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Autore: thembra    14/12/2017    1 recensioni
“…non è priva di sensi Gohan…”
“Ngh…”
Lo spirito del namecciano vibrò d’agonia reagendo a quel singhiozzo, l’aura che percepiva in Gohan era pura tortura, era terrore e confusione; nemmeno quando gli aveva comunicato della morte di suo padre che lui era solo un bambino aveva reagito così.
Prese fiato facendosi forza per pronunciare le parole giuste.
“…è morta.”
Genere: Avventura, Azione, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gohan, Goku, Un po' tutti | Coppie: Chichi/Goku
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nel mondo del futuro splendeva un sole cocente di fine estate.
La città ardeva e il vento fievole e secco del sud espandeva nell’aria il forte profumo di erba cotta e sassi nugoli di insetti sciamavano fra i fiori dei rampicanti e delle piante selvatiche e cinguettii allegri risuonavano nell’aria.
 
Chichi, che davvero non ne poteva più di rimanere sottoterra era sgattaiolata in superficie e dopo aver esplorato le vecchie vie stava ora passeggiando per la grande piazza assorta nei propri pensieri.
Il sole alle spalle proiettava la sua ombra verso il fondo dello spiazzale riuscendo quasi a sfiorare i cocci della statua di Hercule Satan.
Trunks si era offerto di accompagnarla ma nuovamente aveva declinato; non c’erano più pericoli e non sarebbe di certo andata via, non adesso che erano così vicini a …
 
‘Mi dispiace Chichi ma nel tentare di rubare la navicella assieme ai cavi di alimentazione e controllo Videl deve aver strappato qualche collegamento importante visto che il nucleo non immagazzina più alcuna energia … dovrò smontare la plancia dei comandi e rifare tutto da capo.’
 
Se non aveva strangolato l’ancora incosciente ragazzina era solo perché nonostante tutto sapeva che Videl non aveva agito in quel modo per sabotare lo strumento visto che lo voleva rubare e quindi, dopo aver annuito e abbracciato velocemente Bulma s’era diretta alle scale che conducevano alla luce in modo da sbollire il nervosismo.
 
Fermandosi levò lo sguardo al cielo trovandolo tinto d’un azzurro profondo e statico talmente fisso da sembrare intoccabile e alieno come se non facesse parte del paesaggio, o non gli importasse di farlo.
Quel pensiero nato dallo spettacolo che le si parava davanti anziché calmarla come succedeva normalmente le fece nascere dentro una stilla di nervosismo e inquietudine.
Fu come se qualcuno le avesse tirato una corda dall’interno scomponendo l’armonia che si era appena costruita e adesso non riuscisse più a respirare tranquillamente o rimanere semplicemente ferma o … pensare anche alla più sciocca delle questioni!
 
Sbuffando chiuse forte gli occhi scuotendo il capo, non doveva partire in quarta, non doveva abbattersi o innervosirsi e lasciare che lo sconforto la avvilisse nuovamente tanto alla fin fine non cambiava nulla visto che senza l’alatassìo non sarebbero comunque andati da nessuna parte.
Un conto era non avere benzina per navigare fra le pieghe della storia, un altro era non avere affatto l’incipit adatto per farle apparire quelle dannate dimensioni perciò non poteva arrabbiarsi.
 
Sbuffò di nuovo sconsolata andandosi a sedere sulla panchina miracolosamente rimasta intatta ai piedi dell’enorme salice alla fontana dalla quale la vista spaziava quasi a 180°.
Una folata di vento secco levò un leggero polverone e lo sguardo cadendole verso il basso finì per concentrarsi sul lentissimo incedere di una ranocchietta sfinita.
 
Si diresse verso il piccolo anfibio ancora intento a raggiungere la frescura dell’ombra ed il refrigerio che l’acqua seppure putrida dovevano offrire,  raccogliendolo da terra per poi osservarlo distrattamente prima di lasciarlo al sicuro.
 
