Buio
È tutto ciò che
percepisco attorno a me.
Non vedo niente.
Non sento niente.
Provo una sensazione
sgradevole…non è paura, la paura è
diversa ed ormai ho imparato a conviverci da quando sono cominciate le
mie
avventure come eroina di Parigi.
No, non è
paura…è…inquietudine? non so nemmeno
io come
definirla, è … una strana morsa al cuore.
E’ come se stessi qui al
buio, ad aspettare qualcuno che so
per certo non arriverà mai,
però…non…non posso smettere di
aspettare.
Ma chi? E perché?!
All’improvviso sento
finalmente qualcosa.
Una voce sta bisbigliando lontano,
sembra trasportata dal
vento, è flebile, non riesco a capire bene cosa stia dicendo.
-…r…em..r…a..uo…c…o…..-
Tendo le orecchie mentre il mio cuore
comincia a battere
all’impazzata per non so quale ragione.
-sa….sem…..a….t..o….f….nco…inc….a-
Eccola di nuovo, non riesco ancora a
capire cosa stia
dicendo ma questa volta riesco ad udirla…
La voce di quel qualcuno che sento di
dover aspettare, lo
so, è la sua. Lo capisco, il mio cuore non ne vuole sapere
di calmarsi e ho gli
occhi pieni di lacrime...lo sento, sto per scoppiare a piangere ma non
capisco
perché!
Mentre sento le lacrime rigarmi le
guance la vista comincia
a sfocarsi, come quando guardi direttamente il sole e ne rimani
abbagliato e
per qualche secondo non vedi nulla.
Chiudo e riapro le palpebre per poter
focalizzare meglio ciò
che ora , diradando l’oscurità attorno e
riempiendo tutto di luce candida mi si
para davanti.
Due occhi verdi come smeraldi che mi
guardano , pelle
olivastra ed un sorriso malinconico.
Non riesco a causa della luce
improvvisa a focalizzare bene
i tratti del volto…ma…io non lo conosco...sembra
uno straniero…non penso di
averlo mai visto…ne sono certa
eppure…perché sto piangendo? Perché
sto
tremando? Perché desidero così tanto stringerlo a
me?
Mentre i singhiozzi mi salgono alla
gola riesco finalmente a
capire cosa, quella voce estremamente dolce, malinconica e intrisa di
ricordi
di cui non riesco a capacitarmi stia cercando di dirmi.
-sarò sempre al tuo fianco
principessa-
-MARINETTE! SVEGLIATIII!!-
Apro gli occhi e mi ritrovo nel mio
letto, mentre tendo una
mano al cielo cercando di afferrare chissà cosa.
-finalmente, mi stavo preoccupando-
Giro il viso sul cuscino notando
Tikki che mi osserva
preoccupata ed agitata.
Cercando di capire che cosa sia
successo mi metto a sedere,
portandomi una mano a stropicciarmi gli occhi infastiditi dalla luce
mattutina
che filtra dall’oblò sopra il mio letto.
Perché stavo piangendo?
-Tikki…che è
successo?- chiedo confusa strofinandomi il
braccio sugli occhi
-all’improvviso ti sei
messa a gridare e a piangere nel
sonno…ho provato a svegliarti ma non ne volevi sapere- dice
il mio kwami
volando vicino al mio viso – che cosa hai sognato? Hai fatto
un incubo?-
-…io…non lo so
…- affermo portandomi una mano alla testa.
Che diavolo era successo?
-mmmm sei sicura di stare bene
Marinette?- chiede la piccola
coccinella mostrandomi un visino preoccupato.
Le sorrido
-tranquilla, non è nulla,
sarà stato un incubo forse-
-Marinette!- sento gridare mia madre
dal piano di sotto – ma
non sei ancora partita?! È tardissimo!-
Guardo l’orologio ancora
frastornata e…..
Sono morta
La professoressa mi
ucciderà di sicuro.
Afferro i primi vestiti che trovo e
mi fiondo in bagno facendo
ruzzolare Tikki che mi svolazzava attorno sul letto.
-sei un disastro
marinette…- ride nervosa l’esserina mentre
prego ogni santo esistente che accorra in mio aiuto e uccida la
professoressa.
In 5 minuti sono pronta, afferro la
borsa in cui si era già
nascosta la mia amichetta rossa a pois e mi fiondo a scuola pensando
poi solo
in seguito che magari avrei fatto prima e mi sarei risparmiata una gran
sudata
trasformandomi in Ladybug e arrivando a scuola like a boss saltellando
per i tetti di
Parigi.
