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Autore: HarleyHearts    07/12/2017    0 recensioni
ATTENZIONE! QUESTA E' LA VERSIONE RISCRITTA DELLA MIA VECCHIA STORIA, E GLI AVVENIMENTI NARRATI SONO QUASI TUTTI COMPLETAMENTE DIVERSI DA QUELLI PRECEDENTI
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Rosalie Fay è la seconda principessa di Waterlia, il regno dei mostri marini. Nonostante ciò vive con la sorella maggiore Koko nel mondo umano da anni, e qui studia alla ricerca del suo posto nel mondo.
Caius Lightwood è un vampiro, e frequenta lo stesso liceo umano della ragazza.
Tra i due scoppia una scintilla, un qualcosa di misterioso, ma Rosalie non sa se fidarsi o meno a causa di vecchie ferite del passato.
Koko invece è innamorata da sempre di Kelpie, il generale a capo delle armate marine di suo padre, ma non ha il coraggio di confessargli i propri sentimenti. È convinta di poterlo dimenticare sulla terra ferma, e di poter andare finalmente avanti.
Ad Acton però niente va come sperato, e le due sirene inizieranno ad impararlo molto presto...
- 1* storia della serie "My Little Love" -
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'My Little Love'
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capitolo 4
Capitolo 4
Cannuccia rossa.

- Sei stata magnifica! - trillò, allegra e meravigliata, Sophie nel corridoio della scuola, mentre ci stavamo dirigendo verso la mensa per la pausa pranzo.
La piccola bionda era così euforica, dopo la lezione di musica, da aver iniziato a gesticolare con movimenti molto ampi mentre parlava, senza rendersene nemmeno conto.
- Dio santo, la faccia dei Lightwood! Dovevi vederla. Li hai sgonfiati per bene quei palloni gonfiati! - esclamò, dandomi una simpatica pacca sulla spalla, prima di battersi il palmo della mano sulla fronte - Avrei dovuto fare una foto... o un video! Avrei dovuto fare un video, per tutti i cracker al formaggio -
La sua reazione mi fece ridacchiare divertita.
Quella ragazza era davvero una forza della natura, e più passava il tempo più mi stava simpatica.
All'ingresso della mensa ci stava aspettando, appoggiata al muro con le braccia incrociate, un'incazzosa Koko.
Molto probabilmente a lei non era andata bene come a me.
Non appena si accorse della mia presenza, e di quella di Sophie al mio fianco, si tirò su.
- Ho sentito che hai fatto un figurone, sorellina. Siamo solo al primo giorno di scuola, e già hai una discreta fama - mi appoggiò una mano sulla spalla, e con l'altra si asciugò una lacrima invisibile - Sono così fiera di te, Rosie! - esclamò, fintamente commossa, prima di voltarsi verso la mia amica bionda.
La rossa si aprì in un ampio sorriso, e le porse una mano - Ciao! Io sono Koko, la meravigliosa sorella della bionda al tuo fianco -
La modestia è sempre stata una sua grande qualità.
- Io sono Sophie, piacere di conoscerti -
Sophie e Koko fecero amicizia quasi immediatamente.
Quelle due sembravano essere sullo stesso livello d'onda, e non ero sicura se fosse un bene per la sottoscritta.
Sopportare una pazza per volta è una cosa, due insieme tutt'altra.
La mensa era colma di ragazzi di ogni tipo, e faticammo non poco nel riuscire a trovare un posticino dove sederci tutte e tre insieme.
Alla fine riuscimmo a trovare un posto in una tavolata libera, infondo alla sala, non molto lontana da una delle finestre che davano sulle chiome alberate del cortile scolastico.
Mentre camminavamo verso il tavolo, con in mano i nostri vassoi colmi di cibo, io e mia sorella venimmo squadrate dagli occhi curiosi di numerosi nostri compagni d'istituto.
