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Autore: DarkAkiko    17/12/2017    2 recensioni
Le cose sono cambiate da come le avevamo lasciate l'ultima volta: La gare per diventare regine è ricominciata dopo la non-incoronazione; adesso Chocolat ha 17 anni. ed è ritornata sulla terra, dopo un lungo, periodo di assenza: sei anni, apparentemente senza motivo alcuno.
In tutti questi anni le cose sono cambiate, e gli equilibri non sono più gli stessi. 
Nuove amicizie e nuovi amori, vecchie storie e un passato che ritorna.
Che ritorna o che non è mai stato realmente passato?
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chocola Meilleure, Pierre Tempête de Neige, Vanilla Mieux, Yurika
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Eccomi di ritorno :)
Abbiamo avuto qualchhe problemino questa volta, ormai il pc sente il peso degli anni. 
Comunque spero che il capitolo vi piaccia e di ricevere vostre notizie (non fate i timidi, dai che si sta avvicinando anche Natale) 
Siamo arrivati al 10 ottobre, che per chi non lo ricordasse, è il compleanno della nostra Chocolat. 
Cosa avranno organizzato i ragazzi? Filerà tutto liscio, o avremo delle conseguenze? 


ps: se fate i buoni, per recuperare cercherò di aggiornare di nuovo questo mese  ahah :) 

DarkAkiko 

 
Capitolo Otto
 
Quando Chocolat si svegliò, quella mattina, sapeva che non sarebbe stata una giornata come le altre: il 10 ottobre era arrivato, e con esso il suo diciottesimo compleanno, e benché lei non avesse organizzato nulla sapeva, o meglio, aveva la certezza matematica che Marille e i suoi amici avrebbero pensato a come festeggiare. Si svegliò prima del solito, ed anche se non avesse la minima voglia di andare a scuola quella mattina indossò ugualmente la divisa, e recandosi in cucina, con la speranza di farsi un bel tè caldo, trovò un pacchetto bianco con un fiocco di tessuto color oro a chiuderlo, ed un bigliettino che profumava di cannella. Un profumo che la ragazza sapeva bene appartenere solo ad una persona: Cinnamon Meilleur, anche conosciuta come sua madre.
Rimase sorpresa, anche perché non aveva la minima idea di come quel pacco regalo fosse finito nella sua cucina: nella notte non era entrato nessuno in casa, altrimenti si sarebbe svegliata subito.
Era strano il rapporto con sua madre: per anni e anni le aveva parlato volgendo il suo sguardo alla luna, ma ad un certo punto la sua morte non si rivelò altro che una bugia ben organizzata e mantenuta, malgrado ciò non si vedevano quasi mai, forse in sei anni l’aveva vista tre, quattro volte, ma non di più, eppure non si dimenticava mai di farle un regalo al suo compleanno, o per Natale e anche per la casa le aveva dato un aiuto non indifferente.
Il flusso dei suoi pensieri venne interrotto dalla suoneria del telefono, al quale rispose immediatamente
 
“Auguri!”
“Buongiorno anche a te, Yurika”
“Giusto, buongiorno. Dimmi che hai intenzione di venire a scuola”
“Ho giusto le chiavi di casa in mano”
“Brava ragazza, dai che ti sto aspettando in macchina”
“Perché ?”
“Perché volevo essere la prima a farti gli auguri mia cara, è ovvio. E poi ho del tè e dei muffin con me”
“Ho capito, ho capito. Sto scendendo”
“Oggi sei proprio perspicace”
“E tu una manipolatrice”
“Sai che novità”
“Povero Mark”
“Non tirarlo sempre in mezzo, maledetta”
 