Questo non provò neanche a ribellarsi incominciando quasi a piangere le pareva, man mano che sembrava capire che lo voleva aiutare.
Che bestiolina simpatica! A differenza delle rane comuni aveva una codina lunga e delle antennine sulla testa e due occhi rossi e furbi che facevano quasi pensare fosse alie …
 
“Ahh ahh faceva così ridere!”
“Piegato sulle braccia e le gambe mentre voltava a scatti la testa …”
“No che non faceva ridere, se Goku non mi avesse salvata sarei tutt’ora uno schifosissima, raccapricciante inutile e viscida ranocchia!!!”
 
In un flash back le vorticarono nella mente decine, centinaia di dialoghi, racconti e …
Trattenendosi dal liberarla portò l’animaletto davanti al proprio viso.
 
“… tu sei Ginew!!!”
 
Come diavolo aveva fatto a sopravvivere tutto quel tempo?
La ranocchietta sgranando gli occhi la fissò in silenzio fingendo indifferenza. Chichi non ci cascò e ridendo si godette l’intero tragitto che seguì il gocciolone apparso improvvisamente a lato dell’occhio destro del ranocchio prima di scivolare sul collo e quindi a terra.
 
“Non la bevo, mi ricordo di te … potremo non esserci mai incontrati noi due ma sei una vecchia conoscenza per qualcuno di cui sicuramente ti ricorderai …”
 
Aprendo a vuoto le mandibole l’anfibio dimenò le zampe lentamente.
 
“Quasi dieci anni fa su un pianeta lontanissimo chiamato Namekk …”
 
Un nuovo gocciolone apparve.
 
“… prendesti il controllo sul corpo della mai carissima amica Bulma e poi di quello di Goku e …”
 
Di nuovo folgorata Chichi strinse d’impeto le dita stritolando la povera bestiolina che spaventatissima incominciò a gracidare e annuire, annuire e gracidare mentre il gocciolone era diventato mille goccioloni, sperando di salvarsi da quella presa che non gli avrebbe lasciato scampo.
 
“MA CERTO!!!!”
 
Facendo retro front la donna sfrecciò verso il tombino aperto che portava nel bunker di Bulma.
Forse non era tutto perduto …
 
 
 
“Bulma BULMA!!!!”
 
La voce di Chichi precedette il suo arrivo di almeno trenta secondi tanto stava urlando forte la sua amica e Bulma, posando cacciavite e tester si rimise in piedi aspettando l’entrata in scena della mora.
Non riuscì a trattenere un sorriso divertito, solo poche ore prima se n’era risalita con un’espressione mesta e disillusa che le aveva messo intorno una tristezza immane mentre adesso …
 
“Tsk …”
 
Stava diventando esattamente la Chichi di cui si ricordava.
 
“GUARDAAAAAA!!!”
 
Entrò sfondando quasi le porte scorrevoli  investendo Trunks nel mentre brandendo nel palmo della mano un ros …
 
“ECCO LA NOSTRA SALVEZZA!!!”
 
Con gli occhi sgranati a mo di fanali Bulma osservò l’animaletto.
 
Un rospo era la loro salvezza?
Oh Kami Chichi era ammattita!
 
Ma prima che potesse dire qualsiasi cosa il suo cervello mise a fuoco l’immagine e la collegò all’esperienza più assurda traumatica e allucinante che avesse mai vissuto e anche se razionalmente quella creatura non rappresentava proprio la salvezza di niente quello che a cui rimandava lo faceva eccome!
Ed essendo lei un genio assoluto in pochi millisecondi intuì i pensieri di Chichi e li condivise e

 
NAMEKK - SFERE DEL DRAGO – DESIDERIO - ATALASSIO
 
“KYAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH SIAMO SALVE SIAMO SALVE SIAMO SAAAAAAALVE!!!!”
 
Con le lacrime agli occhi accolse l’amica in un abbraccio strettissimo gridando con lei e saltellando e ….
 