La maggior parte dei ragazzi ci osservava incuriositi, ma alcune ragazze ci squadravano dall'alto al basso con sufficienza.
La cosa mi fece sorridere; se c'era qualcuno che poteva farlo, quelle eravamo io e mia sorella, ma eravamo superiori a certe sciocchezze.
L'invidia femminile era una creatura davvero curiosa.
- Lasciatele perdere - disse Sophie, mentre ci sedevamo al tavolo, indicando con la testa il gruppetto di ragazze che ci stavano uccidendo con lo sguardo - Sono solo un branco di oche starnazzanti. Ignoratele; non meritano alcuna attenzione -
Le sue parole riuscirono ad incuriosirmi ancora di più.
- Chi sono? -
- Il fan-club dei Lightwood - rispose lei, facendo quasi strozzare mia sorella con la bibita che stava bevendo.
- No, aspetta - intervenne Koko, sgranando gli occhi ed appoggiando sul tavolo il bicchierone di carta - Quelli hanno un fan-club? Un vero fan-club? Con tanto di spillette e stronzate varie? -
Sophie annuì con la testa, prima d'iniziare a condire la propria insalatona.
"Sul serio? E chi diavolo sono, Paris Hilton?" mi chiese telepaticamente Koko, facendomi sorridere involontariamente.
È caratteristica dei marini la comunicazione telepatica, ma non funziona con tutti. C'è bisogno che ci sia un forte legame emotivo tra le due creature, per permettere la comunicazione.
Permettere a qualcuno di entrare, momentaneamente, nella propria testa o viceversa è qualcosa di davvero molto delicato; non si può fare con chiunque.
Per farlo utilizziamo delle onde telepatiche, molto simili a quelle che usano gli Atlantidei per comunicare con la fauna marina.
- Non saprei dirvi se sono peggio loro o il loro fan-club - ci confidò - Quelle sono fuori di testa -
- Quanto fuori di testa? - chiesi.
- Tanto da minacciare tutte le ragazze del primo anno, perchè i Lightwood sono "di loro proprietà" - mimò la virgolette, con una smorfia sul volto - Manco fossero degli immobili -
- Quindi tanto pazze da meritarsi un posto d'onore ad Arkham - ridacchiò Koko.
Sia io che Sophie l'osservammo confuse, non capendo la sua battuta.
- Arkham Asylum - aggiunse, aspettandosi una qualche reazione da parte nostra - Ma solo io leggo Batman? -
Al mio fianco sentì Sophie trattenere un gemito, e il motivo era uno solo: i Lightwood stavano venendo verso il nostro tavolo.
Con Alec e Caius c'era anche un terzo ragazzo, che dedussi essere grazie ai racconti di Sophie il terzo Lightwood, Lucius.
Era molto più alto dei suoi fratelli, e spesso il doppio. I capelli erano lunghi come quelli del biondo, ma di un castano molto scuro.
Quando tutti e tre furono molto più vicini, notai che il maggiore indossava una giacca sportiva; doveva essere un giocatore di football, o qualcosa di simile.
- Salve, ragazze - esclamò Alec, con un ampio sorriso, sedendosi vicino ad una indispettita e contrariata Sophie - Possiamo sederci con voi? -
- Lo hai già fatto - gli fece notare piccata la bionda, lanciando un'occhiataccia ed allontanandosi leggermente dal rosso, per avvicinarsi di conseguenza a me.
In questo modo mi trovai bloccata tra lei alla mia sinistra e Caius, che si era appena seduto, alla mia destra.
Quest'ultimo sembrava non voler staccare per un momento i suoi occhi ambrati da me; e la cosa mi fece provare un brivido alla spina dorsale.
- Oggi durante musica sei stata davvero molto brava - si complimentò, avvicinandosi ulteriormente - Sono in pochi a saper suonare quel pezzo, e ancora meno quelli in questa scuola a conoscerlo -
Non lo osservavo nemmeno, troppo presa dal vivisezionare quello che doveva essere polpettone nel mio piatto.
