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Autore: musa90    13/12/2017    0 recensioni
Selene una ragazza timida è riservata, amate della scrittura e della lettura, dopo tanti sacrifici riesce ha realizzare i suoi sogno di studiare letteratura.
Ma non si sarebbe mai aspettata che grazie ad una pioggia improvvisa, ad una dimenticanza di informazioni ed a una semplice tazza di tè, la sua vita sarebbe cambiata totalmente...
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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Mi svegliai molto tranquillamente quella mattina, anche se il letto era un po’ scomodo, mi dovevo solo abituare al materasso, mi alzai e guardai l’orologio erano ancora le 9 e io non sapeo che fare, rimettermi ha dormire non era il caso perché sicuramente non mi sarei mai riaddormentata.
Mi avvio verso il bagno, mi guardo allo specchio del lavandino, anche se avevo dormito i miei occhi ero stanchi si vedevano soprattutto le occhiaie, mi lavai la faccia con dell’abbondante acqua gelata presi un asciugamano mi asciugai velocemente, ma un rumore strano mi fece bloccare, non capii da dove arrivava, poco dopo ci fu uno ancora più forte, addrizzai le orecchie e provai ad avvicinarmi a quel rumore, e notai che arrivava dalla cucina, ma chi cavolo c’era nella mia cucina, mi avvicinai quatta quatta, mi affaccia alla porta e quello che vidi mi sorprese, c’era qualcuno, che stava trafficando con lì, c’erano anche due piatti sul piccolo tavolo, guardai meglio la persona che si era introdotta nella mia cucina e vidi che era un ragazzo, non poteva essere altrimenti, era abbastanza alto con delle spalle ampie che si vedevano benissimo dal maglioncino chiaro che indossava, aveva dei capelli corti ondulati di un marrone scuro.
Mi alzai dalla posa quatta in cui ero, entrai anche io in cucina, volevo capire che cavolo ci faceva questo essere li
<> quasi lo gridai, e lo feci spaventare al tal punto che quello che ha nella padella, li si stava rovesciando a dosso, ma per fortuna per lui lo prese al volo, e poi si girò verso di me
<> fece tranquillamente sorridendomi anche
<> mi stavo seriamente arrabbiando, lui mi guardo sorpreso dalla mia reazione
<> mi sta prendendo per culo
<> mi avvicinai di più, cavolo e molto più alto di me, e gli puntai il dito contro
<> che cavolo sta dicendo questo individuo
<> non ci sto capendo niente
<> mi guarda con uno sguardo mortificato, non avevo notato ma a degli occhi molto belli un misto di marrone e verde 
<> lo vedo annuire, così decisi cosa devo fare, mi girai me ne andai dalla cucina, sento che lui mi sta inseguendo, devo chiarire questa situazione.
Usci da casa quasi correndo, non mi interessa se ero in ciabattine o in pigiama, il signor Wolf mi deve delle spiegazioni.
Arrivo al secondo piano, e vado dritta alla sua porta e suonai, sento che il ragazzo è alla mie spalle, ad aprire non era lui, ma sua moglie, che mi guarda prima stranita ma poi come se si fosse ricorda mi sorrise
<> dice gentile
<> lei apre di più la porta e mi fa entrare poi dopo la sento quasi gridare dalla contentezza
<> mi giro e la vedo abbracciare il ragazzo che ora come ho capito si chiama Peter  
<> lui ricambia l’abbraccio, si conoscono molto bene
<> lui scoglie l’abbraccio e sorride teneramente alla signora
<> mentre loro parlano sento arriva qualcun altro, mi rigiro e di fronte a me c’è il signor Wolf che guarda sia me che Peter
<> sto per rispondergli male, ma quel Peter e più veloce di me
<> sul viso del signor Wolf nasce un’espressione dubbiosa
<> disse riferendosi a me, io scuoto la testa e continuo ha guardarlo male
<> e ridacchia, sto di nuovo per rispondergli male ma si mette in mezzo ancora quel tipo
<> e si rigira verso il signor Wolf sorridendoli e dandoli una pacca sulla spala
<> la signora Wolf si avvicina a noi e ci invita con un gesto verso la sala da pranzo.
