Capitolo 7
Osaka
Aoko
e Kaito non si
parlavano ormai da una settimana. Mancavano una ventina di giorni a
Natale e l'ateneo era corredato di decorazioni verdi e rosse,
alberelli finti in ogni piano e palline luccicanti appese ovunque. La
neve aveva cominciato a imbiancare le strade e la temperatura era
scesa di molto.
Dopo il litigio, il mago
aveva bevuto un paio di bicchieri degli alcolici che il padre teneva
nel piccolo mobile bar. Non era ancora maggiorenne per lo stato
giapponese e se la madre avesse saputo che aveva osato toccare una
goccia d'alcool, l'avrebbe messo in punizione nonostante avesse quasi
vent'anni. Era molto stressato e quel paio di bicchieri gli avevano
steso i nervi.
La mattina presto si era
recato a casa della fidanzata, un cerchio alla testa poiché reggere
l'alcool non era il suo forte e chiesto perdono. Aoko era troppo
ferita da quella frase e non volle ascoltarlo.
La verità che era stata
solo la goccia che aveva fatto traboccare il vaso: la ragazza, di
natura insicura, non riusciva a levarsi dalla testa il pensiero di
Miho e della sua presenza. Anche se la ladra non si dimostrava,
almeno in modo esplicito, interessata a lui, Aoko non poteva fare a
meno di pensare che avrebbe capito Kaito al cento per cento.
Quello che aveva fatto a
teatro era stato spirito di protezione guidato dall'amore per lui.
Era certa che Miho non avrebbe mai agito come lei, avrebbe lasciato
che Kaito se la sbrigasse da solo.
Il professore decretò la
fine della lezione di macroeconomia e Aoko chiuse il libro, prese la
borsa e si recò in sala mensa per il pranzo. Ormai faceva troppo
freddo per mangiare fuori ed erano soliti riunirsi in un unico tavolo
al centro della sala.
Keiko era già seduta in
compagnia del fidanzato, studente all'ultimo anno di architettura, un
ragazzo carino e semplice, come lei. Aoko non sapeva che l'amica
l'avesse seguita e che si fossero instillate domande pericolose nella
sua testa. La ragazza bionda salutò l'amica, disinvolta, e lo stesso
fece il fidanzato. Aoko non aveva, ovviamente, raccontato nulla della
brutta litigata con il mago e davanti a lei fingeva buon umore, o
almeno ci provava.
Akako si sedette alla
destra della ragazza. Saguru non si era ancora fatto vivo e la
casella dei messaggi segnava sempre zero e quel fastidioso quadrato
rosso cominciava a infastidirla. Alla frustrazione si aggiungeva il
disappunto per le cose dette da Kaito.
Il mago entrò in sala
mensa e vide il solito tavolo. Aoko sussultò quando lo notò e
distolse lo sguardo subito. Il ragazzo gettò la borsa sulla sedia
libera e si sedette di fronte alla fidanzata.
<< Salve ragazzi >>.
Akako gli voltò la faccia
e Kaito non ci badò. Miho fece il suo ingresso accompagnata da un
ragazzo del penultimo anno, conosciuto per aver partecipato alle gare
regionali di judo. Ridevano e lei gli fece l'occhiolino
allontanandosi, sedendosi sull'ultima sedia disponibile. Guardò la
coppietta che non si sfiorava nemmeno per caso, Keiko sembrava
inquieta e l'unico normale era il fidanzato di quest'ultima.
<< Che tavolo
allegro >>, scherzò, prendendo il contenitore del pranzo
dallo
zaino e le bacchette. << Ehi, ho una cosa da proporvi!
>>.
Attirò l'attenzione di
tutti.
<< Devo andare ad
Osaka a sbrigare un paio di cose burocratiche e mi piacerebbe che
veniste a farmi compagnia. Sarete miei ospiti >>.
<< Hai abbastanza
posto per tutti noi? >>, le chiese Keiko.
<< Alloggerete nella
casa di famiglia. Da quando vivo a Tokyo la tengo chiusa
>>.