- Davvero? - chiesi, distratta.
Lo sentì avvicinarsi maggiormente, e non potei non notare il freddo che emanava il suo corpo.
- Dove hai imparato a suonare così? - chiese, troppo vicino.
Feci il madornale errore di voltarmi, e guardarlo in viso.
Non potevo negarlo: Caius Lightwood era davvero bellissimo. Di una bellezza particolare, quasi eterea ed unica.
Con la sua vicinanza, riuscì a notare una serie di dettagli che precedentemente non avevo potuto notare e mi erano sfuggiti.
La pelle priva di imperfezioni o segni di altro genere.
Gli zigomi alti e marcati.
I capelli biondi lunghi, con alcune ciocche più scure e più chiare nascoste in mezzo alle altre, e quella lieve sfumatura rossa negli occhi.
- Dono naturale - risposi, prendendo un lungo sorso della mia Diet Coke con la cannuccia colorata.
Mi bloccai un attimo, con ancora la cannuccia rossa tra le labbra.
Cannuccia rossa.
Rossa.
Sfumatura rossa.
Sfumatura rossa, negli occhi.
Occhi rossi.
Porca Baleniera.
Stavo proprio sul culo al karma. Dovevo avergli fatto qualche torto, in una vita precedente.
La bibita mi andò lievemente di traverso, e mi ritrovai a tossire un paio di vote.
Caius al mio fianco fu incredibilmente veloce, e mi battè delicatamente una mano contro la schiena.
- Ehi, stai bene? - chiese, sinceramente preoccupato.
Annuì, ancora rossa in volto.
Mia sorella mi osservò preoccupata, ma la rassicurai con uno sguardo.
Quante potevano essere le possibilità affinchè due sirene, tre vampiri e un'umana si trovassero tutti seduti allo stesso tavolo?
Non nutrivo una forte simpatia per la loro razza; e tutto ciò era legato ad un evento spiacevole avvenuto qualche anno prima.
Come già detto, sono sempre stata un'inguaribile romantica e mi feci incantare dalle belle parole d'amore di un vampiro che frequentai per un periodo qui sulla terra.
Agli inizi non sapevo fosse un mostro, ero convintissima fosse un semplice essere umano.
Si chiamava Marcus e, all'epoca, pensavo che quello che provavamo l'uno per l'altra fosse "amore".
Ero stata incredibilmente sciocca nel pensarlo. Quello che provavo per lui era semplice infatuazione, nulla di più, ma essendo giovane non me ne ero resa minimamente conto.
Il nostro non era stato un rapporto... sano.
Marcus, come molti della sua razza, era inspiegabilmente geloso e possessivo nei miei confronti.
Mi proibiva innumerevoli cose, come vestirmi in un certo modo o anche solo parlare con altri ragazzi, e stupidamente credevo che lo facesse per il mio bene e che fosse giusto così.
Mi sbagliavo incredibilmente, e fu mia sorella a farmi aprire gli occhi facendomi comprendere che quello che c'era tra me e Marcus non era un bel rapporto.
Fu Koko a spingermi a lasciarlo, e a chiudere tutti i ponti con lui; ma Marcus non prese bene la cosa.
Tanto da aggredirmi, rivelando la propria natura, e squarciandomi buona parte del collo con i denti.
I ricordi di quella sera mi fecero venire dei lunghi brividi, che mi colpirono in pieno la spina dorsale.
Cercai consolazione, nuovamente, nella mia bibita zuccherata, tentando di portare la mia concentrazione su altro.
- Domani sera Camille da la sua festa d'inizio anno scolastico. Voi venite? -
Riportai lo sguardo sul vampiro biondo.
Chi era Camille?
Percependo la mia confusione, Sophie si affrettò a spiegarmi.