Non pensavo che la cosa si potesse risolvere così, anche se per me non è risolta per niente, io di quello non mi fido, e non lo voglio avere in casa mia
<> la voce della signora Wolf mi fa riprendere dai miei pensieri
<> le sorride lieve e rimette sul tagliere il pezzo di torta che mi stava passando
<> rimango un po’ per la confidenza datami così facilmente
<> il suo sorriso gli si allarga
<> annuisco
<> Lucy mi guarda sorridendo
<< che università hai scelto>> nello stesso momento che Lucy mi fece la domanda un'altra paio di occhi si sono voltanti nella nostra direzione
<> e sorrido solo al pensiero di iniziare questa nuova esperienza
<> giro la testa e vedo quello fissarmi
<> chiedo con titubanza oltre a casa anche lì lo devo sopportare
<> me lo dice sorridendo, lo devo ammettere e proprio un bel ragazzo ma non capisco perché mi stia così antipatico
<> dice tutto orgoglioso il signor Wolf
<< non potrò mai diventare come lui-e quando lo dice il suo occhi si appannano di tristezza – almeno vorrei arrivare ad diventare un decimo suo>> l’aria intorno a noi era iniziata a diventare pensante, passo lo sguardo anche su Lucy e la vedo con gli occhi lucidi, doveva conoscere il nonno di lui per avere questa reazione
<> annuisco soltanto
<> stavo accendendo un pezzo di muffin e a quella affermazione mi ha fatto andare in boccone di traverso
<> e Lucy mi passa un picchiere di succo lo bevo tutto in un fiato, e poi guardo malissimo quel coso, che invece di intimorirsi mi sorride, con un sorrisetto consapevole
<> e così finimmo la colazione, con un silenzio surreale, anche se non lo guardavo sentivo ancora i suoi occhi su di me.
Finita la colazione e dopo aver salutato e promesso a Lucy che sarei ritornata per una fetta di torta e un caffè, ritorniamo indietro, sto per aprire la porta ma vengo fermata da quello che mi mette una mano sulla spalla
<> io mi giro e ci guardiamo, faccio un sospiro profondo
<> il suo sguardo si allarga
<> e ridacchia nervosamente, mi rigiro per aprire la porta ma lui mi ferma di nuovo
<> annuisco e ci incamminiamo verso il divano, sedendoci uno accanto all’altro
<> io guardo la sua mano e all’ungo la mia
<> e la stringo
<> ogni volta che nominano la mia facoltà mi viene un brivido di calore lungo la spina dorsale
<> lo vedo avvicinarsi
<> io avvampo e mi allontano un po’
<> e questa cosa la penso da tempo ogni volta che leggevo quel libro mi arrabbiamo con quel personaggio, ma dico come puoi prima comportati in un modo e poi in un altro a me piace la coerenza
<> e lo vedo annuire
<> e inizio a giocherellare con i capelli, mi imbarazzo parlare di queste cose, sono emozioni troppo profonde
<> e molto contento di aver indovinato qualcosa sul mio conto
<> dico imbarazzata
<> a questa domanda non so se risponderli o meno, vedendo il mio titubare
<> sospiro, anche se me lo avrebbe chiesto, lo stesso non faccio leggere le mie cose ad uno sconosciuto
<> alla fine cedo
<> e cala di nuovo il silenzio, non molto piacevole, almeno per me
<> lo vedo rialzare li occhi e riportarli su di me
<> e rivedo di nuovo quella patina di tristezza, non lo so perché lo faccio ma gli accarezzo leggermente il volto
<> lo vedo abbassare lo sguardo
<<è morto 2 anni fa, un infarto nella notte, non si è potuto fare niente>> mi avvicino di più e provo ad abbracciarlo ma mi sento un po’ imbarazzata vedendo che non lo conosco quasi per niente
<> vorrei dire di più ma non mi vengono le parole
<> scuote la testa, come se volesse togliersi qualche pensiero non gradito
<> si allontana da me, e si alza dal divano
<> volevo conoscerlo meglio, lui si ferma e si rigira dalla mia parte
<> adesso capisco
<> faccio un gesto di conferma con la testa, mi alzo anche io dal divano e mi dirigo verso camera mia per cambiarmi, invece vedo lui andare verso la cucina, non so se questa convivenza come andrà, ma dai propositi non la vedo tanto male.
