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Autore: Fabb5000    10/12/2017    1 recensioni
Sono passati parecchi anni da quando Lyon, Stefano, Anna e Mario giocavano a Minecraft e, insieme a quei tempi, si è conclusa anche la FailCraft. Ora Lyon, ormai ultracentenario, conscio che ormai non gli resta molto tempo, decide di rivelare alla sua nipote sedicenne la sua vera storia, ovvero quella che successe dopo gli avvenimenti di "A caccia di Herobrine"; la storia che lo rese un eroe non solo in Minecraft, ma in tutti i mondi, e che va tramandata alle generazione future prima della fine. La storia di come lui, Stefano, Anna e Mario salvarono tutti gli universi da una terribile piaga. [[Consigliabile, ma non indispensabile, legge il prologo]]
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Herobrine, Notch, Nuovo personaggio, Steve, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'FailCraft in real life'
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Il mattino giunse presto. Non appena la calda luce del sole illuminò il tetro paesaggio notturno, gli dei si destarono e, afferrate le loro armi, si radunarono nel centro dell'accampamento.

-Dovremo essere rapidi e silenziosi- disse Zeus non appena fuori certo che vi fossero tutti. -Senza Crono i Titani non potranno percepire la nostra aura divina, ma saremo comunque a rischio. Una mossa falsa e l'intero piano andrà in fumo. Ade, sei certo di essere in grado di ritrovare quel passaggio?-

-Certamente! L'ho usato per anni, potrei trovarlo ad occhi chiusi!- esclamò il dio dei morti, guadagnandosi un'occhiataccia da parte della moglie.

-Ottimo- mormorò Zeus, per poi rivolgersi ad Anna, Mario, Ahsoka, Ares, Atena ed Herobrine : -Mi rincresce che non possiate venire con noi, ma comprendo la situazione. Posso solo dirvi buona fortuna-

-Grazie, Zeus. Non preoccupatevi, non correremo rischi- disse Anna. -Buona fortuna a voi, piuttosto : sarete voi quelli che affronteranno un esercito di giganti. E badate a Stefano, di lui non c'è da fidarsi-

-Ehi!- esclamò Stefano, guadagnandosi le risate di tutti gli dei.

-BASTA!- tuonò Zeus esasperato. -Non perdiamo altro tempo! Notch ...-

-Subito- disse questi, e con un enorme sforza aprì un portale.

-Ci vediamo ragazzi! Statemi bene!- urlò Stefano prima di gettarsi nel portale un istante prima che si richiudesse.

Anna scosse la testa : -Spero tanto che non faccia sciocchezze-

Atena strinse i denti : -Ho paura che potrebbero farne più LORO che LUI- disse.


*********************************


Stefano si sentì trascinare da una forza immensa, poi toccò di nuovo terra. Non appena alzò lo sguardo, il paesaggio che gli si profilo davanti non era dei migliori : il cielo era una cappa di nubirra scure come la pece e il terreno era disseminato di carcasse di animali, alberi contorti e piante secche.

"Wow ... Non c'è da stupirsi se Zeus si è ribellano a Crono. Se questa era davvero l'epoca antecedente agli olimpici, mi chiedo cosa passasse per la testa a tutti quei poeti che hanno cantato l'epoca dei Titani come un'era d'oro" pensò con amarezza. "Questo mi sembra più un ritorno alle origini e al caos primordiale".

Fu allora che si accorse di alcune figure che accorrevano verso di loro. Prima ancora che comprendesse di chi si trattava, si sentì travolgere da un peso gigantesco e un istante dopo si ritrovò abbracciato da un uomo coperto da una spessa armatura metallica : -Stefano!- esclamò questi. -Finalmente ti sei rifatto vivo!-

-Eren?! Eren! Sei proprio tu!- urlò Stefano.

Era ErenBlaze, coperto da un'armatura d'acciaio. Si vedeva chiaramente che aveva visto giorni migliori, poiché era coperto di polvere e presentava non poche ferite; ma era vivo e vegeto.