Di nuovo Trunks, come successo nel giorno in cui le aveva riunite, si grattò la testa senza riuscire a capire niente.
 
Il rospo scivolò via dalla presa di Chichi che non accorgendosi di niente seguitava a stringere Bulma piangendo di gioia e commozione ma la sua fuga durò poco; piantando la punta dello stivale davanti alla rotta dell’anfibio Trunks si chinò raccogliendolo e, dopo aver finalmente visto le sue pietose condizioni lo gettò in una vasca piena d’acqua per metà dandogli da mangiare i rimasugli del sandwich di sua madre, aspettando che le due folli si calmassero per avere delucidazioni.
 
 
………………….
 
…………………
 
“Non ti ci mando sola Chichi!”
“Ma …”
“Niente ma sarà un viaggio lunghissimo e ti sentirai sola, poco importa quanto la tua risolutezza ti darà forza, in mezzo a quel buio così denso da sembrare liquido e palpabile ti sentirai sperduta e vulnerabile e sarai facile preda della disperazione, credimi mi è successo e c’erano Gohan e Crillin con me …”
“Ci saranno i collegamenti radio, potrai parlarmi 24 ore al giorno Bulma anche di pettegolezzi e …”
“NO!”
 
Stringendo Chichi per le spalle Bulma espirò dal naso cercando di calmare la rabbia con la quale, seppur  pentendosene subito l’aveva zittita.
Quando Chichi si metteva in testa una cosa era davvero irremovibile e anche se questo le faceva onore non l’avrebbe mai mandata da sola nello spazio più profondo alla ricerca di Neo Namekk, col cavolo!
 
“Non sarebbe la stessa cosa ‘Chi … fidati di me!”
“Ma … Trunks deve rimanere …”
“Trunks ti proteggerà, i Namecciani saranno pure persone pacifiche ma non siamo certi che il pianeta sia sicuro e poi è sconfinato  non riusciresti a percepire le aure dei suoi abitanti quindi o si fa a modo mio o manderò solo lui …”
“Ma …”
“Niente ma …
 
Stavolta sibilando le due parole fra i denti rese il tono volutamente serio e perentorio.
Non ci sarebbero state vie di mediazione in questo caso.
Chichi sembrò capirlo poiché sorridendo annuì decisa sfiorandole con una mano un palmo col quale ancora la stringeva.
 
“E va bene Bulma, come vuoi tu!”
“Ottimo, diamo via ai preparativi se tutto andrà come deve potremmo effettuare il lancio già la settimana prossima!!”
“Davvero Bulma?”
“Si!”
 
Estasiata e stimolata dalla nuova missione Bulma sgattaiolò fuori dal laboratorio diretta al suo segretissimo caveau nel quale aveva custodito al sicuro dalla furia dei cyborg ma soprattutto dalla disperazione della gente le capsule dei rifornimenti grazie alle quali erano riusciti a sopravvivere tutti quegli anni tra le quali c’erano alcuni dei prototipi più preziosi che possedeva fra cui appunto il nuovo modello di navicella spaziale che aveva messo a punto dopo il ritorno da Namekk.
Grazie a quel viaggio aveva capito e imparato talmente tanto e ampliato le sue conoscenze a tal punto che fino ad allora le sembrava d’aver vissuto in una piccola gocciolina d’acqua mentre l’oceano immenso che era l’universo, nonostante potesse rivelarsi pericoloso, pullulava di nozioni e cose incredibili che aspettavano solamente d’esser colte, imparate o addirittura scoperte.
E quale momento se non la rinascita della Terra poteva essere un motivo migliore per rispolverare le sue conoscenze e sfruttare tutti i materiali che era riuscita a stoccare?
 
Col cuore pieno di gioia sciolse dalla bolla di sicurezza le capsule che le interessavano prima di uscire e richiudere la porta a scomparsa che fondendosi col corridoio sparì del tutto nascondendo perfettamente l’entrata.
 
