Anime & Manga > BeyBlade
Segui la storia  |       
Autore: Scarlet Jaeger    10/12/2017    3 recensioni
Kai Hiwatari
Il monastero riportato a nuova vita.
Una lettera del presidente Daitenji ed una donna, che sconvolgerà irrimediabilmente la pace appena ritrovata del ragazzo e dei suoi compagni russi.
Antichi ricordi che sembravano dimenticati.
Di nuovo il dolore torna a farsi spazio in quelle mura.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boris, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Yuri
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 4


 
 
Quando fu l’ora prestabilita, Kai salì in macchina e si diresse a passo spedito verso la sede della BBA.
Non abitava in centro, quindi passarono diversi minuti prima che riuscì a parcheggiare indisturbato non molto lontano dall’entrata. Ma in fondo a lui non interessava arrivare il più vicino possibile e decise di farsi un pezzo di strada a piedi, in modo da riordinare le idee e pensare a quello che doveva aspettarsi da quella conversazione oramai prossima con il presidente Daitenji. Inoltre non aveva ancora avvertito nessuno dei suoi vecchi amici ed un piccolo sorrisetto rassegnato gli segnò il volto, mentre frugava nelle tasche del pantalone alla ricerca delle sigarette.
Aveva iniziato a fumare in Russia, in seguito alla morte del nonno. Lo rilassava, nonostante non gli fosse mai passato per la testa di farlo prima. Da quando aveva serrato Dranzer in vetrina non aveva più avuto modo di svagarsi in altre maniere, e lo aveva trovato così, rifugiandosi al freddo del terrazzo più alto della struttura, in perfetta solitudine, a riordinare le idee riempiendo i polmoni. A volte c’era Yuri a fargli compagnia, anche se non era una persona dalle tante parole. Se ne stavano in silenzio, ad osservare malinconicamente l’orizzonte, sicuri che quel momento valesse più di altri tipi di confessioni. D'altronde Ivanov gli era sempre stato grato per l’impresa effettuata anni prima, sconfiggendo Brooklyn e Vorkov stesso, distruggendo tutta l’associazione B.E.G.A e riscattando la sua stessa sconfitta. Al russo bruciava ancora quella lunga sosta in ospedale privo di sensi. E poi, da quando Hiwatari Junior aveva preso in mano le redini del nonno, per lui ed i suoi compagni era iniziata una vita del tutto diversa. Non erano più schiavi, non erano più pedine al servizio di persone subdole e non c’erano più punizioni macabre ad ogni sbaglio. Certo, gli sbagli capitavano a volte, e seguivano diverse discussioni ben colorite, ma mai nessuno aveva osato alzare ancora le mani su di loro.
Yuri, Boris, Sergei ed anche Ivan erano liberi di scegliere la loro vita, ma avevano deciso di restare al suo fianco.
Ed era stato proprio ripensando ai suoi compagni russi che Kai era arrivato davanti alle porte scorrevoli della sede della BBA, dove c’era un via vai di dipendenti e ragazzini intenti a raggiungere la palestra di allenamento, nonostante l’ora.
E così si ritrovò a sorridere di nuovo, ripensando ai vecchi tempi. Non poté negare di aver provato un senso di nostalgia oltrepassando la soglia, anche perché nulla dell’arredo era stato cambiato. Ogni cosa appariva esattamente uguale ai suoi ricordi, e di nuovo gli sembrava di essere tornato il ragazzino autoritario sempre in cerca di nuove sfide.
Continuava a guardarsi attorno, come se vedesse quel posto per la prima volta, attirando su di sé l’attenzione di una segretaria, che lo osservava ammaliata ed interrogativa allo stesso tempo. Almeno fino a che non lo riconobbe.
« Kai? Kai Hiwatari? » Richiamò infatti quella la sua attenzione, fino a ritrovarsi addosso lo sguardo ametista del ragazzo.
« Sì. » Rispose lui, alzando un sopracciglio ed avvicinandosi al bancone, ritrovando nel viso della donna un volto conosciuto.
