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Autore: themermaidwriter    20/12/2017    1 recensioni
Nathan Nichols è un uomo che ha sempre rincorso il successo e nelle vesti di leader di una band locale di musica anni '70 ci si è sempre trovato un po' stretto. Ha costruito per lui e per il suo pubblico una diva sfacciata che a lungo andare ha preteso sempre di più. Stephanie Savage invece, si trova a fare i conti con un divorzio improvviso; una vita che cambia e l'inizio di un nuovo amore che sconvolgerà la vita di entrambi. Una sfida, quella di innamorarsi sull'orlo della fama: Sarà Diana Jones a uscirne vincitrice?
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"Perché non si poteva amare Nathan, se non eri il suo pubblico, quando lui era Diana Jones."
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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6.
 

I Destination Moon quella sera si sorpresero d'essere arrivati per secondi, in genere, la fama della diva che si faceva attendere era un aspetto dominante nel carattere di Diana Jones. 
Stephanie stava scalciando dietro le quinte, incapace di riuscire a stare ferma. 
"Nervosa?" Mia si avvicinò all'amica notando il suo comportamento. 
"Mai quanto lui." Stephanie indicò Nathan dall'altra parte del sipario che copriva il retro del palco ed entrambe le donne lo videro mentre con le braccia piantate sui fianchi girava su se stesso ripetendo qualcosa che non riuscivano chiaramente a sentire. 
"Che cosa avete voi due stasera?" 
Stephanie fece segno con la testa a Mia di seguirla andando a raggiungere Nathan. 
"Ragazzi, venite tutti qui per favore!" la donna chiamò i compagni che si misero in cerchio. 
"Che cosa stai facendo?" sussurrò Nathan che in quel momento non era totalmente in sé. 
"Un po' di tempo fa abbiamo incontrato Madonna e le abbiamo offerto di venire al nostro prossimo concerto." sbottò Stephanie tutto d'un fiato, gesticolando animatamente, come se fosse la cosa più usuale di questo mondo. 
"Abbiamo?" chiese Mia nonostante avesse già capito di chi stesse parlando. 
Seguirono altre domande e borbottii di diverso genere. Nessuno si stava concentrando su ciò che era chiaramente più importante. 
"Noi." si intromise Nathan. "Sapevamo dov'era e siamo andati a cercarla, una sera." 
I ragazzi mandarono giù la spiegazione, stranamente non fecero altre domande. Forse troppo sbalorditi o già irrequieti mandarono giù l'enormità di quel boccone.
"Per questo dobbiamo dare il massimo questa sera, più del solito. Non sappiamo quando si presenterà e noi probabilmente non ce ne accorgeremo, quindi teniamo alta la guardia." Stephanie congiunse le mani e involontariamente contagiò i presenti con il suo nervoso; ma almeno adesso che lo sapevano tutti potevano affrontarlo insieme. 
Il concerto iniziò poco dopo e seguì la scaletta che avevano programmato. Partirono agitati ma più andarono avanti e più si caricarono dimenticando addirittura l'imminente presenza della cantante. 
Diana Jones si rilassò immediatamente una volta iniziato il concerto, infondo era nel suo DNA comportarsi da impeccabile star e così facendo fece tranquillizzare l'intera compagnia. Specialmente Stephanie che si trovava a condividere con lui il palco per l'ennesima volta. 
Era da un po' di tempo che i duetti che li vedevano protagonisti erano aumentati e tutti l'avevano accettato come esigenza artistica.

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"Let's dance put your red shoes 
and dance the blues." 
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Si presentarono sul palco arrivando da due direzioni diverse. Non si incontrarono subito: Nathan fece più di un passo in avanti lasciando la donna indietro, ma questo non gli tolse la possibilità di indicarla durante la sua strofa.

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"Let's dance to the song 
they're playing on the radio." 
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Si spinse al lato del palco, per cantare la sua parte e concludendo con una posa teatrale tornò su i suoi passi per incrociarsi con lei che aveva già preso le prime note della canzone. La accompagnò nella sua strofa mentre gli si avvicinava. Si guardarono allo stesso modo stringendo il microfono in mano e scrutandosi come delle pantere.

