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Autore: addict_with_a_pen    20/12/2017    0 recensioni
Gerard ha sempre odiato gli sport. Fin da quando era piccolo e tutti lo obbligavano a giocare a basket perché “è così divertente!”, lui già aveva capito che lui e gli sport sono acerrimi nemici.
“Gee! Muoviti, non succederà nulla di male, dai!”
E allora cosa ci fa con due scii ai piedi in cima a una discesa pronta per essere percorsa?
**Raccolta di one shots natalizie!**
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Un po' tutti | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*Piccola nota inutile*
Cari fiocchi di neve, parto col dirvi che questa raccolta di one shots avrebbe dovuto contenere altre due storie ma che, per mancanza di tempo, non ho potuto terminare.
Mi sono beccata un bel ricovero ospedaliero post-natalizio/di capodanno e, anche se fino al 26 io sono a casa, l’umore mi è un po’ sceso sotto i piedi e l’idea di dover concludere le altre due storielle non mi invitava affatto.
Tutte le trame, anche quelle delle due storie mancanti, mi sono state suggerite da Anna, tranne quella del 23 Dicembre che è opera della mia testa marcia e quella del 21 che mi è stata suggerita da Dana.
Ora che ho concluso con i convenevoli, vi lascio alla lettura e vi auguro di passare un Natale bellissimo, migliore di quello che spetta a me :*
Buone feste a tutti! <3
(P.S. se qualcuno di voi sa cosa sia Marshmallows e spera ancora in un seguito, allora vi informo che è nei miei piani finirla, abbiate pazienza che prima o poi ce la farò!)
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
*December 20*
 
Gerard ha sempre odiato gli sport. Fin da quando era piccolo e tutti lo obbligavano a giocare a basket perché “è così divertente!”, lui già aveva capito che lui e gli sport sono acerrimi nemici.
La gente non può nemmeno immaginare quanti calci nel sedere si è preso perché “oh scusa! Sembravi la palla tondo come sei!”, quante schiacciate sul naso a pallavolo e quanti rischi di morire annegato a nuoto ha corso, nessuno può, ed è proprio per questo motivo che si è ripromesso di non provare mai più nessuno sport in vita sua. Sua madre dice che è bello così, cicciotto e con le guanciotte piene, a cosa serve dunque soffrire in qualche sudicia palestra e sudare? Oramai si è pure rassegnato all’idea di poter piacere a qualcuno, quindi tenersi in forma è totalmente inutile, uno spreco di energie, energie che gli servono per fare le scale e andare a prendere caffè e biscotti in cucina, piuttosto che disegnare e dipingere o, quando la solitudine diventa insopportabile, masturbarsi.
No, gli sport non gli servono affatto.
“Gee! Muoviti, non succederà nulla di male, dai!”
E allora cosa ci fa con due scii ai piedi in cima a una discesa pronta per essere percorsa?
La colpa è di Mikey, e di chi altri se non lui? Colpa sua e del suo stupido “sesto senso” che ha smascherato Gerard e il suo comportamento strano ogni qual volta il suo migliore amico viene a passare il pomeriggio a casa loro.
“Gee, la metterò giù nella maniera più semplice che conosca: tu hai bisogno di fare un po’ di movimento, hai bisogno di stringere relazioni con le persone e hai una grande cotta gay per Frank, dunque, la settimana prima di Natale, verrai a sciare con me e lui.”
E come avrebbe mai potuto rifiutare?
Ovviamente aveva cercato in tutti i modi di far credere a Mikey che lui non aveva la ben che minima cotta per Frank, che lui stava bene da solo e che la pancetta gli andava bene, ma ancora più ovvio ed eloquente era stato lo sguardo di Mikey che lo aveva fatto accettare senza rifletterci sopra.
“N-Non ce la faccio…”
“Oooh sì che ce la fai Gerard! Vieni subito qui!”
Gli piace parecchio Frank, forse addirittura più di una semplice cotta e forse più volte la notte ha sognato di rivelargli i suoi sentimenti e di baciarlo, ma forse si è anche reso conto che lui non è altro che un ammasso di ciccia destinato ad un futuro di solitudine.
“No, d-davvero, non riesco!”
“Gee, vieni giù o io e Mikey ti lasceremo qui e la notte fa parecchio freddo. Vuoi morire assiderato?”
Ovviamente la risposta è no e ovviamente il suo cuore ha preso a battere all’impazzata dopo quel “Gee”, ma le sue gambe sono bloccate, come incollate alla pista.