 
Arricciando il naso ad un prurito improvviso Chichi, non sapendo come passare il tempo prese a camminare su e giù per la stanza.
 
“E noi che si fa?”
 
Osservandola Trunks sbottò un sorriso colpendola appena sulla scapola per intimarle di seguirla.
Videl si era ripresa e nonostante fosse in un posto dove non poteva nuocere a nessuno era meglio tenerla d’occhio.
Si ricordava della sua controparte nel mondo parallelo e se c’era una cosa che aveva capito di lei è che possedeva mille risorse ed un’astuzia invidiabile.
Un moto di rimpianto lo colse nel pensare che, se in quel mondo lei ed il suo maestro non si conoscevano era solamente colpa sua. Se Gohan non si fosse sacrificato per proteggerlo non solo sarebbe stato presente per sua madre, ma in un modo o nell’altro era certo che avrebbe incontrato anche Videl e …
Era proprio un impiastro.
 
“Va tutto bene?”
“Nh è solo che mi dispiace tanto Chichi … per colpa mia Gohan non ha potuto incontrarla … ”
 
Lì per lì Chichi non ebbe alcuna reazione dopotutto che ne poteva sapere lei di come fossero destinate ad essere le cose? Certo, aveva dei flash che riempivano le lacune agli interrogativi del momento, per esempio quando aveva visto il viso della ladra lo spirito dentro di lei l’aveva riconosciuto  come Videl dandole immediatamente informazioni e immagini che assumevano un loro senso e un perché e nonostante riconoscesse nei legami dell’altra sé stessa emozioni di affetto queste non le rimanevano impresse a lungo un po’ come quando si cammina sulla spiaggia, le orme rimangono ma poco a poco le onde le cancellano fino a quando di esse non rimane nulla.
Di nuovo comunque, come capitava sempre quel nome risvegliò sensazioni, e le sensazioni ricordi e immagini e … un viso tondo e felice, un’anima furba sfrontata e impossibile da gestire, un caratterino tutto pepe due occhi blu pieni di vita e determinazione …
 
Come la prima volta che la vide nel giardino fuori casa quando si era presentata di sua iniziativa per pretendere che Gohan le insegnasse a volare in vista del torneo e da lì era incominciato tutto …
Già, non poter vivere in prima persona la nascita di quell’amore sarebbe stato davvero un peccato tuttavia …
 
“Non è per niente colpa tua Trunks, non pensarlo mai più.”
 
La vita andava avanti, doveva andare avanti e quella ragazzina pestifera avrebbe superato lo shock e la rabbia per la perdita del padre finché un giorno un ragazzino simile al suo Gohan si sarebbe fatto vivo pronto ad esaudire ogni suo desiderio pur di renderla felice e …
 
 “Vorremmo far tornare fra noi il nostro caro amico Crillin …”
“D’accordo fatto …e poi?”
“…”
 
Cielo nero, un drago enorme, dieci volte più grande, massiccio muscoloso minaccioso e potente di Shenron …
 
“Avanti sto aspettando … quali sono gli altri vostri desideri?”
 
 
… dannatamente, infinitamente enormemente più potente di Shenron capace di resuscitare più volte le persone cadute anche se era passato più di un anno e …
 
“KAMI SAMA TRUNKS!!!”
 
Il grido che esalò la donna fece trasalire il giovane sayan che quasi mancò di prenderla quando per la gioia gli saltò al collo urlando come una pazza che potevano tornare tutti!!!
Con le lacrime agli occhi e già impaziente di rivederli Chichi gridava a squarciagola felice come mai lo era stata.
 