Quando chiuse la chiamata era già davanti alla macchina dell’amica, con l’autista pronto ad aprirle la porta, ed una dolce Yurika l’attendeva con dei muffin decorati da due candeline a forma di uno ed otto
-Non esprimi un desiderio?-  le chiese un attimo prima che Chocolat spegnesse le suddette candeline, accogliendo il consiglio dell’amica formulò un pensiero nella sua testa, che non sarebbe stato rivelato
-Fatto- disse sorridendo
-Ti sei sentita con Houx, in questi giorni?-
-Qualche giorno fa-
-Come vanno le cose fra voi?-
-E’ difficile, sono successe tante cose negli anni, ma ci vogliamo comunque bene-
-Con Vanilla e Soule invece? Calma piatta?-
-Esattamente, ma la cosa non mi infastidisce. Sono abituata a questo, anzi è più strano aver in qualche modo ripreso i rapporti con Houx. Anche se non ho ben capito cosa intendesse quella volta-
-Quale volta?-
-Quella prima sera che c’incontrammo, mi disse, testuali parole : “Vanilla e Pierre hanno avuto i loro trascorsi”-  Yurika quasi sbiancò nell’udire quelle parole, lei sapeva bene il significato che si celasse dietro quella frase,  ma non era certo quello il momento di parlarne. Forse, per meglio dire, non ci sarebbe mai stato un momento giusto per quello.
-Suvvia, Chocolat, non ci pensare- disse riprendendo coscienza di sé –E’ il tuo compleanno, ci rifletterai un altro giorno. E poi ho organizzato una cosetta domani sera-  continuò appena fuori dalla macchina
-Cosa hai in mente?-
-Tranquilla- rise –Soltanto una cena a base di sushi nel miglior ristorante del Paese-
-Questa si che è un’idea-
-Non a caso è una mia idea-  poco dopo le due ragazze entrarono nella loro aula, già popolata per metà dai loro compagni di classe, tra cui Akira che non perse un secondo per fare gli auguri alla sua amica e come lui tutti gli altri presenti
-Allora che farai questa sera per festeggiare?- le chiese Fuka, ma il loro chiacchiericcio venne interrotto dal professore che iniziò l’appello. Quelle ore sembravano non passare mai, e non solo per i ragazzi che erano costretti entro quelle mura, nella speranza che il tempo passasse il più in fretta possibile, per dare inizio al tanto amato e aspettato fine settimana.
 
Il cortile si riempì con estrema velocità dopo che l’ultima campanella della giornata segnasse la fine delle lezioni, e proprio all’interno di questo spazio c’erano due ragazzi intenti ad aspettare una loro conoscente, che proprio quel giorno avrebbe compiuto ben diciotto anni, la quale, ovviamente all’oscuro della cosa, non pensava ad altro se non ad un bagno caldo, guardare qualche programma di Extramondo e leggere il Wizard.
-Chò, ma quello non è Leo?-  chiese conferma Yurika, avvistando i due ragazzi –C’è un altro ragazzo con lui, ma non ho idea di chi sia-
-Si è vero, è proprio lui. Ma perché c’è anche Mark?-
-Ho idea che la tua giornata non sia finita qui-
-Io ho il sospetto che sia appena iniziata Chocolat-  rispose Leo al posto della ragazza prima di abbracciarla e farle gli auguri, stesso comportamento adottò Mark, mentre Yurika si dirigeva alla macchina
-Perché ho il sospetto che vi siate coalizzati?-
-Perché sai perfettamente che è così- le rispose Mark con un sorrisino irriverente sul volto
-Cosa avete in mente?-  chiese sospettosa
-Non siamo autorizzati a dire assolutamente nulla-
-Marille vero?-
-Conosci già la risposta- le rispose Mark, aprendo la portiera della macchina
-Ma questa è la macchina di Yurika-
-Credevi sul serio che avrei lasciato a loro il compito di decidere il tuo vestito?-  quella situazione le sembrava davvero irreale, ma doveva ammettere che aveva gli amici migliori del mondo, anzi probabilmente si erano messi così tanto d’impegno per farle passare quell’aura di tristezza che la circondava ancora dopo quattro giorni: quattro giorni erano passati da quando aveva rivisto Pierre, quattro giorni prima era stretta di nuovo tra sue braccia, quattro giorni e sentiva qualcosa di strano, quattro giorni prima l’istinto l’aveva portata nella Foresta Zenzero, alla quale non si era mai più avvicinata per tanto tempo.  Era stata impulsiva come la ragazzina di sei anni prima, ma lei non si poteva permettere il lusso di far vincere il suo inconscio.
 
