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Autore: MaryS5    10/12/2017    1 recensioni
Carlos è un bravo ragazzo che vive felice con la sua dolce metà. Sembra andare tutto bene. La vita fila liscia, ma un giorno qualcosa turberà l’animo del giovane. Sarà costretto ad affrontare una prova che metterà a dura prova i suoi nervi. Sarà affiancato dai suoi migliori amici, ma ….Riuscirà a farcela?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alexa, Big Time Rush, Carlos
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Aspettarono tutta la mezz’ora alla mensa. Carlos ne approfittò per prendere un caffè ristretto. Si sentiva esausto. Quando fu il momento si alzarono, andarono a buttare i bicchieri delle bibite e si diressero sul posto. Carlos faceva strada, sembrava un giovane generale che mostra la via di ritorno al suo esercito, allegro per la vittoria appena ottenuta. Si ritrovarono a chiedersi come Logan avesse potuto trovare la strada giusta. Beh … avrebbe chiesto indicazioni.
Arrivarono davanti alla porta. Il corridoio era strapieno di rumori e gente eccitata. Si respirava un’aria di febbricitante entusiasmo.
Il ragazzo ancora non era lì così decisero di aspettare qualche minuto. Fortunatamente arrivò correndo subito dopo di loro. << Scusate! Non avevo visto l’ora! >> disse sorridendo e respirando affannosamente. Sembrava tranquillo, stranamente rilassato rispetto a pochi minuti prima. Carlos spalancò la porta impaziente e li invitò ad entrare per primi. Appena l’ultimo, ovvero Logan, gli passò accanto sentì uno strano odore. Un profumo speciale che aveva sentito pochissime volte. Uno di quelli che ti rimane impresso nella memoria per sempre. Per quanto si sforzasse non riusciva a ricordare dove l’avesse già sentito, ma si arrese quasi subito ed entrò con un sorriso raggiante.
Appena Alexa li vide tutti quanti cominciò a battere le mani contenta. Costrinse ognuno di loro ad abbracciarla e li contagiò nella sua risata gioiosa. Non erano gli unici nella stanza. Intorno ai letti delle due ragazze c’erano molte persone, di ogni età. Il cicalio divenne quasi insopportabile. Tutti avevano qualcosa da dire. Accanto ai letti c’erano dei vassoi con la colazione, però tutte e tre non l’avevano quasi toccata.
Alexa, dopo l’entusiasmo generale, non volle sentire scuse e pretese che le venisse raccontata ogni cosa. Carlos cominciò a parlare per primo, seguito poi da tutti gli altri. Comunque provarono a tralasciare le cose più spaventose o macabre. Lei ascoltò con tanta attenzione, ma appena sentì che il suo ragazzo aveva cominciato ad avere attacchi di rabbia e nervosismo per causa sua, o che stava per morire molte volte o ancora che aveva insistito per poter vedere dei cadaveri con il solo scopo di trovarla, non riuscì a resistere e, tenendo Carlos incollato a se, cominciò a piangere. Capì però il motivo per cui lui aveva dei tagli sulle nocche e Logan un grosso livido che stava cominciando a schiarirsi. Nel giro di due ore il brusio nella stanza e nel corridoio non cessò minimamente. Molti cominciarono ad avere mal di testa, ma nessuno aveva l’intenzione di andare via. Le ragazze sembrarono riprendersi molto bene.