Il gruppo si guardò e
annuirono. Quello di Miho era un tentativo per ristabilire la pace e
anche per crearsi un abili. Avrebbe rubato una pietra preziosa quel
sabato e la copertura da parte di Kaito gli faceva comodo. In fondo
l'aveva aiutato distraendo Keiko durante il furto dell'anello Purple.
A fine pranzo, Kaito si avvicinò ad Aoko e le sfiorò la mano, non
lo allontanò.
<< Domani dobbiamo
provare lo spettacolo della prossima settimana >>.
<< Ci sarò >>,
rispose semplicemente, buttando gli avanzi nel cestino.
Il mago la prese per un
polso dolcemente, avvicinandola a lui. << Amore, ti
prego.
Questo tuo atteggiamento mi distrugge >>.
<< Kaito, non decidi
come mi devo sentire >>, si divincolò dalla presa.
<< E
come al solito non capisci >>.
La ragazza ripose il
contenitore dentro la borsa e si allontanò. Akako aveva ascoltato la
conversazione senza volerlo.
<< Me l'ha
raccontato >>, gli disse.
<< Stai per dirmi
anche tu che sono un cretino? >>.
<< Sì ma anche che
far apparire fiori dal nulla non ti aiuterà. Devi capire cosa l'ha
fatta stare male davvero >>.
<< Non eri
arrabbiata con me? >>. Kaito era piuttosto confuso.
<< Infatti lo sono
>>, rispose, sdegnosa e agitando i lunghi capelli neri.
<<
Solo che mi dispiace per Aoko >>.
<< Perché non me lo
dice allora? >>.
Akako scosse la testa. <<
Uomini >>, fece allontanandosi. << Siete
tutti uguali >>.
Kaito la guardò andare via e rimase perplesso con il vassoio ancora
da ripulire.
<< Donne >>,
disse fra sé e sé. << Saranno sempre un mistero per me
>>.
Miho si sistemò la
parrucca bionda che in genere utilizzava con il costume di Red Fox e
controllò le lenti a contatto verdi. Indossava un abbigliamento
sobrio e scarpe basse, una grossa borsa e l'auto parcheggiata in una
via parallela alla palestra Abe, quella frequentata da Noa.
L'ingresso era composto da
sedie imbottite rosse e un gabbiotto di legno, sulla destra la porta
che conduceva dentro la palestra. Miho indossava un paio di occhiali
da vista e li sistemò sul naso, salutando il segretario dall'altra
parte.
<< Posso esserle
utile? >>. Il ragazzo era sicuro che non fosse una madre
o una
sorella di qualche ginnasta.
<< Mi chiamo Izumi
Ine, sono una giornalista di cronaca nera di un piccolo paese fuori
Tokyo. Sto scrivendo un articolo sul suicido e sto indagando sul caso
di Noa Suzuki >>, fece un sorriso splendente.
<< Ah Noa... >>,
gli occhi del segretario si fecero tristi. << Che
tragedia. Ha
delle domande? >>.
<< Potrei vedere il
suo armadietto? >>.
Il ragazzo, sui
venticinque anni, fece segno di no. << Mi spiace, ma non
posso
farla entrare negli spogliatoi. È
questione di privacy >>.
<< Oh be' lo
capisco. Posso visitare almeno la palestra e parlare con l'insegnante
di Noa? >>.
<< Certo. La trova
alla postazione dei cerchi >>, premette un bottone sotto
il
bancone e la porta fece un click.
Non si apre con la
maniglia , pensò Miho.
La ladra non aveva
intenzione di parlare con l'insegnante per davvero. Si sarebbe
introdotta di nascosto negli spogliatoi e cercato l'armadietto della
ragazzina. Velocissima si nascose nella curva del corridoio e vide
due ragazze uscire dalla stanza e tornare in palestra, un asciugamano
sul collo. Miho aspettò trenta secondi e poi si infiltrò nello
spogliatoio e non ci mise molto a trovarlo. C'era il suo nome ed era
stata posta una banda nera in segno di lutto e c'era un piccolo
alterino ai piedi. Lesse messaggi affettuosi da parte dei compagni e
qualche orsacchiotto era stato regalato.
Si tolse la forcina con
cui aveva acconciato i capelli e forzò la serratura dell'armadietto.