Avevano già girato tutti i negozi del centro commerciale, senza trovare alcun vestito che piacesse a tutti i presenti, quando Yurika decise di andare in uno dei suoi negozi di fiducia: ogni volta che aveva un evento di suo padre non si faceva cogliere impreparata o preda dell’ansia, ormai aveva anche un commesso che le faceva da personal-shopper. Una volta messo piede nel negozio Chocolat venne spedita direttamente negli enormi e lussuosi camerini, lasciando la scelta nelle mani di Yurika e del suo fidato consigliere, mentre Mark e Leo l’attendevano per dare un giudizio: la sua espressione era un misto di sconforto e divertimento, non sarebbe stato un pomeriggio facile.
I mille pareri discordanti la facevano da padrone, fin quando una sconsolata Chocolat non diede un ultimatum ai giudici, ma la sua serietà venne del tutto ignorata
-Basta questo è l’ultimo, non ce la faccio più!-  disse ad alta voce da dietro le tende del camerino
-Se vuoi abbandoniamo tutto- le disse solidale Mark
-Ci manca solo il tuo sarcasmo-
-Esci da lì piuttosto- e così fece la ragazza, mostrando un abito di pizzo rosa antico scollato sulla schiena fino ad una fascia all’altezza della vita dalla quale si apriva poi la gonna corta, con le maniche lunghe, lasciando i presenti senza parole, più o meno, ma del resto quando lei stessa si guardò allo specchio non poté fare a meno che sorridere: quell’abito le piaceva da impazzire, lamentandosi con se stessa per non averlo provato per primo, in modo da risparmiarsi un bel po’ di fatica.
-Io direi che abbiamo un vincitore. Ti sta d’incanto- le disse Yurika quasi saltellando dalla gioia –Ma manca ancora qualcosa- continuò prima di sparire dal campo visivo, per poi ricomparire qualche minuto dopo con dei tacchi bianchi e una piccola borsa sempre bianca –Ora sei perfetta Chocolat-
-Assolutamente- concordò con ella il commesso
-Siamo arrivati alla fine di questa tortura per fortuna- commentò Mark al limite della pazienza –Comunque è vero Chò, stai benissimo-
-Guarda che non abbiamo finito Mark-
-Stai scherzando?- si accavallarono le voci di Mark e Chocolat
-Rilassatevi- commentò flemmatico Leo –Io ci ho perso le speranze da molto tempo, non vi resta che fare come vogliono questi due- finì indicando proprio Yurika e il suo complice, entrambi con gli occhi, e il cuore, colmi di soddisfazione
-Va bene- sospirò la ragazza –Cosa dobbiamo fare adesso?-
-Abbiamo trovato l’abito di sta sera cara. Ora- continuò rivolgendosi al negoziante –Takumi, ci serve un altro vestito, sempre elegante, ma non esageratamente, un po’ più informale con ovviamente tacchi e borsa abbinati perfettamente, ma questo già lo sai; magari questa volta opterei per un tipo di tessuto diverso, ma è tutto da vedere. Possiamo farcela no?-
-Yurika, se abbiamo trovato un vestito per il tuo di compleanno, possiamo fare qualsiasi altra cosa. Andiamo-
-Sei un santo-
-Lo so bene, nel frattempo Chocolat dai il completo a Mark e Leo, così lo portano in cassa-
-Agli ordini-  una decina di minuti dopo i due ritornarono con altri vestiti da far provare alla ragazza, che ormai aveva provato quasi tutto il negozio, non che gli abiti fossero brutti, anzi erano forse gli abiti più belli che avesse mai visto, ma la sua amica non era mai pienamente soddisfatta, non per l’occasione quanto meno.
- Chocolat, per favore, provati il completo con quella gonna grigia- le disse Takumi, osservando l’espressione interrogativa di Yurika  -Tranquilla, sono certo che ti piacerà-
-Se lo dici tu, mi fido-  poco dopo la ragazza uscì dal camerino con indosso proprio quella gonna a vita alta, una maglia, body, nero con lo scollo a barca e a maniche lunghe, un paio di stivaletti col tacco, sempre neri, il tutto completato da una giacca nera e una borsa grigia.
-E’ bellissimo, davvero-
-Ditemi che abbiamo terminato- supplicarono i due ragazzi, ormai al limite della sopportazione, osservando le lancette dell’orologio che segnavano le diciotto –Ad ogni modo, stai benissimo Chò, certo, se fosse meno- continuò Leo, anche se venne interrotto
-Leo non fare il fratello geloso- lo ammonì Yurika
-Quando non lo fa?- rispose Mark
-Mai- fu la risposta di Chocolat –Comunque, si abbiamo finito, adoro questo completo, soprattutto le scarpe. Tu che ne pensi Yu?-
-Ci credo bene, si, Chò stai davvero bene. Mi raccomando domani sera voglio vederti con questo completo-
-M dobbiamo solo andare al ristorante-
-Si, nel migliore ristorante di tutta la nazione. E poi perché sacrificare lo stile?-
-Mi arrendo. Con te è inutile discutere-  le disse dall’altro lato del camerino
-Felice che te l’abbia capito-
 