Nemmeno i dipendenti erano cambiati a quanto pareva, nonostante si notasse l’avanzare del tempo su di loro. Non ricordava il nome di ognuno, come quello di lei, quindi si limitò ad attendere che fosse lei a riprendere parola.
« Se non sbaglio ha un appuntamento col presidente. Venga, la sta aspettando. » Gli accennò un sorriso cordiale e si apprestò a lasciare la sua postazione. Iniziò a seguirla solamente per rispondere alla cordialità. In fondo sapeva benissimo dove fosse lo studio del presidente…In più non gli passò inosservato il fatto che gli avesse parlato con notevole reverenza. Non ci era abituato. Era stato ben categorico in questo. Lui era per tutti Kai e così era sempre stato.
Per fortuna la donna ebbe l’accortezza di lasciarlo solo una volta accompagnato di fronte alla porta, che attese un bel po’ di tempo prima di aprire. Era rimasto con l’orecchio teso per captare le voci che sentiva provenire dall’interno, chiaro segno che in quella stanza non ci fosse solamente l’anziano. In più, erano voci strettamente conosciute.
Con un sospiro ed un sorriso oramai rassegnato si decise ad entrare, riprendendo la sua normale camminata a testa alta. Dovette però bloccarsi sull’uscio, con le spalle rivolte alla porta per osservare la scena che aveva di fronte.
« Sempre allo scoccare del tempo. Sempre oscillante tra il perfettamente in orario ed il ritardo. Non sei cambiato di una virgola! » A pronunciare quelle parole era stato Takao, che se ne stava a pochi passi di distanza da lui, con le braccia conserte e l’aria furbastra di sempre. Era cresciuto dall’ultima volta che lo aveva visto, ed il fisico di bambino aveva lasciato spazio a quello di un ragazzo di diciannove anni. Si vedeva che, per fortuna di tutti i presenti, non aveva battuto la fiacca ed era rimasto sempre in costante allenamento. L’unica cosa che non era cambiata, oltre l’espressione e la lunghezza dei capelli, era l’inconfondibile cappellino che portava sempre in testa in qualsiasi occasione.
Kai non poté che ridacchiare soddisfatto, socchiudendo gli occhi com’era solito fare.
« Secondo me è cambiato eccome. Non vedete che è vestito come un damerino? » E questo fu Daichi, che richiamò su di sé tutte le occhiatacce dei presenti, compreso quello del chiamato in causa. Ma anche lui non era affatto cambiato caratterialmente. Era il solito sfacciatissimo ragazzino, adesso appena quindicenne. Non indossava più i suoi stracci, visto che era rimasto con indosso la divisa scolastica della sua scuola, ma i capelli rossi erano sempre e costantemente spettinati mentre l’espressione degli occhi vispi era sempre rimasta la stessa.
« Modera le parole screanzato! » A cercare di riprendere in mano la situazione ci provò Hilary, tirando il ragazzino per un orecchio. « Che modi sono di salutare un vecchio amico? E poi non dimenticare che Kai è un imprenditore adesso, quindi è del tutto normale che si vesta così. » Sentenziò velenosa direttamente nell’orecchio del più piccolo, che non si scompose nemmeno per un secondo. Anzi, rimase a guardare Hiwatari con la bocca spalancata ed espressione da pesce lesso. Lei invece accennò un meraviglioso sorriso in direzione del nuovo arrivato, spostando leggermente di lato la testa e facendo oscillare dietro la schiena gli oramai lunghi capelli castani. Aveva deciso di farli allungare e si era lasciata alle spalle l’immagine della ragazzina che era ai tempi dell’ultimo campionato mondiale. All’età di diciannove anni era diventata più alta ed ogni sua curva era andata definitivamente al suo posto.
« Ha ragione my friend, ti pare il modo di salutare Kai? » Max dovette dare manforte alla ramanzina della ragazza, ridacchiando divertito. In fondo la troppa sincerità di Daichi lo divertiva. Non aveva mai avuto peli sulla lingua quel ragazzino. Ed in più, da quando era stato adottato dalla famiglia Kinomiya, aveva visto tante di quelle scene divertenti da fargli salire le lacrime agli occhi per le troppe risate.