L’ora di pranzo arrivò e gli infermieri portarono vassoi con cibi abbondanti portando via quelli della colazione. Alexa però si rifiutò di mangiare, così come le altre due. Su preghiera dei ragazzi assaggiò solo un boccone e si bagnò appena le labbra con l’acqua. Non aveva nemmeno voglia di bere. L’infermiera spiegò paziente che loro non avevano mangiato per molti giorni e i rapitori, per farle sopravvivere, le avevano nutrite attraverso la flebo strapiena di droga, per questa ragione loro non avevano nessuna voglia di mangiare. Carlos, nonostante fosse solo un po’ dispiaciuto, avendo paura per lei che avrebbe potuto cominciare a rifiutare sempre il cibo, moltiplicò la sua tristezza e si dimostrò estremamente afflitto. Cominciò a girare per la stanza a testa bassa lanciando alla fidanzata soltanto qualche sguardo depresso. Era un bravo attore. Lei ci cascò completamente e si fece forza per mangiare sentendosi responsabile dello stato d’animo del ragazzo. Rimasero lì tanto tempo. Non si spostarono nemmeno un attimo, persino all’ora di pranzo soltanto uno di loro uscì a comprare qualcosa e portò tutto agli altri. Furono fortunati perché, anche quando l’ora a disposizione per le visite fu conclusa i parenti insistettero e ottennero dai medici, troppo stanchi per discutere, altro tempo.
Era ormai sera, la stanza quasi vuota. Era il momento di andare, ma quelli non si muovevano aspettando che un’infermiera passasse per dirgli di andare via. Carlos stava seduto accanto al letto e accarezzava la mano della ragazza sorridendo mentre lei raccontava qualcosa di divertente ai tre. Immediatamente gli venne un dubbio spaventoso. << A-Alexa … ? >> la chiamò impallidendo. Lei si accorse subito del cambiamento. << Cosa c’è? >> chiese premurosa. << Q-quando ti ho trovata avevi addosso s-soltanto la maglietta e la biancheria intima …. >> la avvertì arrossendo sia per la rabbia che per l’imbarazzo. << T-ti ricordi se p-per caso qualcuno ha … … >>, << NO! N-non credo … >> disse impallidendo anche lei. I ragazzi si guardarono tra loro spaventati. << Non lo so … ma spero non sia successo … >> continuò lei. Rimasero qualche minuto in silenzio. La ragazza cercava in tutti i modi di ricordare, ma niente. Li interruppe qualcuno che entrava. Credendo fosse l’infermiera di turno, si alzarono, ma si sorpresero di vedere invece il poliziotto che li aveva affiancati in quei giorni. Era sudato e affannato.
<< Finalmente vi ho trovato! >> disse sospirando. << Sapeste quanto vi ho cercati!! In ogni stanza che entravo mi facevano domande, mi ringraziavano, mi invitavano a restare … uff … uno strazio >> . Afferrò una sedia e si sedette tra loro cercando di riprendere fiato. << Volevo informarvi di quello che è successo quando siete andati via … oh, buona sera signorina … >> si rivolse ad Alexa togliendosi il cappello in un gesto di galanteria. Lei arrossì compiaciuta. << … Allora … li abbiamo arrestati e interrogati, il processo sarà la settimana prossima, ma non hanno alcuna speranza di cavarsela. Abbiamo arrestato anche altri soci che non erano là, e tutti quelli immischiati, compresi gli uomini che avevano commissionato i rapimenti o pagato per avere le ragazze. Stiamo indagando ancora per cercare di prenderne di più. Abbiamo fatto un grande colpo e tutto solo grazie a voi … >>, << Come grazie a loro? >> chiese la ragazza con un sorriso confuso.
<< Spiegherò meglio…. Il suo rapimento, signorina, è avvenuto senza nessuna premeditazione. Quelli, probabilmente sono passati, l’hanno vista sola e ne hanno approfittato. Naturalmente non potevano fare un lavoro pulito. Hanno lasciato la borsa e il cellulare. Non hanno avuto il tempo di buttare tutto o di controllare che non ci fossero impronte … sono stati questi ragazzi a trovare i sui effetti personali e ci hanno aiutato nelle indagini. Si sta scatenando un effetto domino pazzesco! Con l’arresto di tutti questi sono stati coinvolti anche pezzi grossi e alcuni tra i grandi trafficanti! >> li informò eccitato.
Senza nessun preavviso entrò l’infermiera che, appena li vide, li fulminò con lo sguardo. << Le pazienti hanno bisogno di riposo >> li informò. << Non si preoccupi, ci penso io. Il tempo di riferire qualche formalità a questi ragazzi e usciremo >> la tranquillizzò il poliziotto. Lei fece per andare via, ma Carlos la fermò. << Aspetti! Volevo chiederle… le ragazze, hanno subito violenze? >> a quella domanda il silenzio calò nella stanza. Lei si apprestò a rispondere, << All’inizio credevamo di si, viste le loro condizioni, ma dopo un esame accurato posso accertare che non c’è stato nessun abuso >>.