I tre ragazzi, dopo aver salutato Yurika fuori dal negozio, andarono su Extramondo, più precisamente a casa di Leo e Marille, e mentre i due ragazzi si godevano una sana e tranquilla birra fredda, Chocolat salì al piano di sopra, in quella che un tempo era la sua camera, buttando le borse del negozio sul letto, tirandone via però i vestiti, e lasciando scorrere l’acqua nella vasca, nel frattempo che si riempisse scese giù dai suoi amici e senza fare il minimo rumore piombò sui due abbracciandoli
-Cos’è questa affettuosità?-
-Quanto sei cinico Mark- lo rimproverò lei –Ed io che volevo essere gentile, dopo un pomeriggio passato per negozi con me e Yurika-
-A questo punto ne richiedo due di abbracci- scherzò Leo, ma l’amica lo accontentò immediatamente –Piuttosto, Chò, ricordati che hai aperto l’acqua, non vorrei ritrovarmi in un lago-
-Certo che me lo ricordo- e così pochi attimi dopo s’immerse completamente nell’acqua calda, ogni muscolo si rilassò immediatamente, togliendole di dosso ogni fatica.
 
Nel frattempo i due ragazzi erano intenti a parlare di temi a loro congeniali, fin quando Mark non fu costretto a salutare l’amico per prepararsi alla festa in programma organizzata abilmente da Marille e Huryah, e così Leo decise di raggiungere la sua amica, aveva delle domande da farle, alle quali intendeva avere delle risposte ben precise.
-Chocolat?-  la chiamò lui sull’uscio della porta del bagno, per farsi sentire
-Che succede Leo?-  le chiese lei; non era la prima volta che si trovavano in quella situazione: spesso il suo amico sceglieva momenti poco adatti per decidere di prendere in mano una situazione e discutere con lei
-Dov’eri sparita quel giorno?- chiese risoluto lui, non utilizzando mezzi termini, tanto sapeva  perfettamente che Chocolat avrebbe capito al volo
-Sono andata alla Foresta Zenzero, senza neanche rendermene conto-
-Ecco perché è venuto da te- rifletté –Cos’è successo fra voi due?-
-Nulla, Leo-  mentì lei
-Chocolat, se non fosse successo niente non staresti pensando a lui da quattro giorni. Credi sul serio che non me ne sia accorto?-  quelle parole pesarono come un macigno sulla testa di Chocolat: a volte Leo la capiva anche meglio di Marille
-Sono successe un po’ di cose, a cominciare da quando mi sono sentita male-
-Abbiamo tempo- così Chocolat iniziò a raccontargli di quella notte, quando lui, sentendo le sue grida corse da lei per aiutarla, preoccupato delle sue condizioni nonostante come si fossero comportati e parlati poche ore prima, di come quel piccolo gesto portò alla mente di entrambi, ne era certa, dei momenti passati insieme, quando ancora erano felici, gli disse anche di come per un solo piccolo istante entrambi si persero l’uno negli occhi dell’altro, lì nella foresta zenzero, per un attimo aveva rivisto gli occhi di quel ragazzino di cui si era perdutamente innamorata, per un misero attimo, poiché sparirono immediatamente facendo spazio agli occhi del ragazzo che era adesso, ma anche i suoi cambiarono, ricordandosi di quanto male era stata per lui. Lì, nella foresta, erano soli, senza nessuno intorno per chilometri e chilometri, un posto da decenni dimenticato da chiunque, al confine tra i due regni, un posto che da sempre era il loro posto, vi si erano ritrovati a causa dell’istinto, e lei era così arrabbiata con se stessa per aver permesso una cosa simile, per avergli permesso di avvicinarsi di nuovo, aveva fatto di tutto per buttarsi lui e la loro storia alle spalle, e non voleva cedere alla tentazione di anche solo pensare che tra loro ci fosse ancora qualcosa.
Fu un racconto pesante e complesso, non solo per Chocolat, ma anche per Leo, il quale non vedeva di buon occhio, come qualsiasi abitante di Extramondo, il Principe Pierre, ma soprattutto perché non riusciva ad accettare che la sua mente avesse potuto anche solo formulare come pensiero che Chocolat sarebbe caduta nuovamente in trappola.
Non erano dei bambini, non più ormai, e dovevano pensare, chi prima chi dopo, ai propri regni, al proprio popolo, in più Chocolat aveva una gara da vincere, sul quale Leo non aveva dubbio alcuno, situazioni da risanare e arginare, come Houx, senza contare Saule e Vanilla.  E rischiare di aprire nuovamente una parentesi come quella sarebbe stato non solo controproducente, ma anche sfibrante.
-Leo, devi stare tranquillo-
-Chò, non sarò mai tranquillo, non solo perché si dimostrerà essere una situazione insidiosa quando diventerai regina, ma perché sono tuo amico, il tuo migliore amico. E so bene come stavi, ci hai messo un bel po’ prima di ritornare quella che eri e che sei adesso-
-La gara non l’ho ancora vinta caro mio consigliere-
-Fidati, la vincerai. E come consigliere ufficiale della futura regina, devo dirti di andare di corsa a prepararti, prima che Marille ti trovi ancora così-
-Posso sapere che dobbiamo fare, che avete organizzato?-
-Lo saprai a tempo debito mia cara- detto ciò Leo lasciò la camera e il bagno della ragazza, per andare a prepararsi anch’esso, ancora un’ora e tutto sarebbe stato svelato.
 