Anche lui era diventato più adulto. Il suo viso paffuto era solo un ricordo ed in più era diventato alto quando Takao, nonostante non ci fossero mai stati troppi centimetri a differenza tra i due. I biondi capelli erano rimasti sempre della solita lunghezza e la frangia gli ricadeva sui profondi occhi azzurri che lo avevano sempre contraddistinto. L’unica cosa del Max ragazzino che era rimasta nella sua immagine erano le lentiggini, che gli davano un’aria quasi sbarazzina.
« Non è neanche entrato che lo avete subito ammutolito! » Questa volta a parlare fu Rei, che si fece spazio tra gli amici, ridacchiando incredibilmente divertito da tutta quella scena. Voltò poi gli occhi color dell’ambra sull’amico appena ritrovato, strappandogli un piccolo sorriso. Avevano la stessa età oramai ed anche lui si era scrollato di dosso la vecchia immagine del ragazzo sedicenne di un tempo. I suoi vestiti cinesi avevano lasciato spazio ad un abbigliamento più occidentale, con una t-shirt a manica corta infilata dentro un paio di jeans chiari. Era forse la prima volta che lo vedeva vestito “normale” e quasi aveva stentato a riconoscerlo, se non fosse stato per i lunghi capelli pettinati alla solita maniera e gli occhi color del miele sempre vispi e luminosi.
« Ma ragazzi, lasciatelo respirare! » Sbuffò invece il professor Kappa, seduto ad una delle sedie della scrivania ed il suo cambiamento fu quello che meravigliò Kai più di tutti.
Non seppe dire quanto si fosse alzato, vista la posizione, ma i ciuffi della frangia erano stati tagliati e si potevano notare perfettamente i suoi occhi dietro un paio di occhialetti tondi. Inoltre, i lineamenti più adulti gli davano un’aria così professionale che veramente il soprannome di “professore” gli calzava a pennello.
Quello che attirò non poco l’attenzione del russo però, fu un’altra presenza femminile all’interno della stanza e che fu del tutto sicuro di non aver mai visto prima. Era seduta accanto al presidente Daitenji e ridacchiava come lui per tutta la scena paradossale che si era venuta a creare all’interno della stanza. Continuò ad osservarla, perché era assolutamente certo di non ricordarla come collaboratrice della BBA o qualunque cosa svolgesse nell’edificio. Aveva dei lunghi capelli neri legati in una treccia laterale e gli occhi grigi erano adesso puntati direttamente su di lui, così sfacciatamente da farlo quasi stizzire.
« Allora Kai? Sempre di molte parole eh? Non vieni a salutare i tuoi amici? » Riprese parola Takao, allargando le braccia e sperando in un caloroso abbraccio dal compagno, che ovviamente non ricambiò. Non era mai stato un tipo dai modi affettuosi, ma comunque, dopo aver spostato lo sguardo da quella strana ragazza, raggiunse con un sorriso i suoi amici al centro della stanza. In fondo, anche se non si aspettava di vederli tutti lì riuniti nello studio del presidente Daitenji, era stato davvero felice di rivederli di nuovo tutti insieme. Non si aspettava certo che Rei tornasse dalla Cina solo per lui, o Max dagli Stati Uniti se fosse tornato da sua madre dopo la sfida Justice 5. Insomma, avevano tutti continuato a svolgere le loro vite lontano dalla vecchia squadra, ma era felice che si riunisse ogni volta che se ne presentava l’occasione, anche senza un motivo importante come quello. D'altronde doveva solamente conferire con l’anziano, e solo in seguito sarebbe andato a trovare Kinomiya, ma era chiaro che i suoi amici erano in grado di prevedere tutte le sue mosse cogliendolo sempre di sorpresa.
« Ciao ragazzi, è un piacere vedere che non siete minimamente cambiati. » Ridacchiò divertito, facendo scoppiare a ridere a sua volta tutti gli altri.
