“Sakura, sono a casa”.
Era trascorso circa un mese dal ritorno di Sasuke al villaggio, dopo i due lunghi anni di viaggio che lo avevano tenuto lontano. Ingenuamente Sakura aveva sperato che con il suo ritorno tutto l’ordine cosmico si sarebbe magicamente riassestato: Sasuke sarebbe tornato da lei fremente d’amore, le avrebbe chiesto scusa per la centesima volta e avrebbe avuto il suo lieto fine. “E vissero tutti felici e contenti” come si suol dire. “E figli maschi!” magari.
[...]
Il mattino seguente fu svegliata da un leggero bussare alla porta, si aggiustò alla buona i capelli e si coprì il corpo nudo prima di andare ad aprire: era Sasuke.
“Sakura, partiamo insieme”.