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Autore: Lamy_    09/12/2017    1 recensioni
Qualcuno ha scritto che «il buio affascina, più è fondo, più è oscuro, più esso ci attrae, è un misterioso richiamo d’amore.»
Aranel torna a Beacon Hills dopo anni di lontananza, ma al suo rientro le cose non saranno semplici. Il mondo soprannaturale chiama lei e il branco di Scott per una nuova avventura.
Aranel lascerà che la sua innocenza venga contaminata dall’immoralità di Theo?
[Post sesta stagione. Contiene minimi spoiler]
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Theo Raeken, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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LA FIGLIA PERDUTA.

“Pensare che non l’ho, sentire che l’ho perduta. Sentire la notte più immensa senza di lei.”
(Pablo Neruda)
 
Togliere le macchie di sangue dai vestiti era un’impresa impossibile, soprattutto quando il liquido viscoso ne imbrattava buona parte. Aranel era tornata a casa dopo aver accompagnato Richard in ospedale, dove Alexandra Bettencourt aveva ringraziato lei e Theo per aver salvato la vita a suo nipote. Melissa aveva confermato loro che Richard si sarebbe ripreso e aveva consigliato di riposarsi.  Non aveva chiuso occhio durante le ore notturne, i pensieri erano ingombranti e sembrava che un macigno di bugie le pesasse sulle spalle. L’indomani saltò la colazione perché il suo organismo non avrebbe trattenuto il cibo dopo i due giorni di inferno che aveva attraversato. Avvolta nell’accappatoio, si fissava le mani tremanti sulle quali era colato il sangue e inevitabilmente pianse. Quelle immagini non avrebbero lasciato la sua mente molto presto. Si fece forza e si rivestì, indossando un jeans e una maglietta grigia, perché Scott voleva parlare col branco. Durante il tragitto a piedi, scelto nella speranza di schiarirsi la mente, fumò tre sigarette senza preoccuparsi che i suoi amici lo avrebbero scoperto. Aveva vissuto troppe cose all’inverosimile per preoccuparsi di essere giudicata per quel vizio sciocco. Quando fu invitata da Malia ad accomodarsi in casa, Scott le andò in contro per poi abbracciarla.
“Sono contento che tu stia bene.” Le mormorò stringendola di più.
“Sì, sono viva, questa è l’unica cosa che conta. Theo è già arrivato?”
Dopo svariati accertamenti, i medici avevano stabilito che lei e Theo potevano tornare a casa, e loro decisero che era meglio restare da soli per riprendersi. Era bello avere qualcuno accanto che ti concedeva i tuoi spazi senza replicare. Malia distolse lo sguardo e increspò le labbra.
“Aranel, c’è una persona che ti aspetta in salotto.”
Aranel, insospettita da quell’aria tesa, si diresse in soggiorno come una furia e non le piacque quello che vi scorse. Greg era in piedi, le mani nelle tasche, gli occhi blu ricolmi di pentimento, e alle sue spalle vi era un Theo vagamente divertito dalla situazione. Era sempre lo stesso, il completo grigio di alta sartoria, i capelli biondi tirati indietro, le guance rasate alla perfezione, e quell’aria da bacchettone lo accompagnava sempre.
“Prima che tu possa dire o fare qualsiasi cosa, devi ascoltare ciò che ha da dire!” disse Stiles gettandosi in avanti per evitare che la sua migliore amica muovesse un altro passo. Aranel stava fissando con rabbia la faccia scura di Greg e desiderava solo scagliarsi contro di lui per riempirlo di insulti e ceffoni, ma dovette contare fino a dieci per ritrovare un briciolo di calma.
“Quello stronzo ha due minuti, non uno di più, per parlare.” Sputò tra i denti, dopodiché si sedette sul divano con le braccia incrociate. Scott fece cenno a Greg di mettersi comodo e di iniziare a parlare. L’avvocato continuava ad agitare le mani in modo convulso e i lupi nella stanza temettero che il suo cuore collassasse, ma per sfortuna di Theo non collassò.
