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Autore: Sion26    19/12/2017    1 recensioni
Ripubblicazione di una mia vecchia storia pubblicata con l'account "Yumi_Slyfox483". Enjoy :)
George Weasley aprì piano gli occhi cullato dal dolce canto degli uccellini che svolazzavano ribelli fuori dalla finestra. Il sole era penetrato nella stanza poggiando quasi delicatamente i suoi raggi dorati sul viso lentigginoso del ragazzo che si strofinò gli occhi assonnato.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: George Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Remembering Sunday



Remembering Sunday, he falls to his knees



Fred Weasley aprì piano gli occhi cullato dal dolce canto degli uccellini che svolazzavano ribelli fuori dalla finestra. Il sole era penetrato nella stanza poggiando, quasi delicatamente, i suoi raggi dorati sul volto lentigginoso del bambino, che si strofinò gli occhi assonnato e si mise seduto aprendo completamente gli occhietti stanchi.
"George, ti ho detto un sacco di volte di..." non completò neppure la frase quando, voltandosi dalla parte dove dormiva il suo gemello, si accorse che il suo lettino disfatto era vuoto e un biglietto improvvisato era stato abbandonato sul cuscino.
Fred si alzò più sveglio che mai ed afferrò il biglietto di gran fretta.
Mi sono svegliato per primo vi era scritto in una calligrafia imprecisa e tremolante caccia al tesoro! Trovami prima di mezzogiorno!
Lasciò cadere il biglietto dalle mani e prima che questo toccò terra, il bambino si era già alzato dal letto e diretto verso la porta.
Quello era sicuramente il gioco preferito dai due gemellini di appena otto anni ciascuno.
Il primo che si svegliava la mattina correva giù in cucina, mangiava e rimaneva nascosto per tutta la mattinata finché il gemello non lo trovava e il gioco finiva. Chi vinceva ideava lo scherzo migliore per importunare uno dei loro fratelli maggiori, che quasi sempre era destinato a essere Percy.
Tutto si svolgeva all'insaputa dei genitori e dei fratelli che però, il più delle volte, si accorgevano dello strano comportamento dei due gemellini e fingevano di restarne all'oscuro per non deludere i due teppistelli di casa Weasley.
Fred si infilò le ciabattine e aprì la porta della sua cameretta.
Come aveva fatto George a svegliarsi per primo?
Di solito era sempre lui che lo batteva sul tempo e il più delle volte vinceva sempre, dato che George era una frana come cercatore e per lui era quasi impossibile trovarlo prima di mezzogiorno.
Decise per prima cosa di controllare in ognuna delle stanze dei suoi fratelli. Così, senza farsi sentire, superò il primo corridoio e aprì con cautela la porta della stanza di Bill.
Le pareti erano tappezzate di poster di cantanti rock di ogni genere, dai più strambi ai più normali, e fortunatamente il sedicenne si era già svegliato ed era sceso di sotto per fare colazione.
Cominciò a cercare in tutti i posti dove il corpicino magrolino del fratello potesse nascondersi: negli armadi, sotto al letto, persino dietro alla porta, ma di lui non c'era nessuna traccia.
Si voltò scocciato e uscì dalla stanza ripetendo lo stesso procedimento con la camera di Charlie e quella di Percy che, come Bill, erano già svegli. Anche questa impresa fu senza risultato e sempre più eccitato, decise come ultima sponda di controllare anche la camera da letto dei genitori.
Come previsto la sua unica sorellina di cinque anni dormiva tranquilla sul grande letto matrimoniale, segno che mamma e papà erano già di sotto per la colazione.
Lanciò uno sguardo alla stanza e dopo aver constatato che non c'era nessuno all'infuori di lui e Ginny, chiuse la porta e si diresse alle scale.
Mentre scendeva un gradino alla volta sorrise divertito pensando che questa volta il gemello si era nascosto proprio bene. Solitamente sceglieva una delle stanze dei fratelli maggiori come nascondiglio e il gioco finiva sempre ancor prima di iniziare. Oltre a non essere un bravo cercatore era anche pessimo a trovare i nascondigli giusti e così sprecava quelle uniche volte che si svegliava prima di lui. Ma quella volta il gioco si preannunciava davvero interessante.
Non appena fu in cucina annusò l'aria mista all'odore della colazione e decise di fare una breve pausa prima di continuare a cercare. Infondo la Tana non era poi così grande, non ci avrebbe di certo messo tutta la giornata, a differenza del fratello, e cinque minuti non avrebbero compromesso l'esito del gioco.
Inoltre l'orologio che segnava la posizione di tutti i componenti della famiglia Weasley indicava che George era ancora in casa, quindi non vi era motivo di preoccuparsi.
Mangiò con calma e fece per alzarsi da tavola quando la signora Weasley si parò davanti a lui in tutta la sua statura.
Agli occhi di un povero bambino di otto anni, la madre sembrava un gigante infuriato.
"Era ora che ti alzassi, Fred!" esclamò imbronciata "dove credi di andare?"
"A giocare fuori in giardino!" rispose Fred tranquillo "e comunque io sono George, mamma!"
