Film > Le 5 Leggende
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Autore: Roiben    17/12/2017    2 recensioni
Di nuovo guai in vista per i Guardiani. Questa volta, tuttavia, non sono unicamente i bambini a fare da bersaglio.
Manny ha un’idea, ma non tutti ne sono entusiasti, in particolare l’Uomo Nero, reduce dalla recente e ancora molto sentita disfatta.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Cinque Guardiani, Nightmares, Nuovo personaggio, Pitch
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Dodici


Il secondo strillo di Pitch, questa volta scioccato, fa vibrare i vetri della stanza e caracollare l’incubo di nuovo addosso all’entrata, mentre Sanderson tenta invano di convincerlo a smetterla di raspare convulsamente contro il legno laccato, tanto è protetto da incantesimi contro i danni da urti ed esplosioni (misura attuata da Nicholas dopo essere stato costretto a rifare per l’ennesima volta gli arredamenti della fabbrica in seguito ai maldestri tentativi di cooperazione degli elfi).


«Che accidenti ci fai tu qui?!» esplode Pitch, fissando attonito la donna placidamente adagiata al suo fianco.


«Gran bel modo di ringraziare. Sei proprio un villano» si lagna Nyx, un po’ offesa dall’atteggiamento aggressivo dell’Uomo Nero. «E in ogni modo sono io quella che dovrebbe chiederti che cosa ci fai tu qui» fa acidamente notare.


Pitch, confuso, aggrotta entrambe le sopracciglia senza mai perderla d’occhio. Scuote la testa, si blocca immediatamente scoprendo in ritardo quanto il restare immobile faccia molto meno male e non dia l’impressione di avere cocci di vetro che sbatacchiano all’interno della scatola cranica, infine si decide a usare la sua arma super segreta: gli occhi grandi da cucciolo abbandonato.


«Non capisco» aggiunge, per dovere di cronaca.


Nyx arriccia le labbra, stizzita, poi però sospira e si arrende all’evidenza di dover spiegare la situazione a quel cocciuto somaro di Pitch Black.


«Può essere che tu abbia notato quanto l’arredamento di questa stanza non sia del solito, monotono nero e sfumature affini» prova, pensando che cominciare dai fatti semplici e immediatamente dimostrabili sia la tattica migliore in quel caso.


«Mh» commenta solo Pitch, non particolarmente toccato dalla spiegazione.


«Dèi, sei proprio inutile certe volte!» lo accusa, stressata. «Ok, bene. Riproviamo con questo: che cosa rammenti dell’ultimo giorno?».


«Ehr…» tenta Pitch, preso in contropiede. Che diamine ricorda? Vuoto. Apparentemente il nulla più assoluto. Pessima notizia, non c’è che dire. «Non molto, a dire il vero» media, pigolando debolmente e sperando di non essere crudelmente aggredito dall’arpia che siede al suo fianco.


Nyx digrigna i denti, spazientita, e inizia a tamburellare le unghie sul comodino, affatto lieta per quella situazione incresciosa.


«Sei riuscito a peggiorare drasticamente dall’ultima volta in cui ci siamo incontrati» tiene a far notare, infischiandosene dell’occhiata attonita e un po’ risentita di Pitch. «Dato che sembra che la tua testa sia più vuota del solito, vorrà dire che dovrò aggiornarti io stessa» esclama drammaticamente. «In questo momento ti trovi nella coloratissima e fin troppo caotica fabbrica di Babbo Natale» spiattella senza il minimo tatto, godendosi l’espressione raccapricciata dell’Uomo Nero. «E non è tutto, naturalmente. Pare che ti abbia portato fin qui niente meno che l’Omino dei Sogni in persona, e che la Fata dei Dentini abbia provveduto ella stessa a risanare un danno che ti eri procurato scontrandoti con una figura apparentemente misteriosa. Ma io sono piuttosto certa di sapere di chi si tratti: Ba’al. E chissà, forse ad assistere c’era perfino il suo caro fratellino Mot» ipotizza allegramente.


Pitch è bianco come un lenzuolo candeggiato e tiene le labbra strettamente serrate nell’improbabile tentativo di non strillare agghiacciato dall’impietoso resoconto appena udito. “Donna infernale” sbotta mentalmente, maledicendola oggi esattamente come già accaduto nell’ultima occasione in cui ha dovuto sorbirsela. E poi, finalmente, rammenta la causa scatenante delle sue attuali sciagure che, stranamente, non è Jack Frost, ma un duo poco raccomandabile di divinità unito alla sua scarsa lungimiranza nonché stupida curiosità. Sospira, per nulla rassicurato dall’aver rammentato la nottata trascorsa; ha come la sensazione che non sia che l’inizio e che, in un futuro fin troppo prossimo, avrà modo di pentirsi ancora e ancora della propria sconsideratezza.


«Che guaio» mormora fra sé, dimenticando per il momento di avere compagnia.


«Puoi dirlo forte, tesoro» lo rimbecca Nyx.