Più camminiamo e più lo sto rivalutando, ho sbagliato ad avere quella prima impressione così brutta nei suoi confronti.
<> devo pure conoscere affondo la persona con cui vivrò
<> e fa un piccolo sorriso
<> lo sorrido di rimando
<> e rivolte lo sguardo verso il cielo, non so perché ho come l’impressione che questo ragazzo abbiamo un grosso peso sulle spalle o qualcosa che ha paura di far uscire fuori
<> lo vedo spostare di nuovo il suo guardo su di me
<> e fa un ghigno poco rassicurante
<> e gli faccio la faccia più minacciosa che posso, ma poi scoppiamo entrambi a ridere
<> lui smette di ridere e fa un faccia pensierosa
<> si gratta la testa imbarazzato
<> lo vedo strabuzzare gli occhi
<> scuota la testa energicamente per dargli il mio consenso
<> e gli faccio gli occhi dolci e lui scoppia di nuovo a ridere, e continuammo a ridere e scherzare così che non mi accordo di essere siamo arrivati davanti al “Draco”
<> dico con voce stupita guardando il locare che era dall’alta parte della strada, anche lui guarda dalla mia stessa parte
<> mi chiede curioso
<> senza accorgermi lo prendo per un braccio e lo tiro verso il locale, lui si fa trascinare senza dire niente.
Prima di entrare guarda dentro attraverso le vetrate e noto subito Ariel, ed entro, con ancora la presa al braccio di Peter, e mi avvicino a lei che non mi aveva ancora notata, nonostante il scampanellio della porta
<> faccio richiamando, lei si gira finalmente verso di me e mi sorride
<> e poi sposta lo sguardo sul ragazzo che tenevo a braccetto, guarda sia me e poi lui più di una volta e poi mi tira facendomi distaccare da Peter, si gira verso di lui
<> e mi tira di più verso di lei
<> me lo dice direttamente nell’orecchio forse per non far sentire niente a lui
<> non capisco quello che vuole intendere
<> io arrossisco di brutto e mi allontano bruscamente da lei
<> nel momento che sto per finire parlare si mette in mezzo lui
<> lo guarda ancora rossa in viso
<> non notando che sul viso di Ariel è spuntato un sorrisino, poco rassicurante
<> e mi indica con il dito, la guardo malissimo
<> lei rimane sorpresa, pensa davvero che fosse il mio ragazzo
<> fa rigirandosi verso di me
<> faccio, ma una voce la richiama
<> io guardo Peter anche lui guarda me e annuisce  
<> e dico indicando il primo tavolo che mi è cascato l’occhi
<> la vedo sorride e andare verso la madre, noi ci sediamo
<> dice Peter sopra pensiero
<> faccio guardando fuori la vetrata.
Qualcosa colpisce il tavolo e mi fa sobbalzare, ero troppo immersa nei miei pensieri
<> e rivolgo lo sguardo ad entrambi, non è la prima volta che me lo dicono, quando entro in trans e difficile farmi ritornare nella realtà
<> faccio riprendendo contatto con la realtà
<> mi alzo sentendo quattro paia di occhi guardarmi
<> li dico andando verso la porta, vedendo che non sento i loro passi mi giro verso di loro e noto che mi stanno fissando stralunati
<> loro si riprendono e mi seguono, va bene io sono strana ma questi due mi battono, e così finalmente andiamo a mangiare.