 
Quando Chocolat aprì gli occhi si ritrovò difronte ad una struttura immensa, immersa nel verde e con un paesaggio mozzafiato: era, sicuramente, la più bella villa che avesse mai visto, con vista sul lago.  Tutti i suoi amici erano lì, ad aspettare il suo arrivo, per farle gli auguri, già con un calice di vino in mano, ed intenti a parlare tra di loro, dei più svariati argomenti; era presente anche Francis, che non vedeva da anni, ma con il quale continuava a sentirsi. Marille e Huryah, di certo si erano superate, non riusciva nemmeno a capire come avessero fatto una cosa del genere, e sicuramente in pochissimo tempo, dato che non erano noti al mondo per la loro organizzazione preventiva.
-Ma come avete fatto?-  chiese appena sciolsero il lungo abbraccio
-Ti risulta che qualcuno possa dirci di no?- chiese retorica Huryah –Tra l’altro, questa villa è di una piacevolissima signora, che voleva sdebitarsi con Marille, dato che le ha salvato il suo unico e amato nipote-
-E’ una villa meravigliosa, e guarda quello che siete riuscite a creare-
-E’ stato un piacere- ripose con un sorriso smagliante la Marille.
 
Chocolat venne immediatamente catturata da tutti i suoi più cari amici, ognuno dei quali non si lasciò sfuggire un complimento per l’eleganza, complimenti che avrebbe riferito più tardi a Yurika;  parlarono tutti per ore e ore, raccontando le mille peripezie affrontate dall’ultima volta in cui si erano riuniti,  c’era chi non si vedeva da anni e chi da poche ore: quella festa, come tutte le altre, non erano altro che scuse per rivedersi tutti quanti, e il compleanno di Chocolat era sicuramente la scusa migliore, nessuno sarebbe mancato a tale evento, come nemmeno i giornalisti, che nascosti da tutti e da tutto, scattavano foto e raccoglievano appunti, era davvero un’occasione unica per loro. Osservando tutte quelle persone che erano lì per lei, che si stavano divertendo, sentendo sulla pelle l’atmosfera gioviale, non poteva far altro che sorridere: nulla avrebbe potuto spezzare quello stato d’animo.
Cercando un minuto di silenzio Chocolat si allontanò verso il muretto che dava sul lago, sorseggiando lentamente del vino rosso, immersa nei suoi pensieri, fin quando a farle compagnia non arrivò Luke.
 
Nel frattempo Leo rapì la sua splendida ragazza, che non aveva visto per tutto il giorno, occupata com’era nel finire l’organizzazione della festa, perché proprio come aveva pensato Chocolat, si erano ridotte all’ultimo.
-Leo ma che fai?- gli chiese sentendosi tirare per il braccio
-Mi sembra abbastanza ovvio- rispose prendendo in braccio la ragazza per farla sedere sul muretto
-Se mi si rovina l’abito ti ammazzo-
-Oh ma fai silenzio- l’ammonì baciandola –Tanto si rovinerebbe comunque fra un paio di ore, buttato chissà dove per casa-  la ragazza lo guardò truce, ma Leo non si fece intimidire, anzi continuò a baciarla, e non ci volle molto prima che anche Marille cedesse alla tentazione, proprio come avrebbe ceduto una volta arrivata a casa al tocco esperto del suo tentatore preferito, cadendo con lui nel migliore dei peccati, e a causa di tali immagini figuratesi nella mente si lasciò sfuggire un piccolo ansito, mentre appariva sul volto del ragazzo un leggero ghigno
-Pare che l’idea non ti dispiaccia affatto-
-Maledetto, ottieni sempre quello che vuoi-
-E’ facile quando si tratta di volere te-
-Vorresti dire che sono una ragazza facile?-
-Non ti avrei rincorso per un anno intero, se non di più, mia piccola Marille-
-Mmm… suona bene-  disse un attimo prima di tornare a baciarlo.
Chiunque li osservasse, non poteva notare quanto quei due fossero assolutamente perfetti insieme, come si completassero a vicenda, e di come morissero l’uno per l’altro, specialmente Leo, non aveva occhi che per nessun altra, prima di conoscerla, cosa per la quale non doveva altro che ringraziare Chocolat, l’unico aggettivo che mettesse d’accordo chiunque riguardo il suo carattere era “Don Giovanni”, eppure da quel giorno qualcosa era cambiato, ma anche per Marille, che finalmente aveva trovato tutto quello che poteva desiderare, se non anche di più.
 