Allo sportello era stato affisso uno specchietto e notò residui di
colla accanto, come se qualcosa fosse stato appiccicato e poi
staccato con violenza. Un paio di libri sulla ginnastica, dei cambi e
biancheria intima: un armadietto ordinario.
<< Troppo ordinario
>>, si disse e lo chiuse, aveva sentito dei rumori.
Si nascose dietro una fila
di armadietti ed entrò una ragazza sui diciotto anni a prendere
qualcosa. Nuovamente sola si recò in fretta alla palestra e si mise
a parlare con l'insegnante di ginnastica ritmica. Le disse che Noa
era un gran talento, molto simpatica e un grande spirito di
sacrifico.
Tornando all'ingresso, la
ladra concluse che qualcuno aveva ripulito l'armadietto della
ragazzina e quello poteva farlo solo chi aveva accesso giornaliero
agli spogliatoi.
Le allieve e gli
addetti alle pulizie.
Picchiettò sul vetro per
attirare l'attenzione del segretario.
<< Scusa, posso
chiederti quante persone lavorano qui? Sai, giusto per essere sicura
di aver parlato con tutti >>.
<< A parte me, tre
insegnanti e due addetti delle pulizie da poco assunti >>.
<< Quelli
precedenti? >>.
<< Se ne sono
andati, purtroppo. Il che ci ha creato un disagio e abbiamo dovuto
assumere due persone in gran fretta >>, raccontò,
sfogando la
frustrazione di aver pulito lui la palestra.
<< Accidenti, ti
capisco. Hai tutta la mia comprensione >>, appoggiò il
gomito
e fissò il giovane negli occhi. << Due uomini?
>>.
<< Un uomo e una
donna, erano molto precisi >>.
<< Avete i loro
nomi? Sai magari li intervisto su Noa >>.
Il ragazzo sbuffò. <<
Come se non bastasse i computer hanno avuto dei problemi e abbiamo
perso tutti i dati dei precedenti lavoratori. Attualmente abbiamo
solo quelli di chi è assunto >>.
<< Che peccato >>,
gli sorrise, poi si scostò. << Grazie per la
disponibilità
>>.
<< Se ti serve posso
lasciarti il mio numero... >>. Il ragazzo non terminò la
frase
che Miho era già sparita oltre il portone.
In macchina si tolse la
parrucca, le lenti a contatto e gettò tutto in una borsa sul sedile
passeggeri. Rimase ferma qualche minuto a riflettere, la mano sul
volante e con l'altra mano frugò nella borsa da cui estrasse un
cellulare. Dopo aver inviato un messaggio, mise in moto e lasciò la
stradina.
Quel sabato era soleggiato
e senza una nuvola in cielo. Il gruppetto giunse ad Osaka nel primo
pomeriggio e seguirono le indicazioni di Miho per giungere alla casa.
Per Kaito fu un viaggio pesante: Aoko seguitava a rivolgergli poche
parole e Akako non gli parlava affatto.
Quando giunsero davanti a
villa Okamoto rimasero stupefatti: era un grande caseggiato di tre
piani con uno sconfinato giardino a fargli da cornice. Kaito pensò
che d'altronde la ladra discendeva da una stirpe di acrobati e il
padre doveva averle assicurato un alto tenore di vita.
<< Che lavoro fanno
i genitori di Miho? >>, chiese Zeshin, il fidanzato di
Keiko.
<< Il papà è morto
quando era piccola e la madre è una manager nel mondo dello
spettacolo >>, spiegò Aoko.
<< Questo spiega la
villa >>, rispose il ragazzo.
Miho andò ad aprire e li
salutò allegramente. Indossava un vestito rosso e delle calze nere,
capelli sciolti. Li guidò lungo una scalinata all'ingresso e mostrò
un corridoio con cinque porte agli ospiti.
<< Scegliete quella
che volete. La mia è quella dall'altra parte del corridoio
>>,
disse, indicano una porta in fondo. << Ho preparato la
cena per
stasera >>.
Aoko e Kaito scelsero la
prima porta. Letto a baldacchino, finestrone che dava sul giardino,
mobili semplici e raffinati. Il piccolo bagno in camera era in tinte
dorate e la doccia era grandissima.
