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Autore: Jadis_    17/12/2017    0 recensioni
Due mondi stanno per incontrarsi: l'arrivo di una ragazza tra le mura di Hogwarts scombussolerà tutto il mondo magico.
Dal testo:
"La tempesta si stava calmando, permettendole di vedere meglio il sentiero, ma allo stesso tempo condannandola allo scoperto. Il cavallo cedette di schianto, facendola volare dalla sella, e mandandola con la faccia nella neve gelida: si era rotto una zampa. "Maledizione!" urlò, battendo i pugni per terra. Si rimise in piedi e si scrollò di dosso la neve, ma ormai parte dei vestiti era bagnata. "
Crossover tra "Le Cronache di Narnia " e "Harry Potter"
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Altro personaggio, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Voldemort
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Soluzioni

 


Era passato già qualche giorno dal ballo, ma la situazione tra Ron e Hermione non sembrava essere mutata di una virgola. Alexandra e Harry avevano provato in mille modi a farli ragionare, ma con scarsi risultati. La mora stava tamburellando da più di dieci minuti sul tavolo, mentre con lo sguardo osservava quei due mandarsi occhiatacce a non finire. Il Prescelto sapeva molto bene che la ragazza avrebbe sbottato, rischiando di far togliere punti alla sua stessa casa.

"La smetti?" affermò con gentilezza.

Alexandra lo osservò dubbiosa.

"Di fare cosa?" chiese, infatti.

"Di tamburellare sul tavolo e di guardare Ron e Hermione."

"Va bene, la faccio finita..." rispose controvoglia.

"Lo so che la situazione ti scoccia, ma per il momento non possiamo farci nulla" sospirò Harry.

"Questo lo credi tu" disse, alzandosi dal tavolo.

"Cosa vuoi fare?"

"Per il momento esco solo da qui."

 

 

 

Stava sorseggiando il suo tè in assoluto silenzio, mentre fuori imperversava l'ennesima tempesta di neve che aveva creato. Aslan era lì da una decina di minuti e non si era ancora degnato di parlarle, ma lo sguardo serio del leone le faceva presagire una lunga e difficile conversazione. Posò la tazza sul piattino in argento e attese. Il felino emise un lungo sospiro prima di rivolgerle la parola.

"Per quanto tempo continuerai così?"

"Sai bene che non mi è facile perdonare."

"Non è una qualità che ti manca" disse con pacatezza il leone.

"La fai sempre così facile, tu" rispose la donna, un po' seccata.

"Jadis, ti stai solo torturando."

"Forse... e allora?"

"Allora dico solo che dovresti smetterla. Non si sfugge all'amore: lo sai molto bene questo."

La strega sospirò. Come sempre, Aslan aveva dannatamente ragione.

"Non puoi affrontare tutto questo da sola. Il peso che ti porti addosso è troppo anche per te" continuò il leone.

"Metà di quel peso è anche colpa tua."

"Hai accettato tu, mi sembra."

"Già..." sospirò nuovamente la donna. "L'ho fatto solo per il bene di mia figlia" aggiunse poco dopo.

"Lo so, ma non puoi più proteggerla da sola."

"E dovrei fidarmi di lui? Stai scherzando, spero!"

"Lo ami?"

Jadis guardò sbalordita il felino: una domanda così diretta, da parte di Aslan, non se la sarebbe mai aspettata. Si morse il labbro: sapeva di non poter mentire anche a lui.

"...Sì."

"Allora devi fidarti di Sirius. Le persone possono commettere degli errori nel corso della loro vita."

"Lasciarmi e farmi crescere nostra figlia da sola lo chiami un errore?"

"Si, lo chiamo così. Non sempre facciamo le scelte giuste: tu ne sai qualcosa."

Eh, già: lei ne sapeva qualcosa. Aveva sbagliato troppe volte e ora ne stava pagando appieno tutte le conseguenze. Strinse i pugni, mentre le lacrime iniziavano a pungerle gli occhi: se solo non avesse fatto a modo suo, forse sua figlia sarebbe al suo fianco ora.

"Ti consiglio solo di riflettere e di fare ciò che è meglio per il tuo cuore."