“POSSONO TORNARE TUTTI!!!! l’HAI DIMENTICATO? POLUNGA POTRA’ FAR TORNARE IN VITA TUTTI QUANT-”
 
Tutti tranne coloro periti per cause naturali quali vecchiaia e malattie … tutti tranne Goku …
 
Non lasciò che l’amara verità sulla situazione di Goku obliasse la felicità che significava quell’opportunità!
Gohan sarebbe tornato, e Crillin Vegeta e Muten e Yamcha, Tenshihan e Puar Oscar Lauch e si, pure quel pazzo di Mister Satan!!
 
“Corri a dirlo a tua madre Trunks … potrai rivedere tuo padre!!!”
 
Gli schioccò un bacio sulla guancia spingendolo verso la direzione opposta mentre lei si sarebbe occupata di dirlo a Videl.
 
Non ci poteva credere … c’era ancora speranza ma come diavolo avevano fatto a non pensare già dal principio che grazie al potere di Polunga avrebbero potuto far tornare tutti in vita ripristinando così l’intero pianeta in un attimo?!
Possibile che durante gli anni di dominio dei cyborg le loro anime si fossero rassegnate a rimanere sole tristi e infelici al punto di smettere di ricordare che un tempo invece erano state le più felici e fortunate dell’intero universo e che finalmente potevano tornare ad esserlo?
Come avevano potuto lasciare che tutto quello le sconfiggesse? Lei in primis aveva ceduto isolandosi dal mondo e cadendo nella depressione più totale …
Tutto adesso le sembrava così insulso e minuscolo che le veniva voglia di ridere, e piangere e ridere ancora dandosi della cretina …
 
 
“Ti sei per caso ammattita? Non mi pare di averti colpita poi così forte nonnetta!”
 
La voce tagliente e spenta di Videl non le tolse il sorriso ma servì a restituirle la concentrazione.
Aprendo la porta della cella dalla quale la ragazzina aveva assistito, pur non capendo nulla, all’intera vicenda Chichi le si avvicinò sedendosi sulla branda libera presente incrociando le braccia e annuendo compiaciuta.
L’idea di scappare non le venne neppure, sapeva come funzionavano gli anelli blu che aveva ai polsi; seppur privi di catene erano congegni strettamente legati ad un’area ben precisa che in quel caso era il perimetro della cella, un passo oltre il confine ed i braccialetti si sarebbero stretti fino ad annullarsi tranciandole mani e piedi e lei non poteva permettersi di perdere le sue armi migliori, se voleva raggiungere il suo obiettivo avrebbe dovuto pazientare un altro po’, l’occasione le si sarebbe ripresentata e stavolta avrebbe fatto le cose per bene senza andare allo sbaraglio come invece aveva fatto la sera prima colta dall’impeto della speranza.
Quindi espirando fuori il nervosismo e la rabbia Videl rimase immobile.
 
“Mandatemi quell’altra!!”
 
Urlando al nulla si rimise sdraiata perdendo interesse. Per un istante aveva sperato di poter avere un dialogo sensato e far valere le sue ragioni ma a quanto pareva parlare alla matta era fiato sprecato.
 
“Videl …”
“…”
“Lo so che non mi conosci e che quello che sto per dirti ti convincerà maggiormente del fatto che sono matta ma … ascolta …”
“…”
“Mi chiamo Chichi e sono la mamma di Gohan un ragazzo che normalmente avresti dovuto incontrare ma purtroppo è morto a causa dei cyborg …”
“Ne sono morti a miliardi per colpa loro … sterminati come mosche!!”
 
L’immagine dell’esplosione che aveva cancellato dalla cartina mezzo quartiere di Orange City il giorno in cui suo padre morì ce l’aveva stampato davanti agli occhi ogni volta che li chiudeva. L’odore di fuoco, polvere e dell’elettricità con cui quei mostri creavano la morte lo respirava ancora negli incubi che la tormentavano da anni quindi cosa aveva di così importante quel suo unico figlio per farle credere che …
 
“Lo so, lui cercava di salvarli … insieme a Trunks; ma da soli era impossibile …”
 
Sentendo quell’affermazione diede finalmente un volto al ragazzo.
 