« Anche tu, anche se devo dare ragione a Daichi. Stento a riconoscerti conciato così! » Lo sbeffeggiò Takao, facendogli storcere il naso con una smorfia. E pensare che si era attirato addosso tutti gli sguardi compiaciuti del genere femminile, sia in aeroporto che sopra l’aereo stesso. Anche le hostess avevano iniziato a fargli favoritismi, da lui bellamente snobbati per giunta.
« Hey, quando lo dico io vengo sempre messo a tacere, non vale! » S’ingrugnì Daichi, facendo scoppiare a ridere tutti di nuovo.
« Però adesso hai un impegno col presidente, quindi non vogliamo trattenerti oltre. Quando avrai fatto potrai raggiungerci nello stadio… » Continuò il campione del mondo con un sorrisetto complice, facendogli intendere le sue intenzioni, ovviamente ricambiate. Kai non vedeva l’ora di lanciare di nuovo Dranzer.
« Sarà fatto. » Concluse il russo, osservando i suoi amici uscire dalla stanza uno alla volta, lasciandolo definitivamente solo con gli altri due inquilini.
« So che sei impaziente di batterti con lui Kai, quindi ti prometto che sarò breve. » Rise Daintenji dopo alcuni secondi di silenzio, nei quali il russo raggiunse la sedia dove prima era seduto il professor Kappa, esattamente di fronte all’uomo ed alla ragazza.
« Si prenda pure tutto il tempo che le serve, tanto Takao mi aspetterebbe anche fino a notte fonda. » Fece spallucce, alzando gli occhi in quelli dell’uomo, in attesa che iniziasse di nuovo a parlare.
In verità era ansioso di lasciarsi quella conversazione alle spalle e filare spedito nello stadio per battersi con l’amico/rivale di sempre. Era stato uno dei motivi che lo avevano spinto ad imbarcarsi sul primo aereo per Tokyo, oltre che quella strana conferenza.
« Bene. » Daitenji prese un sospiro e riprese a parlare con il suo solito tono autoritario. « Kai, tu sei un ragazzo intelligente e sono felice che stai rimediando a tutti gli errori commessi da tuo nonno. Sei stato costretto a riprendere le sue orme, ma a differenza sua lo stai facendo in modo egregio nonostante la tua giovane età. L’aiuto dei tuoi compagni russi è stato fondamentale. Sei sempre stato un ragazzo testardo ed indipendente, in ogni tua scelta. Hai sempre fatto in modo di cavartela con le tue sole forze, ma chiedere aiuto a qualcuno non è sempre sintomo di debolezza. E lo hai dimostrato. Come ti ho accennato dalla lettera ragazzo, vorrei espandere il nostro credo anche in paesi lontani, come appunto la Russia. Dopo la sconfitta della B.E.G.A la nostra associazione si è ingrandita e molti ragazzi hanno iniziato ad appassionarsi al nostro sport, tanto che ho dovuto chiedere l’aiuto di molti altri collaboratori, come il fratello di Takao, che è ritornato in pianta stabile in Giappone ed è diventato l’allenatore dei ragazzi che hanno deciso di intraprendere il percorso di Blader. Tu alla fine stai facendo la stessa cosa in Russia, ma con le tue sole forse e quelle dei pochi compagni che sono rimasti al monastero dopo la caduta di tuo nonno. Molti suoi fedeli seguaci non hanno acconsentito a rimanerti accanto ed hanno dato le dimissioni. Quello che ti sto chiedendo Kai, è un gemellaggio tra le nostre due associazioni. Non ti chiederò di trasformarla nella BBA, questo mai, ma grazie ad un’alleanza potremo contare su entrambe le parti per rendere il nostro sport sempre un gioco pulito e non uno strumento di conquista. In fondo le esperienze passate ci sono state d’insegnamento. »
Il presidente finì con un sorriso solare, che lasciò pensante il ragazzo di fronte a lui.