“Sono arrivato qui con il primo volo perché tuo padre mi ha chiamato ieri mattina in preda al terrore per chiedere il mio aiuto. Non ho idea di cosa gli sia capitato ma sono comunque venuto in suo soccorso nella speranza di capirci qualcosa. Tempo fa tuo padre mi contattò perché aveva bisogno di una grossa somma di denaro, che io non potevo prestargli perché avrei dovuto accedere al conto della mia famiglia e non era fattibile, però lui era talmente disperato che insieme abbiamo pensato di ipotecare la tua casa di qui. Soltanto io ero in grado di contraffare la tua firma e fingermi tuo delegato, e tutti ci sono cascati perché ero il tuo fidanzato. Dopo aver ottenuto il prestito, tuo padre mi ha chiesto di procurargli dei documenti falsi perché la sua famiglia era nei guai con la legge e dovevano scappare. A quel punto, ormai invischiato nella faccenda, ho mandato a Beacon Hills un falsario che il mio studio aveva difeso un paio di anni fa, e così pensavo di aver chiuso per sempre la questione con tuo padre. Mi sbagliavo di grosso. Tua madre mi ha invitato a cena e ha scoperto la truffa, allora ho mentito dicendole che avevo smascherato Henry e che avevo intenzione di dirtelo. Ho avvisato tuo padre e lui ha finto di dover sbrigare affari fuori città per evitare le tue domande. Era tutto pronto, poi il falsario è stato arrestato, Richard ha scoperto la verità e tu minacciavi di denunciare tutti. E’ stato allora che Henry, Cindy, Aaron e Hannah si sono nascosti in un deposito non molto lontano dalla città.”
Nella stanza era calato un silenzio inquietante, a fare rumore era solo il velo intessuto di bugie che si stava strappando. Aranel, con una freddezza insolita, fece spallucce.
“Richard mi ha detto che quei soldi servivano ad Aaron per risolvere una faccenda incresciosa e che, dunque, secondo la banca sarebbero stati utilizzati da Hannah per aprire un atelier, però adesso vengo a sapere che erano destinati ad una fuga. Illuminami.”
“Per impedire che il prestito comparisse tra i conti del sindaco ho convinto la banca a intestarlo ad Hannah con la scusa dell’atelier. In questo modo ne saremmo usciti tutti puliti, compresa tu. Dopo che Richard ha scoperto la truffa, gli ho spiegato che Aaron aveva bisogno di quei soldi perché aveva combinato un disastro, ma lui era comunque determinato a raccontarti tutto. Con quella bugia abbiamo sviato i sospetti dal reale intento di tuo padre, cioè quello di scappare con la famiglia, fino a quando Aaron ha capito che gli avevamo addossato la colpa e si è ribellato. So che discusso con sua sorella e che poi ti ha aggredita, per il resto non so altro.”
“Tu sai perché Henry voleva fuggire?” domandò Stiles a Greg, alquanto frastornato dalle sue stesse parole.
“Non ne ho idea. La telefonata di ieri mi ha spinto a venire perché sono davvero preoccupato per lui. Forse il motivo per cui voleva fuggire lo ha raggiunto e vuole fargli del male.”
“Cosa ti fa pensare che qualcuno voglia fargli del male?” incalzò Scott.
“Prima che cadesse la linea mi ha detto ‘ci ucciderà tutti’, per questo ho ipotizzato che stesse scappando da qualcuno.”
“Esclusi Aaron, che è in prigione, e Henry, che chiede aiuto, restano ancora in bilico Cindy e Hannah.” Osservò Lydia, schiacciata sul divano tra Malia e Aranel. Scott e Stiles si lanciarono un’occhiata intenditrice.
“Una delle due è la persona che stiamo cercando.” Disse il capo branco. Aranel si alzò e guardò i suoi migliori amici. Tutti i pezzi del puzzle conducevano in un unico luogo.
“164J è l’indizio di Lydia che si riferisce sia al deposito sia alla casa.”
 
 
Liam pensò di non aver mai subìto una tortura peggiore di quella. Era stato deciso di controllare il deposito e si stavano spostando su tre macchine: nella prima c’erano Aranel, Scott, Stiles; nella seconda c’erano Mason, Malia e Lydia; nella terza Liam si trovava in compagnia di Theo e Greg. Era capitato in una faida tra l’ex fidanzato di Aranel e la sua nuova fiamma, potendo sperare che l’auto non prendesse fuoco.
“Sei tu.” disse Greg mentre rivolgeva uno sguardo alla sua sinistra, dove Theo guidava.
“Di che parli?”
“Sei tu il ragazzo per cui Aranel mi ha lasciato.”
“Aranel ti ha mollato perché l’hai presa in giro, amico. Te la sei giocata perché sei un idiota.”
Liam voleva sprofondare, lanciarsi dall’auto in corsa, e gli sarebbe andato bene anche battersi con un esercito di creature sovrannaturali anziché sopportare quello strazio.