- È la capo cheer-leader della scuola, e ogni anno organizza una mega festa a cui, stranamente, sono sempre invitati tutti -
Dal tono usato dalla bionda, io e mia sorella capimmo che questa Camille forse non era di certo la bontà fatta a ragazza.
Lanciai una rapida occhiata a Koko, seduta davanti a me, prima di dare una risposta - Non credo sia una buona idea - commentai infine.
- Ma dai! - esclamò, contrariato Alec - Sarà divertente, e vi sarà utile per fare nuove conoscenze visto che siete nuove di qui - tentò di tentarci il rosso, iniziando ad elencare tutte le cose, a suo dire, belle e divertenti che ci sarebbero state la sera successiva.
- Ci penseremo - buttò giù Koko, riuscendo così a zittire il ragazzo dai capelli tinti.
Alzai appena lo sguardo per vedere la sua espressione, e tornai a dedicarmi al cibo che avevo nel vassoio, come gli altri al nostro tavolo.
Di tanto in tanto Alec continuava a punzecchiare una povera ed esasperata Sophie, mentre Caius mi osservava in silenzio.
Non mi piaceva avere dei pregiudizi sulle persone, umani o mostri che fossero, e non mi piaceva provare quella sensazione di disagio per colpa del biondo.
Non potevo sapere a priori se Caius fosse un vampiro cattivo o meno, ma le sue attenzioni nei miei confronti mi spaventavano non poco.
Per assurdo, se Caius fosse stato un semplice essere umano o un mostro di altra natura, non avrei avuto tutto quel timore.
Ne ero più che sicura.
- Non vorrei farti pressioni... - iniziò, con un sussurro, Caius al mio fianco - Ma mi farebbe molto piacere se venissi domani sera -
In quel momento, Caius mi parve una persona diversa.
Una persona molto meno presuntuosa ed arrogante.
Potevano delle parole appena sussurrate sconvolgermi così tanto?
Senza nemmeno rendermene conto, le guance mi si colorarono di un lieve rosa ed abbassai lo sguardo imbarazzata; cosa che non passò inosservata agli occhi attenti del biondo.
Il suono della campanella non mi parve mai così melodioso come quel giorno.

Dopo la pausa pranzo sia io, Sophie che i due fratelli Lightwood ci spostammo nell'aula di matematica, per passarvi le seguenti due ore.
Mi sarei preferibilmente voluta sedere vicina alla ragazza bionda, ma Alec fu molto più rapido di me e si sedette lui per primo vicino a lei, facendomi così ritrovare costretta a sedermi nel banco davanti, insieme a Caius, e sotto gli sguardi furiosi di un paio di ragazze della classe.
Iniziavo a trovarla davvero ridicole; mi ero solo seduta vicino a lui.
Manco gli avessi chiesto di sposarmi o cose del genere.
Se ci tenevano tanto al posto di fianco al vampiro che si alzassero, muovessero le loro umane chiappe e venissero a reclamarlo.
Io glielo avrei ceduto più che volentieri.
- Lo so che forse è un po' presto per chiedertelo, ma cosa  ne pensi di Acton? Come ti stai trovando? - mi chiese Caius, iniziando a tirar fuori dallo zaino il libro di matematica.
La sua domanda mi colse leggermente impreparata.
- In effetti è un po' prestino per poter dare una vera e propria risposta. È solo il primo giorno, dopotutto - risposi, lievemente a disagio a causa della sua vicinanza.
Era una mia impressione, o si era proteso con il corpo verso di me?
Non me lo ero immaginata, vero?
- Hai ragione. È effettivamente un po' presto per chiederti una cosa del genere - lo sentì ridacchiare.
Anche lui sembrava stranamente imbarazzato, e la cosa mi stupì non poco.
Poche ore prima era stato a dir poco odioso nei miei confronti, mentre ora era tutto... gentile?
C'era qualcosa che non andava affatto.
Forse soffriva di un disturbo di personalità multipla.
