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Autore: Yumeji    10/12/2017    1 recensioni
Senza sapere come Shoto si trovò a sua volta con le gambe immersi nel fango, la valigia con il costume da eroe, assieme a quella di Bakugo, e l'ombrello rotto abbandonati sul bordo della strada. Le mani impiastricciate di melma terrosa, i vestiti luridi nel finire più volte a terra a causa dei colpi dell'altro, lo stesso che accadeva a Bakugo quando era lui ad accanirsi con i propri attacchi fangosi. Fu una battaglia senza esclusione di colpi, ma priva dell'uso di quirk, quasi si trattasse di un tacito accordo. Erano abbastanza accorati da volersi evitare una potenziale sospensione o "arresti domiciliari" come li chiamava il professor Aizawa.
La pioggia continuava ad abbattersi con violenza su di loro penetrando sotto ai vestiti, fin dentro alle ossa, ma a nessuno dei due pareva importare.

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Sì, c'è una battaglia di fango!.. Godetevela!
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Katsuki Bakugou, Shouto Todoroki
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Bakugo finì a terra, colto di sorpresa da un'ondata di fango e acqua che lo travolse impietosa, nonostante il nubifragio sotto al quale si trovava a camminare avesse già fatto di lui uno scempio. Sputò un'imprecazione nel trovarsi a quattro zampe sul setaccio sporco e fangoso. Da dove spuntava quel dannato camion? Fu il suo unico pensiero lucido, intanto che improperi ed insulti vari venivano prodotti naturalmente dalla sua bocca, il pugno alzato in un gestaccio rivolto al camionista distratto.

- Brutt-... cosa cazzo vai sparato a novanta a l'ora su una strada secondaria dove c'è pure una scuola?!!- gli fece una colorita lezione sul codice stradale nonostante il mezzo fosse ormai ben lontano dalla sua vista,
- Era un camion delle consegne, qualcuno deve aver fatto qualche ordine - osservò Todoroki, all'apparenza impassibile di fronte alla scena, perfettamente asciutto sotto al proprio ombrello. - Bhé... comunque è colpa nostra che camminiamo qui -
- Taci tu! - sbottò Bakugo rabbioso, ancora a terra in ginocchio in una pozzanghera di melma fangosa. Lui e il compagno di classe erano stati costretti a camminare a lato della strada poiché il sentiero pedonale che la fiancheggiava era impraticabile, con tutta quell'acqua sembrava essersi tramutato in una specie di palude.
Insieme stavano facendo ritorno alla Yuuei dopo il loro corso di recupero, normalmente avrebbero avuto a disposizione un bus navetta a coprire la distanza tra la scuola e la fermata della metropolitana, era però sabato e, durante il weekend, la navetta non era disponibile. Non avendo quindi alterative, essendoci un acquazzone che minacciava di peggiorare tramutandosi in un nubifragio, rischiando di bloccarli per chissà quanto alla stazione, avevano cominciato a percorrere la strada a piedi.
Sfortuna nella sfortuna, Bakugo quel giorno non avevo portato l'ombrello. D'altronde non lo si poteva incolpare della sua ingenuità, essendosi trovato quel mattino con un bel sole ed un cielo limpido a svegliarlo, solo qualcuno che avesse fatto attenzione alle previsione atmosferiche avrebbe potuto prevedere la piega tragica che avrebbe preso quella giornata. E solo ora che si trovava a dover levare uno strato di fango schifoso dalla propria faccia, Bakugo si rammaricava in maniera violenta di essere stato tanto impreparato. Lui non aveva mai badato a stupidaggini simili, era sua opinione che i meteorologi fossero alla stregua di quei santoni che a notte fonda pregavano la gente di chiamarli per farsi leggere le carte. Non aveva mai riflettuto sul fatto che, una volta ogni cento, pure loro ci azzeccavano.
Istintivamente Bakugo sollevò lo sguardo, scrutando con odio Todoroki, il quale se ne stava ancora a fissarlo, ben coperto dal suo enorme ombrello dalla fantasia discutibile.
- Per quanto hai ancora intenzione di sguazzare in quella pozzanghera? - gli domandò lui, del tutto indifferente alla palese ostilità che gli rivolgeva l'altro. Non era colpa sua se aveva una sorella maggiore che lo chiamava ogni qual volta vi fosse una minaccia di pioggia, raccomandandogli di usare l'ombrello che gli aveva regalato. Certo, aveva dei gusti abbastanza particolari, quella stampa era decisamente troppo chiassosa e colorata per i suoi canoni, al punto che credeva l'avrebbero potuto vedere al buio, però faceva il proprio lavoro.
- Se tu condividessi un po' quel ombrellone da spiaggia che hai magari mi alzerei prima! - replicò Bakugo rabbioso, alcuni ciuffi di capelli fradici attaccati alla fronte, senza però perdere la sua tipica pettinatura a porcospino. D'altronde neppure Best Jeanist era riuscito a domarli, e se falliva un eroe del suo calibro, vi erano ben poche possibilità che un po' d'acqua riuscisse nell'intento.
Todoroki sembrò valutarne la proposta pensieroso, alzando lo sguardo verso l'ombrello per poi riportarlo a Bakugo, più bagnato di un pulcino lasciato a mollo in una vasca da bagno per tre ore.
- Avresti dovuto dirmelo prima - alzò le spalle mantenendo quell'aria indifferente, - Ormai è inutile che ti ripari - non aveva affatto torto visto come si era ridotto, per Bakugo ormai non faceva alcuna differenza continuare a procedere sotto alla pioggia come già aveva fatto. Senza contare che, con l'eccessiva vicinanza, Todoroki avrebbe potuto finire per bagnarsi a sua volta a causa dei vestiti intrisi d'acqua del biondino. - Te lo avrei proposto io di dividerlo, quando eravamo ancora in stazione, ma tu sei partito via di corsa - gli ricordò, rivoltando la questione in modo da fargli comprendere che fosse solo ed unicamente colpa sua, così che non lo potesse accusare di nulla.