“Ho visto le foto. Sembra una cosa seria.”
Theo stava perdendo la pazienza ed era proprio quello lo scopo di Greg, perciò si costrinse a restare calmo per il bene di Aranel. Questo, però, non gli impedì di divertirsi un po’.
“Le sto concedendo quello che tu non sei capace di darle.”
“Io le ho sempre dato amore e non vedo cosa tu possa darle di più.”
“Oltre a del sesso strepitoso, le do attenzione e la capisco con un solo sguardo. Sai, lei mi ha detto che sei abbastanza freddino a letto, e questo è un peccato mortale quando tra le mani hai una donna come lei che desidera soltanto qualcuno che sappia toccare i punti giusti.”
Liam alzò gli occhi al cielo e sospirò, avrebbe strozzato Scott per quella situazione odiosa che stava vivendo. Greg assunse un’espressione sprezzante e altera, d’altronde era un uomo paragonabile ad un pezzo di marmo, vuoto e apatico.
“Aranel non è quel tipo di donna.” Sputò con acidità corrosiva l’avvocato, aumentando soltanto il sorriso meschino di Theo.
“Tu non sai nemmeno che tipo di donna sia Aranel! Non lo hai mai voluto sapere e, per tua condanna, non lo saprai mai.”
“Sei soltanto un giocattolo per lei. Entro settembre questa storiella sarà finita.”
“Pensi di riuscire a riconquistarla?”
“Sono ricco, ho una posizione sociale di alto rilievo e il suo posto al New York Times dipende solo da me. Tornerà supplicando!” il doppio senso della frase di Greg fece saltare gli ultimi pochi nervi che Theo tentava di tenere saldi.
“Aranel non supplica.”
“Ah, no? Mi era parso di capire che a letto sia un tipo disinibito e immorale.”
Theo inchiodò, scese dall’auto e spalancò la portiera del passeggero con la furia che gli montava dentro. Scaraventò Greg e terra e gli tirò un cazzotto rompendogli il naso.
“Alla prossima frecciatina su Aranel ti squarcio la gola e spedisco la tua testa alla tua famiglia. Sono stato chiaro?”
Liam aiutò Greg a rimettersi in piedi e lo fece sedere dietro per evitare che i due continuassero a litigare.
“Theo, non è il momento di fare il geloso. Gli altri ci stanno aspettando.”
 
 
“Quindi tu e Theo state insieme?”
Aranel trucidò Stiles con uno sguardo attraverso lo specchietto. Era sicura che si trovasse in macchina con loro per il terzo grado.
“Non sono affari tuoi.”
“Ho visto le foto e non puoi negare!”
“Si tratta della mia vita privata, Stiles!”
“E da quando ci escludi dalla tua vita privata?”
Litigare col suo migliore amico mentre stavano per catturare il lupo non rientrava nella lista di cose da fare quel giorno ma era inevitabile.
“Vi escludo da quando mi avete vietato di frequentare Theo! Sentite, lo so che state cercando di proteggermi, ma come abbiamo potuto vedere non è lui il nemico. Mi ha raccontato tutto per filo e per segno, la sua versione combacia con le vostre e questo significa che non ha omesso nulla. “
“Certo, facciamolo santo! Non capisci che ha commesso azioni indicibili? Ha cercato di ammazzare Scott, mio padre, Lydia e Malia, mi ha messo contro il mio migliore amico, ha sostenuto il folle piano di mostri con strane maschere!” inveì Stile, stanco che lei indossasse i paraocchi.
“Voi mi accusate di frequentare un mostro quando per primi lo avete fatto. Chris Argent ha ucciso innumerevoli persone innocenti e voleva fare fuori Scott, però lo avete accolto a braccia aperte lo stesso. Lydia vi ha snobbati per anni prima di diventare una Banhee e l’avete accettata senza problemi. Avete stretto alleanze con Deucalion e con Peter Hale. Proprio tu, Stiles, hai ucciso Donovan!”
“L’ho ucciso per legittima difesa!”
“Anche Theo ha agito per difendersi!”
“Aranel!” la rimproverò Scott riservandole uno sguardo severo.
Non avevano mai litigato in tanti anni di amicizia e si sentivano strani in quel momento. Uno dava la colpa all’altro per proteggersi, si accusavano senza motivo, difendevano terze parti che non c’entravano. Aranel non capiva tutto quell’odio verso Theo quando tutti gli altri avevano fatto le stesse cose ed erano stati perdonati. I suoi amici ritenevano che fosse passata al lato oscuro e invece stava soltanto aiutando un ragazzo a riprendersi la propria vita.
