Storie originali > Generale
Segui la storia  |      
Autore: soulexpress_    09/12/2017    1 recensioni
Tutti i personaggi di questi racconti vivevano nella mia testa. Per fare posto ai nuovi arrivati, ho dovuto trascriverli su carta così hanno trovato il loro posto in questo mondo: raccontare finalmente la loro storia ma in 2000 caratteri.
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Respirare una Napoli diversa, quella del centro storico, stava rendendo il weekend indimenticabile. Sì, il peggiore mai trascorso! 
Isabella era innervosita, dalle stradine troppo strette ed affollate, da quelle persone che camminavano così dannatamente lente, quelle che pur di passare davano gomitate, pestavano piedi, e quelle file! File interminabili creavano ingorghi, l'una a distanza di pochi metri dall'altra, perché le persone non potevano di certo stare lì ad aspettare al lato della strada, ma no! Tutti accodati davanti all'entrate delle pizzerie. 
Giunta in una piazza a lei familiare, avanzò di una decina di passi per leggere la targhetta affissa sul muro: 'piazza San Gaetano. Forse ci siamo passati ieri.' 
Quando si guardò intorno, vide la sua famiglia riunita davanti ad un bar mentre discuteva probabilmente sul da farsi. 
Disinteressata e spazientita si sedette su un muretto cercando di riavviare il suo Iphone. Quella mini vacanza era già terribile di suo, non poteva restare isolata dal mondo. 
-Isabella puoi fingere di essere contenta? Magari potresti evitare di avere il muso lungo e allontanarti quando ti pare.- 
Andrea cercò di controllarsi senza dare libero sfogo alla rabbia che sentiva risalire.
-Io nemmeno volevo venirci, mi avete costretta. E poi ci fermiamo ogni mezzo chilometro per decidere dove andare, prima San Gennaro, poi mangiamo, poi qui. Non potevamo organizzare in hotel?.- 
-Siamo venuti qui in visita con gli zii, lo scopo è quello di fare le cose insieme come una normale Famiglia.- 
Isabella concentrò l'attenzione sul cellulare, affrettandosi ad accendere la connessione dati per rispondere al suo fidanzato. 
-Ragazzi allora, facciamo sosta qui per la visita a Napoli sotterranea e poi mangiamo qualcosa.- 
Disse la madre cercando di smorzare gli animi infuocati dei due figli. 
-Io lì sotto non vengo, soffro nei posti chiusi.- 
Andrea strinse forte nelle mani le spalline del suo zainetto, per lui quell'atteggiamento da ragazzina era insostenibile. Sapeva benissimo che sua sorella non soffriva di nulla, voleva semplicemente fare ciò che gli passava per la testa. 
-Amore ti faccio compagnia io qui, non devi entrare per forza.- 
Il ragazzo sbuffò sbalordito alle parole della madre mentre la sorella annuì senza staccare un attimo lo sguardo dal cellulare. 
-Andiamo a mangi...-
-No mamma!.- 
Cercò di proporre lei ma venne interrotta dal fratello. 
-Resto io, vai tu con gli zii.- 
Appoggiò la mano sulla spalla della madre per accentuare il tono fermo con cui si era esposto, nella speranza di non ottenere obiezioni.
-Sei sicuro?.-
-Non preoccuparti, vai.- 
Ci mise un po' a rasserenare la madre ma, dopo diecimila domande e raccomandazione varie, riuscì a convincerla. 
Isabella rise divertita, prima di alzarsi e mischiarsi alla folla. Andrea le corse dietro. Ribolliva di rabbia, non aveva potuto fare altro: era una battaglia persa già in partenza. 
'Ci riesce sempre. Lei chiede, chiede senza mai riflettere su ciò che sottrae agli altri.'
-Ora che siamo fuori dal loro campo visivo, andiamo a fare un giro e poi mangiamo, Bacchettone?.- 
Non riuscì a replicare, aveva così tanti pensieri per la testa. L'istinto gli suggeriva di contraddirla, di non farle fare ciò che desiderava ma la ragione prevalse. Temeva un'atteggiamento di rappresaglia, magari che scappasse disperdendosi nella folla e andando chissà dove. Era preoccupato ma si limitò semplicemente a stare al passo. 
Camminarono interrottamente forse per dieci, quindici minuti, chi poteva saperlo. Isabella si divertiva nel vedere suo fratello allo stremo della pazienza e soprattutto fiacco nell'avanzare. Si fermò di botto, non appena intravide in un vicolo alcune persone ché si accalcavano in cerca di una foto accanto alla faccia di Pulcinella. Incuriosita li raggiunse ma lo scenario che vide la turbò. 
Una ragazza forse poco più grande di lei, cagionevole, pallida in volto, vestita solo con un paio di jeans logori dal lavaggio chiaro, un cappotto nero strappato in alcuni punti con i polsini macchiati di chissà cosa e stivaletti bucati nei lati; era lì, raggomitolata sulle sue ginocchia che si dondolava fissando i passanti. 
-Sembra la versione femminile di Raskòl'nikov.- 
-Andiamo.-
Le ordinò Andrea quasi disgustato dalla dissennatezza della sorella. 
-Che carini! Siete due fidanzatini?.-
Il poverino si prese uno spavento. La ragazza si era incamminata nella loro direzione e li aveva raggiunti. 
-No, no, no. Vi somigliate, siete fratelli.- 
Isabella non prestava attenzione a lei e a ciò che diceva mentre suo fratello, allarmato, le prese il braccio invitandola ad aumentare il passo. 