"Scusa, Georgie." Fred sorrise malizioso e cercò di andare fuori, intento ad iniziare quella che sarebbe stata una frenetica ricerca del gemello intorno alla Tana.
"Un momento!" sbottò la signora Weasley "dov'è Fred?"
"Sono qui, mamma!" urlò il bambino e Molly scoppiò in una sfuriata contro il piccolo che scappò allarmato.
"Se vi prendo, non sapete che cosa vi faccio a voi due! Dov'è tuo fratello?"
"Cosa vuoi che ne sappia del mio gemellino?" disse con un finto tono innocente.
Il piccolo sgattaiolò in giardino e sentì la madre inveire contro di lui.
"Che cosa c'è, mamma?" urlò Parcy dalla cucina "possibile che non si può avere un po' di pace?"
"Stanno facendo il solito giochino stupido!" rispose la signora Weasley senza farsi sentire dal figlioletto Fred che stava già correndo in lungo e in largo alla ricerca di George.
Doveva pensare a un posto perfetto dove cercarlo, un posto dove George si sarebbe sentito sicuro di non essere trovato.
Fred sapeva esattamente ciò che passava per la testa del suo gemello e questo era un altro motivo per cui George perdeva quasi sempre a quel gioco.
Conosceva suo fratello meglio delle sue tasche.
Corse verso il garage, dove il padre teneva la macchina babbana che stava cercando di sistemare e guardò ogni angolo della stanza, sicuro di trovarlo lì, ma del suo gemello neanche l'ombra.
Strano pensò ero convinto di trovarlo qui.
Si sedette sul muso della macchina con un gran salto e rimase immobile a riflettere.
Dove poteva essere?
Improvvisamente la sua attenzione fu attirata da un bigliettino in bilico sullo specchietto di destra, sorretto da una debole magia.
Scese dalla macchina e afferrò il biglietto di nuovo eccitato.
Vi era scritto con la solita calligrafia improvvisata: Bravo, Freddie, se stai leggendo questo biglietto hai trovato il primo indizio. Questa volta non sarà facile trovarmi! Sono in un posto nuovo! Lontano dalla Tana. Trovami!
Fred sorrise, ancora più felice di come si stava sviluppando il gioco. Evidentemente anche George conosceva suo fratello meglio delle sue tasche.
Tutto si prospettava estremamente interessante.
Corse fuori in giardino di nuovo e vagò con lo sguardo oltre la Tana.
Dove poteva essere questo posto lontano?
Corse per tutta la mattinata fino a quando le sue stanche gambe non lo abbandonarono. Aveva fatto il giro della Tana un sacco di volte e aveva trovato indizi su indizi scritti dal gemello senza, però, capire dove fosse nascosto.
Mancavano dieci minuti a mezzogiorno e se fosse andato avanti con quel ritmo avrebbe sicuramente perso per la prima volta in tutta la sua vita.
Si sedette sull'erba, cullato dai raggi caldi del sole, e sentì molto in lontananza la voce di sua madre che chiamava la famiglia per il pranzo.
La ignorò. Il divertimento che aveva provato durante la mattinata era svanito e improvvisamente si sentì triste e preoccupato per il suo gemello.
Non lo vedeva da tutta la mattinata e la sua mancanza cominciava ad angosciarlo.
Guardò le nuvole bianche e candide che facevano un perfetto contrasto con l'azzurro del cielo.
"Che stupido!" esclamò d'improvviso dandosi una manata in fronte. C'era un solo luogo dove non aveva ancora controllato! Un posto lontano dalla Tana dove i gemelli si rifugiavano sempre quando sentivano il bisogno di rimanere soli con sé stessi.
Ricominciò a correre, nonostante la stanchezza, fino a quando arrivò all'ombra di un melo. Era carico di frutti alcuni dei quali erano già sparpagliati al suolo.
Il canto degli uccellini e la brezza rendevano quel posto estremamente bello e confortevole.
Come aveva immaginato, George sedeva con la schiena poggiata sul tronco e con una manina si stringeva la caviglia.
Fred corse velocemente verso di lui e si sedette poggiando la schiena contro il tronco dell'albero e massaggiando con le mani la caviglia del fratellino.
"Cosa hai fatto?" pronunciò tristemente.
"Venendo qui sono caduto!" rispose George facendo notare al gemello anche il ginocchio sbucciato.
"Non riesci a camminare?" gli domandò Fred.
"No, credo di essermi slogato la caviglia. Mi fa tanto male!" rispose il bambino ancora più triste e in procinto di scoppiare a piangere.
"Vado a chiamare la mamma!" sbottò Fred facendo per alzarsi e correre verso casa.
"No!" urlò George spaventato "n-non voglio che te ne vai ancora! E' tutta la mattina che sono solo... ho paura..." una lacrima solcò timidamente la guancia lentigginosa del bambino.
Fred lo guardò con affetto e si risedette accanto a lui. Anche lui si era sentito molto solo in quelle poche ore senza George.
"Ok, resto con te..." esclamò sorridendo "non ti lascio solo."
George chinò il capo e Fred gli prese timidamente la manina, mentre gli controllava, come un esperto, la ferita sul ginocchio.
"Hai vinto, comunque!" esclamò dopo qualche secondo sorridendo.
"Come?" George rialzò il capo.
"E' mezzogiorno e un minuto, Hai vinto, George!"
Il gemello sorrise e chinò il capo appoggiandolo sulla spalla fraterna.
"Grazie, Freddie!"