 

 

Uscita dalla Sala Grande, percorse tutto il corridoio centrale cercando di darsi una calmata. Non ne poteva più di quei due, ammise con amarezza: avrebbe trovato una soluzione al più presto. Si fermò davanti all'accesso del chiostro ormai coperto dal bianco candido della neve, e un magone le si formò in gola. Le mancava casa sua, ora più che mai, e avrebbe fatto qualunque cosa per tornarci, ma era bloccata in un mondo che sentiva non appartenerle. Non che Hogwarts fosse male, ma lì non poteva prendere l'iniziativa e andarsene a cavallo, nè tantomeno tirar di spada tutti i giorni. Sospirò e riprese a camminare per il corridoio, cercando inutilmente di scacciare quei  pensieri.

"Ehi, Alexandra!" si sentì chiamare da una voce alle sue spalle. Si girò e vide Neville venirle incontro con stampato in faccia un sorriso a trentadue denti.

"Ciao, Neville" rispose sottotono.

"Qualcosa non va?" le chiese lui preoccupato.

"No, va tutto bene. Ho solo un po' nostalgia di casa..."

"Capisco" mormorò il ragazzo. "Ho saputo che ci sarai anche tu alla Tana per Capodanno " disse, cercando di cambiare argomento.

"Sì, a quanto pare sono tutti ansiosi di conoscermi."

"Sei la figlia di due dei loro più cari amici, mi pare ovvio che i genitori di Ron vogliano conoscerti."

"Magari loro sapranno dirmi qualcosa in più su i miei genitori."

"Credo proprio di sì."

La ragazza sorrise debolmente. "Mi aiuteresti con un piccolo piano?"

"Che tipo di piano?" domandò  allarmato il ragazzo.

"Nulla di pericoloso, tranquillo" lo rassicurò lei. "Mi devi solo aiutare a risolvere la situazione tra Ron e Hermione."

"OK, ci sto!"

 

 

 

Entrò nella stanza e vide Jadis davanti alla finestra, intenta a osservare la tempesta di neve . Non aveva capito il perché di  quella sua improvvisa convocazione  in quella camera. Fece un bel respiro prima di parlare, in modo da annunciare così la sua presenza.

"Volevi vedermi?"

Jadis sembrò essere colta alla sprovvista, come una persona che si riprende da un sogno a occhi aperti. Si girò verso Sirius, e lo squadrò per qualche secondo prima di rispondere.

"Sì" affermò, ostentando una finta sicurezza che faticava a mantenere.

"Di cosa mi devi parlare?"

"Per favore, accomodati." 

Solo in quel momento Sirius si rese conto di quanto la donna stentasse a controllare i suoi nervi. Si sedette su una delle due poltrone poste davanti al camino e attese che lei continuasse.

Jadis inspirò profondamente prima di parlare.

"Io... ecco... non so da dove cominciare."

Felpato la guardò dubbioso, ma per la prima volta, dopo quasi un mese, la vide fragile.

"Mi dispiace... ho sbagliato" disse lei con un filo di voce e lo sguardo basso nel tentativo di nascondere le lacrime.

"Sì, hai sbagliato... ma ho sbagliato anch'io. Ho fatto errori peggiori di questi" rispose lui, prendendole il volto fra le mani e asciugandole le lacrime con le dita.

"Sirius, ho messo in pericolo mia... nostra figlia!"

"Troveremo una soluzione."

"Sai bene che non è così."

"Lo so, ma..."

"No, nessun ma. Lo sai che è legata a un contratto magico e che non possiamo interferire. Il nostro problema, al momento, è un altro."

"Mi ami?" chiese lui, anche se sapeva già la risposta.

"Sì" rispose lei dolcemente.

Sirius sorrise, per poi stringerla a sé e baciarla.








Note Autrice: 

Salve a tutti! Dopo eoni torno ad aggiornare. Volevo solo avvisarvi che anche il prossimo capitolo, forse anche due saranno di transito, ma ci saranno molti indizi per le scene principali. Volevo anche dirvi che questa storia avrà un sequel nel quel verrà aggiunto un terzo fandom. Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Vi auguro un Buon e Felice Natale. 

Un Bacio <3

Jadis_ 

   
 
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