-E a noi non ci saluti? Wof!- ringhiò una voce dietro di lui.

-Già! Maleducato! Meow!- esclamò un'altra voce.

Stefano sorrise e si voltò a salutare Giulyano e Gianfatto, per poi rivolgere la sua attenzione alle altre figure che erano apparse insieme ad ErenBlaze. C'erano tutti : MatteoFire, Kenia, Sentenza ...

Fu così preso dalla rimpatriata che non si accorse minimamente che Ade e Persefone avevano cominciato a recitare strani mantra a poca distanza da loro fino a quando una grossa zolla di terra non si alzò, rivelando un passaggio che puntava verso il basso.

-La via per il Tartaro è aperta- disse il re dei morti. -Seguitemi-

Stefano si ritrovò a scendere per quella che gli parve un'infinità, tanti che ad un certo punto arrivò a chiedere ad Ade il perché non avessero messo un ascensore. Ingannò l'attesa discutendo con ErenBlaze e gli altri, facendosi raccontare le imprese da loro compiute fino a quel momento.

-... da quando quel bel soggetto di Crono ha deciso di levarsi dai piedi i Titani hanno iniziato ad allentare un po' la presa- spiegò Eren. -Prima ci attaccavano ogni tre per due. Ora invece lo fanno solo ogni tanto. Certo, non rimpiangiamo quei tempi, insomma, siamo usciti vivi da uno scontro con Atlante, ma non è un'esperienza che vorrei ripetere-

-È stato lui a farti quelle?- chiese Stefano indicando le ferite.

-Oh, no- rispose Eren. -Qui non c'entra. Sai, qualche tempo fa abbiamo incontrato Scilla, hai presente quel mostro con sei teste? Io ho provato a dire "ci penso io". Le ultime parole famose-

Immersi in quelle chiacchierate giunsero in un'ampia vallata sotterranea, coperta da un'erba bluastra e costellata da piccoli alberi pieni di melograni rossi e succosi. Quà è là si notavano strani globi luminosi dalla vaga forma umana, che si allontanavano al loro passaggio.

Stefano rimase estasiato, come tutti i non-dei del resto. Quelli dovevano essere i Campi Elisi. L'aria, per quanto opprimente per via dello spazio chiuso, dava un senso di tranquillità, e le piante sembravano invogliare alla pace. Quasi senza volerlo, Stefano tentò di afferrare un melograno, ma Persefone lo bloccò : -Io non lo mangerei se fossi in te. Anzi, non mangerei proprio nulla che provenga da questo luogo- disse.

-Hai imparato la lezione?- la schernì Ade. Persefone lo fulminò con lo sguardo.

Zeus sbuffo esasperato, ma una voce lo riscosse : -Non hai perso il tuo carisma, a quanto vedo, signore dei morti-

Tutti si votarono di scatto. Accanto a loro era comparso un gruppo di guerrieri, armato di tutto in punto. Brillavano di una strana luce dorata, e ciò dimostrava che fossero anime dei morti.

Dopo un attimo di stupore, Stefano si riscosse : -Chi siete?-

L'uomo al centro, una persona muscolosa con folti capelli biondi, emise un sorriso : -Giusto, non ci siamo presentati- esclamò portandosi una mano al petto. -Io sono Achille, l'invincibile. Quello accanto a me è Ettore, il più famoso eroe troiano. Alla mia sinistra c'è Eracle, dalla forza sovrumana. Poi questo è Odisseo, meglio noto nel vostro mondo come Ulisse, vincitore di Troia. E accanto a lui Aiace, Patroclo, Agamennone e Menelao. Poi ecco Enea, vincitore dei Latini, e Romolo, fondatore di Roma. Accanto a loro ecco gli Orazi e i Curiazi. Poi ci sono Sigfrido, eroe nordico, e Hodgar il danese. Seguono Icaro, Giulio Cesare, Ottaviano, Bruto, Salah-ah-Din detto il Saladino ...- e Achille proseguì elencando l'enorme numero di eroi che lo seguiva.