-alla buon ora signorina
Dupain-cheng-
-mi scusi professoressa, l-la sveglia
non ha suonato e
così…- cerco di giustificarmi mentre la donna
demoniaca davanti a me scruta
ogni centimetro, ogni poro della mia pelle facendomi sudare freddo
più di
qualunque akumizzato io abbia mai dovuto affrontare.
Tiro un’occhiata chiedendo
aiuto o in caso l’estrema unzione
alla mia amica Alya, seduta al suo posto che mi risponde mimando il
segno della
croce.
Progettando poi vendetta sposto
istintivamente lo sguardo un
posto più in basso, notando Nino, il suo ragazzo se
così possiamo dire e lui,
l’amore della mia vita che spero non noti i miei occhi a
forma di cuore mentre
l’osservo, Adrien Agreste.
Sembra distratto dal cercare qualcosa
nella cartella ma,
quando alza lo sguardo mi fa un sorriso e io sento la bavetta cominciar
a gocciare
dagli angoli della bocca.
Dopo un buon tot di predica da parte
della professoressa
alla fine ho il privilegio di potermi sedere al mio banco.
-la giornata comincia alla grande!-
dice scherzando Alya
-oooo, non sai quanto- piagnucolo
sbattendo la fronte sul
banco. -Ed è solo l’inizio-
-una voce ?-
-mmm…era…era
tutto così strano…uff- mi lamento accasciandomi
sulla panchina del cortile interno della scuola mentre con la coda
dell’occhio
fulmino Chloè che continua a fare la gallina con il mio
Adrian poco più in là.
-bhe, i sogni non hanno quasi mai un
significato, o per
meglio dire….perchè sei convinta che proprio
questo lo abbia? E non magari
quello dell’altra settimana quando hai fatto quel sogno dove
bevevi un martini
sulla tour eiffel con un gabbiano con l’impermeabile?-
-mmm…ecco, come te lo
spiego…vedi, io c’ero..ero lì mmmm
mentre mi parlava ciò che provavo era intenso, era vero, non
come nei classici
sogni…mi sono svegliata e non riuscivo a smettere di
piangere- rispondo
pensierosa
- vuoi dire che i sentimenti per quel
gabbiano con
l’impermeabile non erano sinceri?
Lo hai
solo illuso?- scherza lei guadagnandosi un’occhiataccia
-quella persona era
così…reale…i suoi occhi…io
credo di
conoscerli bene ma non so dove gli ho già visti…e
la sua voce…-
–bhe
mari…è inutile scervellarsi, non ne verrai a capo
comunque, rilassati e cerca di concentrarti sulla verifica della quarta
ora- mi
irrigidisco
-v-verifica..? c-c-che verifica?-
-…sei un disastro-
-ALYAAAAAAAA- piagniucolo disperata
-dai susu, non ti preoccupare- tiro
su con il naso
-sai come scamparla?- le chiedo
speranzosa
-nope, impossibile, nada, per questa
volta mi sa tanto che
sei fregata- dice categorica
-mi spieghi come faccio a non
preoccuparmiiii!?!? Ma che
amica seiiiiiiiI!!!!- piango disperata mentre lei accarezzandomi i
capelli
infierisce con un –rassegnati, recupererai la prossima volta-.
Prima di recarmi in aula per sorbirmi
ciò che il destino mi
ha riservato mi dirigo in bagno a darmi una sistemata, dopo quel pianto
il
mascara si è rovinato e dev essere almeno presentabile per
non sfigurare
davanti ad Adrien.
Apro lo zainetto nero e rosa notando
Tikki seduta sopra la
trusse del trucco
-tutto bene?- le chiedo notando il
suo volto pensieroso
-m-marinette…- mi guarda
dubbiosa
-dimmi-
-…i-il sogno che hai
fatto…-
-mmmm?-
-ecco…vedi…- la
guardo interrogativa –quelli forse erano i
r-
DRIIIIN
La sua voce viene coperta dalla
campanella che riduce in
frantumi anche il mio sogno di una vita lunga e prospera.
Morirò oggi,
nell’aula di chimica a soli 15 anni, non conoscerò
mai Emma e Hugo i due
bellissimi figli miei e di Adrien che ancora non sa che avrà
due figli e hans,
il nostro criceto.
Non portò mai vederti
girare sulla ruota Hans.
Mi riprendo dai miei viaggi mentali
random e torno a fissare
tikki che sembra essersi rabbuiata.
-stavi dicendo qualcosa?-
-mmm n-no…nulla, su, torna
in classe sennò ti beccherai
un’altra lavata di capo- e con le lacrime agli occhi mi
dirigo alla mia aula.