Il posto dove ci ha portanti Ariel e una paninoteca poco distante dal suo locale, era un locale semplice con un bancone e dei tavolini, e guardando in giro vedevo che c’erano solo ragazzi ad occupare i tavoli
<> dice Ariel indicandoci un tavolo libero, andiamo verso il tavolo e ci sediamo
<> fa Peter guardando i menù, anche io ne prendo uno, c’è molto scelta non so che prendere
<> deve essere una habitué di questo posto, non ha preso neanche il menù, un ragazzo si avvicina al nostro tavolo
<> poi lo vedo alzare lo sguardo, e i suo occhi iniziano ad illuminarsi non sono l’unica che se accorge
<> ah ecco ha una cotta per lei
<> e gli sorride amichevolmente
<> dice guardandoci
<> fa indicandoci con la testa
<> fa lui gentilissimo
<> faccio sorridendogli
<> anche lui gli sorride
<> fa molto amichevolmente
<> faccio e vedo che anche Peter annuisce alle mie parole
<> io lo guardo titubante
<> ci incoraggia Ariel, io e Peter ci guardiamo ma poi accattiamo, lui tutti contento dopo aver scritto delle cose sul taccuino se ne va.
Io guardo Ariel
<> lei scuotete la testa un po’ rassegnata
<> il suo sguardo diventa triste
<> vedo che alza lo sguardo verso Peter, e da triste è diventato rassegnato
<> e rivolge lo sguardo vero Jemmi che sta parlando con un uomo che sta al di là del bancone
<> è vero anche se io non l’ho mai provato, fa lo stesso paura
<> dice Ariel e la vedo ritornarle il sorriso,
<> fa sempre lei indicandomi con un dito con fare sospetto, vedo Peter sorridere
<> vedo la sua espressione farsi sempre più interessata
<> io guardo Peter e lui con lo sguardo mi fa capire che devo continuare io il racconto
<> vedo il suo sguardo spostarsi su Peter
<> dice giustificandosi
<> lui mi guarda con una faccia da cucciolo
<<è vero stavi nel mio territorio>> faccio con disappunto
<> sbuffo
<> la vedo scoppiare a ridere
<> anche Peter e scoppiato a ridere con lei
<> dico io scocciata
<> prova ha giustificalo Peter
<> e anche io sorrido
<> fa la conclusione per noi due Ariel
<> lo vedo sbuffare è guardarmi male, ma io gli dopo una pacca amichevole sul braccio e gli sorrido rassicurante, nel frattempo arriva Jemmi con i nostri panini
<> e ritorna al bacone dopo aver sorriso ad Ariel.
Guardo il mio panino, lo pravo e vedo che c’è dentro del prosciutto crudo e della mozzarella filante e nient’altro, già lo so che mi piacerà, poi vedo che anche Peter apre il suo e all’intero c’è il prosciutto come il mio con aggiunta di pomodoro e insalata e mozzarella, invece quello di Ariel non saprei proprio descriverlo
<> chiedo ad Ariel guardando strano quel coso che si stava per mangiare
<> la mia faccia sarà diventata verdognola perché mi guarda preoccupata
<> fa Peter dandomi dei colpetti sulla schiena per farmi riprendere dalla schifo
<> e poi si addenda quel coso.
Iniziamo a mangiare, ma mi sento continuamente osservata, noto Jemmi guardare sempre dalla nostra parte, poverino non vorrei stare nella sua situazione
<> chiedere Peter facendomi ritornare a guardare verso di loro
<> io arrossisco alle sue parole
<> dico gesticolando ancora rossa
<> dice Ariel verso Peter, che mi prende per una guancia e me la tira ma gli arriva uno schiaffone sulla mano
<> e scoppiamo a ridere tutte e tre.