Trascorsero il pomeriggio
girando per Osaka e Miho gli mostrò le attrazioni principali. Quando
il sole cominciò a sparire dietro l'orizzonte, la ragazza li portò
in un bellissimo locale panoramico a bere qualcosa. Nel bar c'era una
grande TV a schermo piatto e i video musicali vennero interrotti dal
telegiornale.
<< È
programmato per domani il furto della celebre ladra Red Fox!
>>,
annunciò l'uomo in giacca dietro un bancone azzurro. La foto della
ladra passò sullo schermo e la ritraeva mentre saltava da un'enorme
finestra. Il rosso della tuta aderente spiccava contro il cielo
scuro.
<<
Adoro Red Fox! >>, esordì Keiko.
<<
Non adoravi Ladro Kid? >>, le domandò il fidanzato.
<<
Certo! Ma Red Fox è... >>, ci pensò un attimo.
<< La
controparte femminile di Kid! >>.
<<
Secondo me è più brava di Ladro Kid >>, disse
provocatoria
Miho, lanciando un'occhiata a Kaito.
<<
Kid è il cattivo ragazzo >>, disse la ragazza bionda,
incurante del fatto che era seduta allo stesso tavolo dei due ladri
più famosi del Giappone.
Zeshin
parve infastidito. << Cosa avrà mai di così speciale!
>>.
La fidanzata rise e gli diede un bacio sulla guancia, per calmarlo.
<<
Io penso che sia un grande esibizionista, quel Kid! >>,
concluse velenosa Akako, bevendo la sua aranciata. Il mago non le
diede peso, sapeva che l'aveva detto per sfogare la frustrazione nei
suoi confronti.
Miho
era tutta trofia per le cose dette da Keiko e Kaito alzò gli occhi
al cielo, in verità si era un po' risentito. Essere Ladro Kid lo
rendeva orgoglioso, esattamente come lo era stato suo padre al tempo.
Aoko
guardava i due. Pensò che, dopotutto, anche il padre di Kaito aveva
sposato una ladra e forse tra di loro aveva funzionato proprio per
questo motivo. Dentro di lei si diceva che era un periodo, quel tanto
che bastava per attirare il serial killer e poi il vestito bianco
sarebbe finito nel dimenticatoio.
Allora
perché sentiva una fitta dentro di lei? Perché sentiva che c'era
qualcosa che stava andando storto in tutta quella situazione?
Giunta
la sera, Aoko si
sedette sulla poltrona vicino al divano e Akako la imitò sedendosi
sull'altra, osservando gli occhi azzurri dell'amica perdersi tra le
fiamme scoppiettanti.
<< Non credi sia ora
di perdonarlo? >>.
La ragazza sorrise. <<
Certo che sei strana. Ce l'hai a morte con Kaito eppure cerchi di
farci rappacificare >>.
<< Non odio Kaito. È
sempre irritante, questo non cambia mai >>. La fece
ridere
molto e Akako divenne stizzita, incrociando le braccia.
<< Che
hai da ridere? >>.
<< Gli vuoi bene >>,
disse tra le lacrime per le risate.
<< Non dire
sciocchezze! >>, disse con fare altezzoso.
<< Come potrei
voler bene a uno così?! >>.
Le labbra di Aoko si
ridussero a un sorriso. << Come vuoi bene a Saguru
>>.
Quella frase fece voltare
gli occhi di Akako come se avesse paura che potesse leggerle la
verità nelle iridi.
<< Saguru... Lui è
fatto a modo suo >>.
<< Ehi ragazze! >>,
Keiko agitava un mazzo di carte tra le dita. << Partita a
carte? >>.
La strega sospirò felice.
L'intervento della ragazza aveva interrotto sul nascere una
discussione imbarazzante. Non era ancora pronta ad affrontare quel
discorso.
Già , pensò
amaramente. È
fatto a modo suo.
Kaito
sedeva su una
panchina del giardino di fronte a una fontana. C'era freddo,
nonostante la bella giornata, e fissava il cielo pieno di stelle.
Lanciava carte contro un albero.
