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Autore: TeamFreeWill    15/12/2017    6 recensioni
Collocato durante la stagione 11
Un normale caso per i bross. Riusciranno a sciogliere il patto che un povero "disgraziato" ha fatto con una demone che scappa dall'inferno all'insaputa di crowley? :)
Genere: Generale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Era oramai sera quando decisero di fermarsi in un supermercato a prendere qualcosa da mangiare, poi andarono dritti verso un motel della zona e alloggiarono lì. 

Sammy fece il check-in, poi entrarono nella loro stanza. Il moro si mise ad esaminare le carte sul caso sedendosi sul letto, il maggiore invece andò ai fornelli. Aveva troppa fame!

“Allora, qui c’è scritto che la vittima, August Percey, era un delinquente…Rapine più che altro, ma un anno fa ha compiuto il salto di qualità… Ha ucciso una donna. Marie, circa 30 anni, era in bici. Il bastardo l’ha scippata. La vittima ha perso l'equilibrio ed è caduta, ha sbattuto la testa sull’asfalto ed è morta sul colpo. Il figlio di puttana è appena uscito dal carcere con la condizionale. Il marito, il signor Eric Carver, è impazzito dal dolore. Non si è più ripreso dalla morte della moglie” lesse Sammy e

Dean, che era intento a cucinare, affermò : “Povero uomo, capisco perfettamente cosa prova."

Si girò e fissò i suoi occhi verdi in quelli multicolore di Sammy. Se dovesse capitare qualcosa al suo fratellino…lui impazzirebbe!. Chiuse gli occhi per non pensarci. 

Dean poi sbottò "Il bastardo ha fatto la fine che meritava. Comunque passami le foto Sammy” chiese alla fine. 

Il minore si alzò dal letto e gliele passò, poi vide l’espressione del biondo farsi sempre più concentrata.

“Ma certo! Fratellino ho capito cosa può essere stato...Non esistono solo i cerberi che dilaniano le vittime così…Ti ricordi cosa incontrammo nel Maggio 2006 a Chicago?” chiese il maggiore, a un Sam che lo guardava interrogativo.

Il moro si concentrò e poi ricordò. Erano passati molti anni da allora e di orribili creature ne avevano incontrate parecchie. 

“Non posso crederci…Un Deava. Un demone dell’oscurità! Un demone ombra” costatò il minore. 

Era proprio così.

La distanza degli artigli non era paragonabile a quella di una zampata feroce di un cerbero. Erano di fronte a un demone ombra.

Quei demoni erano molto antichi, addirittura risalivano a 2000 anni prima della venuta di Gesù. 

I normali demoni li controllavano usando un simbolo Zoroastriano dipinto con il proprio sangue e un medaglione con lo stesso simbolo.

Meg ne controllò all’epoca uno per tendere una trappola al padre e a loro. Da allora non li avevano più visti.

"Lì vicino ci deve essere l'altarino e il bastardo che lo comanda" disse il moro, mentre Dean annuiva e riprendeva a cucinare.

"Concordo Sammy" rispose il biondo. 

La serata passò così, cenando e facendo ricerche fino a tardi.

Il mattino seguente si diressero nell’appartamento di Eric, il quale appena aprì la porta vide che erano due agenti dell'Fbi e li fece accomodare in casa.

Ai fratelli dispiaceva vederlo così. Un uomo che era l’ombra di se stesso. Un uomo che ricordava molto loro padre nel dolore che aveva negli occhi. Occhi che erano spenti, privi di ogni emozione.

“Siamo venuti ad informarla che il delinquente che rapinò sua moglie è stato ucciso in maniera brutale.” disse Dean formalmente e l’uomo alla notizia non poté non sorridere compiaciuto. “Giustizia" pensò tra sé e sé.

“La cosa la diverte signor Carver?” continuò Sam a cui balenò un sospetto vedendo la reazione.

“Se mi diverte? Il Karma…. caro agente Smith!” rispose andando a versarsi da bere dal piano bar che aveva in salotto e brindando felice.

“C’entra qualcosa lei non è vero? E non parliamo di Karma, pezzo d’idiota!” intervenne Dean che capì anche lui cosa avesse fatto.

“Come scusi? Ma come si permette. Fuori di…”, ma non finì la frase che il biondo lo prese per la collottola e lo sbatté al muro. L’uomo fece cadere il bicchiere a terra che andò in frantumi.

“Hai fatto un patto con un demone degli incroci figlio di puttana!” gridò il biondo arrabbiato, strattonandolo, ma Sammy lo allontanò e gli mise una mano sulla spalla per cercare di calmarlo, dicendogli “Lo stai spaventando!”. 

Il biondo si allontanò subito, respirando affannosamente.

“Sammy si è venduto l’anima per vendetta!” e tirò un pugno al divano. 

L’uomo, sistemandosi la camicia, disse: “Ma che razza di agenti dell’Fbi siete? Ma cosa state blaterando? Solo giustizia! Beh!! che cazzo ne sapete voi di cosa prova un uomo a cui hanno strappato la propria gioia di vivere? Ora fuori di qui!” gridò a questo punto Eric rivolto ai due giovani che lo guardarono di rimando.

Sam stava per rispondere, ma Dean lo zittì. Era calmo ora.

“Siamo cacciatori e sappiamo cosa prova. Io ho venduto l’anima per il mio fratellino qui. Sono stato all’inferno. E mi creda non auguro a nessuno quello che c’è laggiù. 40 anni ci ho passato e ancora adesso porto dentro di me i segni di quella permanenza. Ma lo farei ancora e ancora per lui, perché è questo che si fa per le persone che si amano e che si perdono ingiustamente!” disse tutto questo fissando l’uomo che rimase zitto, poi posò gli occhi sul suo fratellino nell’ultima parte del discorso. 

All’improvviso gli occhi multicolore del minore si inumidirono e sorrise. Poi si costrinse a parlare a sua volta voltandosi verso Eric.

“Sua moglie non avrebbe voluto questa vendetta…Lei può convincersi che è giustizia, ma è solo mera vendetta quella che l’ha spinta a fare un patto…Cercheremo di trovare il demone che ha il contratto e glielo faremo sciogliere. Mi creda lei è una persona disperata e per la famiglia si fa di tutto, quindi la capiamo” 

Qui il minore guardò il maggiore che sorrise, poi ritornando a guardare Eric aggiunse:“Nessuno che stipula un patto sa le reali conseguenze che comporta averlo stipulato. Lei non si è reso conto che ha venduto l’anima e che tra 10 anni il suo debito sarà riscosso e che andrà all’inferno per poi diventare un demone. Nessuno comprende le conseguenze di un patto finché non scade.” 

Disse questo appoggiando una mano sulla spalla dell’uomo, che lo guardò negli occhi realizzando e capendo cosa avesse fatto.

“Io non sapevo...Quel sensitivo che c’era al parco, che si avvicinava alla gente sostenendo che lui sapeva come risolvere i problemi, dopo avermi convinto non mi ha detto queste cose! Oddio ho deluso mia moglie! La demone so che si chiama Angie, il sensitivo si chiama Patrick. Se n’é andato appena mi sono fatto dire cosa fare.” rispose con le lacrime agli occhi, agitato.

"Che gran figlio di..." Sibilò tra i denti il moro e guardò Dean che si premette il pollice e l’indice tra naso e occhi.

Non avevano altro tempo da perdere.

I due lo calmarono assicurandogli che avrebbero fatto di tutto per sciogliere il patto e trovato il sensitivo che lavorava per lei, poi si congedarono da lui e andarono di filato sul luogo del delitto.
 
  
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