Finiamo di mangiare, stiamo per andare a pagare
<> sia io che Ariel guardiamo Peter
<> faccio e vedo lei annuire per darmi ragione
<> la sua faccia e determinata
<> faccio alla fine uscendo dal locale e con me viene anche Ariel
<> fa rigirandosi e sorridendo guardando
<> dico guardando avanti a me e sorridendo alla stupida che sono stata a giudicarlo subito male.
Riaccompagniamo Ariel al locale
<> chiede prima di aprire la porta ed entrare
<> fa Peter, poi la vedo guardare me
<> e mi guarda intensamente
<> dico con un po’ di soggezione
<> vedo lui annuire e poi ci saluta con la mano ed entra
<> dice Peter con un po’ di ironia
<> e ci incamminiamo vero l’appartamento.
 Guardo l’orario forse era ora di vestirsi per andare di nuovo da Ariel, vado verso la mia camera e vedo Peter uscire dalla sua
<> chiedo, lui si accorge di me e annuisce, sta per uscire dal corridoio ma poi si ferma
<< che stupido>> lo vedo ritornare verso di me
<> anche io mi ero dimenticata di dargli il mio, entro in camera e lo prendo e glielo porgo, lo vedo scrivere
<> gli faccio uno squillo è lui lo aggiunge in rubrica
<> e mi saluta con la mano
<> il grido rimbomba per tutto l’appartamento, lo sento ridere finché la porta di entrata non si chiude.
Neanche apro la porta del locale che mi ritrovo spinta letteralmente dentro ed un affannata Ariel mi guarda con degli occhi speranzosi
<> dice, la vedo abbastanza affaticata
<> mi riprende e mi tira dietro il bancone
<> vedo prendere qualcosa da un cassetto
<> chiedo curiosa
<> e mi passa un grembiule bianco con scritto sopra il nome del locale
<> e vedo i suoi occhi illuminarsi, mi sta per dire una cosa, ma vedo uscire dalla porta che dietro al bancone una donna
<> e la vedo guardarmi
<> e vedo gli occhi della signoria squadrami
<> mi sento un po’ in soggezione, ecco da chi ha preso
<> fa annuendo con vigore
<> fa lei presentandomela
<> faccio io cortesemente
<> e mi sorride, forse non gli sto antipatica
<> dice scuotendo la testa
<> e vedo la madre pensarci su o fa per finta di pensarci perché subito dopo,
<> il faccino di Ariel mi fa venire da ridere
<> e vedo Ariel mettersi dietro di me e coprirsi dalla sguarda della madre
<> e la sento ridacchiare, mi giro e la guardo male, ma lei si sposta da me e alza le mano con fare innocente
<< ha accettato da sola- poi guarda di nuovo me- mettiti il grembiule>> ed io eseguo i suoi ordini
<> e me lo passa con insieme una penna
<> io annuisco e riguardo Ariel che se le svignata, sospiro mette la mia borsa dietro il bancone, ritorno dalla parte esterna e aspetto il prossimo cliente, questa è la prima volta che lavoro anche se sarà solo per oggi, ma ho paura di sbagliare qualcosa, nel frattempo che aspetto noto uno dei menù sul bancone, lo apro, è inizio ha leggero, non pensavo che ci fossero tanti tè e di così tanti gusti diversi poi.
Ero troppo distratta dal menu che non senti il scampanellio della porta, Hanna con un colpo di toste mi fece alzare la testa da quello che stavo leggendo, e con gli occhi mi indicò di girarmi, e appena lo feci, lo stomaco si chiuse, il cuore iniziò a battere furiosamente, il respiro mi era andato in gola, d’avanti a me c’era l’uomo più bello che avessi mai visto, alto non saprei precisamente quando, spalle ampie, petto largo, gambe ben messe, vestito con un completo nero che li stava divinamente, capelli di un marrone-bronzeo e la pelle molto chiara e quando alzo gli occhi su di me, il mio mondo si capovolse e annegai in quel mare di verde, non capisco che mi prende non mi sono mai sentita così davanti a nessuno, chi è questa persona e perché non riesco ha toglierli gli occhi di dosso.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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