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Autore: Kim WinterNight    20/12/2017    10 recensioni
Basta un solo errore per spezzare un equilibrio apparentemente incrollabile.
- QUARTA CLASSIFICATA a pari merito al contest "About Music" indetto da Soul_Shine sul forum di EFP.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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ReggaeFamily

Il nostro errore


Si consiglia la lettura del seguente brano durante la lettura:

Tra Gli Angeli



Tremavo e sussultavo, non riuscivo a calmarmi. Non avrei mai pensato che tutto sarebbe andato a finire così; avevo rovinato ogni cosa, mi ero spinta oltre.

Era stato bellissimo, era stato appagante, era stato semplicemente tutto ciò che avrei voluto accadesse da molto tempo. Mi ero sfogata, avevo potuto dimostrare cosa provavo nei suoi confronti, avevo potuto essere me stessa per la prima volta dopo un sacco di mesi trascorsi a fingere.

La osservavo. Riposava accanto a me avvolta in lenzuola che sapevano di noi. La osservavo e sentivo ancora quelle sensazioni che soltanto lei era stata in grado di darmi. Avevo i brividi al solo pensiero di poterla sfiorare ancora.

Avrei voluto gridare, dimenarmi, pregarla di abbracciarmi e di perdonarmi per aver perso il controllo. Per aver rovinato la nostra amicizia.


Stringimi,

sulla pelle ho ancora i brividi


Anna socchiuse gli occhi e incrociò per un attimo i miei, poi li serrò nuovamente e si portò istintivamente una mano alla bocca.

Avrei voluto dire qualcosa, avrei voluto che mi guardasse e non rifuggisse le mie attenzioni. Avrei voluto spiegarle tante cose, ma non riuscivo minimamente a parlare. Riuscivo soltanto a fissare il suo viso bello e rotondetto, le sue sopracciglia non troppo sottili e castane, i suoi capelli ricci e scompigliati. E non avevo il coraggio di espormi.

Perdonami, Anna, ho sbagliato tutto.

Qualche istante dopo, le sue guance si rigarono di calde e copiose lacrime. L'istinto di asciugarle venne placato da un senso di impotenza misto a qualcosa di simile all'inadeguatezza.

Non voglio sbagliare ancora.


E guardami,

asciuga gli occhi e poi convincimi,

che non sia stato io

ad abbattere le nostre fragili regole


«Anna» riuscii a mormorare. Fu tutto, la mia voce si spezzò e distolsi lo sguardo.

«È stato un errore, Giada» singhiozzò lei, soffocando il pianto all'interno delle sue stesse mani.

Aveva ragione, ragione da vendere. Lei aveva una relazione, lei nella vita sapeva cosa desiderava; stava cercando da mesi di avere un bambino con Manuel, il suo compagno. Anna voleva dei figli, Anna non era lesbica.

Forse aveva soltanto voluto accontentarmi, forse era bisessuale, forse...

Non posso saperlo, so solo che ho fatto una cazzata. Avrei dovuto rispettarla.

Invece no, avevo insistito per andare a letto con lei, per amarla una volta sola e poi lasciarla volare via. Questo è quello che speravo, quello che mi ero illusa di poter fare; ma le cose erano andate storte, e me n'ero accorta subito dopo aver provato sensazioni ineguagliabili tra le braccia di quella bellissima ragazza.

«Ho scoperto di essere incinta.»

Lo disse con disperazione, la stessa che colpì il mio cuore e lo distrusse rumorosamente. Solo in quel momento mi resi conto che avevo davvero combinato un casino, che ero stata egoista e non avevo riflettuto abbastanza su ciò che stavo per fare.

Mi ero dimenticata di qualcosa, di tutto ciò che avrei dovuto difendere con le unghie e con i denti.


Di un equilibrio da proteggere


Avrei dovuto salvare la nostra amicizia, il nostro rapporto. Era stato stabile finché io non avevo baciato impetuosamente Anna e lei si era sciolta tra le mie braccia.