- Ba-...- stava per insultarlo Bakugo quando una forte folata di vento si abbatte su di loro, schiaffando in faccia a Shoto tutta l'acqua che era riuscito ad evitarsi per l'intero percorso e provocando uno scricchiolio per nulla rassicurante del suo ombrello, il quale fini per essere ribaltato sottosopra da una seconda ventata, le sottili braccia di ferro spezzate in più punti.
Nell'osservare l'amico ridursi in meno di due secondi come un cagnone dal pelo lungo a cui qualcuno avesse appena gettato addosso un secchio d'acqua, Bakugo non poté evitarsi di scoppiare a ridere. - AHAHAHAHAHAH!! Te lo meriti, questa giornata non poteva andare di merda solo a me! - rise fragoroso, con le lacrime agli occhi, appoggiandosi con le mani a terra per alzarsi, ma perdendo la presa sul fango scivoloso e cadendo di faccia con uno schiocco su un ammasso poltiglioso di terra e acqua.
- Oh, può andarmi male, ma mai come a te - fu l'inespressiva replica di Todoroki, cui sguardo si allargò di colpo e labbra cominciarono a tremare quando Bakugo tornò ad alzare il viso, del tutto impiastricciato di fango.
- N-non provare neppure a ridere, cretino!! - lo avvertì il biondo rabbioso, mostrando i denti come in un ringhio.
"Sembra il mostro il mostro della laguna", pensò invece Shoto per nulla intimorito dalla sua espressione intimidatoria, e trovandolo ancor più comico dopo quel pensiero. D'istinto gli voltò le spalle, tappandosi la bocca per soffocare una risata, tradito però dai tremiti che gli scossero le spalle.
- E piantala! - gli ordinò Bakugo alzandosi, il pugno stretto davanti al petto in una sottile minaccia dopo essersi ripulito alla ben e meglio la faccia con l'avambraccio.
- Non posso...- non riuscì più a trattenersi Todoroki, iniziando a ridere incontrollato, il volto un poco arrossato nel tentativo di trattenersi, - Sei ridicolo - gli rivelò.
- AH, IO SAREI RIDICOLO?! - il tono sprezzante del biondino, a cui dava ancora le spalle, gli procurò un pessimo presentimento. Non ebbe il tempo di voltarsi che una palla di fango lo raggiunse sulla nuca, impiastricciandone i capelli e parte dei vestiti. - Bene, ora lo siamo entrambi! - sentenziò Bakugo qualche metro più in là, le gambe immerse sino alle caviglie nel fango, sceso sul sentiero che avevano solo fiancheggiato camminando a lato delle strada. Sul suo volto c'era un'espressione di sfida rabbiosa e divertita, come se stesse chiedendo a Todoroki di mostrargli cosa sapesse fare. Nella mano sinistra teneva già pronta un'altra palla di fango, mentre la destra doveva aver appena lanciato quella che aveva colpito l'altro in testa.
- Cosa credi di fare? - il volto di Todoroki tornò inespressivo, mentre studiava l'altro dall'alto in basso, essendo il sentiero su un leggero dislivello rispetto al lato della strada.
- Voglio vedere come ti dona un colore unico su quella tua cazzo di testa bicromatica - ringhiò Bakugo lanciandogli contro il secondo proiettile di fango.
Lo sguardo di Todoroki si assottigliò osservando quel ammasso di fango venirgli incontro e, con un movimento veloce del braccio, lo tranciò in due maneggiando l'ombrello rotto come se fosse stato una katana.
- Non ho inten-..- non aveva alcuna intenzione di abboccare alle istigazioni dell'altro, non era una testa calda, simili cose con lui non funzionavano. La sua replica fu però spezzata da un'altra palla di terra che lo colpì dritto sul viso,
- Ahahah! Ti sei distratto! - lo derise Bakugo, che intanto si era chinato per preparare altre munizioni. E Todoroki si trovò a dover ritrattare la sua ultima constatazione su se stesso, solo metà del suo cervello non era una testa calda.
Senza sapere come Shoto si trovò a sua volta con le gambe immersi nel fango, la valigia con il costume da eroe, assieme a quella di Bakugo, e l'ombrello rotto abbandonati sul bordo della strada. Le mani impiastricciate di melma terrosa, i vestiti luridi nel finire più volte a terra a causa dei colpi dell'altro, lo stesso che accadeva a Bakugo quando era lui ad accanirsi con i propri attacchi fangosi. Fu una battaglia senza esclusione di colpi, ma priva dell'uso di quirk, quasi si trattasse di un tacito accordo. Erano abbastanza accorati da volersi evitare una potenziale sospensione o "arresti domiciliari" come li chiamava il professor Aizawa.
La pioggia continuava ad abbattersi con violenza su di loro penetrando sotto ai vestiti, fin dentro alle ossa, ma a nessuno dei due pareva importare. L'acquazzone peggiorava, allagando l'asfalto e rendendo molle la terra, la quale si attaccava sempre più alle loro gambe, rallentandone e appesantendone i movimenti. Né Bakugo, né Todoroki però vi facevano caso, troppo concentrati, troppo presi da quel gioco (sfida), che in maniera sorprendente stava divertendo entrambi.
Todoroki non avrebbe mai creduto di potersi comportare in quella maniera con qualcuno, non era il tipo di persona che si negava ai divertimenti, ma il poter atteggiarsi in maniera tanto infantile, senza alcuna preoccupazione, era qualcosa di totalmente inedito. Non pensava a come i vestiti gli si fossero ridotti, non pensava a come la temperatura si fosse abbassata o al rischio di prendersi un qualche malanno. Al momento esistevano solo quella battaglia all'ultima palla di fango e il suo avversario, cui espressione decisa e ghigno strafottente, che mostrava i denti, rendevano ben chiara la sua intenzione di abbatterlo in tutto e per tutto. Shoto non voleva essere da meno. Poteva esser stupido o anche ridicolo, non gli interessava, avrebbe ricoperto l'espressione arrogante dell'altro di fango e gli avrebbe fatto ammettere la sconfitta.