« Ha ragione. » Asserì infine, meravigliando non poco l’uomo per la convinzione mostrata. « È sempre stato un uomo saggio, ed anche io. So che potrebbe essere una mossa fruttuosa per entrambe le controparti e sono stato subito d’accordo con lei. Quello che però mi stupisce, è il perché mi abbia fatto venire fino in Giappone per ribadire un concetto che lei stesso ha scritto nella lettera che mi ha spedito. »
Gli occhi ametista di Kai si fecero indagatori e si spostarono sulla figura seduta di fronte a lui, che fino a quel momento era rimasta diligentemente in silenzio ad ascoltare la loro conversazione. Il suo viso impassibile era rimasto tale per tutta la sua durata, senza mostrare una minima emozione sotto quelle parole, totalmente in contrasto con la ragazza sorridente che aveva visto non molti minuti prima. In più si chiese come mai, proprio una totale sconosciuta, avesse dovuto prendere parte ad una conversazione privata. Inoltre, perché il presidente si fidava così tanto di lei?
 
« Chiaro e diretto come tuo solito. » Sorrise soddisfatto l’anziano. « In verità il motivo è proprio lei. » Concluse, spostando leggermente l’attenzione sull’esile figura affianco a lui.
« Si spieghi meglio. » Si fece inquisitore il russo, portando le braccia al petto ed appoggiando le spalle allo schienale della sedia per avere una visuale migliore. Altalenava lo sguardo su entrambi, cercando di capire qualcosa dalle loro espressioni. Quella del presidente era rilassata, mentre quella della giovane era per lui totalmente impossibile da decifrare. Era rimasta seduta composta con lo sguardo serio e la linea delle labbra incredibilmente piatta. Non aveva mostrato né un piccolo sorriso né una smorfia di contraddizione. Nulla.
« Innanzitutto credo sia doverosa una presentazione. » Fu di nuovo l’uomo a rompere quello strano gelo che si era creato tra loro. « Kai, ti presento Yuka Volkova, una delle mie più fidate collaboratrici. È con noi da quando era poco più che una bambina. »
Quando Daitenji finì la presentazione e prima che spostasse l’attenzione su di lei, fu Kai stesso a prendere parola.
« Con tutti gli anni che ho passato qua dentro con la squadra, io non ricordo di averla mai vista, né tanto meno ho mai sentito parlare di lei… » Disse, piatto e scettico, spostando di nuovo lo sguardo tagliente sulla bruna, che non si scompose minimamente nell’udire quelle parole ostili. Era chiaro che quel ragazzo non si stava fidando di lei. In più, dal suo cognome, intuì la sua reale provenienza, fatto che ampliò ancora il suo spiccato scetticismo.
« Ogni volta che venivate qua dentro c’era sempre un motivo che vi estraniava da tutto. Il primo campionato, lo Psyco Team che voleva rubare i vostri bit power, il terzo campionato… Scommetto che non vi siete mai accorti di quante persone lavorano veramente qua dentro. » La risata cristallina dell’anziano ammutolì il russo che, anche se con riluttanza, doveva ammettere che avesse ragione. Non gli era mai importato un accidente di chi lavorasse in quella struttura, quindi poteva benissimo averla incrociata nei corridoi moltissime volte, ma la sua testa probabilmente era sempre stata da un’altra parte per poterla riconoscere la volta successiva o anche solo fermarsi a chiederle il nome. Probabilmente l’aveva rimossa, come molte altre persone. Ricordava a stento la segretaria all’ingresso, e solo perché era l’unica in cui si imbattevano prima di girovagare da soli nell’edificio in cerca del presidente. E poi c’era DjMan, ma lui l’avrebbero riconosciuto anche ad occhi chiusi. Aveva fatto da cronista in tutte le loro gare, anche quelle non ufficiali. Probabilmente sapeva più cose lui sul loro conto che i parenti più stretti.
« Forse ha ragione. » Constatò infine, ma senza convinzione. Continuava a tenere uno sguardo carico di inquisizione, rimanendo fermamente composto nella sua posizione a gettare occhiate verso quella strana e misteriosa ragazza.
« Quindi mia cara Yuka, ti presento Kai Hiwatari. Non c’è bisogno che ti ripeta chi è, lo sai già. » Finì ridacchiando l’anziano, spostando lo sguardo su di lei, che si era infine decisa a sorridere.
