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Autore: Light2015    12/12/2017    0 recensioni
E' quando tutto sembra essersi sistemato che sorgono i veri problemi. Un arresto e un ricatto non saranno le sole questioni che Alex, Nicki, Mark, Cloe e Sam dovranno fronteggiare... un uomo che torna in città, una proposta al momento sbagliato e un segreto tra amici mineranno tutto ciò che di certo è stato negli ultimi due anni. E allora... come what may, qualsiasi cosa accada, verso il gran finale...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 18
Last time (parte 1) - In ricchezza e in povertà

Avevo concluso il master. Frequentando almeno l'80% delle lezioni mi ero assicurato il diploma. Non sapevo che farmene di un altro titolo di studio oltre alla laurea in economia ma i miei genitori sembravano davvero entuasiasti e speranzosi nei confronti della mia futura carriera. La fine del master per me era solo un motivo di preoccupazione in più in quanto avrei dovuto cercare, o far finta di cercare, un lavoro per motivare lo stile di vita che io e Nicki stavamo conducendo. Anche lei, dopotutto, stava per concludere gli esami del corso di legge. Accantonato il diploma nel cassetto della scrivania nello studio, iniziai a prepararmi per la serata alla villa di Nick Carter. Dovevamo sottrargli quel dannato pass per gli Hilton Hotels.
Parcheggiai cento metri più distante dalla maestosa abitazione, sotto la curva che scendeva dalla collina arida. Non avevamo stabilito chi doveva entrare e chi restare in macchina così per i primi venti minuti dopo l'arrivo iniziammo a litigare.
- "Andiamo io e Sam! Abbiamo iniziato noi con questa storia dei furti e noi la finiamo!" disse Nicki cercando subito di imporsi.
- "No, se entri tu entro anche io" ribattei.
- "E io allora?" chiese Mark "ero con voi sin dall'inizio"
- "Bastano due persone!"
- "Tu stai con me, non con Sam!"
- "È meglio se rimani qui invece, l'auto è tua..."
- "Che c'entra?!"
Cloe iniziò a sbuffare "Io non ci penso nemmeno a entrare, faccio il palo come al solito. Scannatevi pure tra di voi"
- "Brava Cloe, quindi può rimanere anche Sam"
- "Perchè non vuoi che vada?"
- "Perchè se entra Nicki io..."
- "Non ti fidi? È questo... non ti fidi! Scommetto che è da dopo l'incidente in macchina"
- "Non è questo" cercai di trovare una scusa ma non ci riuscii. Era vero, non mi andava entrassero solo loro due, Sam aveva sempre la testa tra le nuvole ed io ero paranoico.
- "Basta voi due!" disse Nicki scocciata "E va bene andiamo io e Alex, tanto è una cosa veloce"
Sorrisi soddisfatto a Sam che mi mostrò il dito medio.
Paris non era riuscita a procurarci la chiave dell'ingresso principale ma quella del garage, garage che era collegato all'interno della villa. Seguimmo il sentiero secondo quanto visto da Google Street View, entrammo nel box e in due minuti sbucammo dalla taverna in giardino adiacente alla cucina e alla sala principale. Nicki, entrando dalla vetrata, accese la luce interna. Mi guardò facendo spallucce. 'Facile no?' Entrammo e una volta al piano di sopra attraversammo l'ampio e lungo corridoio che portava alla camera padronale. Paris ci aveva detto di cercare li sin da subito. Fu fin troppo falice, trovammo il pass nel cassetto del comodino con qualche migliaio di dollari in contanti. Camminavano tranquillamente in corridoio sulla via del ritorno quando sentimmo una voce maschile. Parlava al telefono e stava salendo le scale.
- "No no, lo so... ne parlo io a Michael..." era Nick Carter. Era in casa.
- "Cazzo" sussurrai. La voce si faceva sempre più vicina.