-Oh, ma perché vi spaventate tutti così facilmente? Sembro così pazza?.- 
Continuava, imperterrita, a fiondarsi dietro di loro. 
-Non credete alle male lingue. Avete sicuramente parlato con i miei amici in giro, vi avranno messo in guardia: lei è pazza, P-A-Z-Z-A. Ma non lo sono, chiedetelo alla mia famiglia. Sí, avevo una famiglia,non mi credete? Mia sorella ha lasciato questo posto. Certo, lei e io siamo state educate per fare la vita delle 'Signore', poi mi ha abbandonato per trasferirsi in un posto...non ricordo mai quale. So che fa molto freddo lì, è umido e l'estate non è come la nostra. Oh, ma bazzecole queste. Esiste il termine bazzecole? L'ho sentito dire a qualcuno.- 
Andrea sudava per la paura, i sogghigni a cui la ragazza a singhiozzi si lasciava andare gli provocavano brividi dietro la schiena. 
Era inutile avanzare il passo e poi Isabella non si schiodava, non poteva lasciare la sorella da sola. Afferrò la sua mano in una presa ben salda, l'unica opzione era mischiarsi in mezzo alla folla e provare a seminarla ma era impossibile. Troppa dannata gente! 
-Sono rimasta sola, mi sono fatta carico dei miei genitori anche se loro non si sono mai fatti carico di me, non è strano? Non si sono mai comportati da genitori e toccava a me farlo ora...all'epoca. Ma non riuscivo a portare soldi a casa, non riuscivo a trovare lavoro, sapete cosa vuol dire? Alla fine ho iniziato come cameriera, 30€ a sera, ma quando capitava! Ero troppo malaticcia per farla tutte le sere. Sapete poi cosa disse mia madre? Che avevo avuto la sfortuna di essere nata per ultima! Tutto quello che era stato garantito a mia sorella non potevo averlo io. Non ne ho mai fatto una colpa a nessuno, no! Anzi, loro sanno che io ora sto bene, gli ho fatto credere che vivo all'estero, che ce l'ho fatta con le mie forze e invece che ridere! Sono ancora qui.- 
Isabella si fermò, non curante, accanto ad una bancarella di libri e li ammirava ammaliata. Andrea pregava affinché la ragazza decidesse di lasciarli in pace. Era sull'orlo di una crisi di panico, respirava affannosamente e stringeva forte la mano della sorella. Arrivò per fino a pensare di scacciarla, in malo modo. 
Ma se avesse ottenuto l'effetto contrario?
Lei gli afferrò il braccio fino a trascinarlo alla sua altezza. Nonostante gli si fosse mozzato il fiato per la paura, incrociati i suoi gradi occhi verdi un senso di angoscia lo travolse. 
-IO ho deciso di essere povera, di vivere da povera. Sono avanti anni luce. Voi, invece, vi sentite superiori, provate compassione per me ma lo diventerete tranquilli, inseguendo i vostri sogni e i vostri istinti arrivisti farete la mia stessa fine! Non sei stanco ti farti prendere per il culo? Ti vendono speranza, ti incitano a credere nei tuoi sogni, potrai avere il lavoro per cui hai studiato, una bella macchina, un'appartamento di tua proprietà...una vita che non avrai mai! Vale la pena giocare alla roulette russa della società per tutto questo eh? Mi fate ridere voi finti borghesi ma infondo, cos'altro potete fare?.-
Rimase a bocca aperta, si sentiva stordito e non di certo per l'alito pesante della ragazza. Quelle parole lo avevano trafitto come piccoli spilli. Perché quell'estranea diceva cose simili? Proprio ora. 
Che ne poteva sapere quel povero diavolo delle domande che lui si stava ponendo sul suo futuro? Di quanto si tormentasse per cercare delle risposte. 
Voleva fare la scelta giusta ma, ora che ci pensava, a cosa sarebbe servito? 
Sua madre non gli avrebbe mai permesso di rinunciare all'Università, né a lui, né tantomeno ad Isabella, ma come avrebbe fatto? Sola, con uno stipendio che bastava a malapena per tutti i capricci di Isabella che spuntavano fuori come funghi. 
Restava come ultima opzione il mondo del lavoro e lui, lui ce l'avrebbe fatta a trovare lavoro?. 
Perché nessuno capiva quanto fosse spaventato? Perché nessuno sembrava preoccuparsi o farsi domande sul proprio futuro?. 
Avere futuro, era l'utopia dell'uomo moderno.
-Ma ancora che perdi tempo dietro a quella pazza?.- 
Lo rimproverò Isabella tirandolo a se per lo zaino. Il ragazzo barcollò pestando i piedi alla sorella. 
-Ma che fai deficiente?.- 
Era immobile, con lo sguardo seguiva la ragazza. La vide scomparire presto, la folla sembrò ingerirla del tutto. 
-Quella, pazza?.-







——

Ispirato al libro: La teoria della classe disagiata. 
Estratti in pillole👇🏻
'La verità è che le cose vanno dannatamente peggio del previsto, e noi siamo ormai troppo nobili per le mansioni che ci attendono; sensibili al dolore, cagionevoli di salute e fondamentalmente malvagi.' 

'Abbiamo creduto di poter ignorare la contabilità e inventarci una vita all'altezza delle nostre aspirazioni: troppo ricchi per rinunciare alle nostre ambizioni ma troppo poveri per realizzarle, oggi ci troviamo a contemplare l'estensione del nostro fallimento.'
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: soulexpress_