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Autore: kiry_chan    24/06/2009    1 recensioni

Sono loro. Arrivano.

Inseguono gli altri. Quelli che non vorresti mai incontrare, coloro che abitano i tuo incubi e si nutrono dei tuoi sogni. Quelli che possono farti vivere l’infero su questo mondo. Gli altri vagano richiamati dalla gioia estrema, allettati da un solo pensiero che tutti dovrebbero evitare: La perfezione. Gli altri esistono per distruggerla. Non fanno differenze tra uomo e donna, adulto e bambino, vecchio o giovane. Colpiscono tutti, ma più è appetitosa la loro vittima più le loro azioni diventano potenti. Per agire  prendono possesso di uomini, della natura, delle cose e come tali agiscono. Nessuno sa che esistono. Nessuno si accorge di essere diventato un loro strumento, neanche le loro vittime sanno da chi sono colpite. Si dice che è tutta colpa del destino. Si parla di volontà divina. Fortuna e sfortuna. Ecco chi sono loro e gli altri. Loro esistono affinché gli altri non distruggano il mondo. Riportano la gioia ai cuori. Restituiscono i sorrisi perduti. Riscaldano l’animo. Fanno nascere i tuoi sogni, uccidono i tuoi incubi. Nessuno li ha mai ringraziati, perché anche loro sono sconosciuti. Continuano la loro lotta infinita silenziosi senza cercare compenso prendendo tutte le forme possibili. Ciò che è stato Altro, potrà diventare anche uno di loro. Come passano le stagioni così passano i loro influssi, così come l’inverno diventa estate tutto può cambiare nel loro eterno cammino. Quanto ti sono vicini adesso? Chi si veglierà sul tuo sonno stanotte?

Genere: Romantico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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<< Principessa! >>

Era un grido disperato e continuo.

<< Principessa! >>

Si spandeva leggero arrivando ovunque ma diventando muto in lontananza.

<< Principessa! >>

Ogni volta c’è sempre più dolore nel suono che non si arrende alla sordità di un luogo che lo ignora.

Sono le grida del ragazzo che non ha potuto fare a meno dire a tutti quello che non si deve pensare, ed adesso della sua felicità neanche le briciole. Ma non si arrende, continua a rincorrere la sua unica grande gioia, che portava quel nome…

<< Principessa! >>

Un solo pensiero nella testa mentre continua a camminare. Non importa che lui sia lento rispetto a coloro che insegue continua a camminare nella stessa direzione spinto dalla sola forza della disperazione. Il bel giardino dove tutto era cominciato si burla di lui, piante sempre più alte e sempre più vicine lo circondano finché dal bel prato verde non spuntano più le belle rose, i narcisi, le viole e fiori di tutti i colori, ma scura vegetazione alta come un muro, che gli sbarra i cammino e limita la vista. Il ragazzo non si arrende, continua a correre anche se ormai non ha più fiato, la strada si fa sconosciuta e le gambe stentano a reggerlo. Ogni volta che finisce in un vicolo ceco torna indietro e cambia strada senza un lamento, sta percorrendo un vero e proprio labirinto. Non ha più voce per urlare ma nulla lo potrà fermare.

La sua persistenza non può passare inosservata, e così avrà un privilegio che a nessun altro è stato mai concesso, potrà vedere cose che nessuno a mai visto, scoprire un mondo nuovo sconosciuto a chiunque, il luogo dove tutto ciò che esiste nella realtà prende forma, così da poter recuperare il suo bene più prezioso.

Il cammino continua, destra, sinistra, dritto. Vicolo ceco. Torna indietro, destra, sinistra, destra, destra, sinistra. Un altro muro. Indietro destra. Ancora muro. Indietro, indietro, sinistra e destra e così all’infinito. Le piante sono sempre più alte, scure e minacciose, ma meno vicine. Sono alberi e tra loro i rovi colmi di rose nere, appassite, che si rifiutano di abbandonare il loro posto. Sono morte ma non hanno perso neanche un petalo e risplendono di tetra bellezza nello scuro paesaggio. Pagando con il sangue dei molti graffi adesso il cammino può essere più agevole, non tornerà più indietro ed andrà sempre dritto, la sua mente fissa un unico punto: Principessa. Pian piano ogni cose inizia a sfuggirgli. Non sa più perche sta camminando, non ricorda da dove è venuto. Sa solo che deve andare avanti, che deve superare quel posto, una foresta oscura viva nella morte. Piccoli insetti lo inseguono, curiosi di qualcosa che non avevano mai visto. Tra di loro un paio di lucciole gli illuminano il cammino che diventa sempre più nascosto da una fitta nebbia che pian piano sta vincendo su tutto. Nulla ormai lo può fermare, inizia anche a sentire di meno la stanchezza, ogni movimento è meccanico, involontario come le pulsazioni del suo cuore devastato e non costa più fatica. Lei è più forte di tutto. Ma, Il tempo passa e nella cambia, il corpo si ribella: ha freddo, ha fame, ha sete, gli istinti della sopravivenza animale hanno il sopravento e come se uscito da una strano sogno la sua mente si risveglia.