Dall’altro capo della casa si trovavano Chocolat e Luke intenti a brindare alla salute di entrambi, aggiornandosi sulle ultime novità, godendosi un po’ di tranquillità, fin quando non vennero interrotti da Dorotea, mandata da Daphne a cercare la festeggiata.
-Chò, ti stanno cercando-
-Dorotea. Si arrivo-
-Daphne mi ha mandato a chiamarti, scusa, ma in realtà non so neanche il motivo-
-Daphne è talmente imprevedibile che potrebbe essere qualsiasi cosa-
-L’hai detto tu, non io-  commentò infine lei, provocando la risata degli altri due, poco prima di tornare dagli altri
-Sarà meglio andare, prima che mi venga a cercare direttamente Daphne-
-Si, decisamente. Sperando di vederci prima, questa volta- disse sorridendole –Anche solo noi due, se gli altri non riescono- aggiunse poi
-Non è impossibile- rispose lei –Ma ora andiamo-
Poco dopo i due tornarono al centro dell’attenzione, insieme a Marille e Leo, giusto in tempo per far riunire le quattro amiche e andare nuovamente a spasso per l’immensa villa, per poi ritornare in tempo per la torta, e concludere la serata.
Chocolat faticò, quasi, a ringraziare tutti i suoi amici per essere venuti, scambiando con tutti loro le ultime parole prima di salutarli con la promessa di vedersi, prima o poi. Gli ultimi ad andarsene furono proprio Mark, Leo con Marille e Huryah, che partirono, ognuno verso la propria casa insieme.
Quando finalmente Chocolat riuscì a tornare a casa, era sommersa dai regali che appoggiò affianco a quello di sua madre, che aprì subito dopo aver riposto il vestito e essersi messa il pigiama, insieme a tutti gli altri.
 
