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Autore: MaryS5    22/01/2018    1 recensioni
Carlos è un bravo ragazzo che vive felice con la sua dolce metà. Sembra andare tutto bene. La vita fila liscia, ma un giorno qualcosa turberà l’animo del giovane. Sarà costretto ad affrontare una prova che metterà a dura prova i suoi nervi. Sarà affiancato dai suoi migliori amici, ma ….Riuscirà a farcela?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alexa, Big Time Rush, Carlos
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vorrei dedicare questo capitolo a crazy lion che sta vivendo un periodo difficile. So che non è abbastanza, ma spero che in un modo o nell'altro tu mi possa sentire vicina.


Le settimane si accavallavano veloci. Alexa si riprendeva in fretta e Carlos la andava a trovare tutti i giorni, restando accanto a lei molte ore al giorno.
La ragazza ricevette moltissime visite da familiari e amici, anche quelli che vivevano lontano. Erano stati tutti in pensiero per lei.

In ospedale non c’era molto da fare, così, nelle ore più noiose, i due si ingegnavano per fare qualcosa. Facevano disperare le infermiere, oppure correvano per i corridoi di nascosto o ancora, andavano al reparto bambini per giocare con i piccoli malati.
Come gli era stato detto, un giorno dei tanti, arrivò un poliziotto che volle sapere per filo e per segno ogni particolare della spaventosa avventura. Fu difficile rivivere ancora tutto quanto, ma riuscirono a informarlo di ogni particolare senza troppi problemi.
A poco a poco le stanze si svuotavano, il corridoio diventava più silenzioso. Alexa era impaziente di tornare a casa, ma doveva avere pazienza, i medici volevano tenerla sotto osservazione ancora per un po’. Un mercoledì, mentre lei faceva la penultima visita, Carlos gironzolava per il reparto.
Si ritrovò a sbirciare in una stanza in cui un uomo stava in piedi a guardare una ragazza che dormiva. Sembrava che lei stesse tanto male, perché aveva molti tubi e tubicini attaccati alle braccia e una maschera la aiutava a respirare. Il latino, vedendo che dentro la stanza non c’erano sedie, corse in quella accanto e ne prese una per poi dirigersi accanto a quell’uomo.
<< Ti vuoi sedere? >> Disse premuroso mettendola vicino a lui. << Oh, ti ringrazio >> disse lo sconosciuto guardandolo. Aveva una barbetta incolta ed enormi occhiaie. << È da molto che è qui? >> chiese il latino, riferendosi alla ragazza, osservandolo e aspettando che si sedesse. << Da un po’, sì >> rispose lui mettendosi il palmo negli occhi e sospirando stancamente. Rimasero in silenzio per un po’, poi quello aggiunse. << Ha avuto un attacco di cuore mentre veniva trasportata in ospedale. I medici dicono di aspettare, poi si vedrà >>. Carlos deglutì rumorosamente. << È tutta colpa di quegli schifosi che l’hanno riempita di sostanze >> mormorò stringendo i pugni.
Il latino abbassò lo sguardo e non poté non guardargli le mani serrate. Aveva un anello, sembrava una fede. Gli si strinse il cuore nel petto. << L-lei è … ? >> << Uh? Sì, è mia moglie >> rispose quello guardandosi il dito con l’anello d’orato. << È successo un giorno come tanti. Lei era uscita per andare a trovare suo fratello. Avevo una strana sensazione, per questo non sono riuscito a lavorare bene. Anche se avevamo denunciato l’uomo che spesso si appostava davanti casa nostra, non ero tranquillo. Non sapevamo chi fosse, ma ora…. >> quello sospirò ancora.
<< Mi dispiace … >>, << Anche tu sei qui per il mio stesso motivo? >> << Sì, per la mia ragazza >>, << Spero stia bene >> << Sì, adesso sì >>. Si fermò a guardare quella ragazza. Era molto bella; aveva delle mani sottili e bianchissime con unghie pulite e ben curate. Il viso era rilassato, sembrava dormisse. I bellissimi capelli color rame le incorniciavano il volto. Il latino si risvegliò quando si ricordò di Alexa. Controllò l’orologio. Era già uscita dalla visita. Non voleva abbandonare quell’uomo e lasciarlo aspettare in solitudine, ma la sua piccola aveva bisogno di lui.
Si girò a guardarlo. << Pregherò per lei >> disse risoluto. Quello si girò a guardarlo abbastanza sorpreso. << Grazie >>. Così si allontanò da lui.
Incontrò Alexa davanti alla porta della sua stanza. << Dov’eri? >> gli chiese sollevata. << Da nessuna parte >> rispose vago abbracciandola. Ripensandoci era stato molto fortunato a non averla persa.