Erano già le 13.00 quando Bill Weasley, in cerca dei suoi due fratellini gemelli, li trovò all'ombra di un melo, uno con la testa sulla spalla dell'altro, mentre dormivano tranquillamente.
E dire che sono tutti preoccupati e questi qui dormono! pensò divertito.
"Charlie, dì a mamma che li ho trovati!" esclamò al fratello e Charlie corse sollevato verso la Tana.
Bill si avvicinò ai bambini e si inginocchiò su George notando che era ferito.
"Cosa fate qui da soli? La mamma è su tutte le furie!" sussurrò per non spaventare i bambini.
Fred, che aveva aperto piano gli occhi, guardò il fratello e sorrise. Il volto di Bill lo metteva sempre di buon umore.
"E' caduto!" rispose Fred ignorando la sua domanda e l'affermazione che non prometteva nulla di buono "dobbiamo andare da mamma!"
Bill lo tranquillizzò e prese in braccio il fratellino ferito che aveva continuato a dormire senza accorgersi dell'arrivo del fratello maggiore.
"Andiamo a casa..."

***



George Weasley aprì piano gli occhi cullato dal dolce canto degli uccellini che svolazzavano ribelli fuori dalla finestra. Il sole era penetrato nella stanza poggiando quasi delicatamente i suoi raggi dorati sul viso lentigginoso del ragazzo che si strofinò gli occhi assonnato.
"Fred, ti ho detto un sacco di volte di chiudere quella dannata finestra!" si rigirò nel letto e cercò di richiudere gli occhi, ma il sole gli dava troppo fastidio e gli impediva di continuare a dormire.
"Fred!" tuonò infuriato e si mise seduto sul letto alla ricerca del gemello.
Si accorse con sua grande sorpresa che il letto del fratello era vuoto e le lenzuola erano pulite e ordinate.
Dove diavolo...? Oddio, ancora quello stupido gioco! pensò sorridendo e si alzò velocemente infilandosi le ciabatte e uscendo dalla camera.
Aprì piano la porta della stanza di Ron e sbirciò dentro alla ricerca del gemello.
Il disordine che regnava in quella camera un tempo appartenuta a Bill, era assoluto. Vestiti buttati sul pavimento senza cura, una scopa poggiata sul letto e una bacchetta abbandonata per terra tra un mucchio di vestiti.
Ma di Fred nessuna traccia.
Uscì dalla stanza e ripeté lo stesso procedimento con le camere di Ginny e Percy, stava anche per entrare in quella dei suoi genitori, non avendo ottenuto risultati con quelle dei fratelli, ma si accorse che erano un po' troppo cresciuti per nascondersi ancora in camera di mamma e papà. Così scese le scale dirigendosi in cucina.
"Buongiorno, tesoro!" esclamò la signora Weasley con un gran sorriso sul volto e George la ricambiò con un bacio.
In cucina vi era quasi tutta la famiglia, con l'aggiunta di Harry e Hermione.
La colazione, quando era Fred a nascondersi, era un vero ostacolo per lui. Se si fosse fermato per mangiare, non sarebbe di certo riuscito a trovarlo prima di mezzogiorno e avrebbe sprecato del tempo prezioso.
"Cosa vuoi per colazione, caro?" domandò Molly.
"Niente, mamma. E' tardi, non ho fame! Io vado fuori!" il ragazzo si diresse verso la porta d'ingresso e l'aprì piano.