“L’uomo con un braccio solo era figlio tuo …”
 
Sorridendo Chichi annuì.
 
“L’hai conosciuto?”
 
Un’ombra nera che esce dall’esplosione, lei che grida credendo si tratti dei cyborg mentre invece …
 
“Andrà tutto bene …”
 
Chiuse gli occhi Videl scacciando quel pensiero.
 
“No ma tutti sanno chi era Son Gohan … il punto qual è?”
“Il punto signorina è che c’è un modo per farli tornare dall’aldilà”
“Farli tornare dall’aldilà …”
“ Siiii tutti quanti!”
“Tutti quanti …”
 
Con la voce piatta e atona di chi palesemente prende per i fondelli il proprio interlocutore, Videl ripeté le medesime parole di Chichi non appena questa finiva di pronunciarle e il fatto che la donna sembrasse non accorgersi della sua più che ovvia intenzione la mandava in bestia.
 
 “E non ci sarà neanche bisogno della macchina del tempo pensa, anche perché quella ci serve già per un altro scopo …”
“Che sarebbe?”
“Farmi tornare nel passato da cui questa linea temporale ha avuto origine per fare in modo che il mio defunto marito che in quel tempo tuttavia è vivo riesca a prendere un frammento dell’anima della mia controparte che è stata ghermita da uno spirito cattivissimo e … uh?”
“INSOMMA BASTAAAAAAAAAAAAAA!!!”
 
Livida di rabbia e con le lacrime agli occhi dal nervoso Videl si avventò su Chichi schiacciandola contro la branda prendendola nuovamente di sorpresa rischiando di farle davvero male.
 
“QUI SI FA SUL SERIO VECCHIA PAZZA LO VUOI CAPIRE? QUINDI SMETTILA DI DIRE ASSURDITA’ E LASCIAMI IN PACE PRIMA CHE  ”
 
Una salda presa le afferrò l’avambraccio bloccandole l’ennesimo colpo.
 
“Calmati Videl!”
 
Trunks aveva avvertito il mutare dell’aura della ragazzina da nervoso a ostile e dopo aver detto a Bulma del piano di Chichi aveva fatto presto a dirigersi verso le celle e mai decisione fu più saggia.
Aveva sentito gridare la ragazzina nell’esatto momento in cui abbassava la maniglia per entrare e in un attimo le fu dietro.
 
“LASCIAMI DANNAZIONE, QUESTA DONNA E’ PAZZA!!!”
“Chichi non è pazza … ha ragione ”
“MA CHE DIAVOLO VI PRENDE A TUTTI QUANTI?”
 
Tentando inutilmente di divincolarsi la figlia di Satan continuava a gridare e piangere dando a tutti dei folli, dicendo che se questo era il futuro che la attendeva, che se d’ora in avanti il potere decisionale sarebbe stato in mano a tre matti tanto sarebbe valso essere polverizzata assieme a suo padre e …
 
“A mali estremi …”
 
Posandole le dita della mano libera sulla tempia Trunks chiuse gli occhi bombardandola di immagini relative al tempo dal quale aveva appena fatto ritorno.
Videl così conobbe l’intero squadrone Z, il leggendario gruppo di valorosi eroi che per tanti anni da ancor prima che lei nascesse aveva protetto la Terra perendo però sotto alla potenza dei perfidi cyborg.
Suo nonno cha in gioventù era stato un militare al servizio del Re della Terra in qualità di Generale delle truppe dell’Ovest le aveva raccontato tante storie su di loro quando da bambina non ne voleva sapere di andare a letto.
Lui aveva assistito in prima persona alla dimostrazione di potenza di quei semplici uomini rispetto ai quali le armi ultra tecnologiche dell’esercito finivano per sembrare inutili giocattoli  e le aveva narrato della guerra combattuta in gioventù contro l’esercito del Fiocco Rosso che voleva conquistare il mondo  vinta grazie all’aiuto di un ragazzino che solo contro tutti aveva espugnato la torre del nord sconfiggendo generali dopo generali fino ad annientare del tutto quel corpo paramilitare che da per anni era cresciuto in forza importanza ed influenza fino ad arrivare quasi a capovolgere l’equilibrio mondiale.
 