L’ultima visita arrivò e si concluse abbastanza bene. Il giorno stesso Alexa sarebbe stata dimessa. Avevano preparato tutte le valigie, dovevano attraversare per l’ultima volta i corridoi luminosi. A casa la ragazza avrebbe trovato una grandiosa festa a sorpresa. Carlos era impaziente.
Il latino era indaffarato a portare le valigie in macchina, mentre la sua ragazza lo stava aspettando in camera dove un medico le stava dando alcuni avvertimenti. Quando le borse furono caricate, lui si apprestò a raggiungere la ragazza per avvertirla che potevano andare. Mentre passava per l’ingresso però fu attirato da qualcosa. Il suo sguardo si posò su una donna che cullava dolcemente il suo piccolo neonato che, a sua volta, piangeva con foga. Quella scena gli ricordò la prima mattina che aveva passato in ospedale ed era andato a cercare i suoi amici in mensa. Senza alcuna ragione precisa si ritrovò a seguire la donna. Quella lo condusse direttamente nell’area pediatrica. C’erano un sacco di bambini appena nati. Tutti erano adagiati in cullette di ferro rivestite da lenzuola colorate. Per sicurezza questi stavano in una stanzetta protetta da un vetro grazie al quale i passanti potevano vederli, ma non toccarli. Rimase qualche secondo a guardarli. Erano così piccini. Avevano tutti le guance rosee e, probabilmente, la pelle morbidissima. La maggior parte non aveva molti capelli, di alcuni non si vedeva perché erano biondi, mentre i rimanenti avevano un ciuffetto folto in testa.
Mentre li guardava estasiato fu attirato da qualcosa. Un odore o meglio un profumo. Uno di quelli speciali che ha un fascino nascosto, difficile da descrivere, ma meraviglioso da assaporare. Un odore indimenticabile.
Quando la porta fu aperta da un’infermiera che portava un bambino fra le braccia lo risentì con più insistenza. Era indubbiamente l’odore dei neonati e lui lo sapeva, ma c’era un’altra cosa che lo tormentava; era sicurissimo di averlo già sentito in quei giorni. Gli sembrava impossibile, ma doveva essere per forza … … … … … ma certo!!
Come aveva fatto a non ricordarsene prima! Logan! Era lo stesso identico odore che aveva sentito su Logan quando gli era passato accanto la prima mattina in cui avevano rivisto Alexa!
Sorrise. Con la mano salutò quei piccoli cuccioli e si allontanò non smettendo di sorridere.

Pochi giorni dopo il ritorno di Alexa i Big Time Rush si misero d’accordo per andare in ospedale ad incontrare i piccoli fan. Prima di girare per tutte le stanze però volevano andare a salutare la bambina speciale che avevano incontrato durante la brutta avventura e a cui avevano promesso di venire a trovare. Chiesero agli infermieri, poi ai medici, ai responsabili del reparto, agli altri bambini, persino agli addetti alle pulizie, ma niente. Non conclusero assolutamente niente. Tutti quanti gli confermarono che non esisteva nessuna bambina con quella descrizione che fosse stata ricoverata. Nonostante indagarono molto, senza tralasciare nessun dettaglio, non riuscirono mai a scoprire chi fosse e l’immagine di quella deliziosa bambina rimase nel mistero.











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