«Avevamo promesso di rimanere amiche» mi ritrovai a sussurrare.

«Non mi hai ascoltato, Giada.»

Eccome se l'avevo ascoltata, la sua rivelazione mi aveva ucciso dentro. Ma non volevo dirglielo, sentivo soltanto un'imponente voglia di piangere.

«Sono incinta» ripeté.

La tua vita è accanto a un uomo, Anna. Manuel ti ama, anche se forse non quanto me. Ma a me mancano molte cose per poterti rendere felice.

«Lo desideravi da tempo, finalmente ce l'hai fatta» commentai, cercando di non risultare troppo malinconica.

Anna aggrottò le sopracciglia e sospirò. «Ma questo non ci voleva» borbottò, indicando prima se stessa poi me. Le lacrime si erano seccate sulle sue guance e lei non aveva fatto niente per asciugarle.

Non fui in grado di ribattere. Ancora una volta venni avvolta e soffocata dai miei stessi sensi di colpa. Quali parole sarebbero state adatte per cercare il suo perdono?


Colpevole, di quei progetti andati in polvere,

dimenticando quelle lacrime


Mi lasciai sfuggire un sospiro e mi misi a sedere. Non mi importava che Anna potesse ancora scorgere il mio corpo nudo, lei non era realmente attratta da me e la cosa ormai non aveva più alcun senso.

«Giada, non so cosa sia successo.»

«Nemmeno io» replicai in tono piatto.

Bugiarda, sono una fottuta bugiarda. Io so che ti amo, Anna, ma non importa. Non cambia le cose.

«Vorrei che tu potessi dimenticarti di ogni cosa» buttai lì. «Servirebbe qualcosa che cancelli i ricordi negativi e scomodi.»

«Giada...»

«Almeno chiunque potrebbe guardare avanti e concentrarsi soltanto su ciò che è davvero importante nella sua vita» conclusi, accorgendomi troppo tardi dell'amarezza che trasudavano le mie parole.

La sua mano, gelida, sfiorò il mio braccio. «Tu sei importante nella mia vita» affermò.

Mi voltai a guardarla. Era difficile non sollevare a mia volta una mano e posarla sulla sua, per fare in modo che il nostro contatto fosse un po' più intenso.

«Ma non in questo senso» chiarì, per poi lasciare il mio braccio.

Certo, Anna, l'unica a non averlo capito sono io.

Dovetti fare uno sforzo disumano per regalarle un mezzo sorriso.

Non posso perderti, sei una persona meravigliosa.

«Ti starò accanto in ogni caso. Se lo vorrai» mi costrinsi a dire, sperando di risultare credibile e di non lasciarle intendere quanto stessi male nel pronunciare quelle parole.


Per poi rinascere

Tra gli angeli

Risvegliati

Tra gli angeli

Io sarò lì con te

Tra gli angeli


«Certo che lo voglio.»

«Sarai una madre meravigliosa» le assicurai.

Tante volte ci avevo pensato. Mi ero immaginata quanto sarebbe stato bello essere madre insieme a lei. Avremmo potuto adottare un bambino o forse avremmo trovato un'altra alternativa. Saremmo state magnifiche, lo avremmo cresciuto nel modo migliore e ci saremmo impegnate per aiutarlo a costruire il proprio futuro.

La realtà è diversa. Non ci ho mai creduto davvero.

«Lo spero» sospirò Anna.

Devo dirglielo. Devo essere certa che mi perdoni.

«Anna... m-mi dispiace, non volevo... rovinare tutto, insomma...» farfugliai.


Gelide, le mani giunte come a chiedere...

Scusami, se ti ho cercato fino agli inferi (ti prego!)


«Non è soltanto colpa tua. Giada, ho un compagno e sapevo benissimo di star aspettando un figlio da lui. Eppure... ho lasciato che tutto accadesse. Devo sentirmi in colpa. Dovrei» ribatté, abbassando il tono di voce sull'ultima parola.