-Vi aspettavamo ... sapete, da tempo attendevamo un po' di azione- disse Ettore. -Siamo stati eroi ed eroi rimaniamo. Vi avremmo aiutato anche prima, ma non ci è permesso tornare nel mondo dei vivi-

Zeus sorrise : -Nuovi alleati non potranno che giovarci!- esclamò.

-Fantastico!- disse Stefano. -Forse, dopotutto, una speranza di battere i Titani ce l'abbiamo-

-Sbrighiamoci allora!- urlò Eracle. -Ho tutta l'intenzione di compiere una tredicesima fatica!-

Con i nuovi aggiunti, il frutto proseguì, fino a giungere ad un ampia parete di roccia che chiudeva la valle dei Campi Elisi. Una profonda spaccaturagani si apriva in essa, dalla quale si notava tre paia di occhi famelici.

-Cerbero, figlio di Echidna- spiegò Ade. -È un po' esuberante, ma diventa docile come un agnellino se lo si sa trattare- detto questo si avvicinò e sussurrò qualcosa all'orecchio del cane a tre teste. Questi uggiolò, e si spostò obbediente lasciando libero il passo.

Stefano attraversò l'entrata tenendo comunque d'occhio la belva. Non appena lo fece, un'ondata di calore lo investì e la calma dei Campi Elisi lascia il posto ad una profonda disperazione.

-Benvenuti nel Tartaro- esclamò Ade. -Seguitemi, la mia fortezza é vicina-

Il gruppo proseguì. Man mano che attraversavano quel luogo infernale le anime si facevano sempre più sofferenti e le penetra sempre più brutali e disumane. Stefano notò un uomo che trascinava un masso su per una montagna e un altro che invece soffriva la sete e la fame legato ad un albero a poca distanza da un laghetto d'acqua limpida.

-Sisifo e Tantalo- spiegò Achille. -Non provare pena per loro, stanno solo scontando la malvagità compiuta in vita. Ci sono passato anch'io. Quando l'avranno espiata potranno uscire da qui-

Stefano lo ascoltò e tentò di ignorarli.

Dopo un marcia estenuante, in cui le urla dei dannati facevano accapponare la pelle, una gigantesca colonna si profilo di fronte a loro, sospesa su un immenso burrone.

-Quello è il pilastro che sorregge la crosta terrestre- disse Zeus. -La reggia di Ade è il suo interno. Quel burrone è invece il luogo in cui erano imprigionati i Titani-

Stefano osservò il pilastro e si accorse che sulla cima di esso vi era un largo sprazzo vuoto. -E quello cos'é?- chiese.

Zeus scosse il capo : -Tempo fa Atlante tentò di distruggere l'Olimpo e il mondo intero abbattendo il pilastro e per punizione fu condannato a sostituire la parte danneggiata. Atlante non era indispensabile perché il mondo rimanessuno in piedi, ma optammo comunque per quella punizione. Atlante rimase lì fino ad oggi, sorreggendo sulle sue spalle il peso del mondo-

-E non pensare che tornerò a farlo- urlò una voce tornante.

La terra si scosse e dietro al pilastro apparve un immenso gigante con quattro braccia, che fissava con sguardo tetro il gruppetto di dei ed eroi di fronte a lui. -Atlante!- esclamò ErenBlaze, il quale aveva ancora bene in mente le dinamiche del loro ultimo scontro.

-E non da solo stavolta- ringhiò il Titano. Accanto a lui apparve un secondo gigante, stavolta con la pelle rossa e gialla, seguito da un terzo, più piccolo, molto simile a quest'ultimo.

-Oh, no!- esclamò Poseidone afferrando il tridente. -Ci sono anche Prometeo ed Epimeteo!-

-Puoi dirlo forte, dio dei mari- ringhiò Prometeo, per poi fissare Zeus con rabbia. -E ora, maledetto, noi tre abbiamo due conti da regolare con te!-
   
 
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