- Oh, cos'è quella faccia? Il perfettino della classe si sta forse divertendo? - sogghignò Bakugo chinandosi un poco in avanti, prendendo una posizione d'attacco mentre evitava uno dei proiettili di terra lanciatogli da Shoto. Il quale non era in grado di dargli una forma compatta, anche a causa della pioggia che continuava a scrosciare su di loro, e finivano sempre per perdere la loro forma quasi sferica per diventare una poltiglia informe a metà del lancio.
- Perché? Per te non è lo stesso? - replicò Todoroki, l'espressione che forse voleva essere indifferente, ma tradiva il suo reale pensiero con un leggero sorriso ad incurvargli le labbra.
- Mi diverto perché ti sto massacrando! - esclamò convinto Bakugo, additandolo aggressivo, i denti sempre in mostra in quel ghigno tanto simile ad ringhio.
- Massacrando?..- sembrò divertito dalla sua affermazione Shoto, al punto che il suo sorriso si allargò un poco, - E' un peccato che tu non ti possa vedere in faccia, o la penseresti diversamente - non era di meno di Bakugo quando si trattava di una sfida. Come già si era detto poco prima, una parte di lui era una testa calda non molto differente dal biondino, per quanto preferisse usare un linguaggio meno volgare e il suo atteggiamento fosse più spesso gelido.
- Passerai le prossime due settimane a toglierti il fango dalle orecchie! - annunciò Bakugo, entrambe le mani già piene di fango, pronto al successivo attacco. Fino a quel momento aveva avuto la tendenza di prepararsi un vasto numero di proiettili per poi lanciarli in rapida successione, in quel momento però ne aveva a disposizione due soli, che volesse farla finita? Si domandò Todoroki studiando il proprio avversario, e preparandosi ad una contro-offensiva.
- Spero non ti dispiaccia il sapore della terra, perché dubito che sentirai altro per il prossimo mese e mezzo - sentenziò Shoto adattandosi alle sue intimidazioni assurde, come se non sapesse che una serie di gargarismi con il collutorio bastasse a cancellare ogni traccia di quel saporaccio.
- MUORI!! - lanciò il proprio grido di battaglia Bakugo, correndo a sorpresa verso di lui per investirlo con tutto il proprio corpo. Essendo stata sino a quel punto una battaglia a distanza, Todoroki si trovò impreparato a difendersi da un attacco diretto e inutili furono i suoi tentativi di fermare la corsa del biondo gettandogli addosso tutto il proprio arsenale di bombe di fango. Inarrestabile Bakugo lo investi, trovandolo chino a crearsi altri proiettili, il ghigno malefico del demonio mentre, con le mani colme di fango, si divertiva a gettare l'altro a terra, buttandosi su di lui assicurandosi di illuridirgli per per bene i capelli e le orecchie.
- Te l'avevo detto che te ti avrei tinto quella stupida testa - rise ancora intento a scompigliargli i capelli, chino su di lui, seduto ginocchioni al suo fianco, - Allora ti arrendi? - lo sfidò sprezzante, certo di averlo messo all'angolo e di essere in una posizione di vantaggio. Todoroki però non si limitò a subire passivamente e, riuscendo a svincolarsi dalla presa del biondo, lo assalì a propria volta, riuscendo a darsi abbastanza spinta da sovrastarlo e, afferrandolo per le spalle, lo ancorò con il proprio peso al terreno.
- Chi doveva arrendersi? - gli domandò sorridendogli ironico, mettendosi a cavalcioni su di lui per impedirgli di invertire le loro posizioni, in risposta ricevette uno sguardo carico di istinto omicida e tremendamente divertito da parte di Bakugo. Il suo sorriso aveva qualcosa di minaccioso anche quando rideva come in quel momento,
- La... la tua faccia - lo derideva per quanto, il trovarsi in svantaggio non dovesse piacergli affatto. - Voglio proprio vedere quale ragazza potrebbe definirti figo se ti vedesse adesso - continuò a beffeggiarlo causando la medesima ilarità in Todoroki, il quale non riuscì a trattenersi oltre, trovandosi a così breve distanza dal viso altrettanto impiastricciato di terra di Bakugo.
- Cos'è credi di essere preso meglio di me? - gli domando ridendo,
- Ma io non ho alcuna posizione di "personaggio cool" da difendere - gli fece notare il biondino, entrambi parevano essersi dimenticati del loro gioco, limitandosi a deridere l'uno l'aspetto ridicolo dell'altro. Erano sporchi, luridi fino alle ossa e altrettanto bagnati, probabilmente anche le loro madri avrebbero faticato a riconoscerli visto la maniera vergognosa in cui si erano ridotti. Intanto, la pioggia non accennava ad arrestarsi e, anche in quel momento di calma fra loro, continuava a tempestarli con migliaia e migliaia di gocce al secondo.
- Sei gelido...- commentò Todoroki, in un momento in cui prendeva un respiro fra una risata all'altra, la sua era una semplice constatazione, ma forse sotto-sotto si chiedeva se fosse normale che avesse una simile temperatura. Il suo doppio quirk di ghiaccio e fuoco gli permetteva, alternando inconsciamente l'uno o l'altro, di avere sempre una temperatura costante. A parte ovviamente quando prendeva l'influenza o qualche altro malanno, solitamente il suo quirk non bastava a contrastare la febbre.
- Taci, tu hai l'ombrello rotto - non fu una replica molto sensata, ma conoscendolo un poco Shoto si era abituato ai suoi modi insensati.
Le risa si spensero naturalmente a quello scambio di commenti e un silenzio carico di elettricità, interrotto solo dallo scrosciare della pioggia, si instaurò fra loro. Todoroki rimaneva ancora a cavalcioni su Bakugo e, per qualche motivo, l'altro non lo obbligava a spostarsi, quando normalmente gli avrebbe già ordinato di levarsi di torno. Il biondo fissava in silenzio l'altro cercando di carpirne le intenzione su quel volto impassibile, senza però riuscire ad incrociarne lo sguardo o comprendere cosa stesse guardando con una tale intensità.