“Non ha più il cuore d’oro di una volta.” Le disse Stiles, la voce intrisa di amarezza, gli occhi sulla strada.
“Forse non ce l’ho mai avuto.”
 
 
Mason, Lydia e Malia non capivano tutta l’ostilità che si respirava tra gli altri.
“Che diavolo è successo?” chiese Scott quando vide Greg mantenersi il naso sanguinante. Stiles guardò Theo e sollevò le sopracciglia.
“Ce lo vuoi spiegare?”
“Lascialo in pace, Stiles. Greg se lo meritava comunque un pugno.” Commentò Aranel, le braccia incrociate, la schiena contro la portiera dell’auto.
“Tu sei pazza!” le gridò contro Greg.
“Sta zitto, imbecille.” Esordì Liam, esausto di tutto quel bisticciare.
Senza proferire parola, fu ordinato a Greg di restare in macchina e il gruppo avanzò a piedi verso il deposito.
 
 
Il deposito 164J era uno dei vecchi edifici dell’acquedotto che non era più in funzione da anni. L’intonaco si screpolava, i vetri delle finestre erano rotti, numerosi bidoni erano stati abbandonati all’esterno e uno strano odore pervadeva l’area. Il cellulare di Aranel squillò non appena furono giunti alle porte dello stabilimento: a chiamarla era l’ospedale.
“Pronto?”
“Sono Richard. Devo parlarti.” La voce del ragazzo era ridotta ad un filo, tirava a fatica le parole e in sottofondo vibrava il respiratore. Gli altri avevano ascoltato e adesso puntavano gli occhi sulla ragazza.
“Come stai? E’ successo qualcosa?”
“D-devo dirti delle cose e tu dovrai ascoltarmi molto attentamente. Hai capito?”
“Sì, dimmi tutto.”
“Quello che troverete nel deposito non è un essere umano. Aaron ha cercato di difendermi da lei, però è stato cacciato prima che io potessi andarmene. E’ una bestia selvatica. Devi stare attenta, Aranel.” Richard stava piangendo e la sua paura trasudava ancora paura.
“Tu sai chi è? Devi darmi anche un singolo indizio.”
“Lei dovrebbe essere morta.”
“Chi? Chi dovrebbe essere morta?! Richard!”
“Aranel, sono Melissa. Richard è sotto effetto di calmanti ed è crollato in un sonno profondo. Mi spiace, ragazzi, ma dovrete cavarvela da soli.”
Aranel chiuse la chiamata frustrata come non mai. Avevano pensato che il lupo fosse Richard, poi avevano ipotizzato che fosse Aaron e ora si veniva a sapere che si trattava di una donna, per lo più morta.
“Ehm, gente, cos’è quella cosa laggiù?” disse Mason puntando ad un’ombra scura che si muoveva velocemente. Scott aguzzò la vista e spalancò gli occhi.
“E’ Henry!”
La figura slanciata del sindaco si rese più nitida man mano che si avvicinava, stava agitando le mani in aria e gridava aiuto. Crollò al suolo come una foglia e Aranel corse verso di lui. Si inginocchiò, gli prese la testa e se l’appoggiò sulle gambe. Alcune macchie di sangue gli insozzavano la camicia e qualche taglio gli lacerava il viso e le mani, ma per il resto pareva solo sfinito.
“Papà, papà, papà! Svegliati, ti prego!”
Stiles schiaffeggiò leggermente le guance del sindaco e questi si riprese.
“Mi sente, signor Jones? Che cosa le è successo?”
“N-noi volevamo scappare quando abbiamo saputo del suo arrivo, ma lei ce lo ha impedito braccandoci e chiudendoci nel deposito.”
“Chi le ha fatto questo?” domandò Scott, anche lui chino su Henry. Theo deglutì all’espressione di dolore che aveva assunto Aranel, desiderò poter intervenire ma non era il momento adatto.
“Tatiana.” Mormorò il sindaco prima di svenire a causa delle sue precarie condizioni di salute.
“Chi è Tatiana adesso?!” disse Malia senza nascondere la stizza nella voce.
“Tatiana è la primogenita di Cindy, è morta anni fa per il morso di un animale.” Spiegò brevemente Aranel. Theo sbuffò.