Gli era seriamente bastato un semplice “viene anche Frank a sciare” per accettare l’offerta, o meglio condanna di morte, che si sta sorbendo ora? A quanto pare sì, ma se dovesse tornare indietro nel tempo lo rifarebbe ancora senza esitazione.
Dio, Frank è così bello, poi ora, con le guance arrossate per il freddo e lo snowboard ai piedi non può che essere semplicemente perfetto. Ricorda ancora quando questa “piccola cotta” è cominciata, circa un anno fa durante una sera in cui Mkey lo aveva invitato a dormire a casa loro. Ricorderà per sempre quanto piccolo e tenero gli era apparso Frank nel suo pigiama e quanto quel “piacere” pronunciato con un sorriso imbarazzato sulle labbra gli aveva fatto dubitare la sua sessualità.
È ben consapevole del fatto che Frank non ha interesse in lui, o almeno così sembra, ma non può fare a meno di sentire le farfalle nello stomaco quando lo sente pronunciare il suo nome o lo vede semplicemente sorridere.
“Gerard, dai! Tanto dovrai scendere per forza prima o poi!”
Come risvegliato dal suo stato di trance causato dal terrore e come richiamato dal canto di una sirena, non può che allineare gli scii e, finalmente, scendere.
Decisamente un’idea pessima.
Dopo aver fatto a dir tanto tre metri sente gli scii prendere rispettivamente una direzione diversa l’una dall’altra, così che una gamba va a destra e l’altra prende a scendere verso sinistra e così che la vita gli passa davanti agli occhi. Sapeva di non avere le capacità fisiche per un’impresa del genere, ma non si aspettava nemmeno di lasciarci le penne!
“Fai le curve! Ger-Gee!”
Ma oramai è troppo tardi e oramai sta rotolando stile valanga che cade giù da un pendio, senza possibilità di frenare e senza la ben che minima idea di come sopravvivere.
“Ti ho pres-Ouch!”
Quando oramai ogni singola speranza di uscirne l’ha abbandonato, sente qualcosa fermarlo dal davanti, o meglio, va addosso a qualcosa che lo ferma e gli impedisce di arrivare fino a valle rotolando.
“Tutto bene?”
Non può che arrossire come un povero demente nel vedere che a fermarlo non è stato qualcosa, ma qualcuno, e che quel qualcuno è Frank… Un’ondata di imbarazzo, vergogna, dolore e tristezza lo pervade e non può evitare di apparire ancora più stupido quando un paio di lacrime gli scendono sul volto e vanno ad appannargli la maschera.
“Oddio ti sei fatto male, non è vero!? Mikey! Gee si è fatto male!”
“N-No non mi sono fatto male…” Mormora colmo di imbarazzo, togliendosi la maschera e avvertendo solo un po’ di dolore alle chiappe e al braccio destro che, paragonati alla caduta appena fatta, non sono altro che dolorini insignificanti.
“Ma stai piangendo…Ti sei fatto male di sicuro, no?”
“N-No non piango per quello, non è niente Frank…”
Anche se in verità vorrebbe soltanto sotterrarsi vivo e non uscire più dal proprio buco di imbarazzo, tristezza e terrore per la caduta rovinosa appena conclusa.
“Dio Gee! Tutto bene?” Gli chiede Mikey sedendosi accanto a lui sulla neve fredda e abbracciandolo forte a sé.
“Chiamo un’autoslitta? Possono portarti giù, sai, secondo m-”
“N-No Mikey, tranquillo, tanto questa pista è corta, posso arrivare in fondo e poi aspettarvi in un rifugio o non so…”
Ma chissà come mai, quando un gruppetto di persone che hanno assistito alla scena patetica si ammassano attorno a loro, le lacrime ritornano e lo fanno sentire sempre più stupido e goffo di quanto non si senta già.
“Gee… Basta piangere, è finita, non devi più aver paura.”
Sa benissimo che Mikey ha ragione, sa benissimo che piangere è stupido, ma sa altrettanto bene che la vergogna che sta provando al momento è qualcosa di indescrivibile. In fondo lui è solo il ragazzo grasso, sgraziato e brutto di turno e questa non è altro che un’ennesima prova finita peggio del solito. Che si aspettava…?
“Ci penso io!” Dice d’un tratto Frank dopo aver fatto due più due ed aver capito cosa sta facendo disperare così tanto Gerard.