Tardi Shoto si rese conto di non riuscire a staccare i propri occhi eterocromatici dalle labbra del compagno, quasi vi fosse una qualche sorta di magnete ad attirarlo ad esse. Prima ancora di rendersene conto si trovo a chinarsi su di lui, senza riflettere su cosa esattamente stesse facendo, la testa leggera, i pensieri flebili come un respiro. Si chiedeva solo quale sapore potesse avere quella bocca fiera ed impertinente.
- Ohi, che caz..- stava per chiedergli Bakugo, privo dell'aggressività che solitamente avrebbe decorato le sue parole, la voce flebile che fini per ridursi ad un sussurro e a morire quando le labbra di Todoroki si avvicinarono alle sue. C'era qualcosa di tremendamente confuso in quella situazione, o forse era solo la pioggia a fargli uno strano effetto. Bakugo non avrebbe faticato a scostarsi l'altro di dosso e sfuggirgli, eppure non lo fece, non ebbe l'istinto di farlo, e già si chiedeva se la bocca di qualcuno capace di controllare sia il ghiaccio che il fuoco, sarebbe stata fredda o calda.
Entrambi però dovettero tenere per se le proprie curiosità, perché l'assordante suono di un clacson squarciò i loro timpani, riportandoli alla realtà con un sussulto che li attraversò come fossero un solo individuo.
- E levati! - gli intimò Bakugo tornando in se e spingendo via l'altro, - Che cazzo è stato? - domandò già saltando in piedi per andare a vedere cosa stesse accadendo, risalendo il lieve dislivello che c'era fra la strada e il percorso pedonale che la costeggiava. - Oh, cazzo! - esclamò trovandosi di fronte ad un fiume, l'asfalto coperto da quasi cinque centimetri d'acqua. - Ohi, cretino! Le nostre valige! - si affretto a spiegare già scendendo in strada per recuperarle, l'acqua le aveva fatte galleggiare ed avevano finito per essere trascinate via, invadendo la corsia opposta a quella in cui stavano procedendo. Attraverso il muro di pioggia Bakugo poté notare in lontananza la sagoma del camion che lo aveva inzaccherato ora procedere sul lato opposto, e probabilmente era stato il suo clacson a sferzare l'aria, in modo da avvertire della presenza delle valige nel bel mezzo della strada. - C'è anche quel tuo cazzo di ombrello, sbrigati idiota! - lo incitò Bakugo controllando se stessero arrivando altri mezzi prima di andar a recuperare le loro proprietà.
Todoroki dietro di lui procedeva un po' più lentamente, in qualche modo pareva frastornato, come fuori fase.
- Cazzo, il tempo sta peggiorando! Presto sbrighiamoci!!- d'improvviso, dopo averla ignorata per tutto quel tempo, decise che la pioggia fosse un problema. Di corsa coprì entrambe le corsie della strada e, prese le valige, tornò dal compagno porgendogli la sua. Todoroki la prese, trovandosi però ancora con i pensieri da tutt'altra parte, fissando pensieroso l'ombrello regalatogli dalla sorella, ridotto ormai ad un inutile scheletro di metallo. Un po' gli dispiaceva.
- Vuoi correre fino a scuola? - gli domandò Shoto, tornando finalmente in se incrociando gli occhi del biondino, il quale però sfuggì subito al suo sguardo,
- Non fare domande idiote e muovi il culo, cretino - aveva già cominciato a correre Bakugo, avvertendo l'esigenza di mettere più distanza possibile fra loro. C'era qualcosa che lo infastidiva all'altezza della gola e nel petto, accendendogli le guance nonostante avvertisse un freddo tale da avere i brividi sulla pelle, ma si disse fossero solo i primi sintomi di un raffreddore.

Solitamente una corsetta di una decina di chilometri non erano nulla per due apprendisti eroi come loro, ma il fatto di dover correre controvento, con sferzate di aria gelide a percuoterli e gocce di pioggia a colpirli come piccoli stiletti di ghiaccio, per quanto uno avesse un quirk del ghiaccio e li trovasse sopportabili, rallentò non di poco il loro andazzo. Al punto che era già sera inoltrata quando raggiunsero finalmente il dormitorio della loro classe.
- Kacchan! Todoroki!? Co-come vi siete ridotti? - ovviamente, per l'infelicità di Bakugo, il primo ad accoglierli fu Midoriya, il quale subito si mostrò premuroso e preoccupato per loro, trovandoli in quelle condizioni pietose, simili a due cagnolini abbandonati sotto alla pioggia. - Ma state bene? - fu la sua seconda domanda idiota in meno di cinque secondi da cui erano entrati, e già il primo istinto di Bakugo fu quello di fargli esplodere la faccia. Cos'era quell'espressione pietosa? Era ridotto uno schifo certo, un misto di pioggia e fango, ma non era mica ferito. E poi perché doveva avere una vocetta così irritante e seccante?
- Ti sembra che stiamo bene, nerd? - lo aggredì come al suo solito, lasciando la valigia con il costume da una parte per stringersi le braccia al petto, gocciolando a terra ad ogni movimento, aveva la pelle d'oca e le labbra tendevano verso il bluastro. - Vedi di renderti utile Deku, e portaci degli asciugamani - gli ordinò perentorio, facendo sobbalzare il moretto, che subito si mise ad annuire con forza.
- C-certo! Vado subito - corse via Midoriya, pensando che effettivamente Kacchan aveva ragione e, invece di limitarsi a fissarli, avrebbe dovuto pensare ad un modo per aiutarli. Vederli però ridotti a quel modo, come se fosse usciti dalla più devastante delle battaglie, con i vestiti impregnati d'acqua, le espressioni arrossate dal freddo e dalla fatica, entrambi visibilmente esausti, c'era qualcosa di tremendamente comico in quella scena. Midoriya si era trovato sul punto di ridere nel vedere Kacchan tutto tremante mentre i capelli di Todoroki, appiccicati alla fronte a causa dell'acqua, gli coprivano buona parte del viso rendendolo in qualche modo tremendamente simile al cugino Itt.
- Grazie Midoriya - e proprio la voce di quest'ultimo lo raggiunse un momento prima che prendesse le scale sparendo alla loro vista.