“Evidentemente non è morta come avrebbe dovuto.”
Stiles lo linciò con lo sguardo e scosse la testa.
“Ma sei serio?”
“Non ha del tutto torto. Tatiana è stata morsa da un lupo e si è trasformata, però sua madre ha finto che fosse morta.” Intervenne Lydia prima che la situazione precipitasse.
“E dov’è stata per tutti questi anni?” fece Liam nella totale confusione. Aranel scavò nella sua memoria alla ricerca di informazioni sul passato della sua matrigna.
“Cindy abitava in Florida prima di trasferirsi a Beacon Hills e ha seppellito lì Tatiana. Molto probabilmente l’ha affidata a qualcuno che se ne occupasse.”
“Potrebbe aver vissuto con il lupo che l’ha morsa fino ad ora, poi lo ha ucciso diventando l’alfa e adesso è tornata per vendicarsi della propria famiglia.” Disse Stiles.
“Se è un alfa sarà difficile batterla.” Meditò Scott.
Nel frattempo, Malia stava ispezionando il deposito e lungo le pareti notò che il sorbo degli uccellatori circondava l’intero edificio.
“Ragazzi, c’è sorbo dappertutto! Non possiamo entrare!”
“E questo vuol dire che lei non può uscire.” Aggiunse Scott guardando Stiles e Liam.
“Ci serve un piano efficace.” Disse il beta.
“Solo uno di noi può varcare la barriera del sorbo.” Esordì Theo con estrema nonchalance. Era l’unico che non risentiva degli effetti in quanto chimera, però non solo lui aveva l’esclusiva.
“Che si fa a questo punto?” chiese Lydia, i capelli perfettamente lisci sembravano un mantello regale. Aranel aveva in mente qualcosa e, benché potesse essere pericoloso, era l’unica possibilità.
“Ho un’idea.”
“Ma certo! Theo ti ha insegnato ad ordire piani e complotti.” Sputò Stiles con le mani sui fianchi e le labbra piegate in un sorriso derisorio. Al suo fianco, Theo alzò gli occhi al cielo.
“Sai, Stiles, tutto quello che riguarda Aranel non riguarda anche me. Scommetto che la sua idea è frutto della sua intelligenza, sicuramente superiore alla tua!”
Scott si posizionò tra i due e li manteneva distanti.
“Basta, basta! Qual è l’idea?”
“Mi avete detto che lo strozza lupo è letale e che in dosi ridotte può fermare un lupo, perciò abbiamo bisogno di un proiettile intriso di veleno. Gli umani possono attraversare il sorbo ed è una cosa a nostro favore: io e Theo entriamo per avvicinare Tatiana, Stiles le spara lo strozza lupo e Mason si occupa di rompere la barriera. A quel punto, voialtri irrompete e la interroghiamo.”
“Perché tu entri insieme a Theo?” lo scetticismo di Stiles era palese.
“Perché Tatiana può uccidermi in meno di un secondo e Theo è l’unico capace di entrare e di difendermi. Non c’è sempre un doppio fine, Stiles.”
“Dove lo prendiamo lo strozza lupo?” fece Liam alle spalle di Malia. Scott ricordò di averne una piccola quantità nella valigetta da veterinario con cui andava in giro.
“Io ne conservo un barattolino nella borsa in macchina.”
“Quindi Stiles usa la sua pistola da agente dell’FBI per sparare un proiettile velenoso.” Aggiunse Lydia. Aranel annuì.
“Esatto. Non c’è un altro modo.”
“Facciamolo.”
 
 
Aranel e Theo varcarono le porte del deposito senza alcuna esitazione. L’interno era illuminato da una fila di neon che funzionavano ad intermittenza, la puzza di chiuso e di sangue era dappertutto, uno dei pilastri che sorreggevano un ponte era stato scalfito da artigli e pugni. Quella era la sua prima missione nel mondo sovrannaturale e mentiva a se stessa dicendosi di essere pronta. Theo le strinse la mano per un paio di secondi prima di incamminarsi verso la parte più interna. Era chiaro che qualcuno ci avesse vissuto: una valigia giaceva disordinata sul pavimento, una coperta grigia si raggomitolava su un materasso sporco, piatti e bicchieri di plastica erano accartocciati in un angolo.
“Tatiana!” gridò Aranel facendo un giro su stessa. La risposta non tardò ad arrivare annunciata da una risata agghiacciante.