Miho poggiò le mani sullo
schienale della panchina in legno e con un movimento agile si sedette
al fianco del mago.
<< Be' Kid, quando
hai intenzione di sistemare la tua storia con la principessina?
>>.
Il ragazzo sbuffò. <<
Si può sapere perché ci tieni tanto ad aiutarmi? >>.
<< Mi piacciono i
casi disperati come te. La verità è che tu non hai capito proprio
niente >>, rise lei.
<< Illuminami.
Sembra che tutte abbiate capito tranne me >>, disse
scocciato
il ladro. L'atteggiamento di Miho ricordava molto quello della strega
qualche giorno prima.
<< Aoko non può
capirti >>.
<< Di che parli? >>.
Miho scosse la testa. <<
Lei non crede di essere alla tua altezza perché non fa parte del
mondo dei ladri >>.
<< Non è
assolutamente vero e anche se fosse non mi interessa. Lei è
bellissima, dolce e se non ci fosse non saprei cosa fare
>>.
Kaito si rese conto di averlo detto, sì, ma non l'aveva mai fatto
davanti alla fidanzata.
<< Posso vedere la
lampadina del tuo cervello accendersi >>.
<< Aoko non crede di
essere abbastanza per me ed io ho solo avverato la sua peggiore paura
>>. Kaito prese una carta, la lanciò contro l'albero e si
conficcò nel legno. << Allora so cosa devo fare
>>.
La ladra ne prese una dal
mazzo, mosse il polso e cercò di imitarlo. La carta volteggiò
goffamente fino a toccare la pietra del vialetto. Miho la guardò
contrariata e le risate a crepapelle del ladro la irritarono.
<< Non hai niente da
ridere! >>. Continuava a sghignazzare, lei incrociava le
braccia e non lo guardava. Poi lo sbirciò con un'occhiata.
<<
Come ci riesci? >>.
Smise di ridere e una
carta apparve tra le dita dal nulla. << È
un gioco di polso >>. Kaito le passò
un'altra carta e
poi le mise una mano sul polso. La ragazza dovette ammettere che quel
contatto la faceva sentire bene e scacciò il pensiero, sapeva che
non era la sera giusta, la situazione giusta e peggio ancora non
doveva sentirsi così per nessun motivo.
Kaito le fece rivedere il
movimento e Miho ci riprovò. La carta non si conficcò a fondo ma
almeno rimase nel legno.
<< Quel povero
albero ha almeno trent'anni >>.
<< Sono sicuro che
Red Fox può migliorare! >>, scherzò Kaito.
<< Aoko ha detto una
cosa sciocca il giorno in cui avete litigato >>.
<< Cosa avrebbe
detto? >>.
<< Che io sono più
giusta per te. Lo trovo ridicolo >>. Eppure quelle parole
della
ragazza l'avevano colpita e ci pensava ancora.
Kaito ridacchiò, come se
avesse detto una barzelletta. << Ci distruggeremo a
vicenda,
probabilmente >>.
<< Già, hai ragione >>. La
ragazza andò a riprendere le carte per non far notare gli occhi un
po' tristi. Cosa mi prende?
<< Corri Kid. La
principessa Nakamori aspetta solo te >>.
Aoko
non aveva vinto
nessuna partita e decise che non era fortunata nemmeno nel gioco. Si
mise a passeggiare per il vasto parco, mani nelle tasche e avvolse il
collo nella sciarpa rosa. Incrociò il fidanzato davanti al portone
d'ingresso e si fermò, bloccata. Appena la vide,
le andò incontro dandole un bacio. Avrebbe voluto ribellarsi ma si
lasciò andare perché Kaito le mancava tantissimo.
Le teneva il viso tra le
mani e la fissava negli occhi. Aoko non riusciva a staccarsi,
l'orgoglio era divenuto minuscolo, sopraffatto da quegli occhi blu.
<< Non è vero che non vali abbastanza da stare con me
>>.
<< Cosa? >>.
<< Tu mi sei stata
accanto quando hai scoperto chi ero, hai rischiato la tua stessa vita
e sopporti la mia doppia identità >>. La pelle di lei era
liscia e gli era mancato il suo profumo. << Come puoi
pensare
di non valere abbastanza? >>.