- Dovresti essere più gentile con lui, per lo meno quando gli chiedi un favore - rimasti soli Shoto rivolse quella osservazione al biondo al suo fianco, entrambi fermi davanti all'ingresso del dormitorio per evitare di gocciolare sul resto del pavimento.
- Sta zitto! - gli intimò sbuffando Bakugo, ancora intento a stringersi fra le braccia attraversato da una serie di tremiti, ora che si era fermato ben avvertiva il gelo penetratogli fin nelle ossa, e riservava un'occhiata omicida a quel mezzo ghiacciolino che di problemi simili non sembrava averne. - Non sono affari tuoi come mi comporto con Deku - ribadì con una smorfia a piegargli le labbra, come se quel discorso lo irritasse più di quanto non volesse ammettere,
- Considero Midoriya mio amico, quindi credo che sì, siano affari miei - replico Shoto, sollevandosi con una mano la frangia che gli copriva gli occhi.
- Aah? Non ti stai dando troppa importanza? - si voltò verso di lui Bakugo, rivolgendogli quell'espressione intimidatorie e aggressiva di quando qualcuno gli urtava i nervi. E fu la prima volta che si trovarono ad affrontarsi faccia faccia da quando, circa un'ora prima, avevano concluso quell'infantile battaglia di fango.
Nel trovarsi ad incrociare direttamente l'uno lo sguardo del altro una strana atmosfera calò su di loro, qualunque battuta o parola stessero per pronunciare morì nelle loro gole mentre un senso d'imbarazzo colorava le guance fredde di Bakugo e un vago disagio portava Todoroki ad allontanare da lui lo sguardo.
Non avevano mai chiacchierato molto fra loro, ma il silenzio che seguì quel momento fu snervante, insopportabile per i nervi già martoriati di Bakugo, il quale cominciò ad imprecare contro Deku chiedendosi quanto cavolo ci mettesse a recuperare un paio di dannati asciugamani.
- AH! Mi sembrava di aver sentito qualcuno urlare- l'arrivo di Kirishima, spuntato dal nulla come un apparizione benefica, li salvò da quella situazione frustrante, - Ma cosa vi è successo, vi ha investito uno tsunami? - rise nel vederli ridotti a due cenci sporchi.
- No, un camion - rispose monocorde Todoroki, facendo così in modo che l'irritazione accumulata da Bakugo potesse sfociare sull'ormai lontano autista del mezzo, dietro al quale comincio ad inveire con rabbia.
- Ma chi gli ha dato la patente a quello!? Con una velocità simile, il tempo atmosferico, la vicinanza ad una scuola...- Kirishima e Todoroki ebbero così il piacere di scoprire la vasta conoscenza che il biondino aveva del codice stradale e sulle relative sanzioni.
- Whoo... e come le sai tutte queste cose? - ne fu meravigliato il rosso dai denti a punta, stupito in senso positivo dall'amico,
- Alle elementari ci hanno fatto un corso sulla sicurezza stradale - tagliò corto Bakugo incrociando di nuovo le braccia al petto, si era aiutato con le dita a tenere il conto dei relativi incidenti causati dalla pioggia.
- Ah, me lo ricordo! Era venuto un poliziotto che aveva con se un cartonato di All Might - ebbe il pessimo tempismo di tornare proprio in quel momento Midoriya, cui viso era però nascosto da una pila di asciugamani esageratamente alta,
- Ma quanti cazzo ne hai presi, idiota?! Hai svuotato gli armadi di tutto il dormitorio? - sbottò Katsuki a vederlo, chiedendosi subito dopo cosa avesse in testa.
- N-non sapevo quanti ve ne servissero, così ho abbondato - la voce di Deku balbetto un momento mentre gli rispondeva, trovandosi quasi a perdere l'equilibrio inciampando nel nulla. - In più me ne servivano un paio per asciugare il pavimento, lo avete tutto inzaccherato - aggiunse allungando il viso nel tentativo di superare la pila e vederli, non era però ancora diventato abbastanza alto per riuscirci.
- Se devi usarli per pulire il pavimento allora prendi degli asciugamani vecchi, non quelli nuovi e puliti - Bakugo dimostro di essere abbastanza accorato sulle pulizie di casa, capacità che forse aveva sviluppato in quei quattro giorni di "arresti domiciliari" in cui lui e Deku avevano dovuto pensare alle pulizie dell'intero dormitorio.
- Ah... effettivamente - dovette ammettere Midoriya, sul momento aveva solo pensato a prendere gli asciugamani, senza riflettere su cosa fosse meglio.
- E comunque, da' qua - gli intimò Bakugo arrivandogli vicino e prendendo malamente due asciugamani da quella pila enorme, la quale parve sul punto di cadere a causa dell'esagerata forza con cui li aveva sollevati.
- A-attento! - fu subito pronto a sostenerla Kirishima, dando una mano a Deku mentre Bakugo lanciava uno dei due asciugamani a Todoroki, il quale si limitava ad osservare la scena con un certo interesse. Internamente, pur non mostrandolo, non poteva non trovarla al quanto comica.
- Grazie della premura, Midoriya - ringraziò l'amico, mentre questi e Kirishima erano ancora indaffarati per non far cadere gli altri asciugamani, alla fine il rosso ebbe la lungimirante idea di prenderne la metà, in modo che per l'altro fosse più facile muoversi.
- Prego! - chioccò Izuku, sempre felice di essere utile, seppur il suo sorriso fosse vagamente esitante mentre il suo sguardo, al posto di Todoroki, finiva per seguire Bakugo, il quale, levandosi la camicia della divisa gocciolante, pregna di pioggia, aveva cominciato ad asciugarsi i capelli e le spalle, e si era incamminato verso le camere da letto. Quella schiena lucida a causa dell'acqua, liscia e solida, decorata da delle spalle dai muscoli ben definiti, era capace di attirare lo sguardo di chiunque, al punto che persino Kirishima ci lanciò un'occhiata, avvertendo un senso di ammirazione per il fisico virile dell'amico.
