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Autore: Alone_D    17/12/2017    0 recensioni
-Lei non doveva incontrarti! - sbottò una voce in lontananza - È stata lei a venire da me!- ringhiò un’altra. Non capivo dove mi trovavo, così iniziai a correre, era tutto buio. Svariati alberi mi circondavano e bloccavano ogni via d’uscita. Continuai a correre fino ad un laghetto. Per poi fermarmi di botta quando vidi i due ragazzi che avevo appena sentito discutere. Si girarono di scatto verso di me e li riconobbi.
Tratto da un dialogo: -Sono un angelo nero in fin dei conti-
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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Le lezioni passarono velocemente, era l’ora di pranzo e dovevo trovare assolutamente Will. Mi diressi verso il cortile ed iniziai a cercarlo, scrutai sotto l’ombra degli alberi, tra i tavoli, in ogni angolo del cortile, ma non c’era. Decisi quindi di rientrare e cercarlo dentro, quando una melodia suonata al piano si impossessò del mio udito, la conoscevo bene, era una delle composizioni di “Yiruma” che preferivo. Mi diressi verso la melodia, attratta come una mosca dal miele, attraversai il lungo corridoio bianco della scuola fino a trovarmi di fronte all’aula di musica. Provai a percepire ciò che provava la persona che stava suonando il piano, dolore, tristezza, solitudine forse? Non ne ero così sicura, così mi avvicinai alla porta e l’aprì lentamente, scrutai all’interno e vidi un ragazzo intento a dar vita a quell’armonia, era Will. Teneva gli occhi chiusi mentre le sue dita accarezzavano dolcemente i tasti del pianoforte, non sembrava lo stesso Will con cui avevo avuto una diatriba poche ore prima… sembrava amareggiato, come se stesse sfogando un qualcosa di impercettibile a chi non sapeva ascoltare. Attirata da quella dolce melodia, entrai senza fare rumore, fino ad avvicinarmi completamente a lui. Era veramente bello, ma non di una bellezza soltanto esteriore, sembrava avere un qualcosa in più. In quel momento percepivo in lui la mia stessa solitudine, in quei pochi secondi mi sembrava di conoscerlo da sempre, anche se in realtà forse stavo solo fantasticando su di lui, visto che non lo conoscevo affatto.
-River Flows in You – pronunciò risvegliandomi da quella catalessi. Ero così presa da quella melodia e dai miei pensieri, da non essermi resa conto che aveva finito di suonare; ma soprattutto non mi ero accorta di trovarmi esattamente accanto a lui con gli occhi chiusi.
-Cosa?- dissi confusa
- Il titolo del pezzo che stavo suonando, “River Flows in You”… - disse scrutandomi - Hai bisogno di qualcosa?- continuò dolcemente
-No- affermai allontanandomi di scatto – Scusa, non volevo interromperti. T-ti ho sentito suonare e sono entrata senza pensarci.- dissi titubante allontanandomi ulteriormente.
-Scusa- pronunciò il moro senza esitazione -Scusa?- chiesi interdetta
- Per stamattina… non era mia intenzione colpirti-
-Ho i riflessi pronti, tranquillo- Mi affrettai ad uscire senza dire altro. Che cosa mi stava facendo? Quando stavo con lui non riuscivo più a capire niente. Quegli occhi erano calamite per i miei. “Dovevo scoprire cosa aveva contro di me” beh, forse non ero così audace come pensavo di essere. O forse era lui a far scomparire la mia audacia, come se fosse la mia criptonite. Basta, dovevo fantasticare di meno.
 
- Il numero massimo di elettroni che il secondo livello energetico può contenere…-
Bla bla bla. Odiavo la chimica. Non ci capivo niente: livello energetico, ossidazioni, nomenclatura… non ce la potevo fare, la chimica era arabo per me; materia che invece sembrava essere una delle preferite di Ryan, che fortunatamente era capitato come mio compagno di laboratorio.
-Capisci realmente qualcosa? - sussurrai al riccio
- Beh, in realtà sorrido e annuisco solo per sport… Però me la cavo- rispose facendomi un occhiolino
- Che simpatico- sbottai acida – se sei tanto bravo, prova a farla capire anche a me- continuai in modo sarcastico
- Oggi pomeriggio, dopo scuola, a casa tua. - rispose senza esitare -Scherzavo ovviamente, non sia mai che scopri dove abito e poi inizi a perseguitarmi – gli feci un occhiolino – Ma guarda che so già dove abiti Miss “Hill Street” -
-Sei per caso una specie di psicopatico ossessionato da me, o cosa? - chiesi interdetta –Abito vicino a te e ieri abbiamo fatto lo stesso percorso per tornare a casa, solo che forse stai troppo con la testa tra le nuvole… sei proprio sveglia, sai? – disse sarcastico
Tra una risata e un’altra la lezione passò in fretta. Finalmente potevo tornare a casa. Mi affrettai ad uscire per non farmi vedere da Ryan. Il cielo era grigio, ma non faceva freddo, anzi si stava bene. Qualche raggio di sole penetrava dalle nuvole, le foglie degli alberi iniziavano ad ingiallirsi, l’autunno stava arrivando. Incalzai il passo, superai la schiera di villette giallo opaco, risalì la collina ed eccomi, ero arrivata. Bene, adesso capisco perché non avevo visto ancora Ryan, era arrivato prima di me e si dondolava sull’altalena abbandonata quasi di fronte casa mia. Stranamente non mi ero accorta di avere a 50metri di distanza una villetta simile alla mia, doveva essere casa sua. 


Holaaa giovani fanciulli/e, presto arriverà anche il quinto capitolo, magari adesso la storia è ancora un po' noiosa, ma abbiate pazienza, siamo ancora solo all'inizio. Mi farebbe davvero felice sapere se vi sta piacendo o se la state seguendo o anche magari se c'è qualcosa che non vi è piaciuto. Aspetto le vostre recensioni, a domani!

   
 
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