La giovane non riusciva a
sostenere quegli occhi dopo quella rivoluzione. << Io non
ti
capirò mai >>.
<< Non mi interessa
>>, ribatté lui. << Mi sei accanto da quasi
quindici
anni e dove sarei senza di te? >>.
Aoko avrebbe voluto tenere
il muro alzato ma le crepe formate da quelle parole lo stavano
demolendo.
<< Tu non devi
capire Ladro Kid. A me interessa che tu capisca Kaito e lo fai
egregiamente. Sono presuntuoso >>. Aoko percepì
esitazione,
come se non volesse dire la prossima parola. <<
Esibizionista
>>.
Finalmente rise e quel
suono era il più puro che potesse mai sentire. << Dai
ragione
ad Akako, allora >>. Gli avvolse la vita con le braccia e
avvicinò le labbra alle orecchie. << Ci sai fare con le
parole
>>.
<< Lo so. Io so fare
tutto, signorina >>.
Aoko gli diede un colpetto
sulla spalla e lui la attirò a sé per baciarla. Sentire di nuovo le
sue labbra fu come tornare a respirare e rimasero lì, la pelle d'oca
per il freddo e i brividi per le emozioni, a fare pace e riprendersi
da quella settimana sprecata in malumori e mutismi.
Non sapevano di avere una
spettatrice, seduta sul ramo di un grosso albero, che dondolava i
piedi come una bambina. Un trillo ne distolse l'attenzione e scorse i
messaggi in arrivo sul cellulare. Le labbra di Miho si incurvarono in
un sorriso delicato e si lasciò cullare dalla brezza gelida
dell'inverno, osservando la luna piena. Il cellulare fu abbandonato
accanto a lei e lo schermo ancora illuminato, il testo del SMS sulla
homepage.
Sospetto confermato.
Indagherò. Ti cerco io. Dieci giorni.
La domenica sera il gruppo
si ritrovò sul treno del ritorno. Kaito aveva ricambiato il favore
alla ladra, distraendoli dall'assenza di due ore della ragazza. Miho
era tornata come se niente fosse e annunciato al ragazzo che avrebbe
restituito anche quella gemma. Sul treno, osservò la coppia
ritornata felice e poggiò il gomito sul bordo del finestrino, mano
sotto il mento, osservando il paesaggio scorrere rapido.
Abituato a vederla
frizzante e sarcastica, Kaito non capiva cosa turbava Miho e la
rendeva quasi malinconica. Ancora non lo sapeva nemmeno lei, ma
qualcosa di pericoloso e bellissimo stava nascendo dentro di lei, per
quanto cercasse di reprimerlo.
Red Fox non era la volpe
amata da tutti nella vita reale. Miho stava capendo che lei non era
immune ai sentimenti comuni e Kaito stava sconvolgendo la sua
esistenza in modo irreparabile. Lo guardò per un secondo, le fece un
sorriso amichevole e ritornò a guardare fuori.
Un sorriso può davvero
cambiare il mondo di qualcuno.
Angolo autrice!
Ecco
il nuovo
capitolo!
Chiedo scusa per aver ritardato. Per chi non avesse
letto l'aggiornamento nel capitolo precedente, ho iniziato un nuovo
lavoro molto stancante fisicamente e quindi arrivo a casa
stanchissima >.< Dopodomani tornerò in Italia per tre
settimane e dovrei essere più libera!
In questo capitolo la
nostra coppia preferita ha fatto pace e Miho sembra turbata e pare
nascondere anche lei dei segreti. Keiko scoprirà che Kaito è Ladro
Kid?
Ringrazio chi l'ha messa
tra le seguite, le preferite e chi ha commentato!
Relie Diadamat:
Grazie per
la tua recensione e i suggerimenti. Sono veramente felice di sapere che
mi segui! :)
Alla prossima!
PS= Chiedo scusa per il ritardo eccessivo ma sono ritornata all'estero solo la scorsa settimana e ho avuto qualche problema personale, pubblicherò il prossimo capitolo sicuramente in questi giorni, massimo metà prossima settimana! Scusate ancora! :D