- Vado a cambiarmi, poi vengo a darti una mano a pulire...- d'improvviso Todoroki si trovò a nascondere il viso nel tessuto ruvido dell'asciugamano, fingendo di starsi ripulendo la faccia, ma sentendo unicamente il bisogno di allontanare il pensiero dalla pelle nuda mostratagli dal biondino. Aveva dovuto notare con un vago senso di sconforto che i pantaloni di Bakugo, per quanto gli stessero larghi in vita e gli calassero vistosamente, al punto che, in una scuola più severa della Yuuei in fatto di divise, sarebbe potuto essere ripreso, non gli davano neppure un accenno quale tesoro si nascondesse al di sotto. Quando si era reso conto di star per sospirare si era schiaffato l'asciugamano in volto con una forza tale che risuono come se si fosse dato un pugno, e infatti un po' di male se lo fece, ma al momento gli andava più che bene. Dopo che i loro sguardi si erano incrociati in quel povero scambio di battute, il cervello di Todoroki non aveva fatto altro che cercare di ignorare la presenza del biondo di fianco a se. Di colpo era divenuto opprimenti stargli affianco, e solo con l'arrivo di Kirishima quella sensazione si era un po' dispersa, per quanto Shoto si fosse beccato a fissare Bakugo di sottecchi, osservando come i vestiti gli aderissero al corpo, enfatizzandone il fisico allenato. Si era trovato a deglutire un eccesso di saliva e aveva inutilmente tentato di concentrarsi su Midoriya, incapace però di avere una qualche reazione consona al suo solito comportamento, registrando solo come fosse divertente il destreggiarsi dell'amico e di Kirishima con una pila di asciugamani.
- Ah, non serve, me ne occupo io - ne rifiutò l'aiuto Midoriya scuotendo un poco il capo, - Forse è meglio se fai una doccia o finirai per raffreddarti - gli consigliò con il suo fare premuroso e un poco materno, che a Todoroki ricordava molto il comportamento di sua sorella maggiore.
- Sì, grazie... farò come dici - si trovò ad accomunare i loro modi e, per l'ennesima volta quel giorno, fu sul punto di ridere per quanto la sua espressione non lo mostrasse.  Non volle neppure ricordargli che, vista la natura dei suoi quirk, lui era probabilmente l'unica persona al mondo incapace di buscarsi un raffreddore.
- Tranquillo, lo aiuto io - si aggiunse a quel punto Kirishima, il quale forse si era sentito tenuto fuori dalla conversazione e volle in qualche modo partecipare.
- Ti debbo un favore, Kirishima - fu subito la risposta che il rosso ricevette da Izuku mentre Todoroki con la testa allo stesso tempo leggera e pesante, si dirigeva nella propria stanza. Un'infinità di pensieri inutili e superficiali gli occupavano la mente, volatili come delle sottili nuvole di condensa, rendendolo incapace di concentrarsi su anche uno solo di essi.
Entrato in camera si buttò sul tatami, senza alcuna voglia di tirare fuori il futon per coricarvisi o di fare una doccia come aveva detto a Midoriya, si sentiva stanco e non per via della giornata pesante. Aveva un peso sul petto che gli rendeva difficile respirare.
Iniziò a fissare con insistenza il soffitto, trovandosi ad annaspare in quel guazzabuglio confuso di pensieri senza capo né coda, sino al punto che cominciò ad avvertì una fastidiosa pressione alla base del cranio e dietro agli occhi, sintomo di una futura emicrania. Per quanto stesse cercando di evitarselo, comprendeva benissimo il motivo per cui si sentisse tanto frastornato. Era da quando aveva atterrato Bakugo in quella pozzanghera di fango che si sentiva strano, come imprigionato in una bolla. I suoni gli arrivavano ovattati e distanti, non dava però la colpa alla montagna di fango che gli era finito nelle orecchie - proprio come l'altro gli aveva promesso. Non aveva altra spiegazione se non dare la colpa ad un fatto mentale più che fisico, qualcosa di inspiegabile era accaduto nel pomeriggio, e il fulcro era quel odioso biondino.
"Cosa volevo fare?.." si domandò alzandosi a sedere con uno sbuffo stanco, un ginocchio piegato contro il petto mentre l'altra gamba rimaneva distesa. Non poteva evitare di farsi una doccia, o avrebbe puzzato come un cane bagnato per il resto della settimana. Senza contare che i tatami rischiavano di rovinarsi con l'acqua.
"Ma volevo effettivamente fare qualcosa?" continuava a riflettere sull'accaduto, nel momento che, complice una pioggia assordante, il suo cervello si era spento e qualcosa era scattato. "No, forse non sarebbe successo nulla..." si disse cercando di placare la propria confusione mentre cominciava a spogliarsi, liberandosi da prima della camicia della divisa, che gettò a terra senza rifletterci. Stava camminando tra le nuvole, e non era affatto una sensazione piacevole come l'immagine evocata poteva far credere. Si sentiva vuoto, un'ampolla priva di liquido eppure solido e pesante come una macigno. Non poteva sperare neppure che una doccia gelata lo potesse aiutare a rimettere ordine nel suo animo, fino a venti minuti prima l'acqua fredda non era mancata, eppure ne era rimasto sconquassato.
Si fece un doccia bollente, al punto da appannare l'intero bagno con i fumi provocati dal vapore, e ci mise un bel po' prima di riuscire a lavare via tutto il fango che gli era rimasto addosso, Bakugo non aveva scherzato quando aveva detto di volergli tingere i capelli. Dopo il terzo shampoo la parte bianca della sua chioma non aveva ancora recuperato la lucentezza originaria e in qualche modo Shoto, fissandosi allo specchio ripulito con una mano, se ne trovò infastidito. Nella sua espressione imperturbabile si formò uno piccola piega, Bakugo avrebbe dovuto ripagargli la montagna di shampoo che stava sprecando per colpa sua, pensò con una leggera smorfia a piegargli in giù le labbra.
E gli bastò quel pensiero perché si rendesse conto che no, quella doccia non era affatto servita allo scopo se quel biondino non era ancora stato scacciato dalla sua testa.