“Non mi aspettavo una tua visita, principessa. Soprattutto, non mi aspettavo che ad accompagnarti fosse una chimera.”
I due non conoscevano le fattezze fisiche di Tatiana, però fu chiaro che fosse una Shepard quando si mostrò a loro: i lunghi capelli biondi simili a quelli di Cindy e gli occhi blu come quelli di Aaron e Hannah erano segnali inequivocabili.
“Sono qui perché voglio la verità.”
Tatiana camminò verso di loro con passo sinuoso ondeggiando sui tacchi alti, un corpetto nero rigido e un paio di jeans le conferivano tutta l’aria da cattiva.
“Voi due state insieme? Avverto un non so che di orribilmente romantico.”
Muovendosi come una pantera, si ritrovò alle spalle di Theo, gli toccò i capelli corti sulla nuca mentre sorrideva meschinamente. Theo le afferrò malamente il polso e la scostò.
“Tieni a posto le mani.”
“Uh, qui abbiamo una chimera nervosetta!”
“Dovresti essere morta, quindi se ti spezzo le mani non commetto alcun crimine. Ai morti non servono gli arti.”
Aranel riconobbe negli occhi di Theo la stessa malignità che brillava in quelli di Tatiana, e per un attimo ebbe paura, poi si impegnò per scacciare quella sensazione prima che lei se ne accorgesse.
“Dimmi perché sei qui e che cosa vuoi. Per colpa tua ho perso un sacco di soldi!”
“Gioca con me, Aranel!” esclamò Tatiana battendo le mani in preda ad una contorta felicità.
“Non è un gioco, capisci? Stai rovinando la vita della mia famiglia!”
Theo, preoccupato per l’incolumità di Aranel, circondò il collo di Tatiana con la mano e la spinse contro il muro, il cui calcinaccio cedette di poco. Tatiana, ovviamente incolume, rise di gusto.
“Ti piace farlo violento, dico bene?”
“Intendi uccidere? Sì, mi piace farlo violento.” Theo capovolse il doppio senso della lupa in modo assai audace. Aranel spalancò gli occhi e il cuore le salì in gola, quel lato di Theo cominciava a spaventarla. Non era da lei avvicinarsi a certe persone e si sentì soffocare dai sensi di colpa.
“Per favore, Tatiana, dimmi come sono andate le cose.”
“Sei così noiosa, principessina. Adesso rendiamo tutto più divertente. Sorellina, porta il regalo per i nostri ospiti!”
Dal ponte scese Hannah che strattonava per le scale Greg tenendolo legato con un catenaccio. Eccetto qualche graffio, sembrava per lo più illeso. Theo premette sulla trachea di Tatiana quasi asfissiandola. Nel suo sguardo bruciava la rabbia.
“Ho capito il tuo giochetto, ma sappi che non funzionerà.”
Tatiana lo scagliò a terra con la forza di un alfa e gli puntò il tacco affilato alla gola. Hannah, accanto a lei, minacciò Greg con un coltello. Le lacrime ribollivano negli occhi di Aranel per uscire ma lei si trattenne il più possibile.
“Che cosa vuoi da me?”
“Voglio che tu scelga l’amore da salvare: il ricco e umano Greg oppure lo strepitoso e spietato Theo?”
Anziché preoccuparsi, Aranel scoppiò a ridere perché Tatiana non avrebbe mai potuto immaginare la sua risposta.
“Io non amo nessuno dei due. Greg mi ha sempre annoiata e Theo l’ho conosciuto due mesi e mezzo fa, perciò non provo sentimenti profondi per loro.”
Tatiana si oscurò in viso riconoscendo che Aranel non mentiva, lei davvero non li amava. Il cuore di Theo scricchiolò silenziosamente, abbandonò la testa sul pavimento e strinse le dita attorno al tacco sulla sua gola.
“Uccidimi. Se lei non mi ama, uccidimi!”
Tatiana lo colpì in faccia graffiandolo e si avvicinò pericolosamente a Aranel.
“Che sta succedendo? Io vi ho ascoltato quando eravate fuori e avevate deciso di distrarmi per poi spararmi. Cosa è cambiato? Cosa?!”
“Devi fare attenzione ai dettagli, tesoro.” Disse Aranel con un sorriso furbo.
Theo spinse Tatiana nella traiettoria di Stiles e ricadde a terra quando un proiettile le perforò la coscia. L’urlo che lanciò fu disumano. Hannah liberò Greg e si avvicinarono agli altro due.