"Mamma..." esclamò d'un tratto voltandosi e guardando la parete nuda dietro di lui. Si era ricordato solo in quel momento che avrebbe dovuto controllare sull'orologio la posizione di Fred che esso indicava.
"Dove hai messo l'orologio?" domandò non trovandolo.
La signora Weasley lo guardò un po' confusa.
"Si è rotto, amore... ho dovuto toglierlo."
George rimase in silenzio qualche istante e uscì dalla porta, lasciano di stucco tutti i presenti.
Cominciò a camminare e si godé il calore del sole sulla pelle.
C'era qualcosa di strano quel giorno. Non per il sole che splendeva dopo una settimana di pioggia e neppure per la strana gentilezza di sua madre.
Aveva una strana sensazione da quando si era svegliato quella mattina. Era stato il sogno che aveva fatto durante la notte ad averlo turbato fino a quel punto.
C'era qualcosa di diverso. Qualcosa che doveva ricordarsi per forza.
Ma cosa?
Perse completamente il filo dei suoi pensieri e lo scopo per cui era uscito dalla Tana qualche minuto prima non era più lo stesso che spingeva i suoi piedi uno davanti all'altro.
Camminava senza meta e le sue gambe si muovevano indipendenti dalla sua volontà. Chinò il capo e guardò i suoi piedi muoversi a passi regolari sull'erba bagnata.
"Fred, cavolo!" sbottò d'improvviso arrestandosi di colpo.
Non sapeva dire per quanto avesse camminato, forse per cinque minuti o per un'ora. Sapeva solo che la mancanza di Fred lo angosciava.
Odiava restare lontano da lui per troppo tempo e Fred lo sapeva, ma per quanto fosse difficile da credere, la preda preferita del suo gemello non era Percy, ma lui. Amava fargli scherzi, soprattutto di cattivo gusto come quello. Percy, al contrario, era la preda preferita da entrambi.
"Il gioco è durato fin troppo! Adesso basta esci fuori!" gridò all'improvviso scalciando l'erba e schizzando goccioline di pioggia.
Non ricevette nessuna risposta e d'improvviso gli eventi di quella giornata presero forma nella sua testa.
L'orologio è rotto.
Il letto di Fred era ordinato e pulito. Quando mai suo fratello aveva rifatto il letto appena sveglio?
Nessun biglietto lo aveva informato dell'inizio del gioco.
Nessun indizio lungo la strada che lo aiutasse a ritrovarlo.
Tutto stava cominciando ad avere un senso.
E d'improvviso eccolo lì.
Alzò il capo da terra e vide il gemello all'ombra di quel melo con i rami spogli e le foglie al suolo ormai rinsecchite, che gli sorrideva.
George si sedette accanto a lui e lo guardò negli occhi identici ai suoi.
"Ti ho trovato!" esclamò, ma il suo tono non era affatto felice.
"Ce ne hai messo di tempo!" rise il gemello.
George sorrise e guardò l'orologio. Erano 11.30.
"Non mi sono reso conto..." rispose confuso.
Calò il silenzio interrotto solo dal rumore del vento che si stava alzando proprio in quel momento.
"Non preoccuparti. Hai vinto, comunque!" disse Fred.
"Non mi interessa!" sbottò il gemello in risposta "mi hai lasciato solo... di nuovo."
Fred gli prese la mano e sorrise "Io sono sempre con te. Non sei mai solo."
Il gemello chinò il capo e una lacrima gli rigò la guancia lentigginosa.
"Grazie... Freddie."