“Un ragazzino dalla  forza micidiale è stato capace di spazzar via un intero esercito …”
 
E lei era letteralmente impazzita per lui e prendendolo ad esempio aveva deciso di diventare anch’essa una karateka impegnandosi giorno dopo giorni decisa e costante perché semmai un giorno ci fosse stato davvero bisogno avrebbe potuto dare una mano.
 
“ … quel Son Goku era davvero in gamba …”
 
… Son Goku …
 
Son Gohan …
 
Son Gohan che vestiva i ridicoli panni di Great Sayaman per non farsi riconoscere quando aiutava la gente.
Son Gohan che era un genio nelle materie scientifiche e nello sport.
Son Gohan che le aveva insegnato a volare.
Son Gohan che adesso vedeva scagliarsi contro Spopovich sul ring del Torneo Tenkaichi deciso a vendicare lei, che del tutto impreparata al livello di quel mostro era stata ridotta in fin di vita.
Satan Videl che abbraccia in lacrime Son Gohan una volta tutti riuniti al palazzo del Supremo.
Attorno decine di amici, e suo padre che appare con quello che fino a poche ore prima era il nemico e … Chichi che gelosa piagnucola sul suo diritto alla precedenza e …
 
Decine di lacrime le annebbiano la vista che scendendo non può fare a meno di notare una cosa.
Alcuni ricordi li impara dalla prospettiva di Trunks, molti altri grazie alle memorie della donna che fino ad un attimo prima credeva pazza.
La mano di Chichi infatti stringe il dorso di quella con cui Trunks le sfiora la tempia ed anche lei piange.
Forse rivivere quelle memorie ….
 
Ti DImenTIcHerANnO E la tUa anIMA Non Troverà Mai pa-
 
“NO!!”
 
Chichi si allontanò di scatto interrompendo quel flusso di memorie stranamente focalizzate su sé stessa.
Ma l’immagine di lei, inginocchiata a terra  in preda alla più totale della disperazione  e del tutto estranea al tipo di memorie riprodotte fino a poco prima non passò inosservata né a Videl e neppure a Trunks.
Cosa era successo?
 
Si ritrovò improvvisamente semi sdraiata contro la sua branda, come se ci fosse stata spinta e mentre cercava di riordinare i propri pensieri la voce di Trunks le giungeva ovattata e distante.
 
“Cosa diavolo significava quella memoria Chichi?”
“Non è importante.”
“Lo è invece! Quello era Aghòs? Cosa ti ha fat-”
“NON E’ IMPORTANTE, TRUNKS!!”
 
Gridando lo zittì intimandogli poi di liberare la ragazzina.
 
“Me ne torno a casa … chiamatemi quando sarà tutto pronto …”
“Ma Chichi …”
 
Fermandosi sulla soglia la donna indugiò una volta abbassata la maniglia. Lentamente si voltò regalandogli un sorriso stanco e forzato.
Non avrebbero dovuto vedere quello che le era successo, sperava solo di aver interrotto i ricordi in tempo.
 
“Andrà tutto bene … Goku sistemerà tutto …”
“…”
“L’ha sempre fatto, no?”
 
Uscì lasciando i due ragazzini ai loro pensieri.
 
Una cosa per volta.
 
 
 
TH
 
 
 
 
 
Ci sono, Torno, aggiorno e sparisco per l'eternità .... waahh ahh ahhh, no scherzo, parto per la stagione invernale sui picchi della Val di XXXX dove internet è una leggenda ... ci si rivede a marzo gente!!! Buone cose, buone Feste, siate sereni felici e contenti!!!!!  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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