« Finalmente conosco un altro membro dei famosi Bladebreakers. Sono anni che chiedo al presidente di potervi conoscere di persona, ma purtroppo, per i motivi da lui appena detti, non c’è stata mai occasione. » Fece spallucce con nonchalance, continuando a sorridere. « Quindi piacere di conoscerti Kai. »
Allungò la sua mano verso quest’ultimo, che la prese nella sua solamente per cordialità. Si azzardò anche a puntare i suoi occhi ametista in quelli grigi di lei e per un attimo un brivido di freddo gli percorse la spina dorsale, costringendolo ad irrigidirsi.
Per fortuna quella strana tensione fu rotta di nuovo dall’uomo.
« Ti ho fatto giungere fin qua perché vorrei che portassi Yuka con te. So che è una richiesta insolita, e forse troppo egoistica, ma ti assicuro che è una persona che gode della mia massima fiducia. I suoi compiti erano spesso quelli finanziari, ma è anche un’ottima blader ed una valida insegnante. Diciamo che il suo ruolo è molto simile a quello del professor Kappa, inoltre si intende molto di informatica. Potrebbe esservi d’aiuto nella vostra sede. Ed è un mezzo per tenere unite le due compagini, visto che hai accettato la mia prima proposta. E poi le sue origini sono Russe, esattamente come le tue, con l’unica differenza che tu sei nato qua. » Concluse, sistemandosi meglio gli occhialetti tondi che gli erano scesi sul naso.
« Mi sta chiedendo tanto presidente. » Disse lapidario Kai, portando sue dita al mento con fare pensoso, mentre continuava a guardare la ragazza con tacita insistenza. Lei ricambiava tranquillamente lo sguardo, sorridendo addirittura, come a volerlo convincere nell’accettare quella strana proposta.
« Per me sarebbe davvero un onore ed una sfida portare le mie conoscenze così lontane dal paese dove ho vissuto fino ad ora. Il presidente mi ha aiutato in tanti modi, forse più di quanto io stessa abbia meritato, ma nella mia vita c’è sempre posto per i cambiamenti. Inoltre sono come le sfide a beyblade, no? Se non ti lanci a sfidare i tuoi possibili avversari non puoi mai dire di essere più forte di loro. » Prese parola lei, parlando con un sorriso sfacciato che fece alzare un sopracciglio al nostro blader. Insomma, ci teneva così tanto ad allontanarsi dalla BBA? Ma, soprattutto, perché? Possibile che il presidente acconsentisse a privarsi di un membro tanto valido per la sua sede?
Con tutte quelle domande in testa Kai finì per sbruffare sonoramente, prendendo una copiosa boccata d’aria e portando una mano a spostare la frangia che gli era ricaduta troppo davanti agli occhi.
« D’accordo. » Disse infine, sintetico come il solito. In fondo quella strana richiesta poteva essere per lui come una nuova sfida, e Kai Hiwatari non aveva mai rinunciato alle sfide…
Fine capitolo 4
 

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
 
Colei che scrive:
Ben trovati in queste note finali di questo quarto capitolo. In realtà il quarto ed il quinto dovevano essere un capitolo solo, ma poi mi sono accorta che sarebbe venuto troppo lungo, quindi ho voluto un capitolo a parte per la sfida con Takao eheheh. Insomma, se lo meritano U.U E poi capisco quanto possa essere pesante da leggere un capitolo troppo lungo, per via degli impegni che ognuno ha ^^
Spero di non aver fatto troppi errori :S no sono molto in forma con questo dannato raffreddore xD mi bruciano gli occhi, ma ho tenuto duro U.U anche perché non so quando mi passerà, quindi non mi faccio fermare da questo *sguardo trionfante*.
Ok, sproloqui a parte, spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che abbia stuzzicato la vostra curiosità sulla ragazza. Inoltre spero anche che vi siano piaciuti questi bladebreakers oramai quasi tutti ventenni :P
Non mi resta altro da fare che ringraziare i miei recensori (ancora sto cercando invano il femminile di questa parola xD) ed a tutti i lettori silenziosi che aspettano un aggiornamento ^^
Un bacione a tutti
Alla prossima!
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > BeyBlade / Vai alla pagina dell'autore: Scarlet Jaeger