“Te lo dicevo che mi piaceva farlo violento.” Sussurrò Theo all’orecchio di Tatiana, poi le iniettò un calmante nel braccio. Stiles e Mason li raggiunsero dopo aver fatto entrare tutti gli altri.
“Gran bel lavoro, Aranel!” si complimentò Malia con un breve abbraccio.
“Era ovvio che fosse al corrente del piano e depistarla è stata un’ottima mossa.” Commentò Lydia sorridendo alle sue amiche.
“Per fortuna è andata bene grazie a tutti voi.” Disse Aranel facendo l’occhiolino a tutti.
Theo fiutò un altro odore simile a quello di Tatiana e udì un ringhio provenire dall’alto. Fu un attimo. Cindy si lanciò a capofitto dalle travi del tetto e atterrò in mezzo al gruppo con gli artigli sguainati e gli occhi gialli come due fanali. Puntò Aranel e si avventò contro di lei, la caricò in spalla e fuggì verso il secondo piano.
“Non ho altri proiettili!” disse Stiles nel panico.
“Mason e Lydia, portate via Hannah e Greg. Stiles, tu occupati di Tatiana. Tutti gli altri si mettano alla ricerca di Aranel!” ordinò Scott propinando la sua autorità di capo branco.
“Io voglio venire con voi!” l’obiezione di Stiles non fu presa in considerazione dal momento che i quattro esseri sovrannaturali si erano già dileguati.
Il piano di sopra era un vasto spazio buio, la poca luce penetrava dalle finestre sfasciate, e i rumori provenienti dall’autostrada non erano d’aiuto.
“Sappi che uccido Cindy quando la trovo.” Disse Theo a Scott, che respirò a fondo prima di replicare.
“Per questo ho mandato via Stiles, per evitare che ti accolli altre colpe.”
Chiedere a Greg e a Hannah di collaborare era stato semplice contro tatiana ma ora che stavano affrontando una nuova minaccia tutto era lecito.
 
 
Aranel non piangeva, non sospirava, non tremava e parve strano addirittura a se stessa. Era stata incatenata ad un vecchio tubo arrugginito e Cindy sbirciava l’ingresso con fare allarmato.
“Perché lo stai facendo? Mio padre e i tuoi figli si fidavano di te.”
Cindy si sedette su un sacco di iuta probabilmente pieno di paglia, aveva lo sguardo colpevole ma comunque deciso.
“I tuoi amici stanno per arrivare. Non ti farò del male se è questo che pensi.”
“Ed era necessario legarmi?” le fascette di plastica, che solitamente si utilizzano per lavori domestici, le stavano perforando la pelle e alcune gocce di sangue le costellavano i polsi.
“Voglio solo che qualcuno ascolti la mia storia. Sono rimasta incinta di Tatiana all’età di sedici anni e l’ho cresciuta da sola perché il padre e la mia famiglia mi avevano abbandonata. Quando ha compiuto tre anni, l’ho portata in Florida per farle conoscere mia madre che, in punto di morte, aveva espresso il desiderio di vedere sua nipote. Viaggiammo di notte e qualcosa balzò sul parabrezza spaccandolo, frenai e finimmo contro un albero. Eravamo entrambe vive, ma quello che ci aveva attaccate si avventò su di me e mi morse. Come puoi intuire, era un lupo. Mi lasciò a terra agonizzante, poi tornò umano e rapì Tatiana. In seguito scoprì che mi aveva trasformata in un lupo mannaro. La polizia trovò un corpicino nella foresta un mese dopo e mia figlia fu dichiarata morta. Dimenticai quella storia, mi sposai e nacquero Aaron e Hannah, le uniche gioie della mia esistenza. Quando ho sentito che un animale selvatico aveva messo la città in allarme, pensai che il lupo che mi aveva morsa, essendo il mio alfa, fosse venuto a cercarmi. Poi, però, una sera in centro vidi Aaron in compagnia di una ragazza mentre cenavano: era Tatiana, l’avrei riconosciuta anche senza sapere che fosse viva. Non ho detto nulla perché credevo che fosse qui per conoscere la sua famiglia, però poi le cose cambiarono quando tuo padre mi parlò degli attacchi di animali selvatici. Era ormai chiaro che anche Tatiana era stata trasformata ed era lei l’artefice di quelle stragi. Dopo che ho raccontato la verità, Aaron ha finto di essere nei guai e ha chiesto a tuo padre dei soldi per poter scappare. Tuo padre chiese aiutò a Greg e idearono l’inganno dell’ipoteca mentre io mi occupavo di procurare a tutti documenti falsi presso il falsario che Greg aveva ingaggiato. Con quei soldi avremmo pagato il falsario e saremmo fuggiti.