“Lo spettacolo è finito, ora gradirei che vi levaste dal cazzo, possibilmente all’istante, okay!?” Urla scattando in piedi, in modo da coprire Gerard per difenderlo dagli sguardi di tutti e rivolgendo occhiatacce colme di odio ai presenti che non perdono tempo a bisbigliare qualcosa sotto i baffi e voltarsi.
Neanche un minuto dopo la folla si è dileguata nel nulla e l’imbarazzo è diminuito se non addirittura scomparso. In questo momento non può che sentirsi una principessa che viene salvata dal principe azzurro e, per quanto gay e stupida sia l’idea, un piccolo sorriso gli nasce sulle labbra al pensiero di Frank che lo porta giù a valle in braccio da bravo cavaliere che è.
“Umh… Grazie mille Frank e scusa per esserti caduto addosso…”
“Oh non devi preoccuparti piccolo! Non mi hai fatto male. Chiamiamo l’autoslitta, che dici?”
Le guance gli si infiammano di nuovo, diventando bordeaux e calde dopo aver sentito come il suo bellissimo principe azzurro lo ha appena chiamato e dopo aver visto il sorriso luminoso che gli ha appena rivolto.
“O-Okay…”
Forse andare a sciare non è stata un’idea così tanto brutta…
*****
“Sicuri che vada tutto bene? Posso lasciarvi soli?”
“Tranquillo Mikes, staremo benissimo, vai pure.”
“Okay, a dopo!”
Dopo essere arrivato a valle portato dall’autoslitta, Gerard si era seduto accanto alla staccionata in attesa dell’arrivo di Mikey e Frank e si era reso conto che forse aveva più di qualche semplice dolorino al sedere… Non voleva andare in ospedale, poco ma sicuro, ma sapeva anche di non essere in grado di camminare dritto senza zoppicare e che quindi Mikey avrebbe tirato fuori il suo lato mamma riempiendolo di antidolorifici, cure, bende e pomate per l’ematoma gigante che sentiva sul basso della schiena.
Okay, la figura da idiota rimane, ma così come il “non devi preoccuparti piccolo” che ancora adesso gli fa battere il cuore ad un ritmo preoccupante e lo fa sentire apprezzato almeno in piccola parte da qualcuno, anzi, da Frank.
Il ritorno a casa era stato doloroso e “zoppicoso”, perché “il prossimo pullman passa tra un’ora…” così che avevano optato per il tornare a piedi e la sua stampella personale era stata Frank che, più veloce della luce, lo aveva preso sotto braccio e lo aveva guidato fino al loro appartamento dove sono arrivati da oramai dieci minuti.
“Ti aiuto a toglierti la tuta, aspetta…”
“N-No, davvero, n-non-”
“Sssht decido io.”
Ed è così che lui e Frank sono rimasti a casa da soli mentre Mikey è corso in farmacia a prendere tutto l’occorrente per rimettere in piedi suo fratello e fargli passare un po’ di dolore.
Frank si è subito premurato di toglierli giaccia a scarponi, per poi passare al golf e ai pantaloni che, grazie a Dio, Gerard è riuscito a togliersi da sé rimanendo perciò solo con la calzamaglia sotto.
“Oh, come mai la calzamaglia?”
Chiede Frank con una punta di quella che pare essere delusione nella voce nel vedere le calze e non le gambe nude di Gerard.
“Umh… mamma ha detto che tengono caldo quando si va in montagna, e in effetti è così…” Tossisce imbarazzato nel sentirsi lo sguardo di Frank puntato addosso e subito si copre il bacino con il golf che gli è appena stato tolto.
“Dannazione Frank, puoi guardare da un’altra parte per favore!?” Pensa Gerard, esasperato nel sentirlo ridacchiare e incrociare le braccia al petto mentre continua a fissarlo divertito.
“Non c’è bisogno che tu stia qui comunque, sto bene… Ora mi sdraio e aspetto Mikey, ma sto bene, davvero…” Prova a convincerlo Gerard, per poi mugugnare dal dolore non appena si sposta un pochino tentando di sdraiarsi ma fallendo miseramente fin dall’inizio.
“Oh, vedo come stai bene!” si siede accanto a lui sul letto “Aspetta, ti aiuto.”
“N-No, non preoccuparti Frank, aspetto Mikey e-”
“E invece io mi preoccupo Gerard, quindi ti conviene smettere di opporre resistenza e farti aiutare una volta tanto.”