Il giorno dopo Chocolat si svegliò per ora di pranzo, e dato che non aveva particolarmente fame, decise che fosse meglio riordinare la casa, osservando tutti i pacchetti aperti la notte.
Il pomeriggio passò piuttosto velocemente tra un tè caldo al Maddic in compagnia di un libro e del barista, che si stupì di come non stesse con Yurika quella volta.
L’ora di prepararsi arrivò presto, e ancor prima il momento in cui Yurika bussò alla porta dell’amica
-Allora com’è andata ieri?-
-Benissimo. C’erano ancora più persone di quante vennero il mese scorso qui, ed è stato bellissimo, nonostante non volessi fare proprio niente-  
-Impressionante oserei dire. Comunque sei pronta?-
-Certamente possiamo andare-  rispose lei un attimo prima di chiudere casa e scendere le scale, per raggiungere la macchina che le avrebbe poi portate al ristorante dove le aspettava una deliziosa cena a base di sushi.
-E’ meraviglioso questo posto-
-Si, assolutamente, è il mio ristorante preferito-  le due parlarono del più e del meno per tutto il tempo, tra l’altro Chocolat era curiosa di sapere come andassero le cose tra lei e il suo adorato Mark, mentre Yurika le chiese della serata passata il giorno prima
-Sappi che lo voglio conoscere-
-Tranquilla, lo so perfettamente. Ecco perché lo conoscerai sta sera-
-Come sta sera?-
-Beh si-
-Yurika, che mi stai nascondendo?-
-Uh guarda, è arrivato il dolce- lo indicò lei, ignorando completamente la domanda posta in precedenza dall’amica.
Una decina di munti dopo la macchina le raggiuse, e solo una volta chiuse lì Yurika le spiegò ciò che realmente aveva in mente.
-Che sta succedendo?-
-Diciamo che te volevi conoscere Mark, e anche lui non ne può più di sentirti nominare, anche se non lo ammette, e festeggiare al ristorante era un po’ noioso, così eccoci qui- concluse aprendo la portiera trovandosi di fronte ad uno dei bar più famosi in città, al di fuori del quale si trovavano in attesa: Mark, in giacca e cravatta, Akira con la sua ragazza, leggermente più informali, e Houx; e fu proprio lui che fece restare senza parole Chocolat, più di tutto il resto.
-Finalmente ti conosco Chocolat- si presentò Mark
-Anche io sono felice di conoscerti- sorrise lei
-Ciao Chò- la salutò Akira –Lei è Izumi, la mia ragazza-
-Auguri Chocolat-
-Grazie Izumi-
-Spero che non ti dispiaccia, ma ho invitato anche Houx-
-Ciao Chocolat- la salutò lievemente imbarazzato lui –Come stai?-
-Bene, grazie- rispose lei alquanto straniata
-Allora vogliamo entrare? Il tavolo ci aspetta, come un buon Cosmopolitan-
-Approvo sotto ogni punto di vista- rispose sorridendo Chocolat, prendendo sotto braccio l’amica ed entrando nel locale, ringraziandola per tutto quello che avesse organizzato.
I sei ragazzi appena seduti al loro tavolo, vennero accolti da un cameriere che prese immediatamente le loro ordinazioni; era un locale decisamente elegante, e anche piuttosto frequentato, fu Mark, una delle sere in cui uscì con Yurika a mostrarglielo, la quale s’innamorò subito di quell’atmosfera così elegante, calma, per quanto potesse esserlo.
Chocolat e Mark parlavano tranquillamente tra di loro, infondo, dopo tutte le volte che Yurika aveva parlato di entrambi, era come se si conoscessero già. Per quanto riguarda invece Chocolat e Houx l’imbarazzo che ci fu all’inizio con il passare del tempo si smaterializzò nel nulla, lasciando il posto a sorrisi e risate.
 
Nel frattempo al lato opposto del bar, divisi dal bancone si trovava Pierre insieme ad altri due ragazzi, intenti a conversare e a godersi ognuno il proprio drink
-L’altro giorno ti ho visto con una ragazza, Ichiro-
-Che novità Oda- commentò Pierre divertito
-Quanto siete divertenti, ebbene si ero con una ragazza sabato-
-E?-
-Oh andiamo Ichiro vuoi i dettagli?-
-No, tranquillo, gli serve per tenere il conto-
-Piuttosto, voci ci hanno detto che la settimana scorsa a casa tua c’era non poco movimento-
-Non immagini quanto- rispose osservando il bicchiere e bevendo un po’ del liquido contenuto –E non è di certo il tipo di movimento che gradisco-
-Che è successo? Saya ci ha detto che ti sei visto con quella ragazza-
-E adesso chi è Saya?- chiese lui, non conoscendo, o non ricordando chi fosse la ragazza
-Una delle ragazze che seguono il corso con noi. A quanto pare tutto quello che gira intorno a te, caro principe, diventa immediatamente di dominio pubblico-
-Non mi ero mai accorto di quanto la mancanza di privacy mi disturbasse fino a questo punto-
-Sei un principe, arrenditi sono ventidue anni che ci convivi-
-Ma ancora non ci hai detto se sia vero o meno-
-Ci siamo visti solo per risolvere una situazione, ma ne io, né lei avevamo alcuna voglia di vederci-
-Si ma è rimasta da te. Di notte. Andiamo Pierre-
-Giuro che aumento la sicurezza intorno alla villa. Si è sentita male Oda, per quanto la situazione sia, diciamo, delicata, non potevo di certo lasciarla per terra svenuta-  forse “delicata” non era esattamente il termine più adatto per descrivere la loro situazione, ma in quel momento al principe non venne altro in mente, anche perché non poteva di certo spiegare a due comuni abitanti della Terra chi fosse lui in realtà, e chi fosse davvero Chocolat, senza rischiare di essere preso per un pazzo.
-Ma te e quella ragazza non siete stati insieme? E a quanto viene detto in giro, da allora non hai frequentato più nessuna-
-Possiamo finire questo interrogatorio?- chiese gentilmente il ragazzo –Se volessi rispondere a tutte queste domande, farei un’intervista-
-Va bene, abbiamo capito. Argomento chiuso-
-Grazie- passarono altri cinque minuti di piacevoli chiacchere tra amici quando Pierre si alzò per andare a prendere una boccata d’aria, nel frattempo che arrivasse la sua seconda ordinazione.
Ma quando uscì fuori non poté credere ai suoi occhi: Chocolat era proprio lì, difronte a lui, e come lui, lo stava osservando incredula, ma non diede a vedere alcuna reazione da parte sua
-Beh, auguri Chocolat- esordì lui freddo
-Grazie- rispose –E come mai sei qui?-
-Per lo stesso tuo motivo, oserei dire-
 