Il segreto è stato rivelato quando Richard è venuto da te, allora Tatiana ha pensato di doverci eliminare tutti. Ha rapito Richard, ha costretto Aaron ad aggredirti e ha ordinato ad Hannah di farle da schiava. E’ stato orribile, Aranel.”
“E le foto? E la giacca nel bosco?”
“Ho chiesto io a Oliver di fare quelle fotografie nei luoghi attaccati per capire se il colpevole fosse un licantropo, ma poi Tatiana ha contattato il ragazzo a mio nome commissionandogli di fotografare te. Lei spiava Richard la mattina che è venuto a casa tua e ha capito che avrebbe potuto far risultare te e Theo colpevoli della sua scomparsa per liberarsi delle tue indagini. Ha chiamato Alexandra Bettencourt per denunciarvi. Per quanto riguarda la giacca, appartiene ad un amico di Richard e Aaron che è stato ucciso da Tatiana. L’ha abbandonata nel bosco per depistare Scott, ma non è stata attenta a coprire bene le sue tracce.”
Aranel era sconvolta da quel racconto e soltanto in quel momento riuscì a collegare tutti i punti. Una figlia creduta morta e abbandonata era un nemico agguerrito. Tatiana aveva tutte le ragioni per odiare la sua famiglia, ma aveva sbagliato coinvolgendo anche lei e Theo in un gioco sporco.
“Tua figlia aveva bisogno di sua madre. Avresti dovuto insistere a cercarla, invece hai preferito rifarti una vita come se lei non fosse mai esistita.”
“Aveva tre anni ed è stato estremamente facile dimenticarla! Sono una persona egoista e crudele, lo so, però sono sincera. Tatiana non ha mai fatto parte della mia vita.”
Cindy era triste ma non piangeva, sembrava davvero certa di stare dalla parte giusta e che fossero gli altri a non capirla. Quell’incidente aveva cambiato sia lei sia Tatiana, e nessuna delle due si sarebbe mai ripresa. Gli errori del passato le avrebbero perseguitate per sempre.
“Sei stata tu a creare un mostro, Cindy. La colpa è tua e i tuoi figli non ti perdoneranno mai!”
“Tu non sai cosa vuol dire crescere una bambina che strilla tutto il giorno e che ha bisogno di attenzioni quando tu vuoi dormire. Non ero pronta per essere sua madre!”
Il viso di Cindy si tramutò nelle sembianze di lupo con zanne e occhi gialli. Aranel chiuse gli occhi, non avendone mai visto uno, eccetto quelle volte in cui Scott si era trasformato durante una video chiamata, e pregò di non essere un’altra sua vittima.
“Ti sgozzo se ti avvicini di un altro passo.”
Theo scaraventò Cindy dalla finestra prima che gli altri potessero impedirglielo. Un tonfo sordo annunciò l’atterraggio crudo di Cindy.
“No!” gridò Aranel mentre Malia la liberava.
“Tranquilla, non l’ha uccisa. E’ troppo basso perché muoia, le fratture si rimargineranno entro domani.” La rassicurò Scott con un sorriso e poi l’abbracciò.
“Credevi davvero che l’avrei uccisa?” chiese Theo fintamente offeso. Aranel rise col cuore più leggero.
“No, mi fido di te, Raeken.”
Theo scansò Scott e si chinò per baciarla. Sorrisero nel bacio, consapevoli che il peggio fosse finito e che un nuovo inizio li attendeva. Scott strinse la mano di Malia e scesero in strada assieme a Liam.
“Ero così preoccupato, stellina.”
“Adesso sono qui e questo è l’unica cosa che conta. Noi siamo l’unica cosa che conta.”
“Sono sulla buona strada per la redenzione?”
Aranel sorrise e lo intrappolò in un altro bacio.
“Decisamente sì.”
E nel buio di quel deposito esplose un tocco di luce.
 
 
Salve a tutti! :)
Il cerchio si è finalmente chiuso. Qualcuno creduto morto che ha architettato una vendetta è una bella gatta da pelare, eh! Adesso ci aspetta solo l’epilogo.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Alla prossima.
Un bacio.
 
 
Ps. Perdonate eventuali errori di battitura.
 
 

 
  
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