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"Let's sway 
while color lights up your face. 
Let's sway 
sway throught the crowd to an empty space." 
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Nathan fece una giravolta allontanandosi per un secondo prima di voltarsi come di comune accordo: dando le spalle al pubblico e seguendo il tempo della musica. 
Nell'atto si lanciarono un'occhiata di intesa a confermare l'imminente incontro al centro del palcoscenico. Fu dopo essersi trovati che l'uomo azzardò il contatto. 
Non era mai successo dopo che le cose stavano diventando serie. Stephanie rimase immobile, ma continuò a cantare senza togliere mai lo sguardo dall'uomo che la guardava con la stessa intensità. Allungò la mano che era libera dal microfono e con il dito indice percorse tutta la figura della donna, passando dal décolleté e fermandosi sulla pancia. E proprio nell'esatto momento in cui avvicinava il viso al suo in uno spazio tra una strofa e l'altra sembrò che volesse baciarla, così davanti a tutti e invece la colpì sul naso con il suo chiudendo leggermente gli occhi e scatenando la sua stessa e la risata e quella della sua partner musicale. 
Aspettarono che finisse l'intermezzo strumentale per separarsi nuovamente e in quel breve istante Nathan, il più audace dei due, ritrattò tutti i suoi pensieri precedenti. 
Slegandosi dalle inibizioni decise che anche le loro labbra si sarebbero dovute incontrare. 
La mano che teneva il microfono scivolò in basso mentre con quella libera posò il pollice e l'indice sul polso di Stephanie sfiorandolo con i polpastrelli. 
La baciò perché le loro bocche erano troppo vicine per non farlo, la tensione troppo alta e la voglia prepotente. 
Stephanie reagì con molta calma, sorprendendo se stessa. 
Si faceva sempre travolgere da quell'uomo. 
Quel legame si sbriciolò in breve in tempo e venne sovrastato dalle grida e i versi di stupore del pubblico che fortunatamente si risolsero in un grande applauso. 
Nathan continuò la sua recita e come se niente fosse si spostò nuovamente dalla sua parte concludendo la strofa, mentre Stephanie roteava via cantando le rime. 
La canzone si concluse e invece di prendere i complimenti del pubblico, si defilarono dietro le quinte cercando di capire se non stessero camminando su quel filo che divide sogno e realtà. 
I compagni continuarono il concerto alternandosi finché non arrivò di nuovo il loro turno e così via fino alla fine della serata. 
"Avete visto Madonna?" chiese immediatamente Chris, il tastierista, quando ebbero tutti la possibilità di sentire. 
"Non è venuta." Nathan rispose deluso mentre poggiava un braccio sulla ringhiera della scaletta che portava al palco. 
"Madonna? State pensando a Madonna? E' quello allora..?" Una delle ballerine degli Ages Of Divas, che aveva fatto gruppetto con le altre, si intromise con i suoi commenti. 
Le ballerine non facevano parte della band così come gli altri membri. Venivano chiamate quasi sempre per completare le performance e a volte anche dai Destination Moon con i quali una delle cinque faceva coppia con un altro ballerino. Non avevano molta confidenza con tutti i componenti, ma erano lo stesso sporadiche presenze che accettavano volentieri nel loro mondo sfavillante. "Cos'era quel bacio? Wow!" 
La domanda scatenò la curiosità del resto delle band che s'era messa in moto dal momento in cui era accaduto; morivano dalla voglia di ricevere una spiegazione. 
Stephanie rimase a boccheggiare senza una risposta valida. Tutto era accaduto così in fretta e solo Mia, ovviamente, si insospettì al riguardo. Nathan spezzo il silenzio e seppe immediatamente cosa dire nel modo in cui era solito fare. "E' la strategia alla Adam Lambert." lo disse come se fosse scontato. 
I presenti lo guardarono come se non avessero mai sentito quel nome e forse era vero. 
"Durante l'esibizione prendi contatto con un membro della band, è per far interessare il pubblico, emozionarlo. E' quel colpo di scena durante uno spettacolo e funziona." 
Stephanie iniziò ad annuire come se tutto quello che avesse detto fosse già stato discusso mentre la band si beveva l'ennesima scusa e si congratulava per l'idea con cui, secondo gli ideatori, avrebbero avuto più seguito. 
La marmaglia si sciolse e Stephanie, senza farsi notare, seguì la diva Diana che andava a riporre i suoi spumeggianti indumenti. 
"Come ti è venuto in mente?" 
Nathan si voltò a metà strada verso la voce che bisbigliava alle sue spalle e si fermò guardando la donna con il volto preoccupato. "L'ho sentito e basta." disse tra la presunzione e l'ovvietà. 
"Beh, non potevi aspettare? Non potevi pensare?" aprì le braccia incredula. 
"Hey, non mi sembra che tu ti sia ritratta." la indicò sfiorandole la scollatura. 
"Per fortuna! O avrei mandato tutto l'aria e avrebbero capito tutti che non era programmato." 
"Ti spaventa così tanto?" 
Stephanie restò in silenzio preoccupata di non sapersi tenere in equilibrio su quelle parole. "Avrebbero potuto scoprirlo." 
"Ho inventato una scusa plausibile, mi sembra. E poi, sarebbe un problema?" 
"Non l'ho nemmeno detto a Mia. E' stato solo un appuntamento..." balbettò "Ho appena divorziato; che cosa penserebbe la gente? E se lo venisse a sapere Julian?" 
"Non è stato un appuntamento, Steph." divenne serio come non lo aveva mai visto. "Sappiamo quello che succede tra noi, l'abbiamo sempre saputo calcando quel palco. Saranno anni che sappiamo quello che facciamo ma, nonostante questo non sappiamo chi siamo o ci rifiutiamo di accettarlo." l'uomo lanciò la sua frase e si voltò per andarsene via. 
"Chi siamo, Nathan? Che cosa siamo io e te?"

