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Autore: GiokyGio98    10/12/2017    0 recensioni
Jean amava tutto del Natale.
Soprattutto, amava le lucine su ogni palazzo.
Luke odiava tutto del Natale.
Soprattutto, odiava le lucine su ogni palazzo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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“Sono a casa!”, urlò Mary entrando. Cercò di sfilare le chiavi dalla serratura e di richiudere la porta, ma non erano operazioni così semplici con le mani occupate da un centinaio di sporte e scatole eleganti. Considerando anche il tentativo di mantenere l’equilibrio su quelle scarpe a punta con i tacchi da 12 no, non erano affatto operazioni così semplici.

“Ciao!”, rispose Jean dal salotto. Erano le 18:32 del 25 dicembre e ancora stava sistemando gli ultimi dettagli del loro decisamente troppo grande albero di Natale.

Mary la raggiunse e posò fiera il risultato di 3 ore intensive di shopping sul divano. Poi appoggiò le mani sui fianchi e si rivolse alla sorella minore.

“Sei ancora intorno a quell’albero? L’avevamo finito settimane fa!”

“Sì”, rispose lei senza distogliere gli occhi dal suo amato alberello, “solo che ho sempre voglia di cambiare qualcosa”, spiegò voltandosi.

“No, il punto è che hai sempre voglia di Natale tutti i giorni della tua vita”

“... vero.”, concluse Jean, stringendo le labbra e annuendo.

“Che ne dici?”, e indicò con entrambe le braccia la sua creazione.

“MI sembra uguale a ieri”

“Ma se ho cambiato tutto”

“..in effetti.. no, mi sembra proprio uguale a ieri”

Jean scosse il capo e si rimise al lavoro, Mary non aveva proprio occhio per queste cose.

“Come sono andate le tue compere poco programmate che ti riduci a fare all’ultimo minuto ogni anno?”, chiese, ma la sorella si era già avviata verso il bagno.

“Alla perfezione, direi”, rispose dall’altra stanza, mentre apriva l’acqua della doccia.

“Sì certo, come no”, borbottò Jean, che era solita pianificare i regali dall’inizio di Settembre.

“Ah, devo dirti una cosa, quasi dimenticavo”, continuò a strillare Mary dal bagno, “preparati che andiamo ad una festa”.

“Che?” Con il rumore dell’acqua e la porta chiusa non era sicura di aver capito bene.

“Andiamo ad una festa!”, ripeté Mary scandendo le parole.

Jean si avvicinò preoccupata alla porta del bagno. “Che cosa vuol dire che andiamo ad una festa?! E’ il giorno di Natale!”

“Andiamo ad una festa vuol dire che andiamo ad una festa”

“E la cena con mamma e papà?”

“Ah sì, li ho chiamati prima per rimandare a domani sera. Erano contenti quando ho detto loro che saresti uscita”

“Ma, che stai dicendo? Non si può rimandare la cena di Natale a Santo Stefano, altrimenti non sarebbe più la cena di Natale, sarebbe la cena di.. Santo Stefano!”

“Jean, smetti di sclerare”, disse decisa Mary aprendo un po’ la porta del bagno, aveva un asciugamano attorno al corpo.

“Adesso mi spieghi di che accidenti stai blaterando”.

“Ok, ok. Stavo lavorando con il portatile in un internet cafè, quando si accende la spia della batteria scarica. A quel punto un tipo carino mi presta il suo caricatore e mi invita alla sua festa. A quel punto io, che non mi dimentico mai della mia sorellina in difficoltà, gli chiedo se posso portarti, e lui mi dice di sì, perché si dà il caso abbia anche lui un fratellino che necessita di compagnia, pensa te che coincidenza. A quel punto io accetto e lui mi lascia il suo indirizzo”

“A quel punto io ti faccio notare che tutti gli internet cafè hanno i caricatori sotto ai tavoli, non c’era proprio bisogno che il tipo carino ti prestasse il suo, è palese che lo ha fatto con un secondo fine”

“A quel punto io, faccio notare a te, che ho freddo, perché ho soltanto un asciugamano addosso, quindi adesso vado a fare la doccia, mi metto un po’ in tiro e poi noi due andiamo alla festa”

Jean era pronta a ribattere, ma Mary chiuse definitivamente la porta ed iniziò a canticchiare sotto il getto di acqua calda.

 

“Andiamo ad una festa vuol dire che andiamo ad una festa”, ripetè Jean scimmiottando la sorella, mentre si dirigeva rassegnata in camera, “lo so benissimo cosa vuol dire ‘andiamo ad una festa’.” I suoi piani durati mesi erano appena stati rovinati da una batteria quasi scarica. Perfetto. Inoltre, a pensarci bene, aveva anche la forte sensazione che non ci sarebbe stato nessun fratellino. Sicuramente il “tipo carino”, per altro ancora senza un nome preciso, l’aveva detto soltanto per invogliare Mary ad accettare il suo invito, che avrebbe accettato comunque. Ad ogni modo, chissene importa del fratello di quel tizio.

Jean aprì il suo armadio sbuffando, in cerca di qualcosa che non fosse un maglione con delle renne sopra.

  
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