<< Dove sono? >> sussurra. << cosa ci faccio qui? >> ha paura.

<< chi sono io? >> si lascia andare sul freddo suolo di terriccio e fango. Le mani tra i capelli e la testa tra le gambe. Ha dimenticato ogni cosa, solo un nome ricorda: Principessa. Per qualche attimo riflette su di esso ma non riesce a ricavarne nulla. Il suo nome non era, perché esso lo sentiva così caro da dover essere per forza qualcosa di molto importante, qualcosa da amare. Che fare adesso? Stava camminando. Dove voleva andare? Forse era in quel cammino la risposta a tutto, ma qualcosa gli impediva di muoversi, quel luogo era sempre più spaventoso, tutte le lucciole sono scappate, spaventate per il suo scatto impetuoso e può vedere solo fino ad due metri di distanza mentre gli altri insetti continuavano a tormentarlo. Trema. Riprende fiato e con un unico slancio si tira in piedi. Va bene, avrebbe cercato ed avrebbe capito. Ha deciso di continuare, ma prima si scuote per cacciare gli insetti. Cammina, ma non supera una decina di passi quando una strana sensazione lo blocca. Non trovandone la provenienza si lascia andare e si rilassa sul posto. Una strana musichetta avvolge tutto e gli intorpidisce i sensi., adesso la vista è annebbiata mentre quel ritornello gli rimbomba sempre più forte nell’orecchie e gli arriva direttamente nel cervello e si impossessa di ogni pensiero, fiche chiudendo gli occhi vede qualcosa nitidamente: è un foglio ripiegato scritto a macchina con inchiostro nero, la parole principessa gli fa sussultare il cuore, ma non riesce a leggere altro perché la visione sparisce. La musica non è cessata, anzi è diventa più forte, ma non riesce più a scalfire la sua mente, le sensazioni sono tornate normali ed anche la percezione dei sensi. Dopo aver strofinato gli occhi e dopo esseri rimesso relativamente a suo aggio si guarda intorno cercando la fonte del suono, ed ecco un ombra avanzare verso di lui, vaga e dai contorni dilatati farsi lentamente più nitida fino a diventare un piccolo carretto chiuso guidato un buffo ometto con una piccola barbetta incolta ed una leggera calvizie, dai colori indefiniti. Il ragazzo resta in piedi ed aspetta di essere affiancato dal conducente che ferma il suo mezzo e lo guarda dritto negli occhi, uno sguardo azzurrino e curioso investe lo smemorato, in quegli occhi vede del altro ma non capisce cosa. Passano i secondi che li hanno resi statici e l’uomo cambia volto, sorride, mostrando l’imperfetta ed ingiallita dentatura, i suoi occhi si spalancano e tutto il suo viso sembra ingrandirsi a dismisura, fiche non spalanca la bocca e…

<< Salve! >> intraprende con fare allegro e con voce alquanto bizzarra. << Chi sei giovanotto? Ti serve un passaggio? >>

<< Io sono.. io sono.. >> balbetta incerto il ragazzo, come rispondere a qualcosa di cui neanche lui sa risposta? << Io, non lo so, non ricordo nulla. >> confessa in timidezza.

<< Forse il bel giovanotto ha dimenticato la sua faccia?  Si deve essere proprio così, >> il tale spalanca ancor di più gli occhi per l’incredulità ed inizia a parlare continuando in questo modo << non è facile dimenticarsi di se! Si deve proprio avere molto a cui dover fare conto per poter dimenticare l’io. Noi siamo tutto e niente, io sono così, tu no. Tu sei alto, tu sei muscoloso, i capelli a posto ed il naso all’insù. Ma come fare a dimenticare un volto così bello, è il volto che le principesse amano, quello dei principi, eleganti, forti robusti,come i principi, ma tu non sai chi sei, non sei un principe.. ti chiamerò knight Salta su giovanotto! >>

knight è certo che il suo nome non questo e lo è anche della bizzarria del ometto, ma non avendo altre soluzioni l’affianca nella seduta. << Dove andiamo? >> la sua unica domanda.

<< Tuo buio devi mettere luce! Ti porto al sole! >> le risa si impossessano del cocchiere che è già partito. La musica che lo aveva anticipato era totalmente scomparsa, sostituita da rumorosi borbottii che knight non ascolta, è troppo impegnato con il suo vuoto che gli impone domande su domande, quegli occhi azzurri hanno risvegliato un ricordo remoto, forse come aveva detto il vecchio è amato da Principessa, ma chi è? Sente un incredibile bisogno di lei, chiunque essa sia. Si tasta la faccia, non è vero che ha il naso all’insù.

  
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