Spostai lo sguardo un paio di volte verso la cattedra e l'ingresso dell'aula, ma del docente non sembrava esserci traccia alcuna.
- Stai tranquilla. Il prof Jeckins arriva sempre in ritardo - cercò di rassicurarmi lui - A proposito: a che punto sei con i programmi? -
Mi strinsi nelle spalle, recuperando il quaderno per gli appunti.
- Sono giusto indietro in poche materie - mentì.
Avevo ripetuto così tante volte gli anni scolastici umani, da saperli veramente a memoria.
Anche se effettivamente rispetto al programma della vecchia scuola, e a causa delle assenze forzate, fossi indietro in alcune materie la cosa non avrebbe dato alcun problema.
- Se hai bisogno, posso darti una mano per recuperare - si offrì lui - Non per vantarmi, ma eccello in tutte le discipline scolastiche, e non ci sarebbe candidato migliore di me per darti una mano a recuperare gli argomenti persi - raccontò, con malcelata modestia, insospettendomi al medesimo tempo.
E tutto questo interessamento nasceva dal nulla, ed era privo di secondi fini?
Non credevo proprio.
Non ero una sciocca; sapevo che al vampiro interessava tutt'altro che il mio programma scolastico.
Che fosse attratto dal mio sangue, e cercasse assurde scusanti per indurmi ad andare nella tana del vampiro?
Mi risultava parecchio strano.
Da quanto avevo capito, e visto, era un ragazzo popolare e, per dirla molto schiettamente e senza giri di parole, il sangue fresco non gli mancava affatto.
- Non ti devi disturbare - risposi - Penso che me la caverò da sola. Come ho già detto, non ho molta roba da recuperare -
L'espressione contrariata che gli si dipinse in volto era alquanto eloquente.
Sembrava quasi infastidito dalla mia risposta, e molto probabilmente lo era davvero.
- Dì la verità... - se ne uscì, poco dopo, con un tono di voce completamente diverso - Ti sto proprio sul culo? - chiese, serio in volto.
- Cosa? No! - squittì - Non mi stai sul culo -
Solo a me quella risposta risultava un'enorme palla?
- Ne sei sicura? A me sembra proprio il contrario - mi fece notare, con un sorriso tirato.
- Non mi stai sul culo - ripetei - Non ti conosco nemmeno -
In fondo era vero. Non lo conoscevo affatto Caius, e non potevo già affermare se mi stesse sul culo o meno con sicurezza.
Il biondo non parve affatto convinto dalle mie parole, e la cosa mi fece... sentire strana.
Non era una bella sensazione, proprio per niente.
- Ok. Senti... - lo chiamai, mossa dai forti sensi di colpa - Verrò alla festa di domani -
Fu quando vidi l'ampio e luminoso sorriso sul viso del vampiro, che capì che mi ero scavata la fossa con le mie stesse pinne.


ANGOLO DELLA MENTE MALATA:
E dopo secoli e secoli, e secoli... ecco un aggiornamento di MLM ;-;
Alec si è offeso parecchio. Dice che sono una creatrice orribile (e forse ha ragione).
Che dire?
Mi trovo in difficoltà.
La storia da questo punto in poi sta prendendo una piega diversa, rispetto a quella della vecchia storia.
Per questo, oggi 9 luglio 2017, pubblicherò prima questo ( ed i prossimi) capitolo su Watty e poi aggiornerò in blocco su EFP.
Come già sapete, su Watty non ho cancellato i vecchi cap ma ho semplicemente annullato la pubblicazione, mentre su EFP ci sono ancora pubblici quelli vecchi e non posso fare molto se non voglio perdere i commenti ecc ;-;
Ahimè!
Un'altra cosina: visto che c'è gente che aspetta da tanto (tanto tanto tanto) inizierò a pubblicare anche MLCB.
Ho finito il primo capitolo e devo iniziare a trascriverlo.
Spero di riuscire a finirlo il prima possibile >.<
- Harl
   
 
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