«Evita, te ne prego, di chiamarmi in quel modo» supplica Pitch, stremato.


Nyx increspa le labbra in un poco simpatico ghigno. «E come preferisci che ti chiami? Uomo Senza Cervello? Gran Signore della Sfortuna? Magari Re del Monocromatico Deprimente. Suona bene, direi» indugia, sembrando intenta a riflettere realmente su quella possibilità.


«Non direi proprio» sibila fra i denti Pitch, chiedendosi perché, fra tutti, proprio lei dovesse capitarle fra capo e collo dopo una nottata infame come quella e un risveglio molto più che traumatico.


«Uffa, sei sempre così poco collaborativo, tu, Uomo Irritante e Imbronciato» si lagna.


«Piantala! Per favore, se… devi per forza stare qui, non potresti almeno smetterla di appiopparmi nomi improbabili e offensivi? Andrebbe benissimo anche se restassi semplicemente zitta» propone speranzoso.


Le sue futili speranze, come già sospettava, vanno in fumo nel momento in cui lei lo fissa oltraggiata e riprende a tamburellare sul comodino. E poi sarebbe lui quello irritante.


«Sei assolutamente una piccola pulce ingrata, ecco cosa!» sgola a pieni polmoni, costringendolo a socchiudere le palpebre nella speranza di affievolire il feroce mal di testa che lo ha assalito già al suo risveglio. «Ti ho destato io, se te lo stessi chiedendo. Ma hai pensato di elogiarmi per il mio ammirevole gesto di puro altruismo? No! Ti sei forse prostrato adorante ai miei piedi? No! Hai osannato la mia fausta e meravigliosa persona? Certo che no! Sai solo lamentarti e nient’altro. Ma chi ti ha ripescato da quello stupido incubo? Io! Ecco chi. Se avessimo aspettato te avremmo già fatto la muffa! Sei un essere totalmente inutile!» ulula come una banshee.


Pitch, angosciato, si ritrae infagottandosi stretto nelle coperte, pregando che possano fornirgli un qualche tipo di protezione contro quella strega fuori di testa. In fondo, per i bambini funziona discretamente, quindi perché non dovrebbe farlo anche per lui?


«Ebbene?!» sbotta Nyx, pretendendo di essere ascoltata.


«Ehm…» tossicchia Pitch, imbarazzato, senza avere la più pallida idea di cosa lei si aspetti esattamente. Forse potrebbe bastarle un semplice ringraziamento? Per quanto dubiti che siano quelle il genere di mire della donna infuriata che si agita e sbraita sul letto. Oh, beh, che ha da perdere, in fondo? Tanto vale tentare: se andrà male penserà a un piano di riserva per sfuggire alle sue malefiche grinfie anche questa volta. «Ehm…» ritenta, incerto. «Grazie per il tuo aiuto. È stato… uhm… prezioso» gracchia, poco convinto ma comunque speranzoso che possa tirarlo fuori indenne da quella situazione spinosa.


Un sorriso scintillante di Nyx lo sorprende all’improvviso, suggerendogli di rimboccarsi meglio le coperte, almeno fino al mento a giudicare dall’espressione spiritata della donna.


«Ma certo! D'altronde, da che mondo è mondo, ogni singola azione che la mia augusta persona intraprende è e sarà sempre e comunque preziosa» si vanta immodestamente con gli occhi che risplendono di luce propria


Sì, certo, come no. E io sono la fata turchina” elucubra acidamente, scuotendo prudentemente il capo, sconsolato.


*


L’incubo sta disperatamente cercando di scardinare la maledetta porta da minuti interi, ma sembra sia decisamente più complicato del previsto: non riesce ad abbatterla e pare non sia possibile passarci attraverso. Come si suppone debba sorvegliare l’incolumità del suo padrone, se non può nemmeno raggiungerlo? Sbuffa e scalpita, frustrato a causa degli infruttuosi tentativi; è stizzito perché il guardiano dei sogni con il quale divide il corridoio non ha alzato neppure un dito per dargli una mano, si limita a osservare il suo vano accanimento e i suoi numerosi fallimenti con un atteggiamento fatalista che lo irrita a morte. Se solo potesse lo prenderebbe a calci, ma sa bene che equivarrebbe a un suicidio.


Si sta giusto apprestando a schiantarsi per l’ennesima volta contro quella stupida e impenetrabile barriera, quando nel corridoio compare una nuova figura, una che fa correre un brivido d’angoscia su per le zampe dell’incubo. “Quella è una pixie” pensa sconvolto. E nel momento esatto in cui Eresseie solleva lo sguardo individuando l’incubo, quest’ultimo abbandona momentaneamente l’idea di raggiungere il suo padrone e se la dà a gambe levate, correndo come una saetta il più lontano possibile dalle grinfie di quella malefica creatura alata che, ghignando eccitata, prende a seguirlo come un’ombra pregustando già una meravigliosa, appagante cavalcata.

  
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