Sentite le sue parole, Gerard non può che arrendersi e permettere al suo bellissimo principe azzurro coi capelli in piedi per colpa del berretto di dargli una mano e permettergli di accudirlo fino al ritorno del fratello.
“Okay…”
“Bravo piccolo!”
Può sopportare tutto, può sopportare di farsi accudire, aiutare, perfino di farsi togliere la tuta da scii, ma non può sopportare quello sciocco nomignolo che, per la seconda volta oggi, lo ha fatto andare a fuoco e sorridere come un disperato.
“Hai caldo Gee?” Chiede ridacchiando il piccolo bastardo nel vedere le guance rossissime di Gerard, per poi aiutarlo a coricarsi e mettersi comodo in mezzo ai mille cuscini messi sul letto da Mikey appena prima di uscire.
“Oh, sì, un pochino…”
“Posso abbassare il riscaldamento se vuoi.” Dice col suo solito sorriso sulle labbra e facendolo distendere “comodamente” sul letto; l’ematoma sulla schiena deve essersi allargato parecchio, prendendo praticamente più di metà di essa e facendogli fare smorfie strane non appena si sposta di soltanto qualche millimetro.
“Oh no no, va benissimo così, gr-grazi-Ah! Grazie…”
“Beh, la tua espressione dice l’esatto contrario...”
E detto questo, fa una cosa che fa letteralmente morire il povero cuore di Gerard e andare a fuoco non solo il suo viso, ma in generale tutto il suo corpo: gli si sdraia accanto.
“Umh… c-che fai…?”
“Mi sdraio.” Risponde semplicemente lui, mettendosi comodo e voltando appena la testa verso il volto rosso di un Gerard sempre più imbarazzato e confuso.
Insomma! Lui era rimasto a quando nessuno al di fuori di Mikey e i suoi genitori si interessavano a lui, a quando la gente grassa non era amata da nessuno e a quando lui non era altro che il fratello maggiore sbadato e sfigato del migliore amico del ragazzo che ora ha deciso di sdraiarsi accanto a lui e togliergli alcuni capelli dal viso con una dolcezza tale che gli fa quasi venire i brividi.
“Sei ancora rosso, lo sai?”
Da quando la sua vita aveva smesso all’improvviso di far cagare?
“Ho caldo, te l’ho d-detto…” Prova a difendersi inutilmente lui, fissando il soffitto ed evitando di far incontrare ancora i loro sguardi.
“Posso chiederti una cosa Gee?” Gli dice quasi in un bisbiglio, avvicinandosi un pochino di più al suo orecchio e continuando a fissarlo, tanto che Gerard si sente come trapassato da quegli occhi dolci che un anno fa l’hanno fatto innamorare follemente.
“Dimmi.”
“Cos’è successo prima sulla pista?” Gli chiede, per poi togliergli ancora un po’ di capelli dal viso e aspettare una risposta.
“Sono…emh… caduto?” È una risposta idiota, ma allo stesso tempo lo è la domanda, insomma! Cosa dovrebbe mai dirgli?
“No, intendo dopo, quando ti sei messo a piangere…” sempre più vicino “Che è successo?”
E per quanto Gerard vorrebbe star zitto e far finta di essere scoppiato a piangere come una ragazzina solo per il dolore e lo spavento, non può che ammettere la verità e dirgli la vera causa delle sue lacrime.
“Beh, varie cose… principalmente imbarazzo…” sospira “Sai, per la caduta e tutto il resto. Mi sentivo un animale allo zoo, lì a terra e tutti intorno a fissarmi…”
“Ooooh ma piccolo!” eccolo di nuovo… “Avresti dovuto vedere che figura di merda ho fatto io alla mia prima partita di baseball! Ho lanciato la mazza nel tentativo di prendere la palla, mi hanno fischiato tutti.”
Gerard non può credere alle sue orecchie, non può credere che qualcuno abbia mai potuto fischiare a Frank, al suo principe azzurro, e non può credere che anche lui, così perfetto e meraviglioso, abbia fatto una figuraccia simile in passato.
“Davvero?”
“Sì, davvero” ridacchia, sorridendo amaramente al ricordo “Quindi non devi sentirti stupido, okay? Sono cose che capitano, non devi sentirti un fallimento solo perché sei caduto.”