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"Some foolish thing 
some little simple thing 
I've done. 
'Cause I'am just a soul 
who's intentions are good." 
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Nathan si girò nuovamente verso la donna, con le braccia sui fianchi glitterati di quella maglietta blu. "Dopo tutto questo tempo dovremmo saperlo." alzò le spalle. 
"Non dovremmo parlarne qui." Stephanie si guardò attorno nel mondo da cui si erano estraniati e capì che non era quello il luogo adatto. Sembrava una buona scusa per sgattaiolare via da una conversazione che non era pronta a sostenere. 
"Hai ragione. Aspetta qui." Nathan si dileguò dietro al tendone lasciandola lì con la consapevolezza che non avevano finito. 
Nathan diede un ticchettio sulla spalla di Victor, piegato in terra a rimettere la chitarra nella custodia. 
"Devi farmi un favore: casa tua è vuota?" 
"Cosa? Si è vuota finché non ci torno. Sono distrutto." si rimise diritto sgranchendosi la schiena. 
"Hai le chiavi?" lo ignorò completamente. 
"Certo che ho le chiavi. Che cosa sta succedendo?" 
"Devo parlare con una persona e non posso farlo qui." 
Victor rimase stranito da quelle parole ma era sempre pronto ad aiutare un amico che infondo l'aveva cresciuto. Si diresse verso il suo borsone un po' più in là e tirò fuori le chiavi da una tasca. "Con chi devi parlare?" titubò prima di dargliele. 
Nathan sospirò facendo scivolare le mani sulle ginocchia. "Steph, Stephanie. Devo parlare con Stephanie." ammise. 
"Lo sapevo." sorrise malizioso prima di lasciar cadere il mazzo tra le sue mani. 
Nathan fece per allontanarsi. 
"Quanto tempo ti serve? Devo andare in bagno." 
"Falla in un cespuglio. Torno quando ho finito di parlarle." Nathan si mosse ancora più lontano. 
"Dopo voglio sapere tutto." concluse Victor mentre vedeva la sua sagoma scomparire dietro il sipario. 
Nathan, che ancora non si era cambiato, tornò dalla donna che aveva promesso di aspettarlo e accettò di seguirlo ovunque la stesse portando. 
Quando varcarono la soglia della casa vuota e cosparsa dalla penombra sentirono immediatamente l'esigenza di parlare, senza nemmeno allontanarsi dall'entrata. 
"Sai, non so perché continui a negarlo." gesticolò sembrando dispiaciuto. 
Stephanie incrociò le braccia nella sua tuta rosa guardando in basso e non nei suoi occhi. "Non l'ho mai negato, è solo che non l'ho mai ammesso." 
Nathan sospiro senza la certezza di essere soddisfatto di quella risposta. 
"Vivevo in una situazione instabile e nemmeno tu." spinse un dito sul suo petto. "Mi hai mai dato certezze." 
Lui guardò da un'altra parte e poi le prese la mano che s'era sciolta dalla sua precedente posizione. 
A Nathan non piaceva che gli dessero delle colpe. 
"Non ne abbiamo mai parlato perché non ne siamo capaci, ammettiamolo." continuò lei con quel tono stranamente rilassato, mettendosi in cerca del suo sguardo. 
L'uomo non le lasciò andare la mano, anzi, gliela strinse mentre con l'altra le sfiorava la punta del mento. Le diede un bacio sulle labbra e poi un'altro, un'altro e un'altro. 
"Allora non ne parliamo. Facciamo quello che ci riesce meglio: fingi di essere sul palcoscenico." lasciò la mano della donna e la mise su i suoi occhi per chiuderli. 
Stephanie, ancora una volta, si lasciò trasportare dalla sua incontrastabile e ferma personalità. 
Aveva sempre tutto sotto controllo, come ci riusciva?