Improvvisamente ebbi paura di ciò che quel dovrei potesse significare; avrei voluto chiederle cosa intendesse, ma ero terrorizzata da ciò che avrebbe potuto rispondere. Non volevo farmi illusioni né pormi degli interrogativi, era palese che le cose erano andate nel verso sbagliato e che avremmo dovuto dimenticarci ogni cosa.

Io non dimentico mai.

«La verità è che mi è piaciuto» mi sorprese Anna, utilizzando una schiettezza che finora aveva celato. Forse aveva temuto di illudermi o di ferirmi, poiché entrambe sapevamo che questa sua affermazione non poteva modificare la realtà.

Afferrò la mia mano con forza e la strinse. «Inizialmente sono rimasta sconvolta, ma poi ho ceduto perché... perché mi piaceva e perché avevo paura. Avevo paura di respingerti e di perderti. Non volevo ferirti, ma forse ho sbagliato. Ah, non lo so, non ci capisco più niente...» blaterò.

Istintivamente mi accostai a lei e le posai con delicatezza una mano sulla spalla. La sua pelle, nuda e ambrata, era una tentazione ancora troppo forte per me. Tuttavia, dovevo assolutamente contenermi e cercare di tranquillizzare Anna.

«Non preoccuparti, ormai è andata così. Cosa possiamo farci?» buttai lì, rendendomi improvvisamente conto di quanto quelle frasi fossero semplici e reali. Potevamo rimuginare all'infinito, ma i fatti ormai erano accaduti e non avremmo potuto cambiarli.


Fermati (un attimo, un'ora!)

Se guardo in basso ho le vertigini (adesso ho paura!)

E se poi cado a terra afferrami (e stringimi ancora!)


«Dovrei dirlo a Manuel» mormorò.

«Non farlo. Vedrai che la gravidanza e la nascita del tuo bambino cancelleranno ogni cosa. Non puoi lasciare che questo sbaglio rovini la tua vita» le dissi con fermezza. Su questo non c'erano dubbi: doveva cercare di salvare il suo rapporto con Manuel, specialmente in un momento come quello.

Devo smettere di essere egoista.

«Sei una vera amica, Giada.»

Sorrisi mestamente. «Non credo di esserlo» le dissi.

Anna, in un lampo, mi attirò a sé e mi strinse forte. Eravamo completamente nude, ma a lei non parve importare. Mi tenne tra le braccia e io dovetti resistere ancora una volta alla tentazione di tuffarmi con il viso sulla sua pelle e riempirla di baci e carezze.

«Non voglio perderti, Anna, davvero» sussurrai, ricambiando il suo abbraccio.

«Non succederà. Abbiamo entrambe tirato la corda, non è colpa tua. Te lo ripeto.»


Perché ho il terrore sai di perderti, di non raggiungerti


Tra gli angeli

Risvegliati

Tra gli angeli

Io sarò lì con te

Tra gli angeli


Anna ridacchiò e mi accarezzò i capelli.

«Che c'è?» le chiesi leggermente perplessa.

«Se qualcuno mi avesse detto che sarei stata con una donna, e che mi sarei trovata bene, non ci avrei creduto» commentò.

Mi scostai da lei per poterla guardare negli occhi. Erano grandi, neri e bellissimi. Mi ci sarei persa volentieri per sempre.

«Hai fatto un'esperienza diversa, mettila così» scherzai, sentendomi subito più leggera.

«Scema» mi canzonò Anna, poi si accostò a me e posò le sue labbra sulle mie.

Fremetti a quel contatto e strinsi più forte la ragazza a me. Sentivo l'addio scorrere nelle nostre vene e trasudare dalla nostra pelle, capivo perfettamente che quel bacio rappresentava la fine per noi, almeno dal punto di vista sentimentale.