Akira, che in quel momento si era voltato verso la finestra, notò i due l’uno di fronte all’altro, e per non poco sbiancò, un po’ come Houx e Yurika, una volta avvertiti dal ragazzo
-Non sapevo che Pierre conoscesse questo posto-
-Tranquilla Yurika, Chocolat è consapevole che è solo una brutta coincidenza- la rassicurò Houx -Perdonatemi posso capire perché sembra che abbiate visto tutti un fantasma?- chiese Mark, non capendo la situazione venutasi a creare.
 
-A quanto pare il destino vuole farci incontrare ad ogni costo-
-Il destino potrebbe occuparsi anche di altre persone- affermò Chocolat
-Evidentemente con gli altri non si diverte abbastanza- rispose lui
-Meglio che rientri dentro. Yurika mi sta aspettando- disse andandosene senza neanche degnarlo di uno sguardo o salutarlo, mettendo fine a quell’inutile e superfluo scambio di battute.
Quando rientrò venne accolta dai suoi amici con estrema naturalezza, come se nulla fosse successo, cosa che fu ben gradita alla ragazza, che invece sapeva perfettamente che li avessero visti; era pronta a scommetterci.
 
La serata continuò per il meglio, e quando venne il tempo di separarsi, ognuno andò per la sua strada, tranne Houx che si offrì di accompagnare Chocolat, così da lasciare i due innamorati anche solo per cinque minuti soli. Durante il tragitto verso casa, i due vecchi amici parlarono proprio come se non si fossero mai separati, come se fossero stati insieme tutti quegli anni di vuoto, che adesso, Houx, cercava di riempire, raccontandole tutto ciò che fosse successo senza tralasciare alcun dettaglio, almeno per quanto riguardasse lui, dato che non vennero nominati, per il possibile suo fratello e Vanilla; in parte lui sapeva cosa avesse fatto Chocolat negli anni, la rivista Wizard era nota per gli articoli su di lei, anche se non aveva mai fatto un’intervista vera e propria, e non era mai intervenuta o si era mai lamentata dei servizi fatti o degli eventi riportati, non fino a quel momento, in ogni caso.
-Mi sei mancata Chocolat-  ammise Houx stringendo la ragazza tra le sue braccia
-E’ così strano, dopo sei anni- continuò lei –Parlarti di nuovo, passare una serata insieme come ai vecchi tempi-
-Tutto merito di Yurika. Pensava fosse una buona idea, farci incontrare con altre persone e ricostruire un certo rapporto-
-Chi l’avrebbe mai detto- osservò ironica lei, ripensando a quanto le cose fossero effettivamente cambiate, capovolte –E’ una ragazza fantastica-
-Si, credo tu abbia ragione- concordò Houx, poco prima di salutarla e tornare a casa, dove sapeva gli avrebbero fatto mille domande su dove si fosse recato.
Vanilla non poteva sopportare l’idea che Houx potesse essere tornato amico di Chocolat, era suo. Era il suo amico, non di Chocolat, non poteva accettare che potesse portarle via anche lui.
Saule e Houx dalla discussione che ebbero settimane prima non tornarono più sull’argomento, per evitare ulteriori disguidi, dal canto suo Saule non poteva tradire in questo modo la fiducia di Vanilla, anche se il fratello aveva perfettamente ragione: era ovvio che il ritorno di quella che un tempo oltre ad essere sua amica, era anche la persona di cui aveva completamente perso la testa, gli avesse fatto un certo effetto, non poteva dimenticare quando quel quindici settembre, a testa alta e fiera di se attraversò i corridoi di quella che fu anche la sua casa, prendendo quelle poche cose che le servivano; nulla di suo venne mai toccato, una porta chiusa a chiave per sei lunghi anni: Occhio non vede, cuore non duole.
 

Questa volta ho delle immagini per voi: 

Il completo che indossa Chocolat per andare a cena con Yurika 


E l'appartamento che avevo ideato un secolo e mezzo fa, ma che non ho mai pubblicato. 
Ma che dovrò mettere a più riprese, se vi interessa, perchè il limite per capitolo è di 300kb 


 

 
  
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