Per quanto dolce e tenera possa sembrare questa frase, Gerard non riesce a rincuorarsi poiché non è vero, sa benissimo che gente come lui è imbarazzante di natura e che mai potrebbe non sentirsi in imbarazzo davanti alla gente in situazioni del genere.
“Sì, ma tu non sei come me Frank…”
“In che senso scusa?” Chiede lui, irrigidendosi e fissandolo confuso.
“Io sono… io sono io, Frank. Sono Gerard, sono grasso, imbarazzante in qualunque situazione e… sbagliato.”
Dopo aver finito di dire tutte quelle cattiverie sul suo conto, non può che maledirsi mentalmente e sentirsi per la millesima volta sbagliato e fuori luogo. Non avrebbe mai voluto dire questi suoi pensieri a nessuno, figuriamoci a Frank!
“Gee… ma che dici?” La frase gli arriva sempre più sussurrata all’orecchio e, stavolta, viene accompagnata dalla manina calda di Frank che si va a stringere attorno alla sua.
“Scusa, a volte non riesco a stare zitto, scusami…”
Cerca di alzarsi e fuggire da quella situazione vergognosa ma, ancora prima di mettersi seduto, viene bloccato sul letto dal piccolo corpo di Frank che lo sta bloccando impedendogli di scappare.
“Gerard…” bisbiglia facendogli una carezza “Sul serio pensi questo di te?”
Annuisce, sempre evitando di incontrare i suoi occhi dolci e sentendo il panico impossessarsi del suo corpo. Se non è morto stamattina sulla pista, morirà sicuramente adesso, mangiato dal suo stesso imbarazzo e sensi di colpa per aver aperto bocca. Dannazione a lui!
“Ma piccolo! Tu non sei nessuna di queste cose che hai appena detto! Tu sei Gerard, un ragazzo bellissimo, morbidoso, sbadato, dolce e tenero e io vorrei tanto che la smettessi di pensare queste cose di te stesso e capissi quanto meraviglioso tu sia…” gli fa un’ennesima carezza, nel tentativo di girargli il viso “Guardami…”
Incapace di capire le parole che gli sono appena state dette, volta il viso verso quello dolce e sorridente di Frank che, con occhi luminosi, lo sta guardando.
“Sei bellissimo Gerard… Dio, sei più che bellissimo, sei… sei… Aaah finiamola qui.”
E lo bacia.
Okay, questo è decisamente qualcosa di inaspettato, la più dolce e meravigliosa delle sorprese e Gerard non può far nulla se non rimanere con gli occhi spalancati e incapace di rispondere al bacio.
Il suo principe azzurro si è appena dichiarato? Frank, ha appena ammesso che lui è bellissimo? Non ci può credere…
Poco prima che il suo cuore gli dica definitivamente “addio” tanto sta battendo forte, Frank interrompe il bacio, rimanendo per qualche secondo con la fronte appoggiata alla sua e accarezzandogli le labbra ancora socchiuse per la sorpresa.
“F-Frank, m-ma che-”
“Mi piaci un sacco Gee, pensavo te ne fossi accorto, pensavo anche che Mikey te l’avesse detto oramai con tutte le volte in cui gliene ho parlato, ma tu non hai mai fatto la prima mossa e io credevo di non piacerti…” gli posa un bacino veloce sulle labbra umide “Ma ora so di piacerti, non è vero, piccolo…?”
E cosa può mai fare Gerard se non arrossire e mordersi il labbro? Dio! Non può credere a ciò che è appena successo.
“Anche tu mi piaci da morire, ma proprio tanto, tanto, tanto e t-”
Si blocca quando lo sente sbuffare e poi ridacchiare divertito vista la sua espressione ferita.
“Sì, penso di aver capito ciò che intendi, tanto tanto tanto eccetera” altro bacino veloce “Ora possiamo tornare a noi?”
“Sei uno stronzo!”
Ma il fatto che lo stia dicendo col sorriso fa pensare che intenda tutto meno ciò appena detto e il fatto che nel frattempo lo stia tirando a sé per la maglia è un’ulteriore prova che quello “sei uno stronzo” sia tutto meno che un insulto.
“Oh, lo so benissimo!” ennesimo bacino “Buon Natale piccolo…”
“Buon Natale? Ma se oggi è solo il venti! Manca ancora un po’ a Nat-”
“Anche tu sei uno stronzo…”
E, finalmente, si chiudono la bocca a vicenda.
Chi l’avrebbe mai detto che anche lo sport possa portare qualcosa di buono ogni tanto?

 
  
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