Saremmo rimaste amiche, chissà se avremmo potuto dimenticare l'accaduto o riviverlo, senza sofferenza, come un bellissimo ricordo.


Fermati un attimo, un'ora (se guardo in basso ho le vertigini)

Stringimi adesso ho paura (sei tu il mio angelo)

Baciami e vola via...


A fatica, mi ritrassi gentilmente da quella bellissima donna e le regalai un sorriso.

«Ora basta, altrimenti per me sarà davvero difficile resisterti» le dissi, per poi scivolare via dalle sue braccia e raggiungere il bordo del letto. Mi misi a sedere e setacciai la stanza con lo sguardo, in cerca dei miei vestiti.

«Allora è meglio che vada» asserì lei.

«Hai già detto a Manuel del vostro bambino?» le domandai, mentre mi infilavo i pantaloni della tuta.

«Non ancora, sei stata la prima a cui l'ho confidato.»

Lo disse in tono dolce e caldo, il che mi riempì il cuore di gioia e soddisfazione. Per Anna significavo davvero qualcosa, ero importante e lei me l'aveva dimostrato.

Quanto ti amo, Anna.

«Sarà al settimo cielo, vedrai» replicai.

«Sicuramente sì» concordò, mentre a sua volta si rivestiva.

«Allora devi raccontarmi come reagirà.»

«Certo.»

Mi voltai verso Anna e notai che si era infilata tutti i vestiti e aveva già raggiunto la porta della mia stanza.

«Ci vediamo» la salutai, regalandole un ultimo sorriso.

«Ci vediamo, Giada» rispose, per poi lasciarmi sola.

Alzai gli occhi al cielo e mi lasciai cadere all'indietro sul materasso. Allargai le braccia e sospirai profondamente.


Tra gli angeli

Ora chiudi gli occhi, poi risvegliati

Tra gli angeli

Di nascosto io sarò lì


Tra gli angeli...


Anna era andata via, ma non era uscita per sempre dalla mia vita. Avevamo commesso una piccola deviazione, ma il nostro equilibrio non si era spezzato del tutto.

Lei aveva qualcosa di davvero importante a cui pensare, stava a me rimettere insieme i frantumi del mio cuore e dimostrarmi più forte di prima. Lei aveva bisogno di me, di avermi accanto e di sentire il mio sostegno.

Prima o poi il dolore che sento passerà, prima o poi smetterà di fare così male.

Chiusi gli occhi e rimasi in silenzio, ad ascoltare soltanto il ticchettio lontano dell'orologio posto in cucina. Nessun altro rumore attorno a me.

Sorrisi appena.

Ti amo anche più di prima, Anna.



* * * * *


Salve a tutti! Come state?

Dopo un po' di tempo, FINALMENTE, riesco a tornare sul sito e a pubblicare qualcosa!

Questa storia, come avete sicuramente letto nella presentazione, nasce grazie a un contest. Il primo contest di Soul_Shine, che grazie alla sua libertà nel regolamento mi ha permesso di creare qualcosa su cui non avevo mai davvero sperimentato.

Questa è la prima storia FemSlash che scrivo, la prima creazione seria in questo campo, e spero davvero di aver fatto qualcosa di decente.

Aspetto con ansia che mi facciate sapere cosa ne pensate, per me è importantissimo capire se ho fatto centro oppure no ^^

Per quanto riguarda la canzone, immagino che suoni insolito come brano un pezzo dei Finley; chi di voi si ricorda ancora di loro? Sicuramente molti di voi non conosceranno questa canzone, ma vi posso assicurare che io non ho mai pianto per una loro canzone, se non per questa.

Ne hanno composto tante, sì, però questa, nonostante non sia famosa, è la più bella che io abbia mai ascoltato. Mi fa venire i brividi e infatti la ascolto raramente, perché mi fa scoppiare a piangere e la cosa mi distabilizza XD

Detto questo, ringrazio chiunque abbia letto e ringrazio la cara Soul per questa grandiosa opportunità

  
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