cercando, ci hai pensato? >> chiese Nick
<< Ma certo. Ho valutato molte ipotesi. ma mi sarebbe comunque servito aiuto. >>
<< E guarda caso hai incontrato noi. >>
<< Non so come ringraziarvi. >>
 Nick riacquistò un’aria seria e disse:
<< Non farlo. Voglia tu sappia che qualunque cosa stiamo facendo in questo momento non lo stiamo facendo per te. La nostra priorità è garantire la sicurezza di questa città. E soprattutto evitare che si crei panico dovuto ad un … un ... >>
<< Essere umano. >> lo aiutò Jack.
<< Esatto. >>
<< Ma proveremo comunque a farti tornare a casa. >> disse Judy scendendo dalla sedia.
 La volpe squadrò Jack alzando un sopracciglio:
<< Non ricordi assolutamente nessun altro dettaglio? >>
<< Questo e tutto quello che è successo prima del nostro incontro. Poi sono arrivato in città e … >>
<< E cosa? >> chiese Judy.
Jackson si mise a fissare un punto imprecisato della stanza:
<< Il giorno in cui ci siamo incontrati … avevo sentito una notizia.>> si alzò in piedi e si mise a camminare avanti e indietro con fare agitato.
<< Una notizia interessante, probabilmente la conoscete riguardava … uno scienziato mi sembra. >>
<< Il professor Dent? >> disse Judy.
Jack schioccò le dita:
<< Si. Esatto. >>
<< Chi? >> domando Nick con sincera curiosità.
<< Uno scienziato scomparso l’altro giorno senza lasciare traccia. È uno scienziato piuttosto famoso per questo la notizia ha fatto scalpore. >> spiegò Judy.
<< Eppure questa mi è nuova. >> disse Nick.
<< E se vi dicessi che forse una traccia l’ha lasciata? >> disse Jackson con una punta di emozione nella voce.
<< Mi fate capire qualcosa?! >> esclamò la volpe.
 Jackson si mise una mano sotto il mento, attese un poco e riprese:
<< Il giorno in cui sono arrivato in città, ho visto questo signor Dent >>
<< Ci hai parlato? >> chiese Judy stupita.
<< No. L’ho visto in televisione. >>
<< E questo che c’entra? >> Nick parve esasperato.
<< La sua ultima intervista. >>
<< L’intervista in diretta? Non ricordo neanche di cosa stesse parlando. >> disse Judy cercando di ricordare.
Jack fece avanti e indietro un altro paio di volte, poi si limitò a tirare fuori dalla tasca il piccolo sassolino cremisi. I due agenti si misero a guardarlo stupefatti:
<< Che cos’è? >> dissero quasi all’unisono.
<< Non lo so. Ce l’avevo in tasca quando sono arrivato. >> fu tutto ciò che Jack riuscì a dire.
I due poliziotti osservarono il sassolino per alcuni secondi.
 << E a che cosa serve? >> chiese la volpe.
<< Non so nemmeno questo, ma ho pensato che forse potesse saperlo il signor Dent. >>
 La volpe sollevò lo sguardo:
<< Quindi la tua idea era di presentarti da uno scienziato pluridecorato e dire “salve sono un essere ulano arrivato da chissà dove. Mi può dire a cosa serve questo sasso?” >>
<< In quel momento suonava meglio come idea. >> disse Jack vergognandosi un poco, e notando quanto fosse difficile per quei mammiferi pronunciare la parola “umano”.
<< È molto curioso. >> commentò la poliziotta restituendo il sasso a Jack.
<< È strano. >> aggiunse Nick.
<< Credi sia legato in qualche modo alla scomparsa di Beauford Dent? >> disse rivolgendosi all’uomo.
Jackson si limitò ad annuire. Nick rimase pensieroso per alcuni secondi, poi si voltò verso la collega e chiese:
<< Judy sai quale nostro collega si sta occupando del caso? >>
<< Per quanto ne so ancora nessuno. >> rispose la poliziotta.
 Nick corrugò la fronte e disse:
<< Potremmo sempre provare a dare un’occhiata sul database della centrale per trovare informazioni su questo Dent. Visto che è così famoso non dovrebbe essere difficile. >>
<< Informazioni. >> balbettò Jack.
<< Si è quello che ho detto. E adesso dove vai? >>
Jack si diresse verso la giacca appesa all’attaccapanni e prese la piccola pennetta trovata a terra l’altro giorno. La portò dunque all’attenzione dei due poliziotti.
<< Dove l’hai presa? >> chiese Judy.
<< Era fuori dalla casa del professor Dent. Ma non so cosa ci sia dentro. >>
<< L’hai presa dalla scena del crimine? >> domandò la volpe
<< Certo che no, l’ho trovata … vicino alla scena del crimine. >> spiegò Jack
<< E una prova! >> esclamò Judy.
Jackson guardò il piccolo oggetto poi disse:
<< Potrebbe esserci qualcosa di molto importante. Che magari riguarda anche me. >>
<< Come può non esserci nulla. Sarà meglio che tu la dia a noi. >> disse Judy.
Jackson obbedì.
<< Se non altro adesso abbiamo una traccia, per prima cosa dobbiamo farci assegnare il caso. >>
<< Parlerò io col capitano. >> affermò Judy.
<< Io invece vedrò cosa riuscirò a trovare sul conto di Beauford Dent. >> concluse Nick.
<< E io vengo con voi. >> disse Jack a quel punto, lasciando perplessi i poliziotti.
<< Stai scherzando vero? >> chiese Nick a quel punto.
<< Assolutamente no. Questa storia riguarda anche me. >> disse Jackson.
<< Non se ne parla, sei molto più al sicuro qui. >>
<< Non posso dire di essere al sicuro finché quei quattro delinquenti sono in circolazione. L’ha detto lei stesso. Inoltre non ho intenzione di star qui senza far niente. >> fu la risposta.
<< Ma non hai modo di coprirti il volto. Ti vedranno tutti. >> obiettò nuovamente la volpe.
 Jackson lo zittì con una mano:
<< Invece no; grazie al gentilissimo regalo della sua collega, agente Wilde. >>
La volpe lanciò un’occhiata perplessa alla sua collega. Jack invece si diresse di nuovo verso il bagno e tornò con il viso coperto da una nuova sciarpa e un altro paio di guanti neri per nascondere le mani.
Si portò per primo sull’uscio e i due agenti lo seguirono. La volpe disse:
<< Se non altro sembri in grado di mantenere un basso profilo. >>
<< Ne sono capace, glielo assicuro. >>
I tre uscirono nel parcheggio coperto di neve.
 
 
Nota dell’autore
Prima nota dopo 13 capitoli. Mica male no?
Siamo dunque tornati insieme al povero Jack che ricordate ha bisogno di tutto il nostro sostegno in questo momento. Ammetto il mio ritardo, ma non ho potuto fare diversamente. Inoltre ho perso il conto di quante volte ho riscritto questo dialogo. Spero di fare prima per il prossimo capitolo di cui non vi anticipo nulla.
Tanta suspense e colpi di scena in questo mio esperimento che sembra stia prendendo forma.
   
 
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