Scese in cucina che ormai era notte fonda, non aveva previsto di cenare, avvertendo una stanchezza tale da fargli desiderare unicamente di stendersi nel proprio futon e dormire fino al giorno successivo. Dopo la doccia però i morsi della fame si erano fatti sentire, gli era bastato rilassarsi perché il suo stomaco cominciasse a protestare, brontolando rumorosamente ed in maniera imbarazzante, al punto da rendergli impossibile il sonno. Si era appisolato per un paio d'ore o poco più, ma alla fine il suo stomaco aveva avuto la meglio.
Non temeva di poter svegliare qualcuno aggirandosi per il dormitorio ad un ora così tarda, non dubitava che, all'interno delle proprie camere, la maggior parte dei suoi compagni fosse ancora sveglia ed attiva. Essere degli apprendisti eroi non significava rinunciare alle pessime abitudini del 90% degli adolescente, come passare la notte in bianco a mangiare schifezze, guardare programmi TV discutibili o passare ore su internet. Persino lui, che all'apparenza pareva uno studente tanto diligente, avvolte passava la nottata a svolgere simili attività, ignorando il fatto che il giorno seguente ci sarebbero state le lezioni.
In tutta la classe forse solo Yaoyozoru si separava da quel canone, per quanto di certo, prima di un'esame, persino lei preferisse passare una notte in bianco a ripassare il programma.
- E' tu che cazzo ci fai qui?! - lo voce isterica e rabbiosa di Bakugo accolse il suo arrivo nella cucina comune, informandolo che no, non era stata una buona idea scendere per uno spuntino.
- Quello che fai tu, immagino - gli rispose con espressione indifferente, come se i suoi pensieri, sia prima che durante il leggero dormiveglia in cui era caduto, non fossero stati ossessivamente disturbati dalla sua presenza. - Mi sono addormentato e ho saltato la cena, quindi sono venuto a mangiare qualcosa - specificò tanto per non creare equivoci,
- Ah!? E proprio adesso ti doveva venir fame, cazzone?! - sbottò il biondo sempre alterato e, per quanto da tempo Todoroki si fosse arreso a non essere in grado di capirne i ragionamenti, comunque trovò assurdo che si mostrasse tanto ostile nei suoi confronti.
- La cucina è un luogo comune, quindi va condiviso fra tutti gli studenti - gli ricordò tenendo un tono freddo mentre incrociava le braccia al petto, - Se volevi prenotarla per avresti dovuto affiggere un avviso - aggiunse con una vaga aria altezzosa, da "so-tutto-io" che pareva pregare Bakugo di colpirlo, visto quanto gli fece saltare i nervi.
- Lo so' che è in comune! - replicò Bakugo, e parve infervorarsi ancora di più, probabilmente perché non era in grado di replicare a tono alle giuste osservazioni dell'altro. - Stavo solo dicendo che hai un tempismo perfetto se ti viene fame proprio quando ci sono venuto io in cucina - sentenziò additandolo come se lo stesse accusando di qualcosa, e solo a quel punto il suo sguardo, prima reso aguzzo dalla rabbia, si spalancò nell'osservarlo. - Ma... quello è il tuo pigiama? - la domanda suonava stupita e confusa, al punto che persino Todoroki dovette guardare il suo abbigliamento per essere certo di non indossare nulla capace confondere l'altro a tal punto.
- ... - si ammutolì ricordando che, quel pigiama in particolare, era un regalo fattogli da Midoriya, il quale aveva approfittato di un qualche strano sconto due per uno. Sul momento lo aveva ringraziato per il gesto gentile e per aver pensato a lui, ora che lo indossava però gli sorgeva il dubbio di non essere forse stato il primo a cui Midoriya l'avesse proposto, ma di essere invece l'unico ad averlo accettato. - E' un regalo...- si affrettò a dire cercando di nascondere con scarsi risultati l'enorme volto di All Might stampato per intero sulla maglia del pigiama. - Non una parola - gli ordinò serio, consapevole di non poter nascondere in alcun modo il volto in miniatura dell'eroe numero uno ripetuto in forma più piccola sul tessuto giallo dei pantaloni.
- Prima l'ombrello e ora il pigiama? Sicuro che la gente non tenti solo di propinarti cose inutili di cui si vuole sbarazzare? - fu l'unico commento di Bakugo, il quale, alzando le spalle, riprese a versare l'acqua nel cuociriso. Alle sue parole seguì un silenzio che sapeva di resa, come se Todoroki non si trovasse abbastanza in forze per una replica adeguata ad un'osservazione tanto cattiva. In realtà avrebbe voluto replicare che Midoriya e sua sorella non gli rifilavano "cose inutili", solo che entrambi avevano dei gusti, per così dire, discutibili nulla più. Si era però distratto ad osservare la figura dell'altro che ora gli dava le spalle, indaffarato nel maneggiare il cuociriso.
- Tu invece dormi così? - gli domando, sostando con lo sguardo su dei vecchi pantaloni slavati di una tuta e una canotta nera,
- Dipende...- non parve molto coinvolto dalla conversazione Bakugo, più interessato a misurare al decilitro l'acqua che doveva aggiungere. In qualche modo sembrava cercare di evitare in ogni modo di tornare ad incrociare il suo sguardo. - Se fa troppo caldo sto senza pantaloni - aggiunse sovrappensiero, forse solo per evitare che fra loro cadesse un silenzio ancor più imbarazzante di quello che li aveva colti solo quale ora prima quando erano entrambi a sostare all'ingresso del dormitorio. Non sembrò neppure riflettere sulle proprie parole.
- Ah..- fu il commento di Shoto, il quale non aveva idea di come portare avanti un simile discorso, lo sguardo che vagava per un momento per la cucina prima di tornare a posarsi sul biondino.
- Non eri venuto per mangiare qualcosa? - dovette ricordargli Bakugo, lo sguardo sempre fisso sul cuociriso mentre le sue spalle parevano irrigidirsi, come se qualcosa avesse cominciato ad infastidirlo facendo montare pian piano la sua rabbia.