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"You can kiss me and hear me 
had me and hear me 
deep deep inside but you fall in love in me." 
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Nathan riprese a baciarla e poi si spinse giù fino al collo. La sensazione di essere due note danzanti durante un loro concerto diede a Stephanie la determinazione che sul palco non riusciva ad esternare di fronte all'intrattenitore principale. 
Rubò il suo ruolo da protagonista. 
Oh si, lasciò che la baciasse, ma nel frattempo stava già facendo scivolare le mani sotto la sua maglietta di cui, in un attimo, lo aveva spogliato. 
Era così strano vivere qualcosa che entrambi aveva immaginato per tanto tempo, ma che nessuno aveva avuto il coraggio di compiere. E ancora di più sembrava strano per Stephanie avere il totale controllo nelle sue mani di un indifeso Diana Jones che aveva tolto la sua maschera di indumenti glitterati mostrandole un corpo imperfetto che non s'addiceva alla drama queen, ma che, con piacevole sorpresa di Stephanie, assomigliava più a Nathan. 
L'uomo fece per togliersi anche la sua parrucca verde acido, ma Stephanie lo fermò sul nascere dell'azione. "Tienila, siamo sul palco." sussurrò mentre sfilava le braccia dal suo collo sfiorando la punta dei capelli verdi, senza negare l'ambiguità in lui che la affascinava. 
Si fece indietro, mentre lo baciava, fino a sentire sulle cosce la pressione del bracciolo del divano color panna. La sensazione che diede premere su un oggetto appartenente al mondo reale portò l'atto che stava avvenendo a stazionarsi concretamente nella stanza. E anche se Stephanie si rese conto, in quel momento, di trovarsi in un ambiente inadeguato, strofinò comunque una mano sul petto di Nathan, mentre con l'altra afferrava il braccio sinistro. Così si sbilanciò fino a cadere sulla schiena portandosi con sé l'uomo, di cui viso, stringeva ora tra le mani.

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"Don't go wasting your emotion 
lay all your love on me." 
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"Di chi è questa casa?" bisbigliò Stephanie al suo orecchio. 
"Victor." rispose distratto certamente da qualcos'altro. 
Tra baci e respiri di cui non se ne poteva più, giunsero a varcare la porta del parossismo in un'atmosfera che li aveva catapultati nuovamente al di fuori di quello spazio sconosciuto e circoscritto. Le figure stanche di stare troppo strette, si confusero tra le luci di un palco inesistente ma che vagava nella loro mente. 
Presero tutta la chimica che frenavano saggiamente durante il ritmo di quelle canzoni, si slacciarono con grande piacere dalle regole che proibivano loro di varcare i limiti dell'attrazione sul palcoscenico e la trasportarono tutta in quel preciso atto. 
La tensione era ciò che li teneva in vita ed ebbero un certo timore ad assaporare il dolce dopo averlo tanto desiderato, ma furono felici di scoprire che non c'era nulla di male a deliziarsi della portata e di cui, probabilmente presto, avrebbero chiesto il bis.