Bill guardò la madre preoccupata che piangeva tra le sue braccia. Ron, Harry, Ginny e Hermione stavano in silenzio a capo chino mentre il signor Weasley cercava di tranquillizzare sua moglie.
Sua madre lo aveva contattato tramite la polvere magica, verso mezzogiorno dicendogli che George era sparito e forse addirittura scappato di casa. Si era subito materializzato alla Tana e già da mezz'ora attendevano che George tornasse.
"Che cosa ha fatto esattamente?" chiese dopo un po' facendo sedere la madre.
"E' uscito senza neanche fare colazione e non è più tornato. Aveva una strana espressione in volto e mi ha chiesto dell'orologio!" Molly si perse nei singhiozzi e stavolta fu il marito ad abbracciarla stretta.
"So io dove trovarlo, mamma." esclamò Bill. Le baciò una guancia e attraversò il prato fino ad arrivare a un melo spoglio abbastanza lontano dalla Tana. Il vento aveva cominciato a soffiare sempre più forte e la pioggia cominciava a cadere più fitta.
George era seduto con la schiena poggiata sul tronco, bagnato da capo a piedi. Aveva gli occhi chiusi e una mano stringeva il nulla.
"George?" esclamò Bill avvicinandosi.
Il fratello aprì gli occhi e guardò prima la sua mano e poi il volto di Bill.
"Che ci fai qui da solo?" esclamò questi sorridendo.
George si voltò alla sua destra. Accanto a lui non c'era nessuno e l'erba alta si muoveva trasportata dal vento e bagnata dalla pioggia. Né lui né il sole erano reali.
"Non sono mai solo..." rispose mentre una lacrima rigava il suo volto e sorrideva.
Bill gli prese una mano e lo imitò. Il viso del fratello fu come un fulmine a ciel sereno. Si rese conto solo in quel momento che quella mattina non si era realmente svegliato, ma stava ancora sognando.
In quel momento il viso di Bill sembrava comunicargli un'evitabile realtà, quella stessa realtà che quel giorno non riusciva a ricordare. E un'immensa tristezza riempì il suo cuore.
"Già... è vero." sorrise Bill.
Calò il silenzio, interrotto dal vento e dalla pioggia incessante.
"Che vuoi fare?" domandò il fratello maggiore "mamma è molto preoccupata. Andiamo a casa?"
George lo fissò per qualche istante e annuì.
"Sì" rispose "andiamo a casa..."

I'm over you now I'm at home in the clouds
Towering over your head.

I guess I'll go home now
I guess I'll go home now
I guess I'll go home now
I guess I'll go home



Remembering Sunday - All Time Low

Note dell'autore:
Ho da poco creato l'account e sto ripubblicando tutte le storie che ho scritto quando ero giovane e passavo su EFP quasi tutta la mia giornata xD ho deciso di pubblicare questa storia per prima perché è la mia preferita, ovviamente sui gemelli Weasley :)
Fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate nel frattempo deciderò quale sarà la prossima storia.
spero che vi sia piaciuta e che continuerete a seguirmi. ;)

Sion
   
 
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