- Uhm... sì - confermò Todoroki senza però muoversi di un millimetro dal punto in cui era, a meno di un metro alle spalle del compagno di classe. Lo stava osservando con insistenza, chiedendosi il motivo del suo palese disagio,
- E allora prendi quello che devi prendere e vattene! - gli sbottò contro Katsuki voltandosi verso di lui, il viso acceso di un particolare rossore che non c'entrava nulla con la furia da cui era scosso. - Perché devi stare lì fermi a fissarmi? Lo sai che sembri ancora più cretino del solito? -
- Ti da fastidio che io ti guardi? - gli domandò Todoroki, inclinando il viso da una parte come se la cosa lo stupisse,
- Non far finta di non essertene accorto, cazzone! - ringhiò lui rabbioso, - E' da oggi pomeriggio che continui a guardarmi in quel modo strano. Sei irritante! - lo accuso mentre il rossore delle sue guance pareva accentuarsi e lo sguardo si assottigliava.
- Io non ti sto guardando in alcun modo - negò Shoto alzando le spalle con aria indifferente, scostando gli occhi da lui come a sottolineare il concetto, per poi tornare imperterrito a guardarlo.
- Visto!? Lo stai facendo di nuovo!! - lo beccò Bakugo, restringendo la distanza fra loro piantandogli l'indice in mezzo agli occhi, che Shoto si trovò ad incrociare per seguirne i movimenti.
- E' normale guardare una persona con cui si sta discutendo - lo scostò con un gesto della mano, arretrando di un poco, trovandosi però a sbattere contro uno dei ripiani della cucina. - Solo tu puoi trovarlo strano - cercò di mantenere un'aria indifferente, nonostante gli fosse difficile concentrarsi, anche l'altro doveva aver fatto una lunga e bella doccia, i suoi capelli profumavano di shampoo agli agrumi.
- Sì, ma non così...- si fece ancora più furioso e minaccioso Bakugo, colmando ancora una volta la distanza che li separava, - Quello non è uno sguardo "normale" -
- Se ti danno così fastidio i miei occhi basta che non ricambi, no? - trovandosi alle strette Todoroki si allontanò, urtandolo ad una spalla nel spostarsi, - Comunque grazie, mi hai fatto passare la fame - si assicurò di fissare per bene gli occhi al pavimento, così da non tradirsi, mentre faceva per andarsene.
- Eeh?! Che stai facendo, scappi?! - sembrò stupito dal suo atteggiamento Bakugo, tallonandolo mentre si allontanava,
- Sono stanco, e non ho abbastanza forze da sopportarti - sbuffò Shoto, ostinandosi a non guardarlo, per quanto ciò gli costasse una notevole fatica.
- Cosa stavi per fare oggi, sotto alla pioggia? - gli bloccò la strada parandosi di fronte a lui, lo sguardo affilato e sottile come una lama, acceso di rabbia, le guance arrossate dal disagio nel porgli una simile domanda.
- Nulla... - esitò un momento prima di rispondere, trovandosi incapace di superarlo, bloccato da quel muro insormontabile che pareva essere Bakugo Katsuki, - Non stavo per fare nulla. Oggi... oggi pomeriggio stavamo solo facendo una stupida battaglia con il fango - scostò lo sguardo lontano da lui, abbassando il capo,
- E adesso perché hai smesso di guardarmi? - lo incalzò senza dargli tregua.
- Piantala - gli intimò Shoto, sentendo i propri nervi messi a dura prova dall'atteggiamento inutilmente aggressivo dell'altro, perché non lo lasciava in pace e basta? Infondo non era lui quello che non voleva essere infastidito? - Cosa vuoi che ti risponda? Non so cosa volessi fare o cosa sarebbe successo se non fossimo stati interrotti -
- Speri che te la lasci passare così? - continuò a fissarlo colmo d'astio, i pugni stretti lungo i fianchi, le braccia leggermente tremanti.
- Lasciarmela passare? - tornò a guardarlo dritto negli occhi, stanco del suo atteggiamento insensato, - Non ti ho fatto nulla, e non capisco cosa tu voglia ottenere -
- Codardo...- lo apostrofò Bakugo afferrandolo per quel ridicolo pigiama, deformando la faccia sorridente di All Might stringendone il tessuto, strattonandolo a se mentre si spingeva contro di lui.
Le loro bocche cozzarono l'una con l'altra, in un doloroso scontro di denti che fece lacrimare gli occhi di Todoroki.
Non era un bacio, troppo violento per esserlo.  Non poteva essere un bacio, era solo un toccarsi con le labbra.
Bakugo doveva solo star provando una nuova tecnica di soffocamento, non c'era altra spiegazione, perché quello non pareva proprio un bacio, troppo breve. Todoroki ebbe appena il tempo di avvertire la sensazione tiepida umida della labbra dell'altro, che queste erano già fuggite dalla sue.
- Che... che cos'era quello? - balbettò Shoto sconvolto, incapace di interpretare cosa fosse appena accaduto,
- Sta zitto! - gli intimò Bakugo, spingendolo via come a volerlo allontanare dopo averlo avvicinato lui stesso. - Non sarà certo io a spiegartelo, cretino! - il suo viso si era fatto di colpo tanto rosso da sembrare dovesse esplodere con la stessa violenza del suo quirk. - E vedi di smetterla di guardarmi a quel modo, hai capito?! - ribadì isterico come preso da un violento panico, - Io me ne vado a dormire! - lo informò ad un tono decisamente troppo alto, voltandogli le spalle e prendendo le scale con una velocità tale da parere una fuga. Ma non poteva star scappando sul serio, Katsuki non fuggiva di fronte a nulla... di solito
- E il riso? - domandò alla stanza rimasta vuota Todoroki, ancora confuso ed interdetto nel fissare le scale che portavano al piano superiore. Si sentiva come sul punto di uscire fuori di testa. Cosa diavolo lo aveva appena investito?! E cos'era quel calore che, nonostante il dolore ai denti, gli riempiva il petto e gli colorava le guance. Perché quel "non-bacio" non gli era dispiaciuto affatto?




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Spero vi sia piaciuta, sto ancora imparando a gestire questi due ma prevedo di migliorare con la pratica, cooooomunque perdonatemi se avvolte sono caduta nell'OOC
Godetevela!
  
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