- "Di qua!" Nicki mi prese una mano e mi trascinò nella prima stanza che vide. Una volta dentro chiudemmo delicatamente la porta. Carter era in corridoio, sentimmo i suoi passi e la sua voce avvicinarsi per poi scemare in lontananza. Solo allora accendemmo la luce ed i faretti ci mostrarono una scomoda realtà: eravamo in una enorme cabina armadio. Niente finestre, niente vie di fuga: eravamo in trappola. Tirai fuori il telefono, niente rete ovviamente. Un bunker dotato, fortunatamente, di un sistema di circolazione dell'aria. Ma pur sempre un bunker.
- "Non ci posso credere..." dissi Nicki disperata.
- "Shanghai un cazzo... cosa ci fa ancora qui?"
- "Che importa adesso?! Come usciamo?! Non possiamo nemmeno avvertire gli altri"
Provammo ad origliare fuori dalla porta, Nick era sempre al piano. Parlava al telefono, camminava. Per quanto ne sapevamo poteva essere nella stanza di fronte alla nostra, non potevamo uscire. Sbuffai e, tenendomi al petto il pass di Paris, mi sedetti per terra al centro di quel santuario di vestiti, scarpe e giacche. Dopo qualche minuto anche Nicki si arrese dall'origliare alla porta e si sedette dietro di me, schiena contro schiena.
- "Che facciamo?"
- "Non lo so..."
Trascorremmo del tempo indefinito in silenzio, l'entusiasmo dell'ora prima era sparito.
- "Ho visto tuo padre" le dissi ad un certo punto. Non so perchè lo feci, ma tanto eravamo bloccati li.
- "Ah"
- "Quella sera che sei rimasta a casa con Gabi e io sono andato con gli altri da Paris..."
- "Mh, e che ti ha detto?"
- "Che a parlato con Kenneth, ha fatto il nostro gioco... mi ha fornito un alibi"
- "Mi pare il minimo"
Era un bastardo lo so, ma parte di me avrebbe voluto provare a difenderlo.
- "Ha detto che gli dispiace ma ha degli aff..."
- "Degli affari da sbrigare lo so" disse bruscamente.
Sospirai.
- "Se gli altri non ci vedono arrivare magari si inventano qualcosa" dissi cambiando argomento.
- "Per quanto ne sanno potremmo essere ancora a cercare il pass... e questi dannati telefoni non prendono... poi non so cosa potrebbero fare. Dovevi restare in macchina!"
- "Si così eri qui con Sam..."
- "Almeno avrei potuto commentare l'ultimo numero di Harper's Bazaar"
Mi misi a ridere, lei anche.
- "Ti ricordi quando ci siamo conosciuti? Facevo provini per modelle... sembra passata una vita"
- "Si... bel pomeriggio... stavo per perdere i sensi quel giorno, sono arrivato al bar per miracolo"
- "Mi ricordo che avevi un aspetto orribile"
- "E tu delle labbra perfette". Appoggiò la testa alla mia. L'anello. Non lo tenevo più nel cassetto del comodino da quando lei l'aveva trovato. Portai una mano nella tasca interna sinistra della giacca. Quel che era passato era andato. Mi staccai da lei e mi issai in piedi, le porsi una mano.
- "Che fai?" chiese alzandosi.
- "Una cosa che avrei dovuto fare tempo fa... forse addirittura proprio quel giorno al bar" dissi sorridendo. Tirai fuori dalla tasca la scatolina bianca.
- "Alex..."
Mi inginocchiai lentamente davanti a lei e aprii la scatolina lasciando che finalmente vedesse l'anello.
- "Nicki... sei tutto ciò che di più bello ho al mondo"
Aveva gli occhi lucidi. E forse anche io.
- "In ricchezza e in povertà..." dissi ridendo strappandole un sorriso bellissimo.
"Mi vuoi sposare?"
- "Si... oddio si... si... lo voglio!"
Le infilai delicatamente l'anello, misura perfetta.
- "Vieni qui, amore" mi sussurrò tirandomi a se per baciarmi.
Suddenly the world seems just a perfect place,
Suddenly it moves with such a perfect grace.
Suddenly my life doesn't seem such a waste
And all revolves around you
[...] Come what may
I will love you until my dyin' day.

 

   
 
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