Finita la verifica infernale dove
sono strasicura di non
aver preso la sufficienza mi posso rilassare un po’.
Mi poggio pesantemente sullo
schienale della panca dove sono
seduta sospirando.
-avanti amica mia, è
finita –cerca di consolarmi Alya
-qualcosa non va Marinette?-dice la
voce meravigliosa di
Adrien che vedo girarsi e guardarmi dal banco davanti al mio.
Quei suoi occhi così
dolci, quel sorriso appena accennato, i
capelli biondi che ordinati e luminosi gli illuminano il
viso…ma quanto una
persona può essere mervigliosa?! È illegale
-a! e? a n-mo nno sto neve
cioè mmm bene Adrien n-non ti
preoccupare- cerco di dire mentre sento le guance andarmi a fuoco
-Adrien, Marinette oggi non si sente
molto bene, perché non
le dai un passaggio fino a casa sua dopo scuola? Tanto ci passi davanti
no?-
dice spigliata Alya mentre spalanco occhi e bocca maledicendola e
santificandola allo stesso tempo.
-e? n-no ma io- cerco di dire
imbarazzatissima
-e? davvero Marinette?- torna a
fissarmi mandandomi nel
panico più totale
-su amico fai il gentiluomo-
interviene Nino in combutta con
la mia migliore amica come sempre
-per me non c’è
problema, devo solo informare il mio
autista- sorride l’angelo cordiale –ma come mai non
l’accompagni tu Alya?-
chiede lui incuriosito dal fatto che la mia migliore amica mi abbandoni
così su
due piedi
-a no, io…io- temporeggia
guardandosi attorno – io devo
uscire con Nino- esclama afferrandolo per il colletto come si fa con un
gatto.
-eee e non mi dici nulla amico?-
chiede Adrian sorridendo
maliziosamente mentre l’amico rosso in viso cerca di
giustificarsi come può
mentre io mi sento morire per la felicità;
tornerò a casa con Adrien!!!
- su Marinette, entra- sorride Adrien aprendomi lo sportello
della sua macchina
-s-scusa per il disturbo- sussurro
imbarazzata entrando
seguita a ruota da lui
-non ti preoccupare- mi guarda
– è da questa mattina che sei
strana, scusa se m’immischio ma ho pensato fosse successo
qualcosa-
Oddio è preoccupato per me
oddio oddio oddio oddio oddio
ommioddio devo prenotare una luna di miele.
-ammm no ecco vedi..è che
ho fatto un sogno strano e ci ho
pensato tutto il giorno come un’idiota…non ti devi
preoccupare Adrien-dico
rossa in viso
Ad un tratto la macchina frena
all’improvviso ed io ed
Adrien sobbalziamo in avanti.
-che è successo?- chiede
allo scimmione alla guida
dell’autovettura il quale risponde indicando fuori dal
finestrino un poliziotto
che dirige il traffico evidentemente nel panico.
Vedo Adrien sporgersi dal finestrino
chiedendo spiegazioni
per quell’ingorgo improvviso e l’altro risponde che
è a causa della comparsa di
un altro akumizzato.
Appena sento le sue parole sobbalzo,
devo intervenire.
-s-scusa Adrien, d-devo
andare…non sto molto bene ora che ci
penso, ho proprio bisogno di andare a casa- cerco di essere convincente
mentre
lo dico
-a sisi, anche io emm d-devo
andare..in bagno, sai mi è
venuto un grandissimo mal di pancia e quindi ..mm si bhe ci vediamo
domani
Marinette- esclama nervoso per poi correre verso il parco che costeggia
la
strada mentre io mi infilo in un vicolo lì vicino
-che peccato, proprio oggi che potevi
rimanere un po’ di più
con lui..- sospira Tikki uscendo dalla cartella
-non dirlo a me, ma non abbiamo tempo
di lamentarci…TIKKI
TRASFORMAMI!-
Quando arrivo sul posto, poco
più avanti del luogo dove mi
ero divisa dall’amore della mia vita vedo già il
mio gattino nero preferito in
azione mentre attacca l’akumizzato.
-ben arrivata my lady- sorride
atterrando accanto a me dopo
un balzo.
-hey kitty ti vedo impegnato- sorrido
io facendogli l’occhiolino
– con che abbiamo a che fare oggi?- chiedo osservando
l’akuma.
Era una donna dalla pelle
bianchissima ed una maschera rosa
avvolta da una tutina aderente del medesimo colore con decorazioni
nere, al
collo portava una collana d’oro con un gufetto come pendente.