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"And I feel like I need some more 
and I feel your body close to mine 
and I move on love, it's about that time." 
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Rinvenuti sani e salvi dopo essersi lanciati da un pericoloso precipizio e al contempo appagante per gli occhi di chi legge, raccolsero le loro anime buttate tra i vestiti scintillanti e si concessero un pausa seduti garbatamente sul luogo del delitto. 
Tirarono un sospiro di pienezza interiore, ignari di aver compiaciuto anche il lettore. Invece, si sorpresero sin da subito della tranquillità con cui misero da parte gli ingarbugliati pensieri precedenti che non aveva ricevuto la giusta soluzione e più concentrati furono nel mettere a fuoco gli annebbiati atti precedenti. 
Tutto così veloce, fuori dagli schemi. Pareva quasi difficoltoso da ricordare e descrivere con precisione ogni movimento. 
Stephanie si sentì sottosopra, mise le mani sulle ginocchia e si alzò per prima dal divano rivolgendosi a Nathan e al posto. "Nemmeno avessimo sedici anni." rise tra sé. 
Quando furono fuori ed ognuno per la sua strada, Nathan riconsegnò le chiavi a Victor che aveva aspettato anche più del dovuto. 
"Allora? Cosa vi siete detti?" chiese curioso mentre riafferrava in mano il mazzo. 
Nathan si allontanò velocemente per non dare spiegazioni, non era il momento adatto e neanche giusto da dire così ad un amico. "Non sederti sul divano." e svanì via ridendo.

PLAYLIST CHAPTER:
- Let's Dance/David Bowie
- Don't let me be misunderstood/Animals
- Up and Down (Don't fall in love with me)/Billy More
- Lay your love on me/ABBA
- You make me feel/Sylvester

the mermaid's notes: bentornati a tutti con il sesto capitolo di questa long; lieta che siate arrivati fino a qui, potete finalmente godere di un capitolo molto più lungo e molto più intenso. Le cose iniziano a farsi interessanti su molti più fronti: l'ambizione che spinge le due band a diventar famosi o almeno a farsi notare e la conseguente delusione. La relazione tra Nathan e Stephanie che in questo capitolo evolve più che mai, tra impulsi e timori. E infine, tutti gli altri personaggi che fanno da contorno alla storia, i quali cominciano a definire i propri ruoli. Riguardo la scena, sicuramente la più importante di questo capitolo, quella tra Nathan e Stephanie, spero di essere riuscita a descriverla al meglio e a trasmettere le stesse emozioni che provano i protagonisti. Non è la mia prima scena di questo genere, ma è la prima volta che provo a descriverla con uno stile diverso, più narrativo e meno dettagliato e accompagnandolo a delle metafore e spunti nuovi. Le precedenti erano molto più spinte o dettagliate, ma sicuramente di un genere diverso e ancora acerbo. (Se volete discuterne, farevi avanti lol). Infine, vorrei far notare solo un'ultima cosa riguardo la citazione su Adam Lambert, per il quale ho una cotta e una stima smisurata e chi più ne ha più ne metta; il quale ho pensato che ci stesse benissimo in questa situazione (E chi è un glambert lo può capire). Da brava fan mi sento in dovere di richiamarvi all'attenzione dopo aver stuzzicato la vostra curiosità, con un consiglio: ascoltate la sua musica, ne vale la pena. Bene, è dopo questo messaggio pubblicitario vi saluto e vi ringrazio (lettori silenzioni e non) per seguirmi sempre; aspetto le vostre recensioni.
A Mercoledì prossimo.

 

   
 
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