Mi svegliai molto tranquillamente quella mattina, anche se il letto era un po’ scomodo, mi dovevo solo abituare al materasso, mi alzai e guardai l’orologio erano ancora le 9 e io non sapeo che fare, rimettermi ha dormire non era il caso perché sicuramente non mi sarei mai riaddormentata.
Mi avvio verso il bagno, mi guardo allo specchio del lavandino, anche se avevo dormito i miei occhi ero stanchi si vedevano soprattutto le occhiaie, mi lavai la faccia con dell’abbondante acqua gelata presi un asciugamano mi asciugai velocemente, ma un rumore strano mi fece bloccare, non capii da dove arrivava, poco dopo ci fu uno ancora più forte, addrizzai le orecchie e provai ad avvicinarmi a quel rumore, e notai che arrivava dalla cucina, ma chi cavolo c’era nella mia cucina, mi avvicinai quatta quatta, mi affaccia alla porta e quello che vidi mi sorprese, c’era qualcuno, che stava trafficando con lì, c’erano anche due piatti sul piccolo tavolo, guardai meglio la persona che si era introdotta nella mia cucina e vidi che era un ragazzo, non poteva essere altrimenti, era abbastanza alto con delle spalle ampie che si vedevano benissimo dal maglioncino chiaro che indossava, aveva dei capelli corti ondulati di un marrone scuro.
Mi alzai dalla posa quatta in cui ero, entrai anche io in cucina, volevo capire che cavolo ci faceva questo essere li
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Usci da casa quasi correndo, non mi interessa se ero in ciabattine o in pigiama, il signor Wolf mi deve delle spiegazioni.
Arrivo al secondo piano, e vado dritta alla sua porta e suonai, sento che il ragazzo è alla mie spalle, ad aprire non era lui, ma sua moglie, che mi guarda prima stranita ma poi come se si fosse ricorda mi sorrise
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Non pensavo che la cosa si potesse risolvere così, anche se per me non è risolta per niente, io di quello non mi fido, e non lo voglio avere in casa mia
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<< che università hai scelto>> nello stesso momento che Lucy mi fece la domanda un'altra paio di occhi si sono voltanti nella nostra direzione
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<< non potrò mai diventare come lui-e quando lo dice il suo occhi si appannano di tristezza – almeno vorrei arrivare ad diventare un decimo suo>> l’aria intorno a noi era iniziata a diventare pensante, passo lo sguardo anche su Lucy e la vedo con gli occhi lucidi, doveva conoscere il nonno di lui per avere questa reazione
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Finita la colazione e dopo aver salutato e promesso a Lucy che sarei ritornata per una fetta di torta e un caffè, ritorniamo indietro, sto per aprire la porta ma vengo fermata da quello che mi mette una mano sulla spalla
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<<è morto 2 anni fa, un infarto nella notte, non si è potuto fare niente>> mi avvicino di più e provo ad abbracciarlo ma mi sento un po’ imbarazzata vedendo che non lo conosco quasi per niente
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Più camminiamo e più lo sto rivalutando, ho sbagliato ad avere quella prima impressione così brutta nei suoi confronti.
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Prima di entrare guarda dentro attraverso le vetrate e noto subito Ariel, ed entro, con ancora la presa al braccio di Peter, e mi avvicino a lei che non mi aveva ancora notata, nonostante il scampanellio della porta
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Qualcosa colpisce il tavolo e mi fa sobbalzare, ero troppo immersa nei miei pensieri
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Il posto dove ci ha portanti Ariel e una paninoteca poco distante dal suo locale, era un locale semplice con un bancone e dei tavolini, e guardando in giro vedevo che c’erano solo ragazzi ad occupare i tavoli
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Io guardo Ariel
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<<è vero stavi nel mio territorio>> faccio con disappunto
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Guardo il mio panino, lo pravo e vedo che c’è dentro del prosciutto crudo e della mozzarella filante e nient’altro, già lo so che mi piacerà, poi vedo che anche Peter apre il suo e all’intero c’è il prosciutto come il mio con aggiunta di pomodoro e insalata e mozzarella, invece quello di Ariel non saprei proprio descriverlo
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Iniziamo a mangiare, ma mi sento continuamente osservata, noto Jemmi guardare sempre dalla nostra parte, poverino non vorrei stare nella sua situazione
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Finiamo di mangiare, stiamo per andare a pagare
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Riaccompagniamo Ariel al locale
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Guardo l’orario forse era ora di vestirsi per andare di nuovo da Ariel, vado verso la mia camera e vedo Peter uscire dalla sua
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<< che stupido>> lo vedo ritornare verso di me
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Neanche apro la porta del locale che mi ritrovo spinta letteralmente dentro ed un affannata Ariel mi guarda con degli occhi speranzosi
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<< ha accettato da sola- poi guarda di nuovo me- mettiti il grembiule>> ed io eseguo i suoi ordini
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Ero troppo distratta dal menu che non senti il scampanellio della porta, Hanna con un colpo di toste mi fece alzare la testa da quello che stavo leggendo, e con gli occhi mi indicò di girarmi, e appena lo feci, lo stomaco si chiuse, il cuore iniziò a battere furiosamente, il respiro mi era andato in gola, d’avanti a me c’era l’uomo più bello che avessi mai visto, alto non saprei precisamente quando, spalle ampie, petto largo, gambe ben messe, vestito con un completo nero che li stava divinamente, capelli di un marrone-bronzeo e la pelle molto chiara e quando alzo gli occhi su di me, il mio mondo si capovolse e annegai in quel mare di verde, non capisco che mi prende non mi sono mai sentita così davanti a nessuno, chi è questa persona e perché non riesco ha toglierli gli occhi di dosso.