Carlos si sentì estremamente sollevato. A tutti i presenti era spuntato un bellissimo sorriso. Appena la donna chiuse la porta quello continuò. << Vi stavo dicendo … ah già! Il processo, come vi ho riferito, sarà la settimana prossima e c’è bisogno di tutte le testimonianze. Naturalmente non sarà necessario che veniate o si creerà un gran macello. Uno di questi giorni passerò io o un mio collega che interrogherà tutti. Sarà meglio evitare però la parte della storia in cui uno di voi entra nel capannone sotto la mira di proiettili. Sapete a chi mi riferisco, vero Carlos? >> l’interpellato arrossì e tutti scoppiarono a ridere. << Sarà meglio andare adesso, non vorremo far stancare queste povere donzelle >> disse passando lo guardo in ogni letto, ma le altre due dormivano profondamente. Alexa chiamò tutti intorno a se e salutò ognuno con un abbraccio e un bacio sulla guancia, ma quando fu il momento di Carlos le si sedette accanto. << Va beh… noi ti aspettiamo fuori! >> lo informò Kendall spingendo gli altri, compreso l’agente, fuori dalla porta.

Il latino le prese le mani e inchiodò lo sguardo sui suoi occhi nocciola. << Mi mancherai … >> le confessò. << Dai è solo per una notte! E poi sarai stanco! Stasera, finalmente avrai dei sogni tranquilli >>, << No fino a quando non sarai nel letto accanto a me! >> disse sorridendo. Lei lo abbracciò << Saluta Sasha e Sidney da parte mia >> sussurrò all’orecchio lasciandogli un bacio sulla mandibola. << Tranquilla. E tu aspettami! >> << Non è che ho altre possibilità >>.
<< Credo che domani sarà una giornata faticosa, forse verranno a trovarti le tue sorelle, erano così preoccupate! >> << Domani si vedrà, adesso vai >> e lo spinse via. << Mi stai cacciando? >> domandò sorridendo. << Proprio così! >> rispose mettendosi a ridere. Lui fingendo di essere arrabbiato e di volersi vendicare, cominciò a farle il solletico, ma dovette smettere quasi subito. Stavano facendo troppo rumore.
<< A domani >> disse lei dandogli un bacio sulle labbra. << A domani >> ripeté lui rispondendo al bacio. Controvoglia si alzò dal letto e uscì, non prima di averla salutata un’ultima volta. Forse era troppo premuroso, ma ad Alexa non dispiaceva, quindi perché no? Uscendo trovò gli amici ad aspettarlo. Il poliziotto invece era andato via. Il clima era diverso rispetto a quando erano entrati. Tutto sembrava calmo e sonnacchioso. Si diressero all’uscita molto lentamente, osservando tutto ciò che si muoveva intorno a loro. finalmente furono davanti alla macchina. Questa volta si mise alla guida Kendall. Il viaggio di ritorno fu abbastanza calmo. Nel vialetto di casa stavano ancora le macchine dei ragazzi.
Nonostante fossero solo le undici e mezza, tutti erano a pezzi. << Rimanete qui stasera? >> propose Carlos versando in una ciotola enorme dell’acqua. << L’idea non mi dispiace … sono così stanco >> disse James sbadigliando mentre aiutava il latino versando dei croccantini in un’altra ciotola mentre Fox gli saltava addosso. << Ok, allora rimarrò anch’io >> acconsentì Kendall. << Logan? >> lo chiamò il biondo non sentendolo intervenire. Lui sembrò rifletterci un attimo, << Va bene >>. << Perfetto! Ma guai a voi se vi mettete nel divano! Scegliete una stanza, tanto sono tutte pronte per necessità >>. Così andarono a letto stanchi, ma soddisfatti.



  
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